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diluvio

Ultimo Aggiornamento: 18/09/2009 02:00
16/09/2009 15:01
 
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d). Questo regno fu conquistato dagli Assiri nel 721 a.C.; il cosìdetto ‘Establishment’ consistente in circa 28.000 persone fu deportato in Assiria; il fine della deportazione di una comunità era la distruzione della sua stessa identità e, in questo caso, raggiunse lo scopo; il motivo è semplice: loro non avevano una ‘Legge’ da osservare, un clero coeso, una sinagoga, non erano spiritualmente sostenuti ed organizzati; questo lo scriviamo ancora una volta a dimostrazione della stesura molto tarda del Pentateuco.

NOE’ E IL DILUVIO UNIVERSALE

Quella contenuta nella Bibbia è soltanto una delle tante versioni del mito del diluvio : quasi altrettanto nota, e straordinariamente simile, è quella contenuta nel poema mesopotamico di Gilgamesh, un ciclo di miti che si formò in un arco di tempo lunghissimo, dalle prime redazioni sumeriche del 2mila a.C. fino a quelle babilonesi del 500 a.C.

Lasciamo parlare il Prof. Giovanni Pettinato, docente all’università di Roma e di Heidelberg, il più famoso assirologo vivente, traduttore del poema di Gilgamesh:

“L’origine del racconto biblico è mesopotamica; il testo biblico è formato da due racconti intrecciati che non possono essere stati pensati prima del 600 a.C. quando gli ebrei vennero a contatto, per colpa dell’esilio a Babilonia, con la civiltà babilonese. Appresero i miti sul diluvio quando furono messi in catene a Babilonia. Naturalmente nelle versioni mesopotamiche il diluvio è provocato da un grande numero di divinità, nella Bibbia ad agire è il solo Dio ebraico. L’origine del mito del diluvio è un racconto sumerico che abbiamo trovato nella biblioteca di Nippur e intitolato proprio: Il Diluvio universale. Questo racconto (con la costruzione dell’Arca, la salvazione del seme di tutti gli animali ecc.) è poi stato inserito nell’epopea di Gilgamesh e attraverso le versioni babilonesi e neo assire (dove naturalmente sai il nome di Noè sia quello dell’Ararat erano diversi) è arrivato nella Bibbia.”

La Bibbia poi dice testualmente che quando il diluvio cessò le acque si ritirarono e:” L’arca si posò sul monte Ararat” E qui spiega il prof. Valerio Manfredi, insegnante di Topografia antica alla sede romana della Lodola University di Chicago:

“Identificare l’Ararat come sede dell’Arca di Noè non ha alcun senso, per tre motivi almeno. Primo: quello non è l’Ararat della Bibbia. Lo chiamarono così, in epoca tarda, gli armeni, che lo identificarono come il “Monte di Noè” solo perché è il più alto di tutto il Medio Oriente. Secondo motivo:non è mai esistito un monte Ararat. La storia è questa: quando nel II° secolo a.C. venne fatta la prima vera traduzione della Bibbia dall’ebraico al greco, al posto dell’odierna parola Ararat, nell’originale ebraico c’erano solo tre consonanti: R, R, T. (La lingua ebraica non ha vocali). Ma i traduttori non sapevano più che cosa significassero queste tre consonanti assemblate e quindi aggiunsero una vocale, alfa, e così nacque la parola Ararat. Invece noi oggi sappiamo che cosa significa quel RRT; indicava Urartu, una regione enorme, corrispondente oggi al Kurdistan più l’Armenia. Dunque la versione originale non diceva altro che questo: l’Arca di Noè si arenò sulle prime alture della regione di Urartu..che potrebbe essere una collinetta qualsiasi. Vi è poi un terzo motivo che porta ad escludere l’attuale Ararat: la quantità d’acqua necessaria per portare l’arca ad arenarsi a 4mila metri è impensabile”

Esistono prove archeologiche di un diluvio universale? E’ sempre il prof. Pettinato che ci dice:

“Non ci sono prove attendibili; però anche nel mondo scientifico non è mancato chi ha affermato di aver trovato prove inequivocabili. Capitò negli anni trenta all’archeologo inglese sir Leonard Woolley che scavava nella città sumerica di Ur. Al di sotto dei cimiteri reali Woolley trovò uno strato alluvionale, che risaliva secondo lui alla fine del quarto millennio a.C., e dichiarò che quella era una traccia concreta del diluvio universale; ma, contemporaneamente, un collega di Woolley, il prof. Langdon, scavava a Kish, una località 150 kilometri a nord di Ur, e anche Langdon dichiarò di avere trovato traccia del diluvio: però in tutt’altro periodo. E la differenza fra le due datazioni era di mille anni….
La Mesopotamia, che ha visto fiorire il mito del diluvio universale come noi lo conosciamo, era una zona alluvionale. Quando saliva il livello del fiume Tigri le case, che erano fatte di mattoni crudi, venivano spazzate via. Questo potrebbe avere originato il mito in questione: l’uomo viene spazzato via perché ha peccato contro Dio.”

Per quale motivo il mito del diluvio è presente in tante culture?

Secondo il prof. Manfredi potrebbe essere un ricordo della fine dell’ultima glaciazione, 10mila anni fa: quando i ghiacciai, che erano estesissimi, cominciarono a sciogliersi , ci furono ovunque straripamenti, inondazioni e grandi sconvolgimenti climatici; il Sahara allora non era un deserto bensì una zona umida e popolata.

Secondo il Prof. Pettinato, invece, i vari miti sul diluvio potrebbero invece rappresentare la reazione dell’uomo di fronte ad eventi incontrollabili che si ripetono nel corso della storia umana, per esempio le alluvioni. Benché racconti del Diluvio si trovino in tante civiltà del pianeta, non si tratta di un identico mito diffuso ovunque: culture diverse possono produrre miti formalmente analoghi ma di significato differente e ciascun mito deve essere analizzato nel proprio contesto culturale.

In Mesopotamia il mito ha lo scopo di giustificare l’esistenza di malattie, morte e brevità della vita: il diluvio segna il confine fra l’età dell’oro in cui la vita umana era lunghissima e felice e l’età attuale.
Nel poema di Gilgamesh c’è infatti una frase rivelatrice: il Noè mesopotamico, che si chiama Utnapistim, dopo avere raccontato tutta la vicenda del diluvio a Gilgamesh gli dice:” dopo che gli Dei mi hanno elevato all’immortalità hanno stabilito per l’uomo vita e morte, ma hanno contato soltanto i giorni della vita, mentre quelli della morte sono senza conto” . Insomma, nell’età antidiluviana la vita dell’uomo era di lunghezza infinita: il diluvio universale segna invece l’inizio di questa età in cui gli orizzonti dell’uomo sono diventati limitati”

Effettivamente gli scrittori del diluvio biblico, quello di Noè, hanno scopiazzato da quello di Gilgamesh anche per quanto riguarda la lunghezza della vita dell’uomo: anche nella Bibbia prima del diluvio si campava 800/900 anni, dopo invece si è cominciato a campare in un modo decente.

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