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LE VACANZE DEL PAPA

Ultimo Aggiornamento: 07/08/2010 15:18
05/06/2009 16:00
 
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COMUNICATO DELLA PREFETTURA DELLA CASA PONTIFICIA

Da lunedì 13 a mercoledì 29 luglio il Santo Padre trascorrerà un periodo di riposo in Valle d’Aosta, nella residenza di Les Combes di Introd.

Domenica 19 luglio, alle ore 12, il Santo Padre guiderà la preghiera mariana dell’Angelus in Piazza Ruggia, davanti alla chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Solutore, in Romano Canavese, in diocesi di Ivrea.

Domenica 26 luglio la recita dell’Angelus alle ore 12 avverrà dalla residenza di Les Combes.

Nel mese di luglio vengono quindi sospese le Udienze generali dei mercoledì 15, 22 e 29.

Al rientro dalla Valle d’Aosta, il Santo Padre si trasferisce nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo.

Nel periodo estivo sono sospese tutte le Udienze private e speciali.

Le Udienze generali riprenderanno regolarmente da mercoledì 5 agosto.

Nelle domeniche e nelle solennità del periodo estivo la recita dell’Angelus avrà luogo nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo.







Dal 13 al 29 luglio, il Papa sarà a Les Combes, in Valle d'Aosta, per un periodo di riposo

La Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto oggi che Benedetto XVI trascorrerà un periodo di riposo presso la località valdostana di Les Combes di Introd dal 13 al 29 luglio. Domenica 19, il Papa terrà l’Angelus nella località di Romano Canavese, nella diocesi piemontese di Ivrea. La recita della preghiera mariana avverrà davanti alla chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Solutore. La domenica successiva, 26 luglio, la recita dell’Angelus avverrà invece a Les Combes. Nel mese di luglio vengono sospese le udienze generali dei mercoledì 15, 22 e 29, che riprenderanno regolarmente dal 5 agosto. Nel periodo estivo saranno inoltre sospese tutte le udienze private e speciali. Al rientro dalla Valle d’Aosta, Benedetto XVI si trasferirà nel Palazzo pontificio di Castel Gandolfo, da dove guiderà la recita dell’Angelus domenicale e nelle Solennità.



Radio Vaticana

10/06/2009 01:28
 
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Dal blog di Lella

ASSIEME A PIETRO

Benedetto XVI dal 13 al 29 luglio prossimi sarà a Les Combes di Introd per un periodo di riposo.

