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dal dialogo: L' IMMACOLATA CONCEZIONE del 24-11-2002

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2009 07:08
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13/09/2009 06:59
 
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena  (Messaggio originale) Inviato: 24/11/2002 23.23
Amici....noi Cattolici l'8 di Dicembre, festeggiamo, ineggiando a Dio, l'opera d'amore e prodigiosa compiuta nel seno di una Donna, Maria di Nazaret......una creatura normale, e identica ad ognuno di noi.....Tuttavia ciò che ci appare interessante voler sottolineare....è che tale Mistero d'amore compiuto da Dio, non è fine a se stesso in Maria, ma va ben oltre poichè ci riguarda nel contesto della fede, delle Beatitudini, della vocazione...insomma...dell'essere cristiano in senso pieno. L'Immacolata è un prodigio di Dio....tutto ciò che attribuiamo a Maria, si riversa in Dio e nel Figlio Gesù, ineggiando l'opera dello Spirito Santo artefice dell'Incarnazione Divina.
 
Non faremo qui scuola di teologia....ma desideriamo donare piccole schegge di meditazioni.....sperando che possa nascere un futuro rispetto in coloro che pur chiamando "fratelli in Cristo Gesù", purtroppo non accettano certi dogmi. Con questi interventi NON vogliamo far loro cambiare idea, bensì far comprendere che certe affermazioni trovano riscontro nella Bibbia......e nella Fede in un Dio Onnipotente che compie grandi prodigi.
 

In Inghilterra e in Normandia già nel secolo XI si celebrava una festa della concezione di Maria; si commemorava l’avvenimento in se stesso, soffermandosi soprattutto sulle sue condizioni miracolose (la sterilità di Anna, per esempio, ecc.). Oltre questo aspetto aneddotico, sant’Anselmo mise in luce la vera grandezza del mistero che si attua nella concezione di Maria: la sua preservazione dal peccato.

Nel 1439 il concilio di Basilea considerò questo mistero come una verità di fede, e Pio IX ne proclamò il dogma nel 1854.

Dio ha voluto Maria per la salvezza dell’umanità, perché ha voluto che il Salvatore fosse «figlio dell’uomo»; per questo viene applicata a Maria, con pienezza di significato, la parola di Dio contro il tentatore: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa, e tu le insidierai il calcagno» (Gn 3,15), Gesù, nato da questa Donna, vince e sconfigge il serpente, il Demonio, il peccato, la morte, ciò che non è sfuggito alla Chiesa è questa priorità che Dio dice: 1) Io porrò inimicizia tra te e la donna; (Maria).2) tra la tua stirpe e la sua stirpe (Gesù e i figli redenti e la stirpe di coloro che seguiranno il Demonio: le due stirpi citate).3) questa ti schiaccerà la testa, e tu le insidierai il calcagno(Gesù sconfigge Satana e per vendetta insidierà la Chiesa: qui è già Dio ad annunciare Maria quale Madre della Chiesa).. Dio dunque, sin dalla Genesi ci annuncia l'opera della salvezza, per questo si chiama "protovangelo", e prima di annunciarci il Figlio, ci annuncia della Donna la quale sarà preservata dagli attacchi di Satana, quindi resa pura e immacolata, incontaminata dal peccato. E Maria viene riconosciuta come la «nuova Eva, madre di tutti i viventi» (prima lettura), poichè attraverso Adamo ed Eva venne inoltrato nel mondo il peccato, così attraverso Cristo, nuovo Adamo, e Maria, nuova Eva, verrà inoltrata nel mondo la Salvezza. Eva tentò Adamo nel peccare, Maria dirà "SI" al Progetto della Salvezza e permetterà a Dio d'Incarnarsi ricucendo così lo strappo che si perpetrò attraverso Eva "disobbediente".

