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BATTESIMO, PURGATORIO, LIMBO

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 09:03
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01/09/2009 09:01

Non sono le varie fedi o religioni a salvare anche i pagani, gli eretici e forse anche gli atei (intendo l'ateo nel senso corrente e odierno in cui c'è più polemica, politica, condizionamento, violenza psicologica e lavaggio di cervello subiti, che vera e profonda miscredenza), ma E' LA GRAZIA DI CRISTO che trova in alcune verità, piú, o meno chiaramente presenti in esse e penetrate nell'animo ben disposto, l'occasione o l'appiglio per portare l'individuo alle condizioni di conoscenza e di fede necessarie per la giustificazione e la salvezza.

Quanti sono quelli che, nella stessa Chiesa Cattolica e negli altri movimenti religiosi cristiani, si trovano con in testa pregiudizi, distorsioni, errori invincibili, nei quali sono forse caduti senza alcuna colpa, perché nati e vissuti in ambienti poco praticanti o ereticali?

Quanto poi alla presenza della grazia che opera efficacemente anche fuori dal mondo cristiano, è un punto di cui la Chiesa del Concilio Vaticano II ha preso coscienza più chiara che nel passato.

"L'avere scoperto i valori che sono nelle religioni non cristiane non autorizza  l'apostolo della Chiesa al riposo... e , il conoscere che Dio ha altre vie per salvare le anime al di fuori del cono di luce che è la Rivelazione della salvezza, non dispensa dalla fatica della dilatazione della vera luce" (Discorso di Paolo VI alle opere missionarie, 14- 5-1965).

Concludiamo: su questo argomento vano è pretendere di conoscere più di quanto Gesù ha voluto farci conoscere. Egli ha istituito la Chiesa come "UNIVERSALE SACRAMENTO DI SALVEZZA" (S. Cipriano). Chi si salva, si salva perchè in qualche modo - col battesimo di acqua, o di sangue o di desiderio - è incorporato in essa e per essa, in Cristo.

Perciò Cristo è il solo mediatore.

Il pagano in buona fede (come qualunque altro che è, in buona fede fuori dell'una ed unica Chiesa di Cristo) che si salva, si salva non già in forza della sua pagana religione o, della sua buona fede, ma in forza di Cristo al quale la buona fede ha permesso che egli fosse portato dalla grazia che Dio non nega mai all'uomo che fa quanto gli è possibile.

"Cristo - dice il Conc. Vat. II, in G.S. 22 - è morto per tutti e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina", perciò dobbiamo ritenere che "lo Spiríto Santo dìa a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale" (Dottrina della fede, di Franco Amerio, gìá citato, pag. 437 e seguenti).

Il Concilio Vat. II. afferma inoltre: "Quelli che ora nascono e sono istruiti nella fede di Cristo... in tali comunità (ortodossa o protestante) non possono essere accusati di peccato di separazione": e se non si sono separati dalla Chiesa, rimangono in Essa.

Si può perciò fondatamente ritenere che i "Fratelli separati" facciano parte della vera e unica Chiesa fondata da Cristo, anche se non lo sanno. La Chiesa infatti, come ogni buona madre, riconosce per suoi i figli che essa ha generato - e li ha generati nel battesimo - anche se essi non la riconoscono per tale. E questi si salvano, non già perchè sono in una Chiesa "separata", ma perchè "Lo Spirito di Cristo non ricusa di servirsi di esse (chiese separate) come di strumento di salvezza, il cui valore deriva dalla stessa pienezza della grazia e della verità che è stata affidata alla Chiesa Cattolica" (U.R., 3).

Il che significa che si salvano in quanto sono nella Chiesa Cattolica e per Sua virtù.

 

Il problema accennato non va impostato nei riguardi della Chiesa come collettivitá: Chiesa Ortodossa, Luterana, e simili ... : ma va impostato nei riguardi dei singoli individui.

"La parola "Chiesa" non ammette plurali:  ammettere più Chiese significa ammettere più Cristi. La Chiesa è una ed unica.

