Medieval 2 Total War
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Cronache del Regno d'Aragona

Ultimo Aggiornamento: 09/09/2009 08:31
06/08/2009 01:08
 
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[SM=x1140501]
Mi accingo a scrivere questa cronaca della mia campagna con gli Aragonesi. Ho scelto la difficoltà media perchè secondo quanto letto nel forum, il gioco è molto più difficile del Medieval liscio, e quindi non vorrei trovarmi sconfitto dopo dieci turni di gioco, meglio fare pratica. Cercherò di mettere le immagini nella cronaca, ma non sono sicuro di aver ben capito come si fa; bè, ve ne accorgerete se ce la faccio.
Spero che le gesta dei prodi condottieri d'Aragona vi piacciano.
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"La parola di Dio è Pace". (Corano 36:58)
"Beati gli operatori di pace, perchè saranno chiamati figli di Dio".
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PARTE I : "PERPINYA"

Nel 1155, il Regno di Aragona era una nazione frammentata, costituita dalle regioni di Aragona, Catalogna, Nuova Catalogna e Provenza. Il prestigio della casa regnante dei Berenguer era piuttosto buono, ma l’autorità emanata dalla figura dell’allora Re Ramon Berenguer IV non era molta.

Ramon Berenguer IV, Re d’Aragona

Egli governava da Barcellona il suo regno, con il sogno di renderlo una vera potenza europea. In quel frangente la situazione economica dell’Aragona non era brutta, ma andava migliorata. I primi provvedimenti presi dal Re furono quelli di incrementare l’agricoltura un po’ in tutte le province e di sciogliere la piccola flotta aragonese, che in quel momento era solo un peso per le casse statali, già gravate da ben altri impegni. Per quanto riguardava la politica estera, invece, il Re puntava a una cauta espansione. La prima mossa fu quella di stipulare un trattato di alleanza con i forti vicini del Regno di Castiglia e Leòn, favorendo anche il commercio tra le due nazioni e lo scambio di informazioni geografiche. Poi, lo sguardo dell’ambizioso sovrano si puntò a nord del suo quartier generale di Barcellona, verso la città di Perpinya, capitale di una fertile provincia in mano a un signorotto indipendente. Tutte le truppe aragonesi disponibili furono fatte convogliare su Barcellona, con l’intento di accumulare un’armata senza sostenere spese di reclutamento. A capo di questa armata, il Re pose un giovane generale fresco di adozione, Girard Perez. Questo esercito di conquista partì verso Perpinya nella primavera del 1156. Il Re sperava che le finanze tenessero, in modo da potersi poi trovare con una nuova provincia da cui ricavare proventi. Ma un messaggio giunto da Roma, costrinse il Re a impiegare molti fiorini in un modo del tutto imprevisto: il Papa esigeva la costruzione di una cappella a Tortosa. I lavori furono avviati. Tuttavia, la conseguenza più immediata fu che quando il generale Perez pose sotto assedio la città indipendente, i costi di mantenimento della sua armata abbatterono la non ancora stabile macchina economica aragonese; il bilancio andò in rosso. Fra il dover ritirare l’armata dall’assedio di Perpinya, e il dover aumentare le tasse, il Re scelse la seconda, sottoponendo le buone genti aragonesi a tassazioni spietate. La speranza era che Perez assaltasse presto le mura di Perpinya e la conquistasse, in modo da sistemare tutto. Tutti questi piani naufragarono nel 1157. In estate, infatti, essendo la guarnigione della città indipendente più forte della sua armata, il generale Girard Perez compì un atto di vigliaccheria e infamia devastante, e si ribellò alla corona d’Aragona con tutta la sua armata. Le conseguenze di ciò furono ben più negative di quanto ci si aspettasse: il Re rimase in uno stato di