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MONDO ULTRAS: notizie e commenti

Ultimo Aggiornamento: 18/07/2012 13:27
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24/10/2009 01:37
 
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Che tempi quelli nella foto mia...NO AL CALCIO MODERNO, NO ALLE LEGGI " [SM=g8050] MODERNE"
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Lanciano fumogeni in campo, denunciati tre ultras dell'Ancona

www.vivereancona.it

Grazie ai video della Scientifica, la Polizia ha denunciato tre tifosi dell'Ancona, rei di aver lanciato dei fumogeni in campo.
Il fatto è avvenuto in tre partite distine, Ancona - Salernitana del 29 agosto, Ancona - Empoli del 14 settembre, Ancona - Modena del 29 settembre. In tutti e tre i casi la Scientifica ha registrato le immagini della curva dell'Ancona. Video che hanno immortalato i tre tifosi mentre lanciavano dei fumogeni.

Per gli ultras è scattata la denuncia all'Autorità Giudiziaria e il divieto di accesso ai luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive.

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23/10/2009 21:02
 
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Re: Re: BELLA LETTERA
iacopo re, 23/10/2009 17.48:




"Il calcio, e lo sport generale, è anche passione, colore ed emozioni. E una curva di uno stadio, gremita in ogni ordine di posto, esprime perfettamente tutto ciò, oltre ad essere, per alcuni versi, con i suoi riti e con i suoi usi, anche una vera e propria palestra di vita."




"dimmi cos'e' che ci fa sentire uniti anche se non ci conosciamo?
dimmi cos'e' che fa sentire uniti anche se siamo lontani?
dimmi cos'e' che batte forte infondo al cuore che ci toglie il respiro?
dimmi chi e' che mi fa sentire importante anche se non conto niente?..."

queste frasi riprese da una famosa canzone (non so se l'avete riconosciuta ,anche se un po' romana ) ma credo che siano frasi che riassumono perfettamente l'amore che tutti portano verso la propria squadra e citta' !


[Modificato da Avanti Ultras 23/10/2009 21:04]
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23/10/2009 17:48
 
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Re: BELLA LETTERA
nicco rangers 76, 23/10/2009 2.23:





"Il calcio, e lo sport generale, è anche passione, colore ed emozioni. E una curva di uno stadio, gremita in ogni ordine di posto, esprime perfettamente tutto ciò, oltre ad essere, per alcuni versi, con i suoi riti e con i suoi usi, anche una vera e propria palestra di vita."
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23/10/2009 02:23
 
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BELLA LETTERA
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23/10/2009 02:09
 
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Ma quanti gemellaggi fanno ogni trasferta in champions si gemellano ?????



Sugli spalti del Puskas i tifosi della Fiorentina non erano gli unici VIOLA!
22/10/2009 - di goal ; Fonte: www.goal.com

Quando il cuore pompa sangue viola, non c’è crisi che tenga! E la
Fiorentina si segue sempre e ovunque, anche quando la trasferta prevede ben 950 chilometri da passare sul mitico pullman che ti attraversa una bella fetta d’Europa fino a farti arrivare là, alla bella Budapest, che un giro turistico se lo merita eccome!

Ma i costi si devono pur tagliare in qualche maniera... E poichè la necessità aguzza l’ingegno, perchè pagare una notte d’albergo quando la città offre così tante attrattive anti meridiane? E allora vai di night, dove si può passare una notte lustrandosi gli occhi con le bellezze ungheresi per poi richiuderli la mattina dopo a bordo del pullman o, guidando a turno, sull’auto che li riporterà in Italia! Sono stati molti i tifosi violi che hanno optato per questi originali... tempi supplementari!

Anche perchè sulle gradinate del Puskas era avvenuto un gemellaggio singolare con il gruppo dei “Bulldog viola” ultras che segue la squadra dell’Ujpest, acerrima rivale del Debreceni che, guarda caso, fa della similitudine cromatica la sua analogia con la Fiore e, naturalmente, ieri sera tifava VIOLA! E si sa, vedere una città con chi ci vive è tutta un’altra cosa! Specialmente con una vittoria alle spalle...
[Modificato da Avanti Ultras 23/10/2009 02:09]
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21/10/2009 10:36
 
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Tifosi Fiorentina 'Strani episodi a Torino'

Sabato scorso, a Torino, varie scaramucce fra tifoserie di Fiorentina e Juventus hanno fatto da corollario al match diretto dall'arbitro Rizzoli. 'Mi stupisco che siano entrati sabato allo stadio striscioni e bombe carta che sarebbero vietati in un luogo simile - ha raccontato Stefano Sartoni, leader di uno dei gruppi di tifosi più rappresentativi della Curva Fiesole, a Lady Radio -. Faccio i complimenti ai tifosi viola per non aver reagito a certe provocazioni dei supporters avversari. Dalle notizie che ho saputo io, sabato scorso un pullman ha sbagliato strada, è finito sotto la curva della Juventus ed è stato preso un po' d'assalto, con l'autista che è stato bravo a capire la situazione. So che c'è stata un'attesa per una sassaiola, che dimostra quanto ci sia spesso poca prevenzione in certe situazioni'.