Il vescovo di Aosta Anfossi: la sua presenza tra noi, una grande grazia

In Valle d’Aosta le vacanze del Papa


DA ROMA

SALVATORE MAZZA

Tornerà in Valle d’Aosta, Benedetto XVI.
La Sala Stampa della Santa Sede ha infatti confermato ufficialmente ieri che papa Ratzinger trascorrerà il consueto periodo di riposto estivo «nella residenza di Les Combes a Introd, dal 13 al 29 luglio prossimi».
Domenica 19 luglio, alle ore 12, «il Santo Padre – si legge nella nota diffusa dalla Prefettura della Casa pontificia – guiderà la preghiera mariana dell’Angelus in Piazza Ruggia, davanti alla chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Solutore, in Romano Canavese, in diocesi di Ivrea», paese natale del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. La domenica successiva, 26 luglio, invece, «la recita dell’Angelus alle ore 12 avverrà dalla residenza di Les Combes. Nel mese di luglio – prosegue la stessa nota – vengono quindi sospese le Udienze generali dei mercoledì 15, 22 e 29. Al rientro dalla Valle d’Aosta, il Santo Padre si trasferisce nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo.
Nel periodo estivo sono sospese tutte le Udienze private e speciali. Le Udienze generali riprenderanno regolarmente da mercoledì 5 agosto. Nelle domeniche e nelle solennità del periodo estivo la recita dell’Angelus avrà luogo nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo». Per Benedetto XVI quello del prossimo luglio sarà il terzo soggiorno in Valle d’Aosta, dopo quelli del 2005 e del 2006, mentre nel 2007 è stato a Lorenzago di Cadore e, lo scorso anno, a Bressanone, ospite dello stesso Seminario diocesano in cui già s’era recato diverse volte in passato, prima di diventare Papa.
«Siamo molto lieti che il Santo Padre Benedetto XVI ritorni per la terza volta in Valle d’Aosta. – ha detto il vescovo di Aosta monsignor Giuseppe Anfossi –.
Consideriamo il suo soggiorno una grande grazia e ci premureremo di creare tutte le condizioni migliori per assicurare al Santo Padre un sereno periodo di riposo. La comunità – ha aggiunto il presule – ricorda fin d’ora nella preghiera Benedetto XVI e lo ricorderà in modo particolare nella festa dei Santi Pietro e Paolo del prossimo 29 giugno».
Papa Ratzinger risiederà nel piccolo chalet che già conosce, immerso in un parco naturale con una vista che spazia dal Monte Bianco al Monte Rosa, e con alle spalle il parco del Gran Paradiso. Un luogo assolutamente riservato, a cinquecento metri dalla frazioncina di Les Combes, da dove se lo vorrà il Pontefice potrà compiere passeggiate senza dover transitare per luoghi abitati. Lo chalet, che sorge a pochi passi dalla colonia dei salesiani di Torino, è lo stesso che aveva ospitato gli ultimi due – dei dieci totali – soggiorni trascorsi in Valle da Giovanni Paolo II: è una tipica abitazione in legno con il tetto di ardesia, su due piani collegati con una scala e un piccolo ascensore. La camera del Papa è al primo piano, con un balconcino affacciato direttamente sul Bianco, mentre al pianterreno, dal 2005, nel soggiorno è stato messo anche un pianoforte perché Benedetto XVI possa coltivare il suo passatempo preferito. Ad accoglierlo sarà ancora il sindaco Osvaldo Naudin, ospite di tutti e tredici le cosiddette «vacanze papali» che, come sempre, si svolgeranno in modo strettissimamente «privato».
Unici momenti pubblici previsti saranno, come comunicato dalla Prefettura della Casa pontificia, i due Angelus che cadranno nelle domeniche che Benedetto XVI trascorrerà in Valle d’Aosta, con la 'digressione' in Piemonte del 19 in omaggio al suo primo collaboratore. Il 26 invece saranno i fedeli della valle – negli anni scorsi sono stati fino a settemila – a salire fino al campo sportivo confinante con lo chalet, per salutare il Papa all’antivigilia della sua partenza.

© Copyright Avvenire, 6 giugno 2009









Dal blog di Lella

La visita del Papa: “un regalo al Canavese”

di Marco Campagnolo

“Un regalo”. Così nel comunicato stampa diffuso dalla Diocesi di Ivrea, monsignor Arrigo Miglio definisce la visita del Papa il prossimo 19 luglio a Romano: «Grazie Santo Padre – scrive il vescovo eporediese – per volerci regalare un giorno della Sua vacanza».

“Un regalo ai romanesi” ha definito la visita del Papa anche Peleszyk Gacek, parroco della cittadina del cardinal Tarcisio Bertone, ieri, durante la conferenza stampa in Curia, durante la quale si è dato conto delle, fino ad ora, poche cose che si sanno per certo.
«La visita sarà solo a Romano e di massimo qualche ora – ha spiegato il Vicario Generale Don Silvio Faga –. Alle 12 il Santo Padre terrà l’Angelus in mondo visione. Prima dell’arrivo del pontefice sarà il Segretario di Stato Cardinal Bertone a celebrare la santa Messa per i propri concittadini, alle 10 e dallo stesso palco che occuperà poi Benedetto XVI. Ci auguriamo che anche la messa del ”nostro” Bertone venga trasmessa in diretta».
Il Papa arriverà da Aosta in elicottero, ma ancora non si sa a che ora con precisione, ne’ dove atterrerà. Anche il percorso per arrivare di fronte alla Chiesa parrocchiale non è ancora certo, anche se, si faceva notare ieri, che non essendo Romano una metropoli non sono poi tante le alternative.
E anche se una buona parte dell’organizzazione dell’evento sarà di competenza degli organi centrali (Vaticano e, per la sicurezza, l’Ispettorato della Polizia presso la Santa Sede) anche la macchina organizzativa locale si appresta a mettersi in moto. Il Vicario generale ha infatti assicurato che entro la prossima settimana si insedierà il Comitato organizzatore. Attualmente, a differenza di quanto è stato pubblicato su alcuna stampa locale lo scorso lunedì, non sono ancora stati decisi i componenti, che è però presumibile includeranno i vertici della Diocesi, del Comune e della Pubblica Sicurezza locale.
Ma anche se la soddisfazione di avere nuovamente un Papa in Canavese (dopo la storica visita di Giovanni Paolo II nel 1990) era ieri palpabile in Diocesi, nessuno si nascondeva le difficoltà di questo incontro.
«La visita – spiegava ieri don Faga – non è una visita alla Diocesi, ma alla parrocchia di Romano, come segno di stima e di affetto verso il cardinal Bertone». Questo significa che l’Angelus verrà recitato di fronte alla chiesa parrocchiale, in una piazza che potrà contenere pochi fedeli.
«Non sappiamo ancora come potremo organizzarci – è stato annunciato -. Probabilmente sarà necessario predisporre dei maxi-schermi in altre piazze. Ma sicuramente dovremo creare una sorta di “servizio prenotazione” per sapere quante sono e chi sono le persone che vorranno assistere. Non è ancora ufficiale, ma quasi sicuramente per fare questo “censimento” ci appoggeremo direttamente alle parrocchie».
La Diocesi chiederà comunque a tutti i parroci di non celebrare le messe di mezza mattina la domenica della visita, in modo tale che chi ha il desiderio di essere presente, sacerdoti in primis, possa esserlo.
Per quanto riguarda i costi della visita alla Diocesi ci tengono a precisare che non saranno alti: «Non occorrono molte cose. La spesa maggiore sarà la costruzione del piccolo palco necessario per Messa e Angelus – ha spiegato il Vicario -. Come Diocesi non abbiamo intenzione di spendere tanti soldi, tanto più che in questo periodo non sarebbe proprio il caso».