apatia alla notizia del tradimento del suo figlio adottivo, e si rinchiuse nelle sue stanze alla reggia, rifiutandosi di prendere qualsivoglia provvedimento, troppo sconvolto; pertanto il suo prestigio colò a picco. Inoltre, quando i suoi nobili cercarono di farlo reagire, il Re li offese, accusandoli di mettere in dubbio la sua autorità (peraltro quasi nulla) e insultandoli deliberatamente. Con tali premesse, si creò la minaccia di una possibile guerra civile. I nobili appoggiarono le richieste del popolo di avere una sede per le loro assemblee. Incredibilmente, la situazione andò migliorando in modo spontaneo; infatti, il fatto di non dover più pagare i salari dell’esercito di Perez, rintanato ora chissà dove, fece sì che nel 1158 il tesoro tornasse ad un livello dignitoso. Finalmente, poi, il Re si decise a riprendere il suo ruolo di guida. Si dice che ad incoraggiarlo fu un messaggio del Papa, che si compiaceva dell’avvenuta costruzione della cappella a Tortosa, e lo invitava a reagire alle minacce alla sua autorità. Dunque Re Ramon dispose che si ritornasse a un livello di tassazione normale, e concesse la Sede dell’Assemblea. Poi, con le finanze a un livello rassicurante, reclutò un’armata e vi si pose personalmente al comando. Lasciò l’amministrazione di Barcellona al suo nuovo figlio adottivo Cèsar de Albarracin. Nell’estate 1161, avvenne la partenza dell’esercito regio, che in gran sfarzo uscì dalla capitale accompagnata dalle urla della folla festante e nuovamente fiduciosa nel proprio Re. Nuovi trattati erano stati siglati, nel frattempo, di alleanza, commercio e reciproco scambio di informazioni, con l’Inghilterra, e di commercio con la Francia.
La nuova armata di conquista si diresse svelta verso Perpinya. Il Re prevedeva di raggiungere la città e lì di congiungersi con il suo figlio naturale nonché erede, il Principe Ramon Berenguer di Provenza; quest’ultimo aveva lasciato il comando della città di Ais al suo luogotenente Lucas de Jaca. Ma la sorte si accanì contro il Re. Appena entrato in territorio nemico, nell’attraversare un bosco che era stato ritenuto sicuro, l’intera armata reale fu colta di sorpresa da un’imboscata del traditore Girard Perez. Egli osava addirittura attaccare il suo patrigno! Lo scontro non fu facile. Le truppe aragonesi marciavano in colonna, e furono assalite dal fianco destro. Per dare il tempo ai suoi uomini di schierarsi rivolti al nemico, il Re cavalcò sul fianco dell’esercito traditore e ne attaccò i reparti di cavalleria leggera, sconfiggendoli e rallentando l’avanzata nemica.
[IMG]http://i29.tinypic.com/14uvmvb.jpg[/IMG]
Il Re copre i suoi uomini mentre si dispongono in campo.

Dopo questo temporeggiamento, i nemici caricarono lo schieramento di fortuna aragonese. Gli arcieri, inutili a quella distanza, furono gettati nella mischia là dove ve n’era bisogno. Intanto, il Re assalì gli infidi arcieri nemici, falciandoli. E fu allora che Girard Perez con il suo seguito compì il peggiore dei suoi gesti: si scagliò contro il Re suo patrigno in persona, cercando di ucciderlo. Lo scontro fra le due cavallerie fu durissimo; la guardia del Re, che già aveva subito delle perdite, resisteva, ma era in svantaggio. Per fortuna, il fianco sinistro dello schieramento aragonese aveva respinto i nemici, e prestò aiuto al proprio Re. Così, nel caos di quel combattimento, perì il traditore Girard Perez, ucciso dalla mano di un anonimo fante. A questo punto, la battaglia volgeva a favore degli aragonesi, che iniziarono a respingere il nemico su tutto il fronte, mandandolo in rotta. Allora si scatenò un furibondo inseguimento dei traditori.
[IMG]http://i26.tinypic.com/2s7gv89.jpg[/IMG]
La rotta nemica e l’impeto degli inseguitori aragonesi.