 Così Maria appare accanto a Cristo, il nuovo Adamo, e perciò ci si presenta come colei che aiuta a riscoprire e a rispettare il posto della donna nella salvezza dell’umanità. Richiama ed esalta il posto e il compito della vergine, della sposa, della madre, della vedova, nella società, nella Chiesa e nel mondo; rivendica la dignità della donna contro ciò che la attenta.

Prescelti e predestinati

La scelta che Dio ha fatto di ogni essere umano che viene all’esistenza per essere inserito nel Cristo e per avere in lui il suo posto nel mondo, nella Chiesa, viene richiamato dalla pagina di Paolo (Ef 1,3-6.11-12). Siamo tutti voluti e amati da Dio, ciascuno ha il suo inconfondibile posto nell’umanità, ciascuno vi deve operare in maniera santa, senza macchia, nella carità. Maria sta certo al vertice di questa corrispondenza.

La scena dell’annuncio a Maria (vangelo) è la pagina della cooperazione di Maria all’opera della salvezza. Il Concilio ha sottolineato con forza, come facevano già i Padri della Chiesa, che Maria ha apportato all’opera di Cristo non una inerte passività ma una operosa attività. Il suo «si» è stato mantenuto e accentuato in tutta la vita sino al calvario dove offrì Cristo che si offriva per la nostra salvezza. Maria insegna agli uomini d’oggi che entrare nel mistero di Cristo è mettersi a «servire». Scelta per madre, si dichiara «serva». E nella sua vita ha avanzato nel cammino della fede, della dedizione, dell’obbedienza, dell’amore, della speranza (LG 58; 63; 65). Il mondo è stanco di parole, di gesti clamorosi, di chi si mette sempre al primo posto. Maria ci insegna che bisogna più fare che parlare, preferire l’opera umile ma tenace e carica di amore, mettersi a servizio anche quando si è chiamati a compiti importanti.

Maria è modello di fede adulta e consapevole, di virtù mature, cresciute in un continuo esercizio di impegno per gli altri, di ininterrotta apertura all’amore. Forse sarebbe stato un danno se i Vangeli ci avessero detto molto di più di Lei! A noi è sufficiente quel poco che è stato scritto, perchè non venisse confuso il ruolo di Dio come già accadde per Gesù prima che fosse decretata la Santa Trinità, poichè era messa in discussione la Sua Divinità comune al Padre e allo Spirito Santo. Maria preservata da ogni macchia di peccato, non diventa una dèa, ne assume poteri, utto ciò che è e compie, è sempre Dio che continua ad agire attraverso di Lei...

Un segno che il male è sconfitto

Accanto al vero Adamo fu creata la vera Eva: Maria non fa semplicemente parte del mistero del Cristo, Maria è del Cristo, così come il Cristo Gesù è figlio di Maria nel senso proprio del termine : il suo concepimento, la sua crescita, la maternità verginale, la sua castità, tutto è sempre in funzione del Cristo, tutta la sua vita è un continuo vivere alla Sorgente della vita, DIO. Dove era abbondato il peccato, è sovrabbondata la grazia. L’Immacolata è il «segno» che con la risurrezione di Cristo il male è già sconfitto «in partenza» se una creatura ha potuto essere ripiena di grazia dal primo istante della sua esistenza.

La Scrittura, con il triste ritornello: «E fece quel che è male agli occhi del Signore, imitando i suoi padri» (cf 2 Re 13,2.11...), vuol dare un esempio dell’implacabile contagio del peccato che il libro della Genesi esemplifica più plasticamente ricercando l’origine del male. Maria Santissima, sottratta al peccato «originale», è anche la garanzia che nel mondo il bene è più forte e più contagioso del male. Con lei, la prima redenta, ha inizio una storia di grazia «contagiosa».