www.tifonet.it/notizie/articolo.php?codice=28884&sn=tn
[Modificato da Avanti Ultras 21/10/2009 10:38]
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20/10/2009 23:40
 
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4 TIFOSI DEL BARI ARRESTATI DA POLIZIA VERONA

Quattro tifosi del Bari, tra i 24 e i 34 anni, sono stati arrestati dalla Polizia di Verona a seguito di un'aggressione avvenuta prima dell'inizio dell'incontro Chievo-Bari, disputatosi ieri pomeriggio allo stadio Bentegodi. I quattro avrebbero aggredito senza alcun motivo due tifosi del Chievo con calci, pugni e con l'utilizzo di una cintura, due aste di bandiera e una bicicletta. L'intervento dellla polizia ha evitato il peggio alle vittime, bloccando i quattro tifosi baresi, arrestati per lesioni personali aggravate e per reati in materia di manifestazioni sportive. Giudicati questo pomeriggio per direttissima, è stata disposta dal giudice scaligero la custodia cautelare in carcere. A seguito della richiesta dei termini a difesa da parte degli avvocati, l'udienza è stata rinviata a fine mese

www.tifonet.it/notizie/articolo.php?codice=28875&sn=tn
[Modificato da Avanti Ultras 21/10/2009 10:37]
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20/10/2009 14:22
 
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AVANTI ULTRAS
L'ultras non ha un nome per il mondo esterno, solo gli amici lo conoscono. L'ultras non ha volto, spesso un cappuccio gli copre la testa, una sciarpa la bocca. L'ultras non si veste in modo normale, non segue le mode, boccia le novita'. Quando sale su un treno, cammina su un marciapiede anche se non ha vessilli della propria squadra, lo riconosci. L'ultras attacca se attaccato, aiuta nel bisogno. L'ultras non smette di essere tale appena si toglie la sciarpetta o rientra a casa dopo una trasferta, continua a lottare 7 giorni su 7. L'ultras veterano da l'esempio a quello giovane, e quello giovane rispetta il veterano. L'ultras giovane e' fiero di stare al lato del veterano, di imparare dalle sue critiche e inorgogliosirsi dai suoi complimenti. Quando la gente guarda un ultras non lo capisce, e lui non vuole essere capito dalla gente, non da' spiegazioni sul suo modo di essere. Ogni ultras e' diverso, c'e' quello che veste solo materiale ultras e della sua squadra e quello che non ha neanche una maglietta del suo gruppo. C'e' quello che si muove solo col gruppo e quello che fa gruppo per se. Gli ultras sono diversi ma li unisce l'amore per la propria squadra, la tenacia nel resistere oltre 90 minuti in piedi sotto la pioggia o al freddo, li unisce il riscaldarsi con un coro cantato a squarciagola, li unisce la sicurezza dell'amico che gli dorme accanto sul treno che ti riporta dalla trasferta, li unisce la passeggiata goliardica nella citta' avversaria, li unisce la gioia di partire per una trasferta e la stanchezza del ritorno, li unisce quel panino diviso in due dopo ore di digiuno, li unisce quella sigaretta offerta nello scompartimento e ridata in curva, li unisce quella litigata sull'esterno sinistro panchinaro fatta nella penombra di un treno notturno, li unisce quello sguardo dopo uno scontro, li unisce la mentalita'. Le cose che ci uniscono, contemporaneamente ci dividono dal mondo esterno, ci allontanano da genitori preoccupati, da zii scandalizzati, da compagni di classe impauriti e da professori disgustati.L'ultras e' l'eccezione alla regola, e' l'inaspettato che ti sorprende, e' la sorpresa che ti smorza il sorriso quando pensi di averla fatta franca. L'ultras e' anche il braccio che ti tira sul vagone prima che si chiudono le porte. L'ultras non e' violenza gratuita, e' la difesa intransigente di uno stile di vita messo in pericolo da biglietti nominativi, dalle pay-tv, dall'imborghesimento delle nuove generazioni, dalla tv-spazzatura e, soprattutto, dalla repressione. L'ultras e' questo e molto altro, altri sentimenti non rinchiudibili in parole, incombrensibili alla gente comune che preferisce vivere dietro un vetro piuttosto che infrangerlo e entrare nella realta', fredda e piovosa.
[Modificato da nicco rangers 76 20/10/2009 16:50]
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19/10/2009 22:42
 