Ma questa foga, costò delle ulteriori perdite, giacché la cavalleria del fianco destro nemico, che aveva finto una rotta, si gettò sulla retroguardia dell’esercito ormai vincitore. Un intero reparto di coraggiosi si sacrificò fino all’ultimo uomo per impedire che gli ultimi cavalieri nemici arrivassero alle spalle degli impetuosi aragonesi impegnati nell’inseguimento.
[IMG]http://i28.tinypic.com/2vngj1u.jpg[/IMG]
L’eroica resistenza degli ultimi dieci uomini della retroguardia.

Alla fine, però, anche quegli eroici furono vendicati, e la vittoria fu netta, nonostante le gravi perdite subite.
[IMG]http://i27.tinypic.com/23gz2up.jpg[/IMG]
L’esito dello scontro con l’armata di traditori di Girard Perez.

Nonostante la perdita di ¼ dell’esercito, Re Ramon proseguì la sua marcia verso nord, e assediò Perpinya, venendo raggiunto anche dal Principe suo figlio. Dato che dopo una sola stagione di assedio il bilancio del regno cominciava già a minacciare di entrare in zona rossa, il Re affrettò i tempi, e, montate delle macchine d’assedio, assaltò le mura della città. Decise di attaccare nottetempo, in modo che l’oscurità sfavorisse il meno esperto generale nemico. Probabilmente fu un errore.
La prima mossa del Re fu mandare avanti reparti di arcieri, affinché le frecce dei difensori fossero indirizzate prevalentemente contro di loro, e non contro gli infiammabili strumenti d’assedio.
[IMG]http://i27.tinypic.com/20stzpt.jpg[/IMG]
La pericolosissima corsa alle mura dell’armata aragonese.

Gli arcieri, coprirono impavidamente i loro compagni, ma si trovarono a dover rispondere a un fuoco di morte; nel cielo brillavano tante frecce incendiate, che parevano stelle.
[IMG]http://i26.tinypic.com/5xl8r4.jpg[/IMG]
L’aspro scambio di dardi tra assediati e assedianti.

Gli uomini che portavano le scale raggiunsero le mura, e si accinsero a scalarle, ma dalla sezione muraria al di là del portale, una fiammeggiante visione sconvolse gli aragonesi: la loro torre d’assedio, prese fuoco, e gli uomini dovettero allontanarsi in fretta dal rogo per non bruciarsi.
[IMG]http://i27.tinypic.com/302s0ma.jpg[/IMG]
L’apocalittico spettacolo notturno.

Le mura sembravano sempre più difficili da conquistare. Il Re cominciava ad avere i primi dubbi, ma finalmente, i portatori di scale erano riusciti a ingaggiare combattimento con i difensori.
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La cruda lotta sulle mura.

Con la speranza che si propagava di uomo in uomo, il Re dirottò tutte le sue forze sul settore di muro invaso e sul portone abbattuto proprio in quel momento dall’ariete. Gli aragonesi si riversarono dentro le mura come furie vendicatrici, decisi ad annettere una volta per tutte la città al loro regno. Lo scontro fu duro, ma grazie al coraggio e alla vicinanza del Re e del Principe, i soldati portarono a casa la vittoria.
[IMG]http://i27.tinypic.com/2r7sc95.jpg[/IMG]
L’assedio notturno costò caro.

Finalmente Perpinya cadeva in mano al Re aragonese; una mano generosa, pure, giacchè il Re risparmiò sia la popolazione che gli edifici, a dimostrazione della sua sincera volontà di governare equamente le genti locali.