www.localport.it/eventi/notizie/notizie_espansa.asp?N=47142

12/07/2009 16:18
 
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«Che emozione incontrare il Papa sui nostri monti»

L'intervistaIl sindaco di Les Combes «Tutto pronto per l'arrivo di Ratzinger»



Non mi aspettavo un Papa montanaro. Come tanti, lo ritenevo inavvicinabile. Si rivelò invece curioso. Voleva conoscere al gente, la cultura, le tradizioni. Un feeling che è durato anni e che si è consolidato nel tempo. Le montagne della Valle d'Aosta gli facevano sobbalzare il cuore come i monti Tatra. Le montagne - disse una volta Giovanni Paolo II - sono una sfida: Osvaldo Naudin racconta il grande Papa con la voce increspata dall'emozione. Da trent'anni è primo cittadino di Introd, un pugno di case (610 abitanti) a mille metri di altezza e una frazione, Les Combes, (1300 metri), che ospiterà, a partire dal 13 luglio fino al 29 luglio, un altro Papa. Per dieci volte Giovanni Paolo II e per la terza volta Benedetto XVI. Sulle dita di una mano sola gli appuntamenti ufficiali, come l'Angelus recitato a Romano Canavese il 19 luglio, paese natale del Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone e il 26 luglio a Les Combes; incontro col clero per ricordare sant'Anselmo d'Aosta. Un «Vaticano fra le Alpi» o ad alta quota, di rara, commovente bellezza. I massicci del Bianco, del Rosa, del Gran Paradiso, le vallate che si perdono nei ghiacciai, le morene e le mulattiere, gli alpeggi, le edicole votive e le cappelline. Naudin è uomo di poche parole e di profondi silenzi. Pensionato, è presidente della Comunità del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Ma non sta nella pelle, ora che il mondo punterà di nuovo (e inaspettatamente) i riflettori su di lui e sulla sua comunità. Caro sindaco, chi invitò per la prima volta Giovanni Paolo II in Valle d'Aosta ? «Nel 1986 il Papa venne in visita pastorale da noi e fu subito colpito dalla bellezza della natura. La guardava come se esprimesse una teologia della montagna. Il Papa mistico e il riposo d'alta montagna. E poi la riservatezza come tratto distintivo dell'accoglienza valdostana. Nel 1989 il sopralluogo fu fatto dal segretario del Papa, monsignor Stanislao Dziwisz, dal capo della vigilanza vaticana, il commendator Camillo Cibin e da Alberto Maria Carreggio, oggi vescovo di Sanremo. Diverse erano le località candidate e tutte molto più conosciute della nostra come Cogne o la Val d'Ayas». E la scelta cadde su Introd… «Sì, per la tipologia, la scarsa presenza di turisti, due sole strade d'accesso, il panorama mozzafiato, l'isolamento della villetta che avrebbe dovuto ospitare il pontefice». La ricordo perfettamente. Anche se nel 2000 ne avete costruita un'altra. «Non a grande distanza dalla prima. Sul terreno dei salesiani. L'abbiamo fatta costruire a tempi record. È un pianterreno col sottotetto. Ottanta metri quadrati. Al piano terra la cucina, un salotto e due camere da letto per le suore o, nel caso di Papa Benedetto, per le laiche consacrate che l'accudiscono. Al secondo piano una cappellina, un soggiorno-studio, servizi e due camere da letto: una per il Papa, l'altra per il segretario particolare, monsignor Georg Ganswein». Quando c'è il Papa, voi lo trattate come un vicino di casa. Uno a cui si possono fare dei doni. «I nostri regali sono i frutti della terra. Verdure fresche, frutta, vini della valle. Giovanni Paolo II gustava volentieri la gastronomia locale». Lei cucinava per Giovanni Paolo II? «Il 14 luglio, festa di San Camillo, cucinavo per gli uomini della vigilanza. Papa Wojtyla non disdegnava di farci visita e di partecipare a queste feste familiari e con allegria assaggiava un po' di tutto. Selvaggina, camoscio "in civet", capriolo, lepre, capretto nostrano». La sua