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REPRIMERE NON FA' BENE
CASM: trasferte non autorizzate
15/10/2009 - di Sport Repubblica; Fonte: sport.repubblica.it
Tre partite di serie A, tre di Lega Pro, due di serie D e una di Eccellenza saranno disputate senza la presenza di tifosi ospiti. Cosi' ha deciso il Casms (Comitato per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive) che nella riunione di oggi ha analizzato le gare considerate a rischio dall'Osservatorio per le prossime settimana. Per quanto riguarda il massimo campionato, il Casms ha determinato la chiusura del settore ospiti (e la riutilizzazione dello stesso per favorire la presenza allo stadio di particolari categorie di spettatori, quali famiglie, ragazzi delle scuole, associazioni di anziani, etc.) per Roma-Livorno del prossimo 25 ottobre, Livorno-Atalanta e Napoli-Milan del 28. Queste le altre paertite per le quali il Casms ha determinato la chiusura del settore ospiti: "Alessandria - Viareggio" (Lega Pro 1^Div. del 25/10/09); "Monopoli - Siracusa" (Lega Pro 2^ Div. del 25/10/09); "Ischia - Turris" (Serie D del 25/10/2009); "Sora - Terracina" (Serie D del 25/10/09); "Torres - Muravera" (Eccellenza del 25/10/09); "Potenza - Cavese" (Coppa Italia Lega Pro del 22/10/09). Il Casms "ha altresi' determinato la vendita di un singolo biglietto per i tifosi ospiti della gara "Cagliari - Genoa" (Serie A del 25/10/2009); Per l'incontro previsto il 24/10/2009 "Real Poseidon - Battipagliese (Eccellenza) che la gara si svolgera' a porte chiuse; Per la gara "Messina - Milazzo" (Serie D del 21/10/09), programmata per il 4 ottobre scorso e successivamente rinviata, la determinazione del 20 settembre con la quale e' stata disposta la chiusura del settore ospiti. "Da tutte le prescrizioni - ricorda il Casms - sono esenti i possessori della "Tessera del tifoso", rilasciata in maniera conforme alla normativa di settore".



CI FATE RIDERE [SM=g8022]
[Modificato da nicco rangers 76 20/10/2009 16:51]
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19/10/2009 22:37
 
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Re: http://www.tifonet.it/notizie/articolo.php?codice=28848&sn=tn
Avanti Ultras, 18/10/2009 18.03:

SCONTRI TRA TIFOSI A MARTINA FRANCA: ARRESTATI DUE FASANESI

Due fasanesi sono stati arrestati nella tarda serata di ieri dagli agenti del Commissariato di Martina Franca. I due sarebbero direttamente coinvolti nei violenti scontri tra le due tifoserie avvenuti nel corso del derby valevole per il campionato di serie B di calcio a 5 fra Biancoazzurro Fasano e Martina. Insieme ai due fasanesi ci sarebbe anche un terzo giovane arrestato, probabilmente un martinese. Al momento gli investigatori non hanno reso noto i nomi. L’episodio di violenza tra i due gruppi di tifosi è avvenuto nel pomeriggio di ieri (sabato 10 ottobre). A quanto pare il piccolo gruppetto di tifosi del Fasano, in trasferta a Martina, sarebbe stato letteralmente aggredito da un gruppo di facinorosi. Gli ultras martinesi avrebbero atteso i ragazzi dei “Birillo Boys” ed avrebbero iniziato a lanciargli contro sassi e caschi. Una vera e propria scena di guerra nel corso della quale è rimasto ferito anche un ragazzo fasanese che ha dovuto addirittura fare ricorso alle cure dei sanitari, accorsi al “Pala Woytila” con una ambulanza. Anche una autovettura è stata danneggiata.
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LIBERTA' PER GLI ULTRAS DIFFIDATI
[Modificato da WEB RE1976 20/10/2009 11:10]
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19/10/2009 17:49
 
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DIFFIDATO NON MOLLARE
Solidali con i nostri amici di Fasano..NON CI AVRETE MAI COME VOLETE VOI!!
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19/10/2009 16:55
 
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RICEVO DA BOYS PARMA
Ciao.
In Parlamento sta avanzando la proposta di legge n. 1881 “Disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione degli impianti sportivi”. L’obbiettivo è quello di alterare la natura comunitaria e sportiva degli stadi italiani. Si punta a privatizzare beni che appartengono storicamente alle comunità locali; a costruire complessi polifunzionali; a modificare le destinazioni d’uso di aree collettive; e ad elargire finanziamenti e agevolazioni di Stato ai privati (per progetti che di sportivo hanno ben poco). Queste politiche, in sinergia con la Tessera del Viminale, puntano a trasformare radicalmente il mondo del calcio italiano, in senso anti-sociale e anti-popolare, e ad impoverire il Paese (privandolo di beni storici, spazi sociali e soldi pubblici).
Tutto questo ci tocca per primi (e in modo estremamente drammatico), ma come spesso accade: sono in ballo gli interessi e i diritti di tutti gli italiani.
In allegato inviamo una nostra analisi critica della legge n. 1881 (“No al ddl 1881”). Vi invitiamo a leggere entrambi i documenti.