TO BE CONTINUED...
[Modificato da Ramon Berenguer IV 06/08/2009 02:36]
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Ce l'ho fatta! Ho messo le immagini! A presto il continuo con la seconda parte: "La questione di Tolosa". [SM=g27963]
Comunque, veramente molto più interessante di Medieval liscio (a quest'ora la Castiglia mi avrebbe già tradito e disintegrato [SM=x1140442] ) complimentissimi ai creatori [SM=x1140430] .
[Modificato da Ramon Berenguer IV 06/08/2009 02:39]
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Spettacolare! Aspettiamo il seguito delle imprese di Ramon ;)








06/08/2009 09:01
 
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Davvero bravo!!! [SM=x1140531] Finalmente qualche cronaca aragonese!
06/08/2009 09:14
 
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Bravissimo ,continua mi raccomando!!!
06/08/2009 10:23
 
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giusto, tienici aggiornati
07/08/2009 23:15
 
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Sono felice che vi piaccia la mia campagna, è un motivo in più per continuarla! Comunque, ecco a voi la seconda parte (e scusate il post vuoto predente, avevo messo la seconda parte là, ma me l'ha cancellata tutta [SM=x1140438] ; fortunatamente la tenevo scritta su world [SM=g27961] ):

PARTE II: "LA QUESTIONE DI TOLOSA"

A seguito della vittoria di Perpinya, si produssero eventi inspiegabili: il prestigio della corona scese al minimo storico, mettendo i rappresentanti del popolo in una posizione avvantaggiata per chiedere la costruzione di una Sede del Consiglio. Ma stavolta, Re Ramon fu ferreo. Poteva anche non avere molta presa sul popolo, ma era un uomo caparbio e capace, ed era il Re. Avviò innanzitutto una politica economica fortemente indirizzata al commercio; a questo proposito potenziò le strutture commerciali con i fiorini che finalmente affluivano nel tesoro reale, dispose che si incoraggiassero le attività dei mercanti, e strinse un’alleanza con tanto di accordi commerciali e geografici con il Comune di Milano. Mentre il prestigio risaliva pian piano, il Concilio dei Nobili, richiese che fossero presi contatti con gli emissari del Sacro Romano Impero; questo desiderio fu esaudito, stipulando trattati commerciali. E nel 1166, il Re ottenne un nuovo seggio a favore nel Concilio, spostando leggermente i pesi sulla bilancia della politica interna. Poi, su suggerimento dei nobili stessi, fu avviata la costruzione di una flottiglia, che ebbe il suo varo andando a bloccare il porto della città indipendente di Cagliari. Le mire espansionistiche della Corona d’Aragona, puntavano ora verso la provincia di Tolosa; difatti, era un tassello indispensabile per creare un regno unitario, giacché, controllando Tolosa, il Regno d’Aragona sarebbe stato un continuum geografico e politico lungo la costa meridionale della Francia e quella nord-orientale della penisola iberica. Tuttavia, un imprevisto accadde: nel 1168, la potenza alleata castigliana, assediò Tolosa e la espugnò. Ora, come si sarebbe potuto ottenere quel pezzo di territorio? Non si potevano certo tradire gli alleati, anche perché, realisticamente parlando, erano più potenti dell’Aragona. Mentre questi problemi affliggevano Re Ramon, nuove notizie dall’oriente informarono che l’Islam avevano indetto una Jihad verso la città di Baghdad, controllata da dei corrotti emiri. Furono proprio queste notizie a suggerire un’idea al Principe Ramon, giovane di mente acuta, degno successore al trono. Difatti, egli pensò che la Castiglia avrebbe potuto accettare di scambiare Tolosa con un’altra città per ritenuta più interessante; e quale idea poteva essere migliore che quella di assaltare una della città moresche in Spagna? Il Principe riferì la sua idea al padre, che l’approvò pienamente, e l’autorizzò a formare un’armata per partire. Non solo il Principe fece ciò, ma conscio della situazione fragile del tesoro reale, ritenne che il Papa, buon amico del Re suo padre, avrebbe certo avvallato una proposta di crociata verso una città moresca. Dunque il piano era questo: formare un esercito, ottenere il beneplacito del Pontefice, e conquistare una città moresca, così da poterla scambiare con Tolosa.
Nel 1170, fu indetta la crociata verso Ichbilya, e il Principe partì da Tortosa, portando con sé anche il generale Alfons di Barcellona. Si unirono subito alla crociata anche il Regno di Polonia, il Regno di Francia, e quello d’Ungheria. Nel frattempo, fu stipulato un accordo commerciale con la Repubblica di Venezia. Proprio Venezia entrò nel 1171 in guerra con il Regno di Sicilia. Proseguendo la politica di diplomazia, la corona d’Aragona divenne alleata e partner commerciale della Polonia. La crociata aragonese, intanto, procedeva a rilento, molto a rilento. Gli uomini sembravano riluttanti a muoversi, come se l'ardore li avesse abbandonati, come se qualcuno li aizzasse contro il comando del Principe. Anche Venezia prese la croce, e i primi crociati ad arrivare alle mura di Ichbilya furono i Magiari.
Il 1172 si aprì con un buona e una in parte cattiva notizia: la buona era che nel Concilio, il Re aveva ottenuto un altro seggio a favore; quella in parte cattiva era che i Magiari avevano preso la città infedele, rendendo un favore alla croce, certo, ma invalidando tutti i piani aragonesi. A questo punto, il Principe poté indagare senza fretta sulle cause degli enormi rallentamenti e delle diserzioni nel suo esercito. Il motivo che venne a galla fu raccapricciante: l’ennesimo traditore! Alfons di Barcellona non voleva più essere leale a Re Ramon!
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Il giovane traditore Alfons di Barcellona.

