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REPARTO OGGETTI SMARRITI

Ultimo Aggiornamento: 15/09/2009 14:25
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11/09/2009 12:19

Attenzione! Si avvisano i gentili fantallenatori che è stata ritrovata nei pressi di Via S.S. Cornelio e Cipriano la presente Carta Fedeltà alla società A.C. Milan, meglio conosciuta come Tessera del Tifoso Cuore Rossonero. Nella foto qui allegata si legge chiaramente che l'oggetto appartiene a tale Lala Carmelo, storico tifoso milanista, il quale in questo momento si starà strappando i capelli per il timore di non poter più assistere alle partite del Suo Grande Milan.
Chiunque lo conoscesse o riuscisse a mettersi in contatto con il signor Lala è pregato di contattare anche la nostra redazione per poter resituire il la presente tessera del tifoso al proprietario.

Grazie

Giornale di Carnate,
reparto oggetti smarriti.
[Modificato da gate13fc 11/09/2009 12:20]


CARNATE SIAMO NOI


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11/09/2009 12:24

La nostra unità che si occupa di ricerca in rete è riuscita a reperire sul web un'immagine recentissima di Carmelo Lala, tifoso accanito del Milan. Speriamo che questa immagine possa aiutare i gentili cittadini di Carnate nel reperire il signor Lala.

Giornale di Carnate,
ufficio oggetti smarriti.


CARNATE SIAMO NOI


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11/09/2009 21:14

cazzo carmi....corri a prenderla!!!!!
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15/09/2009 14:25

il milanista Carmelo Lala,per onorare la sua squadra,vuole ripercorrere,alla vigilia della sfida con il marsiglia,una partita del 91,quarti du finale,nella quale si capisce bene cosa vuol dire essere milanisti..

buona lettura..


UNA DIRIGENZA... ILLUMINATA



"Il guaio di certe farse è che non fanno ridere.
E i primi a giudicare sono stati molti tifosi del Milan.
Che vergogna, hanno detto.
D' accordo, inutile aggiungere altro."
Gianni Mura (La Repubblica, 22 marzo 1991)



Se è mai esistito nella storia del calcio italiano di ogni tempo un "giorno della vergogna", questo non può che essere il 20 marzo 1993.

Da stigmatizzare certamente anche il comportamento della Juve che festeggiò a Bruxelles la “coppa insanguinata”, ma lì si può parlare di insensibilità e di un comportamento “colposo”, nel caso che affrontiamo si deve invece parlare di tentativo di furto con destrezza aggravato dalla premeditazione.

E con in più la flagranza del reato, commesso in Eurovisione.
Mai come quella sera è stato imbarazzante, dal punto di vista sportivo, essere italiani.
Il Milan di Gullit, Rijkaard e Van Basten, di Baresi, di Tassotti, di Maldini, la squadra che ha reso il calcio italiano un modello da imitare, quella sera scialacqua, sperpera, distrugge quel patrimonio di considerazione ed ammirazione costruito in anni di splendide affermazioni e meritati trionfi con quindici minuti di squallida ed inqualificabile follia.

Veniamo ai fatti.
A Marsiglia si disputa la gara di ritorno dei quarti di Coppa Campioni, la partita è attesissima,l'ambiziosa Olympique di Bernard Tapie sfida il Milan di Berlusconi, Campione d'Europa e del Mondo.
Goethals e Beckenbauer, direttori tecnici dei francesi, hanno preparato con cura questa sfida, il Milan, che ha pareggiato per 1-1 a San Siro, lotta per trovare il gol della vittoria, quando, ad un quarto d'ora dalla fine.l'inglese Waddle batte Rossi e sembra decidere la gara.
Sacchi, in panchina, è terreo.
Il Milan appare stanco e non reagisce al meglio, ma il comportamento dei rossoneri è positivo : nessun nervosismo anche di fronte a qualche perdita di tempo dei francesi e qualche tentativo di orgogliosa reazione.
Quando scocca il 90° si scatena la follia.

Come al solito lasciamo la descrizione alla cronaca di “La Repubblica” affidata a Licia Granello:



“Ultimi minuti di poco calcio e molta stanchezza: un cambio tattico e la voglia stracciata di finire in fretta.

89' : quando l' arbitro fischia (una volta sola) nessuno aspetta più e una miriade di giubbotti numerati, quelli di fotografi e reporter accreditati, irrompe in campo.

Karlsson (l’arbitro ndR) spiega con ampi cenni delle braccia che la partita non è finita.