specialità? «L'agnello al forno con timo di montagna e genepy e bacche di ginepro selvatiche. Come dolce la mia specialità era la panna montata con grappa locale e succo di fragola». Papa Wojtyla apprezzava i vini? «Specialmente il rosso rubino di Arvier ed il Torret. Poco il bianco. Una volta assaggiò anche carne di stambecco. È proibito cacciarlo, come lei sa. Fu una eccezione, perchè quello stambecco l'avevamo comprato. Il Papa, però, me lo fece subito notare e simpaticamente mi rimproverò di avergli cucinato una carne proibita». Questo singolarissimo legame d'amicizia e di affetto è proseguito anche a Roma… «Giovanni Paolo II non ci ha mai negato un'udienza in Vaticano. E così, io e il mio Consiglio Comunale, quasi come Capi di Stato, venivamo ricevuti nel suo appartamento nel Palazzo Apostolico ed avevamo il privilegio di partecipare alla messa che celebrava nella cappella privata». C'è una battuta che non ha dimenticato? «Atterrato in elicottero sotto il diluvio una volta mi disse: Stesso Papa, stesso sindaco. Io sono arrossito mentre lui rideva divertito». Gli avete anche dedicato un museo? «Lui ancora vivente. Nel 1996 ha inaugurato il "Museo Giovanni Paolo II" a Les Combes. Era un omaggio affettuoso. Lettere, francobolli, regali che facevamo al Papa globe-trotter, e che lui ci spediva su, perché quel museo fosse qualcosa di vivente, si arricchisse sempre di più. Nei suoi pensieri c'erano i problemi e i drammi del pianeta. Oso pensare che un piccolissimo spazio fosse occupato anche da noi». L'ha visto per l'ultima volta nel 2004 «Papa Wojtyla sembrava consapevole che sarebbe stata l'ultima. Così come l'ultimo sguardo fu per la catena di montagne del Grand Jorasses. È una vacanza che mi è rimasta impressa nell'animo. Anch'io ho vegliato, con una folla sterminata, in Piazza San Pietro. Era il primo aprile 2005. Il giorno dopo sarebbe salito in cielo». «A contatto con la montagna, la persona ritrova la sua giusta dimensione, si riscopre creatura piccola ma al tempo stesso unica, capace di Dio perché interiormente aperta all'Infinito». È una frase dell'Angelus pronunciato da Benedetto XVI a Les Combes. Era il 17 luglio 2005. Era il secondo Papa della sua vita da sindaco. «Mah, vede. Ci piace pensare che Benedetto XVI a Les Combes voglia sentire ancor di piu' la vicinanza di Giovanni Paolo II» Come è stato il primo incontro? «Era un Papa serio, composto, concentrato. Poi, pian piano, si è sciolto e si è dimostrato sensibile e gentile. È stato per noi una grande sorpresa. Nel 2007 Benedetto XVI ha trascorso le sue vacanze a Lorenzago di Cadore, nel 2008 a Bressanone. Sembravamo tagliati fuori, non ci siamo però persi d'animo e siamo tornati alla carica. "Non arrendetevi" ci hanno detto il segretario, monsignor Georg, e il capo della vigilanza vaticana, Domenico Giani. Ho capito che c'era qualche speranza. Nell'aprile di quest'anno l'annuncio del vescovo di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi, che il Papa sarebbe tornato da noi». Come vi siete preparati? «Sappiamo che il Santo Padre, a differenza del suo predecessore, fa brevi camminate attorno alla sua villetta. All'imbrunire, quando la natura imbevuta di luce si prepara al riposo. È un momento magico. Gli abbiamo sistemato i sentieri fra i boschi. Abbiamo dato una mano al restyling della natura che Benedetto XVI sente come tempio di Dio». È un intellettuale, Joseph Ratzinger. Non la spaventa un po'? «Un grande intellettuale che apprezza le parole dette col cuore e con semplicità. È un Papa che sa cogliere ogni sfumatura, che sa essere anche Papa di popolo». Cosa vorrebbe dirgli? «Che il mondo ha bisogno di lui. E la sua terza enciclica ne è la dimostrazione. Ha trascorso un anno complicato e difficile. Ha diritto ad un pontificato sereno».