Infuriato, il Principe esortò i suoi uomini a seguire la via della lealtà, e partì con un esercito nuovamente vigoroso e fedele lasciando il traditore con un piccola scorta in mezzo alle montagne, dato che rifiutava di muoversi. Il nuovo piano era conquistare Cordoba, al posto di Ichbilya, e senza crociate.
Nel 1173 giunse notizia che i Turchi Selgiuchidi avevano conquistato Baghdad, concludendo vittoriosamente la Jihad; inoltre, i nobili richiesero che la provincia delle isole Baleari venisse assoggettata alla corona. Proprio come mandato da Dio, giunse in famiglia un giovane generale, tale Llorenç de Montsò, che sposò Sibilla di Barcellona; a lui fu affidato il compito di riunire un’armata per attaccare la città di Maiorca. Intanto il Principe assediò Cordoba, e l’attaccò non appena gli strumenti d’assedio furono pronti. Memore della confusa battaglia notturna a Perpinya, il Principe condusse l’attacco in pieno giorno. Utilizzò la stessa strategia di cauta avanzata del padre, inizialmente.
[IMG]http://i27.tinypic.com/28u1y68.jpg[/IMG]
Il Principe Ramon Berenguer osserva le sue truppe che avanzano verso le salde mura di Cordoba.

Stavolta gli strumenti d’assedio giunsero tutti a destinazione, e, più o meno contemporaneamente, le porte furono abbattute, e le mura assalite su due fronti dagli scalatori e dagli uomini con la torre d’assedio.
[IMG]http://i25.tinypic.com/li07p.jpg[/IMG]
La fanteria crociata è la prima a sciamare sulle mura e a ingaggiare il nemico.

Nel combattimento sulle mura si distinsero particolarmente i fanti crociati, che non avendo potuto concludere la loro santa missione a Ichbilya, avevano seguito il Principe nel suo attacco a un’altra roccaforte moresca. Nei pressi del portone, gli avversari si fecero intraprendenti e tentarono una coraggiosa sortita contro le truppe aragonesi.
[IMG]http://i30.tinypic.com/nvp5df.jpg[/IMG]
Gli aragonesi non si fanno cogliere impreparati e respingono i coraggiosi cavalleggeri mori.

Presi dalla foga dello scontro, gli aragonesi si slanciarono all’interno delle mura inseguendo i fuggitivi, senza sentire i richiami all'ordine del Principe. Ed entrando in città, si trovarono a fronteggiare truppe nemiche fresche e in attesa dietro le porte. Per fortuna, grazie al pronto intervento della cavalleria e del Principe in persona, anche la resistenza al portone fu sgominata.
[IMG]http://i25.tinypic.com/2rqo8p3.jpg[/IMG]
L’impeto degli aragonesi infrange la cerchia di mori appostatisi dietro il portone.

