Presidenza FIA: vince Todt, perde la Formula 1
Il ribaltone non c'è stato. Jean Todt era il favorito e ha vinto. Sarà lui il nuovo presidente della Federazione Internazionale dell'Automobile: batte Ari Vatanen 135 voti a 49, confermando in pratica le percentuali di gradimento calcolate alla vigilia delle elezioni. Cosa cambia per la FIA? Assolutamente nulla, perché Todt manterrà invariato il sistema che dal 1991 ha caratterizzato la gestione di Max Mosley.
Continuità istituzionale, ma anche metodi autoritari e potere accentrato a Parigi, fondamentalmente nelle mani degli stessi soggetti del regime di Mosley. Vatanen invece proneva uomini nuovi e riforme a iosa, dalle finanze alla forma di governo. Ma non aveva i favori che Mosley, da presidente uscente, è riuscito a garantire a Todt soprattutto nelle ultime due settimane, quando c'erano da convincere gli indecisi delle federazioni asiatiche.
Un punto su cui Vatanen aveva chiesto garanzie alla giustizia francese, per poi desistere proprio su consiglio, ma magari su imposizione, dell'entourage di Mosley.
Nel paddock della Formula 1 i commenti sono pochi. E non è buon segno. Esce allo scoperto solo Michael Schumacher che prima dei voti aveva tirato la volata al suo ex direttore sportivo e che adesso dice: "L'elezione di Todt è un fatto positivo, molto positivo".
Le squadre invece si auguravano per Place de la Concorde qualcuno che non avesse precedenti, "qualcuno - aveva detto John Howett della Toyota - che sia realmente indipendente, da noi e pure in relazione al passato".
Perché è vero che Todt non ha più rapporti con la Ferrari, ma di sue immagini con l'uniforme rossa ne girano ancora troppe. E la Formula 1 di tutto ha bisogno fuorché di nuovi sospetti.