Boys Parma 1977

No al ddl 1881


Mentre ultras e tifosi sono distratti dall’ultima misura punitiva e lucrativa a danno di chi vorrebbe andare allo stadio: la cosiddetta “Tessera del Tifoso”, in Parlamento sta proseguendo il suo iter la proposta di legge n. 1881 “Disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione degli impianti sportivi”. Un titolo piuttosto fuorviante, giacché il ddl 1881 è finalizzato a costruire e a finanziare tante cose, commerciali; residenziali; a privatizzare gli impianti sportivi pubblici esistenti e a modificare le destinazioni d’uso di aree pubbliche, per favorirne lo sfruttamento extra-sportivo. Un affare gigantesco, capace di far impallidire le speculazioni di Italia ’90. E infatti costruttori e palazzinari sono da tempo attorno al mondo del pallone, in attesa di una legge ad hoc che gli renda le cose ancor più facili; una legge che gli consenta di mettere le mani su beni comunitari, di stravolgerne la natura, e di cementificare con finanziamenti pubblici. Il paradiso della speculazione. Mentre il nostro Paese riduce la spesa per i suoi servizi più essenziali e indispensabili (scuola, ricerca, sanità, sicurezza e giustizia, tanto per fare qualche esempio) li trova per opere dannose, utili solo ad arricchire una classe imprenditoriale del tutto parassitaria. Opere destinate ad impoverire il Paese e le sue comunità, privandole di beni, di territorio (da sacrificare a nuovo cemento), e soprattutto di spazi sociali e popolari (gli stadi e le aree che li circondano) a favore di strutture commerciali e consumistiche (i nuovi complessi polifunzionali).
La Tessera del Tifoso, alla luce di queste politiche, appare come un’arma per annientare i gruppi sociali delle Curve e, al contempo, per distrarli. L’obbiettivo è il business più sfrenato, da perseguire attraverso la “destrutturazione” dei corpi sociali del tifo (Gruppi ultras e clubs), affinché lo stadio (trasformato in complesso polifunzionale privato) sia vissuto in modo assolutamente individuale e commerciale, senza organizzazioni indipendenti capaci d’esprimere dissenso, affinché l’unica voce sia quella delle S.p.a. che lo occupano.
Roberto Maroni, ministro dell’Interno, parlando di come “destrutturare” i gruppi ultras, ha dichiarato “che è più facile agire in altri Paesi, dove gli stadi sono di proprietà delle società di calcio che li possono organizzare nel migliore dei modi” (nota 1). Roberto Massucci, V. Questore Agg. della Polizia e segretario dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, ha spiegato meglio il discorso: “Fin’ora i gruppi ultrà sono l'unico tipo di aggregazione allo stadio. Io però credo che sia giunto il momento di una nuova community di tifosi ufficiali che faccia capo alla società sportiva” (nota 2). Privatizzare, per disgregare meglio, per andare oltre la Tessera. Propositi speculativi, che per affermarsi non esitano a ricorrere a misure repressive, avente carattere anti-sociale e anti-popolare, per cui le uniche forme d'aggregazione non dovranno nascere spontaneamente dalla gente, ma essere imposte e pilotate dall'alto: ovvero dalle ditte del pallone, secondo precise direttive delle forze di polizia. Si sta cercando di alterare i processi naturali di aggregazione sociale, per sostituirli con qualcosa che vi assomigli all'apparenza, ma di tutt'altra natura.
A pagina 4, della relazione che introduce il testo del ddl 1881 si legge: “Lo stadio potrà svolgere un’importante funzione di aggregazione sociale, diverrà uno spazio accogliente, da vivere tutta la settimana, adatto a tutta la famiglia. Sarà dotato di cinema, ristoranti e attività commerciali di vario genere. E’ noto che le aziende sono attratte dalle strutture sportive (stadi, centri polifunzionali eccetera) in quanto ritenute ottime ‘location’ per intrattenere rapporti con la propria clientela. […]”. Ristoranti, cinema, negozi e attività commerciali, non sono centri di aggregazione sociale, ma luoghi deputati alla spesa che non stimolano la vita di gruppo. Dire che sono adatti alla famiglia non è essenzialmente errato (tutti devono fare la spesa per soddisfare i propri bisogni) ma è estremamente preoccupante quando li si propone come luoghi per trascorrere il tempo libero, facendo trasparire una mentalità che sembra considerare le famiglie come gruppi eterogenei di clienti, da indirizzare al consumismo più sfrenato, e non come i nuclei umani alla base della nostra società, che dovrebbero realizzarsi come persone imparando a stare insieme. Ammassamenti di persone nello stesso luogo non significano aggregazione sociale. Aggregazione sociale è conoscersi, parlarsi, confrontarsi, condividere progetti, collaborare alle stesse attività, imparare a vivere le dinamiche di gruppo. Questa “confusione” non stupirebbe troppo su documenti confindustriali, inorridisce, invece, letta su documenti della Camera dei Deputati, firmati da onorevoli di vari partiti, eletti in nome del popolo di questo Paese. Purtroppo il supporto a queste politiche, come ormai accade sempre più spesso, è assolutamente bipartisan. Tra i vari firmatari figurano esponenti del Partito Democratico, del Popolo delle Libertà, dell’Unione di Centro, e anche uno dell’Italia dei Valori.
