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07/12/2009 - CATANIA - TEATRO METROPOLITAN

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2009 21:41
20/10/2009 23:18
 
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07 DICEMBRE 2009
Teatro Metropolitan
Via S. Euplio
Biglietti presso i consueti canali o al botteghino

Prezzi:
Poltronissime: € 45,00 + diritti di prevendita;
Poltrone: € 35,00 + diritti di prevendita;
Terzo settore: € 25,00 + diritti di prevendita;

BIGLIETTI QUI: LINK

[Modificato da Frank2 28/10/2009 08:21]
20/10/2009 23:19
 
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E' ufficiale...mia moglie chiederà la separazione all'ennesimo concerto di Francesco nel giro di tre mesi... [SM=g27790]
21/10/2009 19:56
 
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Resisti!!
Speriamo che tua moglie ci ripensi!
Se cosi' non fosse, non conosci per caso un bravo avvocato?
Ne conosciamo uno a Catania...
Stiamo facendo un pensierino per rivedere Ciccio al Metropolitan. [SM=g27792]

Ciao Giusy e Gaetano
19/11/2009 22:51
 
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Beh...allora? venite o non venite???
:-)
20/11/2009 08:23
 
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Re:
rimmelclub2, 19/11/2009 22.51:

Beh...allora? venite o non venite???
:-)




Che fai? Sfotti?
Claro que sì...e non sarò il solo a scendere in Sicilia!!! ^^


"E chissà quanto ho viaggiato, quante volte sono stato..."

24/11/2009 22:08
 
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Il 7 dicembre saremo anche noi a Catania per risentire Ciccio.
Cercheremo di applaudire con piu' vigore, per farci sentire dalla 19°
fila del Metropolitan.
Sara' anche l'occasione per rivedere Daniele e tutti gli amici del
RimmelClub!

Giusy e Gaetano.
06/12/2009 22:15
 
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Re:
ore 22.10

mentre Daniele e Vanilla si guardano il derby Roma-Lazio in TV, io e quel pazzo di Frank ci stiamo suonado, a due chitarre, tutto il repertorio da Theorius Campus ad oggi.
Questa è la veglia, in attesa della nostra speciale Immacolata concezione di essere pazzi per Ciccio, cioè il 7 dicembre 2009.
Domani sera tutti al Metropolitan. E l'indomani alla Facoltà di Lettere.

Mimmo e Frank






[Modificato da mimmorapisarda 06/12/2009 22:15]
06/12/2009 22:26
 
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Mimmo e Frank mi sa che stasera e' meglio la vostra suonata di chitarra, che non il derby Roma Lazio.
Meglio ancora sara' domani sera il concerto di Ciccio al Metropolitan.
Ci vediamo domani sera, e buona suonata di chitarra.

Gaetano
08/12/2009 13:16
 
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Bello bello bello, la scaletta mi è piaciuta, anzi se qualcuno si ricorda qual era precisamente gliene sarei grato....Unica cosa non mi fa mai mimì sarà e baci da pompei...E vabbè mi accontenterò cmq :D
Vi è piaciuto? Commenti....
08/12/2009 14:19
 
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Gran bel concerto, hai ragione.
Me lo son goduto in prima fila al centro!!!
La scaletta è di fatto la stessa degli ultimi concerti ("Natale" a parte... [SM=g27790] ) e comunque al suo rientro Frank la inserirà di certo.
Per quanto mi riguarda il concerto è stata l'occasione per rivedere degli amici che non vedevo da appena due mesi (Frank) o da poche settimane come i palermitani Gaetano e Giusy o altri che conoscevo solo di nome (come la romanaccia Vanilla che in questo momento sta volando sui cieli di Catania per rientrare alla base), oltre ai tanti catanesi che vedo sempre in occasione dei concerti del nostro.
Più tardi altro pomeriggio "degregoriano" all'università...
Ciao!
Daniele
[Modificato da rimmelclub2 08/12/2009 21:14]
08/12/2009 21:54
 
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Il concerto è stato una conferma, ma ne lascio parlare gli altri.
Sono stati 4 giorni piacevolissimi ed il tempo è davvero volato. Un grazie di cuore a Daniele e Mimmo (dire che son stati ospitali è dir poco), ed un saluto a tutti i pazzi degregoriani D.O.C. conosciuti al concerto!

Marina.


09/12/2009 09:38
 
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Re:
.Vanilla., 08/12/2009 21.54:

Il concerto è stato una conferma, ma ne lascio parlare gli altri.

