Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Hyalophora cecropia - Cecropia Moth

Ultimo Aggiornamento: 12/06/2009 23:20
12/06/2009 15:48
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 232
Post: 232
Ninfa
Classificazione:

Regno: Animalia
Phylum: Arthropoda
Classe: Insecta
Ordine: Lepidoptera
Famiglia: Saturniidae
Sottofamiglia: Saturniinae
Genere: Hyalophora
Specie: H.cecropia

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
N.B.: E' vietata la riproduzione totale o parziale del materiale senza l'esplicito consenso dell'autore. V. Legge del 22 aprile 1941, n. 633
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


Bellissima Saturniidae originaria degli USA del centro-nord e sud del Canada. Detiene il primato di grandezza tra le falene del continente nord-americano.
L’adulto è massiccio e vistoso, con apertura alare compresa tra i 10 e 12 cm nei maschi, e fra i 12 e i 15 nelle femmine.
La larva misura circa 10 cm all’ultimo stadio, è di colore verde/ceruleo con numerosi tubercoli azzurri, rossi e gialli.

Il dimorfismo sessuale è riscontrabile per la taglia minore dei maschi, sia complessiva che soprattutto dell’addome. Questi sono dotati di antenne assai più sviluppate e ali leggermente più falcate rispetto agli esemplari femmina. Nel caso specifico delle foto che seguono, le differenze cromatiche tra i due esemplari non sono determinanti al fine del riconoscimento dei sessi, in quanto ho potuto osservare, diversamente dalle foto, maschi più bruni e femmine più grigie.



Maschio a sinistra, femmina a destra.


Il periodo di volo è compreso tra maggio e luglio, con una sola generazione annua. La specie sverna allo stato di crisalide. Pare che in alcuni sporadici casi sia stata segnalata una seconda generazione annua.

Le piante nutrici del bruco sono melo, pero, prugno, pesco, ciliegio e altre rosacee arbustive da frutto, biancospino, salice, betulla, lillà, acero americano. La letteratura inserisce tra queste anche olmo e pioppo. Personalmente ho ottenuto ottimi risultati di gradimento con ciliegio e Prunus cerasifera, chiamato volgarmente emolo o amolo, che cresce selvatico in quasi tutta Italia. Ho tentato anche la somministrazione di lillà (Syringa vulgaris), che anche se mangiato, è risultato essere meno gradito delle due rosacee summenzionate. Probabilmente perché le larve erano ormai abituate a queste.
Gli adulti, come tutte le saturniidae, hanno apparato boccale atrofico e perciò impossibilitati a nutrirsi.

L’allevamento non è particolarmente difficile, se si presta però costante attenzione a igiene e areazione. Pare che larve siano infatti sensibili agli attacchi batterici; a tal proposito è preferibile avitare di toccarli con le mani.
Per i primi due stadi, dove i bruchi sono strettamente gregari, possono andar bene piccoli contenitori in plastica, come ad es. vaschette ad uso alimentare.
E’ sconsigliato procurare dei fori di areazione al coperchio, in quanto l’aria che vi è all’interno è più che sufficiente ai piccoli bruchi. Eviteremo inoltre la possibilità di disidratazione delle minuscole larve e il veloce appassimento delle foglie della nutrice.

I bruchi iniziano a nutrirsi dopo qualche ora dalla nascita. Le foglie somministrate dovranno essere tagliate a striscioline di mezzo cm, per facilitare le larve nel nutrirsi. Inoltre, l’odore della linfa scaturito dai tagli sarà un ulteriore incoraggiamento a mangiare.
Il cibo deve essere cambiato tutti i giorni, eliminando gli avanzi rinsecchiti e fornendone di fresco. Importante è anche l’eliminazione quotidiana delle feci.
Se durante le operazioni di pulizia notate qualche larva immobile sulle foglie non più fresche, non cercate di spostarla in alcun modo, probabilmente si sta apprestando a mutare.
Dalla terza età in poi si vede necessario allevare i bruchi in gabbie di zanzariera perfettamente areate. E’ importante che la densità dei bruchi agli stadi finali sia la più bassa possibile.
Le temperature ideali per l’allevamento delle larve vanno dai 20 ai 25 gradi C.
Di fondamentale importanza è la somministrazione di foglie assolutamente asciutte e il divieto categorico di nebulizzare le larve.




in senso orario: larve al primo stadio, larve al secondo e terzo stadio, larva al quarto stadio

Una volta completata la fase larvale, che si compie attraverso 4 mute e che dura dai 40 ai 60 giorni, i bruchi tessono un bozzolo di seta piuttosto coriaceo. A volte si aiutano avvolgendosi in una foglia.
Purtroppo la mortalità sembra essere piuttosto alta e normalmente il 20-30 % delle larve non arriva alla prima muta.
Il periodo di ninfosi perdura per tutto l’autunno e l’inverno, periodo nel quale i bozzoli vanno mantenuti a temperature di 4-5 gradi costanti. La via più rapida e semplice è quella di alloggiarli all’interno del frigorifero, in una scatolina di cartone.

Sul finire di aprile i bozzoli andranno estratti dal frigo e sistemati in una gabbia, dove sbozzoleranno nel giro di un mese, se tenuti alle temperature domestiche. Un paio di leggere nebulizzazioni settimanali saranno più che sufficienti.
Una volta uscita dal bozzolo (normalmente alla mattina o al primo pomeriggio), la falena cercherà un appiglio e impiegherà qualche ora per distendere ed asciugare le ali. Si tratta di un momento molto delicato nel quale assolutamente non si dovrà disturbare l’animale.



Due esemplari appena usciti dal bozzolo, intenti a distendere ed asciugare le ali


Per stabulare una decina di esemplari adulti è necessaria una gabbia in rete fine tipo zanzariera di almeno 50x40x30 cm. Ovviamente contenitori più spaziosi non faranno che bene, permettendo alle falene anche qualche piccolo volo.
Temperature e umidità casalinghe sono adeguate.

L’accoppiamento è di facile esito, avviene la sera successiva a quella dello sfarfallamento, e dura anche più di 15 ore.



Esemplari in accoppiamento

La deposizione avviene qualche ora dopo la fine dell’accoppiamento e la femmina, di norma, depone per tre-quattro notti consecutive, fino a 150 uova. Queste vengono deposte a gruppi, ma anche singolarmente, su qualsiasi superficie disponibile, e schiudono dopo 12-15 gg.
Sono solito prendere e sistemare in una scatola da scarpe le femmine che si sono accoppiate, in modo tale da rintracciare a prelevare facilmente le uova, ed avere la certezza che queste siano fertili.
I maschi possono accoppiarsi anche 3 o 4 volte prima di morire, mentre le femmine si lasciano andare nel giro di 24-48 ore dalla fine della deposizione.
[Modificato da Arky90 26/02/2011 17:33]
_____________________________________________________
Tropical Gardens
Le mie pagine sulle Orchidee e Piante Tropicali
12/06/2009 23:20
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 233
Post: 233
Ninfa
Cliccando sulle immagini si apre la foto in formato più grande.
[Modificato da fabbbio89 16/11/2010 20:07]
_____________________________________________________
Tropical Gardens
Le mie pagine sulle Orchidee e Piante Tropicali
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:15. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com