Non vi sono parecchie Chiese a sé stanti e a sé sufficienti" (Discorso dì Paolo VI dell'1-6-1965). Fuori della Chiesa, Una ed Unica, fondata da Cristo, non ci sono che raggruppamenti, i quali meglio si direbbero comunità religiose, piuttosto che Chiese. Non sono certo da disprezzare, nè da sottovalutare, ma la loro realtà soprannaturale e mistica è quella del Cristo presente nella storia, ossia quella della Sua unìca Chiesa. (cf  l.c. pagg. 205-206).

 

"Rapisca, Ti prego o Signore l'ardente e dolcissima brama del Tuo Amore, l'anima mia da tutte le cose terrene, perché io muoia per amore del Tuo Amore. come per Amore del mio Amore Ti sei degnato di morire.                                                                                       (S. Francesco d'Assisi)

 

D. Nonostante tutto le chiarificazioni e precisazioni addotte, io trovo ancora difficile credere diverse cose, e cioé:

1 - Che il battesimo sia stato istituito solo per la remissione dei peccati;

2 - Che si possa essere battezzati senza prima credere;

3 - Che tutti, anche senza credere in Cristo, in determinate condizioni possono essere salvi;

4 - Che dopo la morte ci sia un Limbo ove andrebbero i bambini non battezzati, e un Purgatorio, dove andrebbero le anime per purificarsi prima d'essere ammesse nel Santo Paradiso. Questi due luoghi sono una invenzione della Chiesa Cattolica perchè la Bibbia non ne parla.

R. Dopo tutto quello che è stato detto sul peccato originale e la necessità, quindi, del battesimo come lavacro Interiore, mi permetto di ricordare ancora qualche altro passo biblico per precisare:

 

a - che il battesimo non è soltanto un simbolo, ma un vero sacramento istituito da Gesù proprio per la remissione dei peccati.  Infatti, leggiamo:

- At 2,38: " ... Pietro rispose: "cambiate vita e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo. Riceverete il perdono dei vostri peccati e il dono dello Spirito Santo".

- 1 Pt 3.21: " ... Quest'acqua (del diluvio) era un'immagine del battesimo che ora salva voi  ...";

- Ef 5,25-27: " ... Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per Lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la Sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia ne ruga o alcunchè di simile, ma santa e immacolata";

- 1 Cor 6 11:  "E tali (ubriaconi, avari, ladri...) eravate alcuni di voi; ma siete stati LAVATI, siete stati santificati. ...";

- Eb 10,22: " ... accostiamoci con cuore sincero nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura";

- Rm 5,20: “la legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta, ma laddove è abnondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia".

- Rm 6.11: "... Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù".

- 1 Pt 2,2: "…Come bambini appena nati bramate il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza";

- At 22.16: "..ricevi il battesimo e lavati dai tuoi peccati";

- Mc 16,16:  "... chi sarà battezzato sarà salvo".

 

b - In Mc 16,15-16 è detto: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato" (cf anche Mt 28,18-20; Mc 13,10; Col 1,23; Gv 4,1-3; At 2,38-41).

Mi domando: E' veramente difficile comprendere che i passi biblici citati parlino - molto evidentemente - solo di adulti e non di bambini? E' così difficile capire che chi va a predicare la Buona Novella, non andrà a raccontarla ai neonati, agli infanti, ai bambini?

E Gesù sarebbe stato così sciocco da voler indicare i bambini quando diceva: "chi non crederà sarà condannato"?

Non credo che queste obiezioni mosse dai non cattolici siano fatte maliziosamente. Io penso che ci sia soltanto ignoranza accompagnata da una buona dose di ingenuità...

Sono tanto logiche queste mie affermazioni che anche nell'A.T. erano già state chiarite spontaneamente, come possiamo notare in Nee 8,2.4.5-6.8-10, ove è detto che il Sacerdote Esdra legge agli uomini e alle donne che possono capire. Egli si rivolge agli adulti e non ai bambini che erano pur presenti con i loro genitori.

