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Consulta boccia riforma Gelmini

Ultimo Aggiornamento: 03/07/2009 09:37
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03/07/2009 09:37
 
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Sì a norme generali, no a poteri a Stato
La Corte Costituzionale ha dichiarato parzialmente illegittime le norme sui tagli alla scuola che il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha previsto a partire dal 2009-2010. La Consulta ha bocciato due punti: criteri, tempi e modalità per ridimensionare la rete scolastica e l'attribuzione anche allo Stato (e non solo alle Regioni e agli enti locali) delle misure per la riduzione delle scuole nei piccoli Comuni.

I giudici della Corte Costituzionale però salvano una buona parte della riforma: e cioè, ritenendolo di competenza esclusiva statale, l'impianto complessivo degli interventi contenuti nel decreto sullo sviluppo economico di cui, peò, sono stati bocciati due punti: la definizione tramite regolamento ministeriale di criteri, tempi e modalità per ridimensionare la rete scolastica; l'attribuzione anche allo Stato (e non soltanto alle Regioni e agli enti locali) delle misure necessarie a ridurre i disagi causati dalla chiusura o accorpamento di scuole nei piccoli comuni.

La Consulta osserva che le norme dichiarate legittime "possano essere senz'altro qualificate come norme generali sull'istruzione, dal momento che, per evidenti ragioni di necessaria unità ed uniformità della disciplina in materia scolastica, sono preordinate ad introdurre una normativa operante sull'intero territorio nazionale".

Queste ultime disposizioni, dunque, secondo la Corte, "contribuiscono a delineare la struttura di base del sistema di istruzione: esse non necessitano di un'ulteriore normazione a livello regionale, e dunque non possono essere qualificate come espressive di principi fondamentali della materia dell'istruzione"

Dalla Gelmini, nessuno sconforto, anzi. "E stato conservato l'impianto del riordino del sistema scolastico - così commenta il ministro dell'Istruzione - i punti giudicati incostituzionali sono marginali'. Quindi, aggiunge, "prendo atto con soddisfazione delle decisioni assunte dalla Corte Costituzionale, posto che è stata riconosciuta la legittimità costituzionale dell'impianto complessivo dell'articolo 64 del Dl. 112/2008". E poi, ricorda ancora, "per quel che riguarda invece criteri, tempi e modalità per ridimensionare la rete colastica si era già proceduto a trovare un accordo nella conferenza Stato-Regioni-Enti locali

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