Marina.



Non vale scrivere "ne lascio parlare gli altri". troppo comodo [SM=g27789] [SM=g27789] [SM=g27789]




"E chissà quanto ho viaggiato, quante volte sono stato..."

09/12/2009 12:51
 
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...la scaletta originale :-)
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"E chissà quanto ho viaggiato, quante volte sono stato..."

09/12/2009 17:28
 
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ma daaii che bello l'originale della scaletta!
10/12/2009 00:11
 
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Che forza.......
.....c'è anche una bella griglia excel .
Niente a che vedere con i fogli scritti a mano con le macchie di alcol e sugo che giravano un po' di tempo fa...
Ciao Marcello
PS Vi ho pensato tanto, non è un gran momento per fare pazzie ma un pensierino ce l'avevo fatto...senza dire niente a nessuno
Marcello
10/12/2009 09:55
 
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"E chissà quanto ho viaggiato, quante volte sono stato..."

10/12/2009 23:16
 
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"ho provato a chiederla all'operario del Nostro (quello con i capelli bianchi"


Grande Sergio!!!

Guarda che è un musicista anzi un chitarrista ed un autore di canzoni,

lavora anche con altri musicisti ...

11/12/2009 00:35
 
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Re: Re: ...la scaletta originale :-)

Ha ha Arianti senior! Grande tamburellista nelle prime uscite in Africa di Celestino.

[Modificato da Frank2 13/12/2009 17:24]
11/12/2009 15:01
 
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De Gregori, un principe al Metropolitan
di Antonia Arrabito



Il tour di Francesco De Gregori ha fatto tappa a Catania, lunedì scorso. Il cantautore romano e la sua band hanno offerto due ore di buona musica, all'insegna di brani recenti e dei più celebri classici, a metà tra tradizione e nuovi arrangiamenti
Il “principe” della musica leggera italiana - così viene definito ormai da anni - torna a Catania. E lo fa al Teatro Metropolitan, ad un anno dall'uscita del suo ultimo album, intitolato “Per brevità chiamato artista” . “Artista”, infatti, è l'unico appellativo che Francesco De Gregori riconosce, rinunciando volentieri a quello di “poeta” o “cantautore”, che inevitabilmente gli vengono attribuiti.

Il pezzo d'esordio della serata è “Quattro cani”. Un brano soft ed evocativo (tratto dall'album Rimmel, 1975), basato sulla metafora dei randagi. Metafora che introduce il pubblico al resto del repertorio, fatto di melodie lineari ma quasi in contrasto con significati di non immediata comprensione. E che ricorda «che è del mondo che sono figli, i figli». Un concetto apparentemente elementare, ma evocativo di un grande senso di libertà.

Si alternano poi pezzi “orchestrati” e pezzi da solista.
E' la sola chitarra acustica ad accompagnare “Per le strade di Roma” (2006), impietosa ed amara descrizione dei quartieri della capitale: dalla Magliana all'Argentina, dalla Salaria alla Tiburtina, «sui cui terrazzi spunta il sole» proprio perché situata ad est. Medesima scelta strumentale per “L'angelo di Lyon” (2008), scritta dal fratello Luigi e definita dallo stesso De Gregori «una canzone d'amore sull'amore»: ritratto di un uomo che impazzisce e si perde alla ricerca della donna perduta. E ancora è sempre e solo la chitarra del cantautore a far da sottofondo a “Vai in Africa, Celestino”(2005), omaggio a Bob Dylan (con stoccatina a W. Veltroni e alla sua vocazione differita) che induce alla ricerca di una terra ancora incontaminata, come l'Africa, mentre nel resto del mondo «ognuno è martire del suo destino».

L'ingresso della band segna anche l'atteso tuffo nel passato del cantautore.
De Gregori ripercorre le pietre miliari della sua carriera cantautorale, passando da “Titanic” (1982), la ballata ispirata alle diverse classi sociali a bordo della famigerata nave, a “La leva calcistica della classe '68” (1982), melodia dedicata al calcio e ai suoi valori. Da “Rimmel” (1975), storia di un amore freddo e distaccato, riproposta con un riff più ritmato e a tratti esotico, a “Viva l'Italia”, ritratto di una nazione che, se alla fine degli anni sessanta era «colpita al cuore», forse oggi sarebbe solo «da dimenticare».