iltempo.ilsole24ore.com

13/07/2009 01:22
 
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Il Pontefice inizierà questo lunedì le sue vacanze sulle Alpi
Tornerà a Castel Gandolfo il 29 luglio


CITTA' DEL VATICANO, domenica, 12 luglio 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI inizierà questo lunedì le sue due settimane di vacanze annuali, nella località di Les Combes di Introd, in Valle d'Aosta.

Prima di lasciare Roma, questa domenica il Pontefice ha chiesto ai pellegrini riuniti in Piazza San Pietro per recitare l'Angelus di accompagnarlo con la preghiera in questi giorni.

"La preghiera non conosce distanze e separazioni: dovunque siamo, essa fa di noi un cuore solo e un'anima sola", ha spiegato parlando dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano.

"A proposito di partenze, colgo l'occasione per ribadire ancora una volta il dovere per tutti della prudenza nella guida e del rispetto delle norme del codice stradale. Una buona vacanza inizia proprio da questo!", ha aggiunto.

Durante le sue vacanze, il Papa ha programmato almeno due incontri pubblici.

Domenica 19 luglio, alle 12.00, guiderà la preghiera mariana dell'Angelus in Piazza Ruggia, davanti alla chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Solutore, a Romano Canavese, nella Diocesi di Ivrea.

Domenica 26 luglio la recita dell'Angelus alle 12.00 avverrà dalla residenza di Les Combes.

Al rientro dalla Valle d'Aosta, il 29 luglio, il Santo Padre si trasferirà nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, dove trascorrerà il resto dell'estate.

"La Diocesi di Aosta e tutta la Comunità valdostana accolgono con gioia il ritorno di Sua Santità Benedetto XVI in mezzo a noi. Cercheremo di preparare tutto quello che dipende da noi affinché le sue vacanze siano serene e gli permettano un autentico 'periodo di riposo'", ha dichiarato il Vescovo locale, monsignor Giuseppe Anfossi.

"Per tutti i Valdostani la presenza del Papa è un grande onore, per i credenti rappresenta un momento di grazia", ha aggiunto.

13/07/2009 16:05
 
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PERIODO DI RIPOSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI A LES COMBES DI INTROD (VALLE D’AOSTA)

Da oggi, lunedì 13 luglio a mercoledì 29 luglio, il Santo Padre si trasferisce nella residenza di Les Combes di Introd in Valle d’Aosta, per un periodo di riposo.







Il Papa a Les Combes in Valle d'Aosta. Affetto, fiori e poesie per salutare l'arrivo di Benedetto XVI: "Sarà un periodo di riposo e lavoro"


Un’ora di aereo e mezz’ora circa di elicottero hanno proiettato questa mattina Benedetto XVI dal panorama vaticano a quello, superbo, del massiccio del Monte Bianco, che domina sulla piccola località montana di Les Combes. Qui, il Papa trascorrerà un soggiorno di riposo di due settimane, che si concluderà il 29 luglio. Dopo una sosta di mezz’ora all’aeroporto di Torino-Caselle, il Papa ha fatto il suo arrivo in elicottero verso le 12.40, accolto dal vescovo di Aosta, Giuseppe Anfossi, e da Osvaldo Naudin, sindaco di Introd, nel cui territorio comunale si trova la frazione di Les Combes. Grande festa della popolazione locale e consueto, nutrito, contorno di giornalisti hanno fatto da cornice al primo contatto di Benedetto XVI con i valligiani, dopo due anni di assenza. Salvatore Mazza, inviato a Les Combes del quotidiano Avvenire, racconta questi primi istanti al microfono di Alessandro De Carolis:

R. – E’ stata un’accoglienza molto calorosa: c’erano, come sempre, tutti i vicini di casa del Papa ad aspettarlo ed è stato anche salutato dai bambini dell’asilo comunale di Introd con una poesia e con un mazzo di fiori. Insomma, c’era un’atmosfera di grandissima festa e contentezza. Poi una persona, non appena è atterrato, gli ha chiesto: “è contento di essere tornato?”. E lui ha risposto: “certamente, è sempre tutto molto bello, altrimenti non sarei tornato”.