 

Un segno dei tempi nuovi

Il tema dell’Immacolata è centrale per l’Avvento che prepara a rivivere il «mistero della Redenzione» in avvenimenti dove la grazia fa irruzione in modo sovrabbondante. L’Incarnazione del Verbo, l’esultanza del Precursore nel seno materno, il Magnificat, il «Gloria!» degli angeli, la gioia dei pastori, la luce dei magi, la consolazione di Simeone e Anna, la teofania al Giordano, sono per TUTTI i cristiani, l'annuncio e l'anticipano dei segni dei tempi nuovi.

La liturgia rende presente in mezzo alla nostra assemblea la potenza che ha preservato la Vergine dal peccato: celebra infatti nell’Eucaristia lo stesso mistero della redenzione, di cui Maria per prima ha goduto i benefici e al quale noi partecipiamo, secondo la nostra debolezza e le nostre forze.

 



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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 24/11/2002 23.42

O vergine, per la tua benedizione

è benedetta ogni creatura

Dai "Discorsi" di sant'Anselmo, vescovo

(Disc. 52; PL 158, 955-956)


Cielo, stelle, terra, fiumi, giorno, notte e tutte le creature che sono sottoposte al potere dell'uomo o disposte per la sua utilità si rallegrano, o Signora, di essere stati per mezzo tuo in certo modo risuscitati allo splendore che avevano perduto, e di avere ricevuto una grazia nuova inesprimibile.

Erano tutte come morte le cose, poiché avevano perduto la dignità originale alla quale erano state destinate. Loro fine era di servire al dominio o alle necessità delle creature cui spetta di elevare la lode a Dio. Erano schiacciate dall'oppressione e avevano perso vivezza per l'abuso di coloro che s'erano fatti servi degli idoli. Ma agli idoli non erano destinate. Ora invece, quasi risuscitate, si rallegrano di essere rette dal dominio e abbellire dall'uso degli uomini che lodano Dio. Hanno esultato come di una nuova e inestimabile grazia sentendo che Dio stesso, lo stesso loro Creatore non solo invisibilmente le regge dall'alto, ma anche, presente visibilmente tra di loro, le santifica servendosi di esse. Questi beni così grandi sono venuti frutto benedetto del grembo benedetto di Maria benedetta. Per la pienezza della tua grazia anche le creature che erano negl'inferi si rallegrano nella gioia di essere liberate, e quelle che sono sulla terra gioiscono di essere rinnovate. Invero per il medesimo glorioso Figlio della tua gloriosa verginità, esultano, liberati dalla loro prigionia, tutti i giusti che sono morti prima della sua morte vivificatrice, e gli angeli si rallegrano perché è rifatta nuova la loro città diroccata. O Donna piena e sovrabbondante di grazia, ogni creatura rinverdisce, inondata dal traboccare della tua pienezza. O vergine benedetta e più che benedetta, per la cui benedizione ogni creatura è benedetta dal suo Creatore, e il Creatore è benedetto da ogni creatura. A Maria Dio diede il Figlio suo unico che aveva generato dal suo seno uguale a se stesso e che amava come se stesso, e da Maria plasmò il Figlio, non un altro, ma il medesimo, in modo che secondo la natura fosse l'unico e medesimo figlio comune di Dio e di Maria. Dio creò ogni creatura, e Maria generò Dio: Dio, che aveva creato ogni cosa, si fece lui stesso creatura di Maria, e ha ricreato così tutto quello che aveva creato. E mentre aveva potuto creare tutte le cose dal nulla, dopo la loro rovina non volle restaurarle senza Maria. Dio dunque è il Padre delle cose create, Maria la madre delle cose ricreate. Dio è padre della fondazione del mondo, Maria la madre della sua riparazione, poiché Dio ha generato Colui per mezzo del quale tutto è stato fatto, e Maria ha partorito Colui per opera del quale tutte le cose sono state salvate. Dio ha generato Colui senza del quale niente assolutamente è, e Maria ha partorito Colui senza del quale niente è bene. Davvero con te è il Signore che volle che tutte le creature, e Lui stesso insieme, dovessero tanto a te.

Tutte le generazioni non possono che non chiamarti "Beata"!

 

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