Nella critica agli stadi italiani contemporanei, contenuta nella relazione che introduce il ddl, si legge che gli “impianti esistenti sono costruiti senza requisiti di polifunzionalità, non sono integrati nel tessuto sociale” (relazione sul ddl 1881, nota 3), come se il non essere polifunzionali (dotati di strutture commerciali) ne impedisse l’integrazione nel tessuto sociale. Ma è vero proprio il contrario: gli stadi attuali sono nel cuore delle comunità e favoriscono l’aggregazione (attraverso la pratica sportiva e le dinamiche del tifo e delle curve) e quindi la creazione di un tessuto sociale vero, che non può essere confuso con le concentrazioni umane che possono realizzarsi nei centri commerciali. Sentir parlare di mancata integrazione degli stadi nel tessuto sociale, da parte di chi vorrebbe agire “trasferendo gli stadi fuori dalle città” (relazione, nota 4), ovvero delocalizzandoli nelle periferie, appare estremamente contraddittorio. E infatti, al di là di certe asserzioni aleatorie, nel concreto si punta a realizzare un certo tipo di stadio: lo “stadio produttivo”. “Stadio «produttivo» significa, dunque, stadio che produce reddito, ovvero «polifunzionale» (complesso sportivo comprendente spazi destinati ad attività diverse da quella sportiva” (relazione, nota 5) per cui la produttività dell’impianto si intende in senso economico e privato, e non in senso sociale e collettivo. In tale ottica il fatto che gli stadi siano “tutti sottoposti a vincoli urbanistici e monumentali” (relazione, nota 6), è presentato come un fatto negativo, e non come il modo migliore per conservare e perpetrare il patrimonio comune e la sua natura.
La ricetta per il business si compone di “nuovi strumenti normativi e agevolazioni amministrative” e di “una partecipazione pubblica in termini di contributi a sostenere l’investimento privato” (relazione, nota 7). Ovvero: aggirare le tutele pubbliche e regalare soldi dello Stato ai privati per opere inutili e dannose. Tutto alla faccia delle tanto pubblicizzate leggi di mercato, per cui lo Stato dovrebbe fare solo da spettatore in campo economico; ma forse tali dogmi sono solo un pretesto, da usare contro la gente comune quando osa rivendicare i propri diritti più fondamentali.
La proposta di legge 1881 punta a fare tutto in tempi molti brevi. Si fonda su un “un piano triennale di interventi straordinari” (ddl 1881, nota 8) da predisporsi “entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge” (ddl 1881, nota 9) dopo aver analizzato gli studi di fattibilità presentati da istituzioni locali, federazioni e società sportive. Gli enti locali che vorranno aderire a tale piano triennale dovranno presentare, “entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, lo studio di fattibilità” (ddl 1881, nota 10). Fare tutto, e alla svelta, per apparire belli e puntare ad un nuovo business, ovvero: ad “organizzare un evento sportivo di una certa rilevanza, [come] potrebbero essere i Campionati di calcio (del 2016)”; sono queste le parole testuali con cui si conclude la relazione introduttiva alla Proposta di legge (a pagina 5).
Organizzare gli Europei di calcio potrebbe e dovrebbe essere positivo, per tutta la nazione. Già solo il candidarsi potrebbe essere un’occasione di crescita e sviluppo, per tutti. Sono gli ultras e i tifosi, per primi, che vorrebbero che gli stadi italiani diventassero più confortevoli, più accessibili (anche economicamente), con una migliore visibilità, con la possibilità di tifare ed esprimersi liberamente, con i lavori di manutenzione che vengono eseguiti regolarmente, senza gabbie e tornelli, e senza biglietti nominali (la Uefa ci ha già criticati in merito, visto che non esistono in nessun altro Paese del mondo!). Così come sarebbe positivo, per tutti, incrementare le strutture di base, per facilitare la pratica sportiva. Ma invece, una proposta di legge che dice d’essere finalizzata a “favorire lo sviluppo e la capillare diffusione della pratica sportiva per i soggetti di ogni età e tra tutti gli strati della popolazione” (ddl 1881, nota 11), si occupa di tutt’altro.
Come esempio di “stadio produttivo” è citato lo stadio inglese “Emirates” dell’Arsenal, eretto ad Ashburton Grove, che “ha generato nella sua prima stagione sportiva un incremento del 110 per cento dei soli incassi” (relazione, nota 12). Non si citano però i prezzi applicati in tali struttura, estremamente proibitivi per una buona fetta di tanti “strati della popolazione”. Abbonarsi ai Gunners costa infatti 1.156 euro nei posti più economici (nota 13). Una vera e propria selezione economica e sociale.
La cosa più curiosa è che i maggiori club inglesi, nonostante i loro giganteschi complessi polifunzionali e le mille attività che curano, abbiano i conti comunque in rosso. E guidano la graduatoria proprio il Chelsea e il Manchester United, le società più ricche e famose (nota 14). Se privatizzando e realizzando nuovi complessi polifunzionali (e magari anche mille altre speculazioni) “I ricavi derivanti dagli stadi potrebbero riequilibrare le voci di entrata dei club della serie A di calcio” (relazione, nota 15) non è affatto detto che i conti di tali società migliorerebbero. Chi vive al di sopra delle proprie possibilità (come fanno spesso tanti club) finisce comunque in passivo. Non crediamo comunque sia compito dello Stato quello di “riequilibrare” le voci di entrata delle S.p.a. del pallone, tanto meno usando il denaro e il patrimonio pubblico.