D. – Il soggiorno in montagna è un fatto privato del Pontefice ma è anche, inevitabilmente, un evento mediatico. Non sono mancate, neanche quest’anno, all’arrivo del Papa, le domande dei giornalisti anche sull’attualità internazionale più stretta…


R. - Gli è stato chiesto cosa pensasse del G8 che si è concluso qualche giorno fa ed il Papa ha detto: “mi sembra che sia andato tutto molto bene” e non ha aggiunto altro. Poi gli è stato chiesto come saranno queste vacanze e lui ha risposto dicendo che “saranno vacanze di riposo e anche un po’ di lavoro, ma soprattutto riposo”. E’ un po’ il senso di questi soggiorni estivi, che ormai dal 1987 scandiscono le estati dei Pontefici.


D. – Quanti giornalisti sono presenti in questo momento a Les Combes?


R. – Mi sembra ci fossero una quarantina di testate tra carta stampata e televisioni locali e nazionali. Sicuramente ne arriveranno poi altri in occasione dei momenti pubblici, quali le visite, l’Angelus a Romano Canavese e quello del 26 che celebrerà qui a Les Combes.


D. – Ci sono novità nella zona rispetto all’ultima vacanza che il Papa ha fatto a Les Combes?


R. – Direi di no. Il posto è sempre lo stesso: in questa casetta immersa in mezzo ad un parco naturale, a due passi dalla colonia dei Salesiani, dove il Papa conduce queste sue giornate in maniera molto privata e ritirata. Il paesino di Les Combes è a circa 500 metri ed è sempre tutto molto bello.


D. – Com’è stata organizzata la vigilanza nell’area dello chalet che ospiterà Benedetto XVI?


R. – La vigilanza è sempre molto intensa ma anche molto discreta, nel senso che da fuori non si vede nulla. Si sa che sono impegnate circa 300 persone tra polizia, carabinieri, guardie forestali ed altri corpi. Ma ripeto, è una cosa comunque molto discreta, praticamente invisibile dall’esterno ed anche questo è un modo per proteggere la privacy del Papa senza farne una cosa invadente o invasiva per il territorio.


“E’ un posto bellissimo”, ha detto questa mattina al suo arrivo Benedetto XVI, che ritrova dunque dopo due anni la splendida cornice naturale dello chalet di pietra e legno tra i boschi di Les Combes. Ma è anche la comunità della piccola frazione valdostana che ritrova il Papa, per circondarlo con la consueta discrezione di chi per ben 13 volte ha avuto il privilegio di custodire il soggiorno di un Pontefice romano. Un’attitudine, quasi, secondo il pensiero del vescovo di Aosta, Giuseppe Anfossi, intervistato da Alessandro De Carolis:

R. - E’ molto semplice: il nostro popolo è un popolo che non corre e non si affanna e neppure va a disturbare. Credo che l’atteggiamento fondamentale sia questo: se il Papa gradisce venire da noi - e in un certo senso lo sceglie perché sa che qui trova il riposo e delle condizioni molto favorevoli - ben venga. Da parte mia, ho chiesto che ci fosse una grande partecipazione il giorno dell’Angelus e che ci fosse poi negli altri tempi un grandissimo rispetto nei suoi confronti. Questo è l’atteggiamento, credo, fondamentale di non approfittare della sua presenza. L’aspetto spirituale e misterico dovrebbe prevalere.


D. - A questo proposito, eccellenza, ieri congedandosi da Roma, da Piazza San Pietro, il Papa ha detto che raggiungeva Les Combes con nel cuore un desiderio di preghiera. Le sue parole sono state: “La preghiera non conosce distanze e separazioni: dovunque siamo, essa fa di noi un cuore solo e un anima sola”. Che eco hanno avuto in lei queste parole?