90' : si gioca l' ultimo minuto con il cuore in gola per l' assolo di Waddle che scavalla potente attraverso il campo: ma prima che possa entrare in area, il riflettore alla sinistra della tribuna (proprio sopra il settore occupato dai tifosi milanisti) si spegne.

Waddle stremato, distratto? mette fuori da pochi passi. Altro fischio per segnalare il rinvio dal fondo e altra invasione, mentre Gullit si toglie la maglia per scambiarla con Papin, il tutto a tempo ormai scaduto. Ma secondo il delegato Uefa (e lo stesso Karlsson) ci sono tre minuti da recuperare. Intervengono Taveggia direttore generale del Milan e alcuni giocatori (Baresi, Gullit) segnalando che non si può riprendere in mancanza di luce sufficiente e per la troppa gente in campo. I giocatori si allontanano dal terreno di gioco, Taveggia propone di infilarsi nel tunnel degli spogliatoi fino a che la situazione non torni normale, ma la porta d' accesso è chiusa. Sacchi rimane fermo in panchina. Dirà poi a Milanello: Quando sono venuti a dirmi che dovevo andare via, ho chiesto: perché, mi hanno espulso?. (…)”


Tre minuti da recuperare, tre minuti che saranno fatali per il calcio italiano e la sua immagine.
Accade infatti che Adriano Galliani, vice presidente del Milan, riesca ad entrare in campo e richiami Baresi, in un primo tempo incredulo, poi sorpreso, infine complice.
I due si rivolgono all'arbitro ed al delegato UEFA indicando di nuovo le poche lampade spente, mentre i calciatori ed i dirigenti francesi stentano a capire; in campo c'è un po' troppa gente e pensano che a questo si riferiscano le proteste del Milan.
Baresi si porta le mani agli occhi come per ribadire il concetto che non riesce a vedere, l'arbitro Karlsson appare più sorpreso che irritato da tanto palese malafede ed invita i rossoneri a riprendere il gioco.

Torniamo alla cronaca di Repubblica:



“ –‘Si poteva trovare anche uno spillo’- assicurano i fotografi: il gioco può riprendere. La gente è compressa a stento ai bordi del campo, Karlsson prende la palla per andare a porla sul vertice dell' area milanista, dove si era spenta l' ultima azione. Ma Galliani si oppone e richiama con forza la squadra oltre la linea di fondo. Inultilmente Taveggia e Ramaccioni ricordano che bisogna comunque finire la partita, se anche si vuol avanzare richiesta scritta. Calciatori smarriti, Galliani irremovibile, Sacchi avvilito. 105' : sono passati 15' esatti dal tiro di Waddle quando Karlsson fischia la ripresa del gioco e subito dopo con il classico triplice fischio la fine dell' incontro.

Il tutto, con i francesi immobili sul campo e gli italiani altrettanto immobili dietro la porta.

Negli spogliatoi viene preannunciato un reclamo su tre punti. Nessun giocatore è abilitato a parlare dell' accaduto, Sacchi raggiunto ai piedi del pullman dai cronisti francesi è lapidario:- “Hanno passato il turno quelli che l' hanno meritato.”-



E' una squallida farsa, una vergogna senza precedenti.
Qualche giorno dopo il presidente Berlusconi, in un comunicato ufficiale, ammetterà lo sbaglio, sconfessando Galliani, ed annunciando che il Milan non avrebbe fatto ricorso per ottenere il 3-0 a tavolino, come invece , ancora Galliani, aveva dichiarato nell'immediato dopo partita.

Ed è ancora di Galliani la dichiarazione che suggella il pasticcio dando l’idea della confusione (anche mentale) in cui si trova il dirigente milanista.

Dovendo spiegare i vari gradini della scala punitiva del giudizio cui sarà inevitabilmente sottoposto il Milan per avere abbandonato il campo, Galliani si trova ad usare l' esempio meno opportuno:- “Si va dalla pena pecuniaria alla sospensione per l' eternità. Se per 39 morti hanno dato cinque anni di squalifica, le conseguenze a due invasioni di campo dovrebbero costarci un po' meno”-

Risposta infelice, poi silenzio e disagio.

Qualche giornalista straniero pensa di non aver capito, gli inglesi in particolare, riammessi solo quell’anno alle manifestazioni europee dopo la tragedia dell’Heysel, sono allibiti ed offesi.

Anche Berlusconi, dopo qualche comunicato conciliante, torna alla carica parlando di “complotto”, un argomento che riprenderà spesso nella sua futura carriera politica.