Vale la pena ricordare che l’impianto “Emirates” è stato costruito senza sovvenzioni pubbliche e nel 2007 ha fatto schizzare il passivo del club degli Artiglieri a 262 milioni di sterline. Un debito a cui si sta cercando di far fronte con un piano immobiliare (crisi permettendo), ovvero con la vendita di migliaia (sic) di appartamenti, costruiti attorno al nuovo stadio e dove prima sorgeva Highbury (lo storico stadio dell’Arsenal). Odore di mattone e speculazione, che qui da noi, nel Paese del cemento depotenziato, dei terremoti lievi che radono al suolo intere città, di Punta Perotti, dei vincoli violati, dei condoni e degli abusi, suona estremamente pericoloso. E infatti, tornando in Italia e parlando di nuovi impianti, risulta già che “Se si prendono i dieci progetti più dettagliati, la somma delle aree interessate ai ‘nuovi stadi’ è pari a 1.920 ettari: metà del territorio, per capire, su cui si produce tutto il vino della Basilicata” (nota 16). A Roma, ad esempio: “Su 600 ettari (la città di Amalfi) di proprietà del suocero Mezzaroma (costruttore) e accatastati come agricoli, Lotito vuole edificare: il nuovo stadio Delle Aquile” (nota 17), uno “stadio” che è in realtà una nuova città. Si parla addirittura di “una nuova stazione, un nuovo svincolo autostradale, un approdo in battello sul Tevere”. E ovviamente: “Sulla collina (che ha vincoli paesaggistici) Lotito immagina una cementata di villette” (nota 18) .
Le aree che comprendono gli stadi italiani sono destinate allo sport, a tutela dell’interesse pubblico. Ma il ddl 1881 ha pensato anche a loro. E infatti all’art. 6, comma 4, in tema di “Ristrutturazione e privatizzazione di impianti sportivi pubblici esistenti” leggiamo che: “Nell’atto di cessione dell’impianto ai fini della ristrutturazione dello stesso, il comune deve specificare le destinazioni d’uso, anche in variante alle destinazioni d’uso esistenti, degli impianti sportivi e delle aree funzionali e pertinenziali, al fine di consentire l’utilizzo e lo sfruttamento economico quotidiano e continuativo degli impianti e delle aree medesimi.” Ovvero: ci si potrà costruire quasi di tutto.
Ma a chi serve tutto questo cemento? A pagina 4 della relazione introduttiva alla Proposta di legge 1881 leggiamo che saremmo noi a guadagnarci, ovvero la “collettività, […] si avvantaggerebbe sia per la riduzione, se non addirittura per l’annullamento, dei costi per la gestione dell’impianto, sia per la riqualificazione della propria area urbana”. Ma i costi per la gestione degli stadi pubblici dovrebbero già spettare a chi ha le relative concessioni, ovvero le S.p.a. del pallone. La collettività, attraverso questa legge, perderebbe il proprio patrimonio, e si vedrebbe trasformare spazi sociali e aree verdi in zone di proprietà privata destinate al consumo e alla cementificazione. O, se si preferisce, per adattarli agli: “sfruttamenti commerciali” (relazione, nota 19).
I personaggi che stanno cercando di imporre la Tessera del Tifoso sono gli stessi, in moltissimi casi, che supportano la tesi dei nuovi impianti. Non è un caso. Le due cose lavorano in sinergia. La “Tessera del Tifoso” è la prima arma speculativa e repressiva per colpire e distrarre i Gruppi del tifo (soprattutto quelli che non piegano la testa al potere) in attesa di “destrutturarli” definitivamente con un nuovo sistema calcio anti-sociale e anti-popolare, dove l’aggregazione vera sarà annientata. Per questo si continuano ad adottare misure che hanno evidenti contraddizioni economiche (biglietti nominali, divieti di trasferta, limiti alla vendita dei biglietti, Tessera del Tifoso, ecc.), giacché svuotano gli stadi. Perché il business (che il ddl 1881 vuole realizzare) è indipendente dai tifosi. E’ nell’appaltare, nel lottizzare, nel costruire, nel vendere, e nel gestire attività fondamentalmente aliene al tifo e ai tifosi, all’evento sportivo, e anche allo sport. Si parla infatti di “attività commerciali, ricettive, di svago, del tempo libero, di servizio, nonché ad insediamenti residenziali o direzionali” (ddl 1881, nota 20). Se poi gli spalti (all’interno dei complessi commerciali) saranno pieni o vuoti, sarà un dato economicamente trascurabile, giacché il loro business deriverà fondamentalmente da altre strutture. Un business che vuole arricchire qualcuno, ma alle spalle di tutti gli altri, come accade di sovente nel nostro Paese.
Si vuole sfruttare il mondo del calcio per una gigantesca speculazione, trasformandolo in qualcosa di completamente diverso. Un qualcosa dove il tifoso non sarà più centrale ed essenziale, ma assolutamente secondario. I tifosi dovranno trasformarsi in clienti, o semplicemente andarsene, trasformandosi in clienti televisivi.
Al progetto di stadi privati per clienti selezionati, opponiamo il concetto di stadio di tutti e per tutti.
Contro repressione e speculazione, contro la Tessera del Tifoso (che calpesta diritti civili e garanzie costituzionali), contro progetti che vogliono impoverire la collettività (dal punto di vista economico e sociale), invitiamo tutti a mobilitarsi.
La natura comunitaria e sportiva degli stadi italiani va preservata.