Ormai anche le mura erano cadute in mano aragonese, e gli uomini si scagliarono avventati verso la piazza, sicuri di trovare ben poca resistenza. Ma nella piazza, attendeva il generale nemico in persona, con diversi reparti di cavalleria, ben organizzati e pronti a tutto.
[IMG]http://i28.tinypic.com/29qb3p3.jpg[/IMG]
La resistenza estrema dei mori nella piazza di Cordoba.

Fu quello lo scontro peggiore della giornata. I troppo tempestivi fanti aragonesi furono colti in disordine dalla carica nemica, e lo scontro si risolse in un accanito e cruento corpo a corpo. Di nuovo il coraggioso Ramon di Provenza si gettò nella pugna per salvare quanti più uomini possibili con la sua cavalleria pesante.E proprio allora, una disgrazia colpì non solo l’esercito aragonese, ma la Corona stessa: un'anonima ed empia mano trafisse il petto del Principe, uccidendolo all'istante.
[IMG]http://i30.tinypic.com/23tjqdx.jpg[/IMG]
L’erede diretto del Re muore nobilmente in battaglia.

Con la ferocia dovuta alla perdita del loro condottiero, gli aragonesi massacrarono senza pietà gli ultimi soldati mori, e nemmeno la popolazione scampò allo sterminio vendicativo dei soldati privi di comandante. Alla fine della giornate il bilancio delle vittime era pesantissimo, ma Cordoba era proprietà della corona d’Aragona.
[IMG]http://i27.tinypic.com/r72ejn.jpg[/IMG]
Le cifre parlano chiaro.

L'eroica morte del Principe Ramon, valse a qualcosa; il suo ultimo progetto, andò a buon fine; il Regno di Castiglia e Leòn accettò di scambiare Tolosa per Cordoba, non disdegnando anche una somma di 2000 fiorini da parte degli aragonesi. Ma al dolore che sconvolse il Re nella sua residenza a Perpinya, fu reso ancora più terribile da una beffa della sorte: il più vicino in linea ereditaria a Re Ramon era il traditore Alfons di Barcellona, che ancora rifiutava di muoversi da in mezzo ai monti nel bel mezzo della penisola iberica. Era lui il nuovo erede. Le fioche speranze dell'oramai sessantenne Re per il futuro del regno d'Aragona, erano riposte in uomini come l'acquisito generale Llorenç, che salpò nel 1175 da Tortosa, sbarcando nelle vicinanze di Maiorca e assediandola. E nel frattempo, gli aragonesi stipularono accordi anche con i Cumani, mentre i loro alleati milanesi incorrevano nella scomunica papale.
Finalmente quello d'Aragona era un regno unito, dalla Provenza alla Catalogna, e le isole vicine apparivano i più ovvi e sicuri dei possibili obiettivi di conquista. Ma la vicina morte del Re, e il diritto al trono di Alfons, avrebbero causato una guerra civile?

TO BE CONTINUED...
[Modificato da Ramon Berenguer IV 07/08/2009 23:54]
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Per la terza parte, credo che passerà un pò: primo, perchè devo andare avanti con la campagna; secondo, perchè domenica vado in vacanza, e non tornerò prima del 16. Quindi non crediate che abbia interrotto la campagna se non mi faccio vedere per un pò :)
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Daje così [SM=x1140531] A morte il traditore bastardo!!!! [SM=x1140442] [SM=x1140442]
08/08/2009 21:50
 
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Questa terza parte è l'ultima che posterò prima di partire per le vacanze; spero sia soddisfacente.