Di domenica, durante la celebrazione eucaristica, i sacerdoti cattolici fanno l'omelia: essi certamente non hanno mai pensato di rivolgere la loro parola ai bambini che molte volte sono in Chiesa. Anzi, quando disturbano col pianto e in altra maniera, i genitori sono pregati di portarli fuori perchè l'assemblea non sia disturbata.

c - Per quanto riguarda la terza difficoltà, invito l'obiettante a rileggere e a riflettere quello che è stato detto in merito precedentemente.

Spesso mi è capitato di sentire da non cattolici, specialmente da quelli che professano più errori e i  più madornali, sentenze come questa: "Se non ti convertirai (sottinteso alla mia o nostra dottrina) non ti salverai, andrai senz'altro all'inferno".

Quanta differenza tra la bontà di Cristo e della Sua Chiesa e tra quelli che si sono allontanati da essa, credendo di essere più uniti a Cristo, facendo a meno della autorità da Lui istituita per il governo della Chiesa.

L'errore - ossia l'eresia - generalmente si riveste di durezza contro gli avversari, scaglia fulmini e saette; assume la patina dell'austerità e della impeccabilità;

si erge a giudicare gli altri con spietate condanne; spesso conduce alla superbia e fa assumere agli erranti - che pertanto si credono nel vero - lo stesso atteggiamento del fariseo nel tempio contro il pubblicano (cf Lc 18,10-14). Tutto il N.T. spira aria di misericordia e di perdono e ci dice che il Signore vuole tutti salvi .

Certo, chi cocciutamente e superbamente rifiuta la Verità pecca contro lo Spirito Santo e, perciò, difficilmente gli sarà perdonato. La vera buona fede può sempre trovare la strada della salvezza che Dio non preclude al cuore retto e onesto.

 

 

d - Rispondo alla quarta e duplice obiezione, riguardante il Limbo e il Purgatorio.

 

A - Inferno - Limbo

Occorre premettere una distinzione. Il significato abituale della parola "inferno" corrisponde al luogo e allo stato di punizione di coloro che muoiono nei peccati personali.

Nel senso ebraico, inferno corrisponde, alla parola greca "ade", con cui i "Settanta" tradussero l'ebraico "sheol" che, genericamente e confusamente significa dimora dei morti.

Nell'inferno così inteso Gesù discese per partecipare, alle anime dei giusti dell'A. T. il frutto della redenzione, per introdurle così nella beatitudine celeste (vedi Credo o Simbolo Apostolico).

Poichè tra i morti prima della redenzione,vi erano giusti e peccatori, così nell'inferno (sheol) gli Ebrei solevano distinguere i peccatori dai giusti e per i peccatori solevano parlare di geenna, (cf Mt 18,9), per i giusti invece di "seno di Abramo". Infatti, in:

- Lc 16,22-23 abbiamo: "un giorno il povero morì e fu portato dagli Angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell'inferno tra i tormentì, levò gli occhi e vide da lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui…"

- 1-Pt 3,19: "…E in spirito (Gesù) andó ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prgione"

-1 Pt 4,6:, “ ... Infatti, è stata annunziata la buona novella anche ai morti, perchè pur avendo subìto - perdendo la vita nel corpo - la condanna comune a tutti gli uomini, vivano secondo Dio nello spirito".

Il seno di Abramo si può immaginare come il margine, l'orlo, il lembo - il limbo appunto - dell'inferno.

Gesù dunque discese per liberare i giusti "nel seno di Abramo", cioè nel Limbo. Quale era la loro condizione? Non godevano la beatitudine celeste, perchè non avevano la visione dì Dio, ma non soffrivano punizione.

 

Analogamente molti teologi pensano il limbo dei bambini morti senza battesimo. Sarebbe troppo lungo dissertare sulla teoria del Limbo e delle varie ipotesi, opinioni e speculazioni teologiche.

Spero che questi pochi accenni saranno. sufficienti a portare una "schiarita" sulla questione del Limbo. Essa è e rimane allo stato di teoria e non è completamente immaginaria, come qualcuno afferma, ma ha il suo fondamento su una tradizione e su dati scritturistici, come si è detto sopra.

B -  " II-Purgatorio è il luogo dove le anime dei defunti sono accolte dalla Divina Misericordia allo scopo di purificarsi e rendersi atte ad entrare nel Santo Paradìso.