Ultras liberi



Note
1. Corriere dello Sport, 24 settembre 2009;
2. Adnkronos, 28 settembre 2009;
3. Relazione sul ddl 1881. Pagina 2, righe 23-25;
4. Relazione sul ddl 1881. Pagina 2, prima e seconda riga della colonna di destra;
5. Relazione sul ddl 1881. Pagina 3, righe 9-13;
6. Relazione sul ddl 1881. Pagina 2, righe 41-42;
7. Relazione sul ddl 1881. Pagina 3, righe 27-28 e 30-32;
8. Proposta di legge 1881; art. 3, comma 1. Pag. 8;
9. Proposta di legge 1881; art. 3, comma 1. Pag. 8;
10. Proposta di legge 1881; art. 3, comma 3. Pag. 9;
11. Proposta di legge 1881; art. 1. Pag. 6;
12. Relazione sul ddl 1881. Pagina 4, righe 9-11 della colonna di destra;
13. “Arsenal, quanto ci costi” del 4 marzo 2008, di Simona Marchetti per la Gazzetta dello Sport;
14. “C’era una volta l'Inghilterra” del 9 gennaio 2009, di Roberto De Ponti per il Corriere della Sera;
15. Relazione sul ddl 1881. Pagina 4, righe 3-5 della colonna di destra;
16. “Calcio, la febbre dei nuovi stadi un maxi affare da sei miliardi” del 30 settembre 2009, di Corrado Zumino per La Repubblica;
17. ibidem;
18. ibidem;
19. Relazione sul ddl 1881. Pagina 5, righe 19-20 della colonna di destra;
20. Proposta di legge 1881; art. 2 comma b. Pag. 7.


BoysParma1977
[Modificato da Avanti Ultras 17/12/2009 14:29]
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solidarieta agli amici di fasano ragazzi non mollate! ULTRAS LIBERI
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SCONTRI TRA TIFOSI A MARTINA FRANCA: ARRESTATI DUE FASANESI

Due fasanesi sono stati arrestati nella tarda serata di ieri dagli agenti del Commissariato di Martina Franca. I due sarebbero direttamente coinvolti nei violenti scontri tra le due tifoserie avvenuti nel corso del derby valevole per il campionato di serie B di calcio a 5 fra Biancoazzurro Fasano e Martina. Insieme ai due fasanesi ci sarebbe anche un terzo giovane arrestato, probabilmente un martinese. Al momento gli investigatori non hanno reso noto i nomi. L’episodio di violenza tra i due gruppi di tifosi è avvenuto nel pomeriggio di ieri (sabato 10 ottobre). A quanto pare il piccolo gruppetto di tifosi del Fasano, in trasferta a Martina, sarebbe stato letteralmente aggredito da un gruppo di facinorosi. Gli ultras martinesi avrebbero atteso i ragazzi dei “Birillo Boys” ed avrebbero iniziato a lanciargli contro sassi e caschi. Una vera e propria scena di guerra nel corso della quale è rimasto ferito anche un ragazzo fasanese che ha dovuto addirittura fare ricorso alle cure dei sanitari, accorsi al “Pala Woytila” con una ambulanza. Anche una autovettura è stata danneggiata.


www.tifonet.it/notizie/articolo.php?codice=28848&sn=tn
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"Gli ultras sono gli ultimi antagonisti in Italia"
"Ultras, i ribelli del calcio " - (Bepress edizioni 2009) .