PARTE III: "LA FINE DELL'INIZIO"

Nuovi sviluppi diplomatici sul piano internazionale, nacquero nel 1176: in Egitto, prese il potere la dinastia Ayubbide, con il sultano Salah-ad-Dhin; in Europa, invece, il Sacro Romano Impero entrò in guerra con i Magiari; essendo entrambe le nazioni amiche della corona d’Aragona, entrambe si aspettarono di essere appoggiate. La scelta del Re Ramon cadde sui Magiari, giacché non avevano fatto niente per meritare quell’attacco, e non conveniva mantenere un’alleanza con un regnante infido come l’Imperatore. Ben più vicina, scoppiò la guerra a lungo trattenuta fra Castiglia e Mori; ma lo stanco Re Ramon era ormai vicino alla morte, e cominciava a disinteressarsi sempre più del mondo, sviluppando tratti di misantropia che aveva sempre posseduto in maniera accennata. Verso la fine dell’anno, comunque, vi fu l’assalto alle mura di Maiorca. Nell’attacco, Llorenç provò a utilizzare una nuova strategia, dividendo in due parti l’esercito: un contingente più piccolo guidato da lui, avrebbe attaccato lateralmente, sulla porta ovest del castello, cercando di sfondarla; il resto dell’esercito, invece, si sarebbe scagliato verso le mura a sud, con scale e una torre d’assedio. In questo modo le forze nemiche si sarebbero divise, e se uno dei due lati dello schieramento fosse stato sopraffatto, le truppe aragonesi avrebbero potuto bloccare da due lati i nemici nel loro stesso rifugio. Così iniziò la battaglia. A ovest i nemici sembravano facili da espugnare, e il loro tiro dalle mura era fiacco.
[IMG]http://i30.tinypic.com/kexhq9.jpg[/IMG]
Il contingente che attacca la porta ovest, con la cavalleria di Llorenç alle spalle.

A sud era concentrato un maggior numero di truppe ribelli, che inflissero tutto sommato perdite limitate agli aragonesi in avvicinamento.
[IMG]http://i28.tinypic.com/19cmg.jpg[/IMG]
A sud le cose sembrano procedere per il meglio.

I primi ad arrivare a contatto con il nemico furono gli uomini a sud; sfondato il portone, un paio di reparti nemici si scagliarono fuori, ma ricevettero una solenne batosta. Ma a quel punto fu chiaro a Llorenç che dietro la porta si nascondevano altri tre reparti ben armati e agguerriti; entrare era praticamente impossibile. Un senso di panico cominciò a impadronirsi degli aragonesi quando a sud, giunti gli uomini sulle mura, s’incontrò una resistenza durissima; sulle mura si combatteva con una violenza inaudita, e alcuni soldati cominciarono perfino a scappare. Llorenç capì che doveva assolutamente prestare soccorso ai suoi uomini a sud, ma per farlo occorreva vincere la resistenza a ovest. Lo stratagemma che applicò per sbloccare la situazione fu temerario, ma ebbe effetto. Il giovane generale si slanciò oltre il portone solo con il suo seguito, muovendosi nelle vie del castello, e tirandosi dietro i reparti nemici in agguato; a quel punto, la fanteria fu libera di entrare, e la resistenza nemica fu presa fra due fuochi.
[IMG]http://i29.tinypic.com/2ytp6r6.jpg[/IMG]
Llorenç carica i nemici voltatisi per fronteggiare la fanteria aragonese che sciamava oltre il portone.

Tuttavia, pure accerchiati, i nemici vendettero cara la pelle, e portarono con sé nella morte Llorenç in persona. All’esercito non rimaneva nemmeno più un capo. E a sud le cose peggioravano; sulle mura era in corso una vera e propria carneficina, e già diversi reparti erano fuggiti in preda al terrore. Gli uomini supersiti del seguito di Llorenç guidarono la fanteria verso sud, per prestare soccorso ai commilitoni. Quando arrivarono, orrende pile di cadaveri torreggiavano sulle mura.
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I mucchi di cadaveri, emblema della terribile carneficina avvenuta sulle mura.

Con i nuovi arrivati da ovest, sulle mura si riuscì finalmente a prevalere, ma a costo di ulteriori grandi perdite; tutto il seguito del defunto generale morì combattendo nelle strade. Quando fu chiaro che gli ultimi nemici rimasti si trovavano in piazza, i superstiti presero ad avanzare verso quell’ultima resistenza.
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Del fiero esercito iniziale, la maggior parte giace sulle mura di cinta del castello di Maiorca.

