Le immagini di Benedetto XVI inginocchiato davanti alla reliquia di san Giovanni Maria Vianney e al santissimo Sacramento sono le più eloquenti per esprimere il significato di quanto avvenuto venerdì pomeriggio 19 giugno nella basilica di San Pietro per l'apertura dell'Anno sacerdotale. "Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote" è il tema proposto per quest'anno giubilare nel 150º anniversario della morte del santo curato d'Ars.
L'inaugurazione è avvenuta durante la celebrazione dei secondi vespri nella solennità del sacratissimo Cuore di Gesù. Vi hanno partecipato numerosi cardinali, vescovi, prelati, sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli. Riproponendo l'esemplarità di san Giovanni Maria il Papa ha voluto mettere in guardia dai pericoli a cui vanno incontro i pastori, i quali possono trasformarsi in "ladri di pecore", sia a causa dei peccati, sia distraendo i fedeli con "private dottrine".
All'inizio dei vespri, i cardinali Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero, e Comastri, arciprete della basilica di San Pietro, insieme con monsignor Guy Bagnard, vescovo di Belley-Ars, hanno portato in processione la reliquia del santo - il cuore - dalla cappella della Pietà sino alla cappella del Coro. Mentre sfilava la processione attraverso la navata centrale della basilica, l'arcivescovo Mauro Piacenza, segretario della Congregazione per il Clero, ha proposto alcune riflessioni. Tra l'altro ha espresso l'auspicio che l'Anno sacerdotale sia "un tempo di grazia specialissimo, nel quale rinnoviamo la coscienza della nostra identità".
In basilica Benedetto XVI è arrivato poco prima delle 18. Prima di prendere posto al lato all'altare della Confessione, sotto la statua della Veronica, ha venerato le reliquie del santo Curato. Nella sua preghiera per l'Anno sacerdotale, ha rivolto il suo pensiero alle famiglie cristiane affinché "divengano "piccole chiese", in cui tutte le vocazioni e tutti i carismi, donati dal tuo Santo Spirito, possano essere accolti e valorizzati".
Alla celebrazione erano presenti trentadue cardinali, tra i quali, Angelo Sodano decano del collegio cardinalizio, e Tarcisio Bertone, segretario di Stato. Numerosi i presuli della Curia Romana, $\tra i quali Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, Carlo Maria Viganò, nunzio apostolico, delegato per le Rappresentanze Pontificie; i monsignori Gabriele Caccia, assessore della Segreteria di Stato, Pietro Parolin, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati, Fortunatus Nwachukwu, capo del Protocollo. Erano presenti anche sua beatitudine Ignace Youssef iii Younan, patriarca di Antiochia dei Siri e il direttore del nostro giornale.
In posti riservati erano anche presenti gli arcivescovi James Michael Harvey, prefetto della Casa Pontificia e Félix del Blanco Prieto, elemosiniere di Sua Santità; il vescovo Paolo De Nicolò, reggente della prefettura della Casa Pontificia, i monsignori Georg Gänswein, segretario particolare di Benedetto XVI, e Alfred Xuereb, della segreteria particolare. Il canto del Tantum ergo, eseguito dal coro della cappella Sistina e dal coro "Mater ecclesiae", ha preceduto la benedizione eucaristica impartita da Benedetto XVI a conclusione dei vespri.