Un viaggio nella storia della musica italiana, ma anche in quella dell'intimità umana. Il che rende difficile considerare solo una canzone un pezzo come “La donna cannone”: vera e propria poesia - non ce ne voglia l'artista - sull'amore di una donna da circo che rinuncia al suo numero per assecondare i sentimenti. O come “Sempre e per sempre” (2001), che regala al pubblico un momento di rara intensità. Forse perché accompagnata soltanto dal pianoforte. O forse perché è vero che «il vero amore può nascondersi, confondersi, ma non può perdersi mai».

La chiusura è d'eccellenza. Con “Buonanotte fiorellino” ed una tenerezza trasformata in suono da una fisarmonica. E' questa la peculiarità di De Gregori: l'incapacità di banalizzare i sentimenti, persino i più elementari.
A dimostrarlo, i continui “Bravo Ciccio!” urlati dal pubblico per ricambiare tutto il calore ricevuto. E per restituire quell'abbraccio, che il riservato Francesco ha elargito sin dalla prima canzone, usando la voce al posto delle braccia.


"E chissà quanto ho viaggiato, quante volte sono stato..."

11/12/2009 16:23
 
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Re: ...la scaletta originale :-)
Anche perché, la grafica smaschera l’andamento di tutta la scaletta e a che categoria appartiene ogni singola canzone letta da ogni componente della band.
Quindi, da solo con chitarra e un fascio di luce sulla testa: Quattro cani, Compagni di viaggio, Per le strade di Roma, Pezzi di vetro, L’angelo di Lyon, Vai in Africa Celestino;
prima parte con la band: Capo d’Africa, Titanic, La Leva calcistica, Festival, Deriva, Rimmel, Atlantide, Battere e levare;
da solo al pianoforte: Sempre e per sempre, La storia;
seconda parte con la band: Gente senza cuore, Viva l’Italia, La valigia dell’attore, Il bandito e il campione, Natale (ma l’aveva promessa a chi so io);
Cala il sipario e chiedono i bis: La donna cannone, L’agnello di Dio, Buonanotte fiorellino.
Sul concerto non aggiungo niente. Basta cercare il mio post sul concerto di Messina, è uguale. Forse Sempre per sempre al posto di Cardiologia.
In questo periodo De Gregori sta sfornando concerti straordinari, fatti apposta per il suo popolo più talebano. Rimmel, Buonanotte fiorellino, Quattro cani, suonate in modo dolce, ondulato ed armonioso come una volta. Il primo gruppo, suonato tutto da solo con la sua Gibson J50, mette i brividi addosso, anche se devo dire che l’Angelo di Lyon e Per le strade di Roma non li ritengo appropriati per la chitarra acustica, Avrei preferito pezzi come Informazioni di Vincent, Le finestre di dolore, Signora Aquilone, L’ultimo discorso registrato. Ma so pure di stare a straparlare, questo non accadrà mai.
Vi dico qualcosa su questa due giorni degregoriana, proprio nella mia città, della piacevole conoscenza di Gaetano e Giusy venuti da Palermo, di quella di Vanilla e Stefano, del nipotino Frank che Catania se la sogna anche di notte (comprese le catanesi). La passeggiata dopocena, alle due del mattino, mentre facevamo fatica a camminare nelle strade del centro storico per via delle migliaia di persone che circolavano nella Movida catanese. Io e Daniele: “Ragazzi, vi garantiamo che alla nove del mattino non è così.” E Stefano: “…..non ho mai visto una cosa simile!”. In effetti sembrava di essere a Rio durante il Carnevale.
L’indomani, di pomeriggio, sono andato con Daniele a prendere un caffè da Francesco. Come al solito splendidamente cordiale, ci tratta come sempre da vecchi amici e proprio per questo ha tentato (invano) di glissare su argomenti che lo riguardano quale personaggio pubblico. Ho fatto anch’io la parte del vecchio amico, ma allora com’è che stava per scoppiarmi lo stend della mia coronaria destra?
Mi dice che ogni tanto va a guardare il Titanic (e di questo ne sono felice!); allora gli elenco le chitarre presenti nel poster: “…. sì, sì, va bene, ci sono le Martin, questa non ce l’ho più. Però te ne manca una…… ma non ti dico qual è! Ma come…….
Ecco, è questo il vero Francesco! Ancora uno spassoso ragazzo di quasi sessant’anni che fa i dispetti agli amici o che gongola per andare a vedere, con zainetto alle spalle come un ragazzino, un concerto di Dylan!