Un’altra sorpresa attendeva i sempre più demoralizzati aragonesi. Al centro della piazza c’erano due reparti di fanteria avversari, entrambi freschi e meglio equipaggiati. Con cautela estrema, quasi con rassegnazione, i vari manipoli di aragonesi, attorniarono la piazza da due diverse direzioni. Uno dei reparti nemici, perse la compostezza e si scagliò contro i soldati d’Aragona; la mischia si concentrò proprio sotto il maschio del castello.
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I combattimenti all’ombra del maschio del castello.

Alla fine, rimaneva il reparto del generale nemico, che, troppo codardo, non aveva soccorso i suoi uomini massacrati a pochi metri da lui. Con freddezza, ormai certi della vittoria, gli aragonesi si disposero tutt’attorno al nemico.
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Il generale nemico, circondato.

E quello fu l’ultimo combattimento.
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L’ennesima riprova dell’eccessivo costo in vite umane degli assedi.

La popolazione del castello non fu risparmiata. L’Aragona era uno Stato in crescita, ma in quanto tale era anche fragile. La politica di commercio proseguiva, e nuovi trattati vennero siglati con la Danimarca.
La scomunica per la condotta scellerata del Sacro Romano Imperatore arrivò presto, e non fu rimpianta la scelta di aver abbandonato l’alleanza con dei nemici del Santo Padre. Ma nel 1177, il Papa morì. Alle elezioni del nuovo pontefice partecipò anche il cardinale aragonese Domingo Ferrer; i tre preferati erano: Gawain di Ibelin, cardinale del Regno di Gerusalemme, Aston d’Inghilterra, e Manoel, cardinale portoghese. Il cardinale aragonese diede il suo voto ad Aston, e fu un bene, giacché egli fu eletto Papa, e prese il nome di Bernardu. A ogni modo, il nuovo Santo Padre, revocò le scomuniche che gravavano sui capo fazione tedesco e milanese. In verità, poco tempo dopo l’Imperatore fu scomunicato nuovamente.
E nell’inverno del 1177, terminò la vita di Re Ramon Berenguer IV; al suo funerale, il popolo partecipò in modo frammentario. Re Ramon non era stato un sovrano amato dal popolo, ma era stato il primo Re ad aver dato al Regno d’Aragona qualcosa di più di un dominio diviso e debole. Non aveva fatto grandi cose, ma se altri regnanti un giorno ci fossero riusciti, sarebbe stato grazie anche alle solide basi gettate da Re Ramon.

TO BE CONTINUED...
[Modificato da Ramon Berenguer IV 08/08/2009 22:04]
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molto bella l'immagine del generale circondato [SM=g27963]
09/08/2009 11:06
 
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bravo !!!!!
12/08/2009 15:27
 
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spero che continuerai ad aggiornarci(che versione di BC hai...5.1 o 5.0 o 5.1.1, hai dei minimod installati???)
15/08/2009 23:02
 
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Eccomi tornato dalle vacanze! Riprenderò presto la cronaca, devo solo andare un pò avanti con la campagna, poi posterò il prossimo capitolo. Grazie ancora per i complimenti e l'incoraggiamento.
Per boboav: ho installato Bellum Crucis alla versione 5.1.1, ma non ho minimod (ho provato a mettere il Superpack 2.0 all'inizio, ma non mi funzionava, quindi ho lasciato perdere). A presto... [SM=g27963]
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tienici informato
18/08/2009 13:06
 
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Bravissimo, una cronaca estremamente affascinante e dalle immagini bellissime [SM=x1140512]

Grazie e spero che tu continuerai.

Grande [SM=x1140429]





"Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?"
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Allora, ci sono stati sviluppi in campagna; credo che domani, o al limite dopodomani, posterò la parte IV: "Il nuovo ordine". Grazie ancora a tutti. [SM=x1140430]
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grazie a te!!!
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