STADIO SAN PAOLO: I TIFOSI CONTRO MARONI
Un San Paolo avvolto nel fumo ieri durante la partita Napoli-Bologna. I tifosi della curva A hanno sparato a raffica fumogeni, petardi e bengala. È la sfida degli ultras, che esprimono disappunto nei confronti del ministro dell´Interno Maroni e il suo progetto della carta-identikit del tifoso nonchè sui controlli negli stadi. "È una tifoseria pessima e lo stadio è mal protetto", accusa il questore Santi Giuffrè. Petardi, botte a muro, bengala. Fumogeni, che alzano una fitta cortina di nebbia colorata che offusca le telecamere a circuito chiuso. È la sfida della tifoseria. Beffarda, aggressiva. Indifferente al messaggio dell´altoparlante: “L´uso di materiale esplodente può far rischiare alla società anche la squalifica del campo”. Questa la risposta del mondo ultras ai tentativi di fare del calcio un appuntamento civile. "Perché lo stadio San Paolo resta un porto di mare – commenta amareggiato il questore Santi Giuffrè – ed evidentemente questa tifoseria azzurra vuole continuare a essere considerata pessima da chi la osserva. Non fa alcuno sforzo per migliorarsi. D´altra parte tutte le richieste della questura non sono state soddisfatte. Tamponiamo con gli uomini le carenze tecnologiche e di sicurezza della struttura. Non c´è stato alcuno sforzo per migliorarla". Già, perché sono state vecchie telecamere scadenti, ieri, a filmare il lancio dei petardi dalla curva A. Sarà difficile riconoscere dalle immagini gli autori del lancio.
Comunque si indaga, mentre non sono stati sequestrati gli striscioni comparsi sugli spalti: “Maroni, il tuo obiettivo è tenerci seduti a mangiare il panino”; “Maroni, questa è la nostra mentalità, la nostra indole non conosce frontiere, ma di questo mondo siamo le bandiere”. Fumo e petardi, ma solo al primo tempo. Perché il resto della tifoseria si è dissociata, poco dopo, dall´iniziativa. E sulla curva A è caduta una pioggia di fischi. Arrestato anche un bagarino: vendeva biglietti e aveva il Daspo.
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