In quell’occasione, dato il contesto, non cita la “sinistra italiana” o “l’uso della giustizia a fini politici da parte della magistratura”, ma si limita ad accusare Bernard Tapie e qualche papavero dell’UEFA

La cosa più grave che emerge da questa “rilettura” dell’accaduto, fatta oltre dieci anni dopo, è proprio il fatto che la dirigenza (minuscola voluta ndr) del Milan mostra di non capire l’assurdità del comportamento tenuto a Marsiglia e la sua gravità dal punto di vista etico e sportivo.

L'UEFA tutto sommato dimostra di accettare il pentimento e sospenderà il Milan dalle competizioni europee solo per una stagione e Franco Baresi, come omaggio alla sua grande carriera ed al prestigio del Milan, non viene squalificato nonostante fosse stato invitato dall’arbitro per tre volte a riprendere il gioco e per tre volte si fosse rifiutato di farlo.
Purtroppo per il calcio italiano la vergogna non si sconta rapidamente come una squalifica.







Champions, il romanzo infinito Milan-Marsiglia
di Cosimo Cito Milan e Olympique Marsiglia. Più che una partita di calcio, un romanzo in due puntate. Antiche, dolorosissime, drammatiche.20 marzo 1991. Quarti della Coppa dei Campioni. Il Milan di Sacchi è imbattuto in Europa da due anni, il Marsiglia del santone belga Raymond Goethals è però un osso durissimo. A San Siro, all´andata, era stato pareggio, 1-1. Il Milan deve vincere. Il Velodrome è uno stadio infinito, battuto dal mistral, la notte è scura, epica. L´inglese Chris Waddle porta in vantaggio i francesi a un quarto d´ora dal termine. Assedio finale rossonero. Sacchi è terreo. Al novantesimo ancora Waddle è lanciato a rete. All´improvviso uno dei fari dietro la porta del Milan perde potenza, quasi si spegne. La luce cala, non di molto. Si potrebbe giocare, l´arbitro chiede alle due squadre di proseguire. Galliani entra in campo, invasione di alcuni tifosi, Gullit e Papin si scambiano la maglia, ma non è ancora finita. Galliani chiede a Baresi di proporre all´arbitro la sospensione della partita. Baresi accenna che "non si vede". Si vede benissimo, invece. L´obiettivo, maldestro e sciocco, è quello di arrivare alla sospensione della partita e alla conseguente vittoria a tavolino. Non si riprende più, mancano tre minuti, quelli del recupero. Sacchi resta in panchina. Gli chiedono di andar via. Lui, scuotendo la testa, dice: «Perché, mi hanno espulso?». E poi, tempo dopo, con stile magistrale: «Ha vinto la squadra che ha meritato di più». La vergogna di Marsiglia costa al Milan un anno di squalifica dalle coppe internazionali. Sparate di Berlusconi su improbabili complotti internazionali, Galliani annuncia, due giorni fa, di "avere intenzione di scrivere un libro su quella notte di Marsiglia". Ma è tutto così chiaro, illuminato. Il Marsiglia poi perderà la finale di Bari contro la Stella Rossa, ai rigori. La seconda puntata del romanzo è la finale di Monaco di Baviera, Milan-Olympique Marsiglia, 26 maggio 1993. Milan, appena riammesso alle competizioni internazionali, comodo in finale con dieci vittorie su dieci incontri nelle fasi preliminari della manifestazione. Capello guida una squadra praticamente perfetta. Van Basten però, a Monaco, è in precarie condizioni, gioca con disperata determinazione, ma non è lui. Sarà la sua ultima partita. Milan padrone del campo, ma sterile. Marsiglia organizzato e compatto. Völler e Boksic mettono più volte in pericolo la porta di Seba Rossi. Massaro non punge, Van Basten è un fantasma. L´unico gol della notte bavarese lo segna il colossale Basile Boli, difensore centrale ivoriano, di testa, su angolo, al 44´. Per il resto della partita, Boli devasta le caviglie di Van Basten con una determinazione feroce. Capello le prova tutte, mette dentro l´ex Jean Pierre Papin, ma Barthez non corre mai pericoli veri. La sorpresa è immensa. L´Olympique di Goethals è la prima squadra francese a vincere una coppa europea. Il Milan degli Invincibili resta al palo, in una stagione, per il resto, praticamente perfetta, con uno scudetto vinto con netto anticipo e un chiaro dominio espresso in campionato con una semplicità disarmante. Sconfitta inspiegabile, ma meritata. Capello si rifarà un anno dopo, asfaltando il Barcellona ad Atene. Il Marsiglia, travolto dagli scandali del patron Bernard Tapie, sarà costretto a ripartire dalle serie minori. E oggi si ritrovano, 16 anni dopo, Milan e Olympique. Stadio Velodrome, ore 20.45.





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