Il pomeriggio ai Benedettini è stato bello perché ascoltare quel che dice è sempre piacevole o, perlomeno, quello che è costretto a dire davanti alle stupidaggini che gli chiedono da una vita.
Anche questa volta si è sprecata l’ennesima occasione per fargli una sana e indimenticabile intervista. Non ho ancora capito se lo fanno perché, essendo intimoriti dalla sua persona, dal suo portamento alla Corto Maltese, dalla sua cultura, dall’emozione che suscita la sua vicinanza, gli formulano fino alla noia queste tediose idiozie camuffate da interessanti domande oppure perché si aspettano da lui risposte intelligenti.
Come si può ancora chiedergli se l’ha presa a male quando Viva l’Italia venne utilizzata dai partiti politici? Si può ancora pensare che dopo quarant’anni dalla separazione artistica (e naturale, come sottolineato da Francesco) di Theorius Campus, Venditti e De Gregori siano diventati dei nemici? Dopo aver spiegato il concetto almeno cento volte, come cazzo vai a ripetergli che la poesia e la canzone vanno a braccetto?
Ma diamine, è chiaro che alla fine s’incazza (anzi si è trattenuto, perché questa è stata la peggiore intervista della sua carriera).
Se gli rivolgete sempre le stesse castronerie, come pensate di ottenere una risposta intelligente? Quante volte ve l’ha detto che non è un poeta ma un cantante, che una canzone (ma anche un quadro, un film) può essere al massimo poetica, che una canzone e una poesia sono due cose diverse e che nessuna delle due è superiore o inferiore all’altra, e che meritano rispetto reciproco?
Quante volte vi ha detto che una canzone non si deve spiegare, che si deve ascoltare, che l’artista lascia all’immaginazione di ognuno la vera identità di un Pablo o di una Giovanna?
E’ la stessa cosa di stare seduti ai divanetti del Louve di fronte a “La zattera della Medusa” . Dopo mezz’ora di contemplazione l’opera suscita in te personalissime visioni, mentre il tuo vicino ti dice che per lui rappresenta, invece, tutt’altra cosa e che in quel momento ha visioni completamente diverse da quelle tue. Ma anche se discordanti fra loro, vanno bene entrambi i visionari perché hanno dentro qualcosa di vivo, bello o brutto che sia. L’importante è che queste emozioni ci siano, che colpiscano l’animo, che vengano espresse in ogni modo.
Se ascoltando la canzone, qualcuno vede in Pablo un pizzaiolo di Margellina o un professore dell’Università della Sorbona, a Francesco va bene. E’ cosmicamente perfetto, vuol dire che è stata ascoltata, che è piaciuta a priori, che dopo l’ascolto è nata un’opinione tutta personale, ma comunque bellissima, anche se la più banale. A Francesco va bene tutto, ma per favore non chiedetegli più chi è l’esploratore Tobia! E’ davvero offensivo chiedere a un pittore o a uno scultore cosa significhi quella posizione, quella forma. Se hai palle, sforzati e cerca di vedere tutto il bello che c’è in quella forma d’arte apparentemente insignificante. Appena dentro, subito dopo l’angolo c’è tutto un altro mondo.
Francesco vorrebbe parlare d’altro; vorrebbe sapere che ne pensi della Roma di Ranieri, dell’ultimo film di Tornatore, dei rivenditori di fiducia riguardo gli stivaletti americani. Hai voglia a parlargli di chansonier italiani e francesi, di poesia e canzoni, di messaggi politici nei suoi brani, di Viva l’Italia usata dai socialisti e dai missini, di …….udite, udite, chi è veramente Pablo!!! Signori, il Principe SI ANNOIA!
Mi dispiace per Battista, ma lo stanno ripetendo in tanti. E’ stato scritto in rete e sulla carta stampata: l’incontro di Catania è stato davvero deludente, insignificante. In compenso, la due giorni catanese di De Gregori non è passata inosservata. Qui tutti sapevano, tutti chiedevano. In un noto bar si aspettavano nobili chiappe sedute sulle sedie dei loro tavolini, a sorbire granita di mandorle e brioche.