Il libro descrive la storia e le dinamiche del movimento giovanile che occupa le curve degli stadi. In appendice l’analisi del fenomeno si ferma per dare spazio direttamente alla voce dei tifosi. Lo scrittore ed editore del testo è Andrea Ferreri, uno dei fondatori del gruppo Ultrà Lecce.

Quando si parla o si scrive di “ultras” difficilmente i giornali vanno oltre la lapidaria condanna e altrettanto difficilmente i libri che analizzano il fenomeno si limitano a questa. Seguendo questo schema nel quale i media bocciano senza appello e lo scrittore o il sociologo cerca di capire, Andrea Ferreri ha dato alle stampe il suo libro Ultras, i ribelli del calcio (Bepress edizioni 2009). Il testo non contiene nulla di nuovo nella parte iniziale che ripercorre velocemente i quarant’anni del movimento, mentre ha il merito di descrivere con sintetica precisione quelle che sono le dinamiche ultras. In appendice l’analisi si ferma per dare spazio direttamente alla voci dei tifosi. Premessa doverosa: Andrea Ferreri scrittore ed editore del libro è uno dei fondatori degli Ultrà Lecce, gruppo leader della curva salentina.
Lei pone in risalto il ribellismo, lo spontaneismo e l’antagonismo e definisce il fenomeno come uno degli ultimi spazi di aggregazione giovanile. Vuole spiegare queste caratteristiche?
"Quando si parla di ultras generalmente non viene messa in evidenza la natura ribelle del fenomeno. Invece va inquadrato tra i fenomeni antagonisti come i mods o gli skinheads. Tra l'altro con i suoi quarant'anni è uno tra i più longevi in Italia. E' una sottocultura che ha una forte rabbia sociale e per questo trova sempre meno spazi. Il fenomeno comunque è in crisi".
Lei sostiene che il mondo ultras è in piena crisi di identità e di valori, ma lo spazio che hanno oggi le tifoserie organizzate sia all’interno delle società che dei media è enorme rispetto solo a dieci anni fa. Non crede?
"Si sta svendendo la vecchia mentalità a favore di una commercializzazione del fenomeno. Prima c'era una netta divisione dei ruoli mentre oggi gli ultras si siedono al tavolo con il presidente di turno. Questo non è un bene perché inevitabilmente il fenomeno viene istituzionalizzato e perde lo spontaneismo. Questa tendenza ha riguardato prima le grandi tifoserie, ad esempio a Milano e Roma, e poi si è allargata anche alle altre realtà. Con le leggi in vigore e la tessera del tifoso poi si cerca di limitare all'aspetto folkloristico delle coreografie e dei cori quella che un tempo era una spina nel fianco del sistema calcio".
Ha introdotto il tema delle leggi antiviolenza. Negli ultimi anni c'è stato un crescente irrigidimento nei confronti degli ultras da parte dei politici e per lei questa “repressione” ha alimentato solo tensioni. Qual è allora la soluzione?
"Soluzioni reali non ce ne sono perché nonostante i raduni il movimento ultras resta un animale a più teste. Ognuno ha la sua mentalità e va avanti con quella. La politica cerca di reprimere il fenomeno perché vuole eliminare lo spirito riot".
"Fare scontri" è il metro di giudizio che permette a un gruppo di conquistare o perdere rispetto nel panorama ultras. Non le sembra che questa politica si stia rivelando controproducente?
"La violenza sicuramente ghettizza il fenomeno. Ma anche in questo caso non si tiene conto del fatto che dagli anni Ottanta in poi c’è stata una crisi di valori. Non si è tenuto conto delle rabbie sociali che si creavano e che hanno trovato il loro sfogo in uno spazio di aggregazione come lo stadio".
di Andrea Curreli.

La recensione ufficiale

Novità: Bepress Aprile 2009
Autore:Andrea Ferreri
Titolo:Ultras: I ribelli del calcio
Sottotitolo :Quarant'anni anni di antagonismo e passione.
Pagine:280
Prezzo:17,00
Formato:13X20
Promozione:PEA Italia
Distribuzione:PDE/MIMESIS
Contatti:Bepress Edizioni
Piazzetta Falconieri 73100 Lecce

A quarant'anni dalla storica comparsa dei primi gruppi italiani (1968), il fenomeno ultras è sottoposto ad una delle più dure repressioni della sua storia. Trasfigurato dal nuovo mondo calcio e dall'estrema rigorosità delle attuali norme antiviolenza, è oggi in crisi di identità, di valori praticamente ovunque. Questo libro racconta la storia e le dinamiche dell'agire ultras, le influenze, le mode, le frustrazioni e tenta di tracciare lo sviluppo di un fenomeno in continua evoluzione. Questo saggio analizza ciò che è il fenomeno ultras in tutte le sue espressioni, passando in rassegna le esperienze di molti gruppi italiani e le oscure vicende che stanno attanagliando il mondo del calcio.
[Modificato da Avanti Ultras 17/12/2009 14:27]
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