Molti fratelli non cattolìci rifiutano questa verità dì fede perchè pensano e dicono che non risulta dalla Bibbia l'esistenza del Purgatorio.

Eppure che cosa ci dicono le prime pagine della S. Scrittura quando ci parlano dell'uso degli Ebrei di far sacrifici e di piangere il trapasso dei defunti?

Alla morte di Aronne (Nm 20,29) e a quella di Mosè (Dt 34,8) gli Israeliti piangono per 30 giorni la loro morte.

Non si può escludere che il pianto e le suppliche fossero rivolte a Dío perchè usasse clemenza nel giudizio verso i due grandi personaggi.

La dottrina del Purgatorio si fonda su., basi bibliche, fa parte dell'insegnamento ordinario del Magistero ed è anche sancita in solenni documenti.

Nella vita della Chiesa la riflessione sull'annuncio della penitenza e sul sacramento della riconciliazione ha fatto sempre più approfondire la dottrina sul Purgatorio.

Nella Chiesa, tanto Orientale che Occidentale, fu sempre in onore la preghiera per i defunti.

La testimonianza della tradizione è molto massiccia e risale, ininterrotta, sino ai primissimi tempi della Chiesa. La storia di altre religioni, anche le più antiche, ci assicura che i popoli hanno sempre creduto in un luogo di purificazione dopo la morte.

Il Concilio Tridentino (1546), ricollegandosi a quello di Firenze (1439) dice: "Quanto ai fedeli che davvero pentiti sono morti nell'amore di Dio, senza però aver fatto frutti di penitenza adeguati ai loro peccati e alle loro omissioni, le loro anime vengono purificate dopo la morte con pene purificatrici.

Al sollievo di queste loro pene giovano i suffraggi dei fedeli viventi, come le SS. Messe, preghiere, elemosine e altre opere pie..." (D.B.,. 693). Ai decreti del Fiorentino e del Tridentino si richiama esplicitamente il Conc. Vat. II nel riproporre la dottrina (L.G., 51).

- Abbiamo detto che molti fratelli non cattolici rifiutano la dottrina e la realtà del Purgatorio, eppure di essa parlano chiaramente diversi testi biblici. Il più esplicito di tutti è il seguente:

1) 2 Macc 12,38-45: "... Poi fatta una colletta ... la inviò a Gerusalemme perchè fosse offerto un sacrificio espiatorio, compiendo così ungazione molto buona e nobile, suggerita dal pensiero della risurrezione. Perchè se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti ... Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perchè fossero assolti dal peccato". Il testo parla di soldati morti "piamente" e che ad essi era preparata una grande ricompensa (il Paradiso). Le preghiere si fanno perchè le anime, purificate, possano raggiungere la "grande ricompensa".

 

D. A questo punto devo dire "alt" , perchè ì Libri dei Maccabei appartengono a scrittura apocrifa, e quindi, non fanno testo.

R. Rispondo subito sulla differenza che c'è tra questi e gli apocrifi. I libri 1 e 2 Maccabei appartengono ai Libri Canonici, ossia sono Libri ispirati.

Per maggiore chiarezza e brevità, ricordo che i libri deuterocanonici (Tobia, Giuditta, 1 e 2 Maccabei, Sapienza, Siracide e Baruc con la lettera di Geremia, e alcune parti di Ester e Daniele), furono chiamati così dopo il Concilio Tridentino per distinguerli dai "Protocanonici", sui quali dai rabbini e, dopo, dai protestanti, non c'erano mai state discussioni. E' bene ricordare pure che gli Ebrei mossero obiezioni ai libri suddetti soltanto nel primo secolo dopo Cristo; mentre Gesù, gli Apostoli e gli Ebrei stessi avevano ereditato tutto l' A.T. così come risulta dalla traduzione dei "settanta".

I protestanti, nel secolo 16° , per avversione alla Chiesa Cattolica, imitarono gli Ebrei e rifiutarono anch'essi i librí deuterocanonici chiamandoli "apocrifi".