“Il pubblico catanese è competente, esigente”, questo è quello che ha dichiarato alla stampa. Ha ragione, infatti anche molti suoi colleghi hanno detto che quando vengono al Metropolitan di Catania hanno una certa reverenza, un po’ di timore verso l’attenta platea etnea proprio perché di orecchio fino. E queste non sono parole mie. Davanti a un pubblico appartentente a una terra dove sono nati certi signori che si chiamano Consoli, Battiato, Trovato, Bella, Venuti, Biondi, Sugarfree, Denovo, Spampinato (ci metto pure Bellini), a quale artista non tremerebbero le gambe?
Ogni volta che il Principe arriva alle falde dell’Etna c’è sempre questa grande attesa, un amore della città nei confronti di Francesco che è (come mi ha detto nel pomeriggio) ricambiato. Ma perché Catania gli è entrata nel cuore?
Forse perché, nel 1976, proprio sui cieli di Catania gli balenò l’idea di scrivere Atlantide, mentre era accanto a Mondella sull’aereo che lo riportava a Roma; forse perché da quando non c’è più il Barbagianni (eccellente efficienza lomarda) gli unici siti web a lui dedicati sono Marca Liotru: RimmelClub e Titanic.
Continuo: nel 2005 la conferenza stampa per il tour “Pezzi” decise di presentarla a Catania, all’Hotel Excelsior, prima con i giornalisti di tutta Italia che si chiedevano perché mai non era stata organizzata a Roma o Milano, e poi con una trentina di amici del RC in una piccola saletta dell’hotel. Appunto, perchè, secondo voi, non fu organizzata a Roma o Milano, sedi della Baronia della stampa musicale che quel giorno storsero il muso?
E oggi perché, sempre secondo voi, il vice direttore del Corriere della Sera, anziché (e giustamente) a Milano l’intervista l’ha fatta a Catania, nella splendida sede della Facoltà di Lettere all’ex Monastero dei Benedettini?
Perché, invece di passare un giorno festivo a Roma a riposarsi, De Gregori sceglie di passare due giorni al sole e al mare di Catania? Suonare al Metropolitan, l’indomani mattina non lo so ma considerata la temperatura non escluderei un bagnetto e un pranzo a base di pesce ad Acitrezza; il pomeriggio alla conferenza di cui sopra, poi immergersi nel bagno di folla dove (come successe a noi del RC nel 2005) si è dato in pasto a centinaia di ragazzi giovani e non per l’autografo, la foto, l’abbraccio. Una mezz’ora piena e stressante servita a riempire con sua faccia parecchi blog e profili Facebook etnei.
Ma la sua fame di pietra lavica non è mica finita. Subito dopo ha voluto conoscere la stilista catanese Marella Ferrera in Piazza Duca di Genova in occasione di “Civita in fiore”, un colorato giardino nel barocco della città vecchia in cui hanno trovato spazio flowers designers, famosi vivaisti e maestri del gourmet. E Ciccio, molto incuriosito, era anche lì.
La notte non so che ha fatto, ma so di certo che l’indomani doveva suonare ad Avellino. Signor De Gregori, complimenti per queste inesauribili energie!
Peccato soltanto per quell’intervista. Se fossi stato io il giornalista gli avrei fatto un’intervista tutta a modo mio, soprattutto per farlo rilassare.
Gli avrei chiesto che ami ed esche usa quando va a pescare; gli avrei chiesto con quanti chili di sale cosparge la Ricciola prima di infornarla; gli avrei chiesto la sua conoscenza sul mondo delle chitarre e se le custodisce, le conserva e cosa cerca in uno strumento musicale; gli avrei chiesto che significa, oggi, fare il cantante con la pirateria che impazza e i negozi di dischi con le saracinesche chiuse, rispetto a quando bisognava fare la fila sul marciapedi per comprare un LP. Gli avrei chiesto tante altre cose che non sto qui ad elencare perché mi fregherebbero le domande.
Ma non mi sarei mai sognato di chiedergli l’importanza politica de La Storia o di Viva l’Italia o degli estremisti di sinistra che scrivevano sui muri le frasi delle sue canzoni. Perché non fa parte del suo mestiere, perchè non sarebbe pertinente con il suo ruolo di musicista. E non è colpa sua se hanno frainteso tutto ciò che ha scritto e cantato.
Francesco, alla fine ti avrei chiesto un’ultima cosa. Di chiudermi a chiave nel ripostiglio di casa tua.
Per far cosa? Per prendere appunti, no?
Ciao, alla prossima

Mimmo Rapisarda




P.S. PER DANIELE:
ce l'hanno anche alla Discoteca di Stato


[Modificato da mimmorapisarda 11/12/2009 16:26]
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