Ma tra i libri canonici e i deuterocanonici non esistono differenze, in quanto e gli uni e gli altri sono stati sempre - anche dagli Ebrei stessi fino a Gesù e oltre - ritenuti ispirati.

Dopo questa precisazione, riprendo la dimostrazione della realtà del Purgatorio, cosi come ci viene insegnata esplicitamente o implicitamente, dai Sacri Testi.

 

2) 1 Cor 3,12-15:  S. Paolo sta parlando della predicazione del Vangelo, e mette in guardia circa il pericolo di introdurre nella parola divina quella umana, sentimenti di vanità e simili.

Questi sono come "legna, fieno e stoppie" invece di "oro, argento e pietre preziose". Ma il giorno del  Signore (= giudizio) chiarirà "per mezzo del fuoco, quale sia stato il lavoro di ciascuno 

Se l'opera resisterà, l'artefice ne avrà giusta ricompensa; ma "se l'opera prenderà fuoco, egli ne soffrirà danno. Però sarà salvo come attraverso il fuoco".

Anche qui dobbiamo rifarci al principio fondamentale della esegesi: i testi presi da soli (come spesso fanno tanti fra telli non cattolici) possono dar luogo a varie interpretazioni: solo nella dottrina e nella vita della Chiesa bimillenaria, ossia solo nel seno della sana e santa tradizione evangelica ed Apostolica della Chiesa di Gesù  essi acquistano il loro autentico significato.

 

3) Mt 12.31-32: "... Ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non gli sarà perdonata nè in questo secolo nè in quello futuro".

Anche in questo passo di Matteo la sentenza sembra chiara. Gesù, dimostrata l'infondatezza della maligna insinuazione dei farisei, pronuncia un giudizio particolarmente duro nei loro riguardi: la loro volontaria e ostinata cecità dí fronte all'azíone dello Spirito di Dio nelle opere del Messia è definita un peccato o una bestemmia che non trova perdono nè presso gli uomini nè presso Dio, nè nel tempo presente nè nel futuro (cf "Parola di Dio" - N.T., Ed, Paoline, p. 160, in nota).

4) Mt 5, 25-26: “Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via... perchè l'avversario non ti consegni al giudice... In verità ti dico: non uscirai di là (dalla prigione) finchè

non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo”.

 

N.B. E'  facile vedere in queste parole di Gesù l'allusione alla vita eterna che può essere raggiunta da chi ha pagato tutti i debiti contratti col peccato.

 

5) 2 Tm 1,18: “... Perchè il Signore gli doni (al defunto Onesiforo) di trovare misericordia presso Dio in quel giorno...".

N.B. S'implora misericordia per Onesiforo "che ha reso tanti servizi in Efeso”.  Qui secondo l'esegesi sia di Cattolici che di Protestanti  (per esempio, Nabembauer, Spicq, Plummer, ecc.) avremmo un accenno, sia pure vago, a preghiere d'implorazione e di suffraggio per i defunti. (Vedi “Parola di Dio”, Vol. 2°, pag. 764, Ed. Paoline),

 

6) Ap 21.17: " ... Ma nulla d'impuro entrerà in essa (nella Cìttà celeste).

E' chiaro che per entrare in Paradiso bisogna essere completamente purificati.

7)  Mal. 3,3:  “ Il Signore purifica col fuoco le anime dei figli di Levi... Anche qui si può vedere almeno implicitamente qualche riferimento alla purificazione delle anime.

 

8) Rut 2,20: " ... Noemi disse alla nuora (Rut): "Sia benedetto dal Signore, che non ha rinunciato alla sua bontà verso i vivi e verso i morti”.

N.B. :   

a) Anche in queste ultime parole, il riferimento alla bontà di Dio verso i morti fa supporre, indubbiamente, che ci sia un luogo di purificazione dopo la morte in cui la bontà di Dio si riverserà sui defunti.

 

b) Non possiamo accettare le obiezioni di quelli che rifiutano la dottrina del Purgatorio perchè ci sarebbe la "sovrabbondanza della Redenzione". Si vede, cioè, la giustificazione come qualche cosa di giuridico, operata dal Cristo solamente, senza partecipazione attiva dell'uomo, della fede come fiducia totale.

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