R. - Molto positiva, perché nel messaggio che io ho dato alla mia diocesi mettevo in evidenza che lo sguardo del credente è molto preciso, va al livello interiore dei problemi, delle persone, non fa politica, e dunque la preghiera con cui noi l’avremmo accompagnato era la più evidente reazione che noi potevamo attenderci. Però, poi, ho detto che certo anche la persona è importante: sia la figura umana del Santo Padre, sia la sua delicatezza nel rapporto umano. Per esempio, con me lui è molto delicato. Quando lo rividi la seconda volta, mi chiese notizie sulla salute della mia mamma: dopo un anno, non so proprio riuscire a capire come potesse conservare questa memoria. Inoltre, se vogliamo dire della sua statura, in modo particolare di pensatore, l’ultima Enciclica lo dimostra: il livello è molto alto. Anche le sue attenzioni sia all’Africa che ad Israele lo dimostrano. Mi sembra che guardare alla sua statura sia fondamentale per conservare stima e fiducia.



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Il Papa in Valle d'Aosta: vacanze e “un po' di lavoro”
Giorni di riposo, passeggiate, preghiera, lettura e scrittura



AOSTA, lunedì, 13 luglio 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI è giunto questo lunedì a Les Combes di Introd, in Valle d'Aosta, per un periodo di vacanza e “un po' di lavoro”, come ha spiegato egli stesso.

Il Papa, che rimarrà nella località delle Alpi fino al 29 luglio, si è recato in aereo da Roma a Torino per poi trasferirsi in elicottero alla residenza, una casa di montagna di proprietà dei Salesiani in cui ha già alloggiato nel 2005 e nel 2006 e che spesso ha accolto anche Giovanni Paolo II.

Il Pontefice è stato ricevuto dal Vescovo di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi, dal sindaco di Introd, Osvaldo Naudin, dai vicini e dai bambini della scuola di Introd, che gli hanno dedicato una poesia e consegnato un mazzo di fiori.

Sul luogo si trovavano anche circa quaranta giornalisti, ai quali il Papa ha detto che “saranno vacanze di riposo e anche un po’ di lavoro, ma soprattutto riposo”.

Gli è stato chiesto anche cosa pensa del G8, celebrato nei giorni scorsi a L'Aquila, e il Pontefice ha risposto: “Mi sembra che sia andato tutto molto bene”.

La casa in cui alloggia Papa, in pietra e legno, è situata a 1.200 metri di altezza e dalle finestre si può vedere il Monte Bianco, la vetta più alta d'Europa.

In questo periodo il Papa potrà dedicarsi alla lettura e alla scrittura, soprattutto potrebbe procedere nella redazione del secondo volume del suo libro “Gesù di Nazaret”.

Quest'occupazione, così come la cura degli affari più urgenti del governo della Chiesa, verrà armonizzata con alcune passeggiate nei sentieri delle montagne più vicine, sotto i duemila metri, in cui in genere recita il Rosario.

Nella casa è stato collocato anche un pianoforte perché possa eseguire alcuni dei suoi pezzi preferiti, soprattutto di Mozart.

Il resto del tempo verrà dedicato alla preghiera e a ricevere i suoi collaboratori e qualche vecchio amico. La domenica il Papa avrà incontri pubblici con i fedeli in occasione dell'Angelus.

Al suo ritorno da Les Combes, Benedetto XVI si recherà direttamente alla residenza papale di Castel Gandolfo, a circa trenta chilometri da Roma, dove trascorrerà il resto dell'estate.

L'anno scorso il Papa ha scelto per le vacanze estive Bressanone, in Trentino Alto Adige. Nel 2007 era stato a Lorenzago, in Cadore.







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Prosegue il riposo di Benedetto XVI a Les Combes, primo mercoledì della pausa estiva senza udienza generale


Il terzo giorno di permanenza di Benedetto XVI tra le montagne valdostane di Les Combes scorre tranquillamente. Il Papa riposa lontano dalla folla che, specie ogni mercoledì - come oggi - si riversava fino a una settimana fa in Piazza San Pietro per ascoltare le catechesi dell’udienza generale. Per uno sguardo alla storia e all’attualità di questo tradizionale appuntamento del Papa con i fedeli di tutto il mondo, il servizio di Alessandro De Carolis:

Fu Pio XII a “inventare” un’udienza che fosse abitualmente aperta ai fedeli - in Piazza San Pietro o altrove - e nella quale sviluppare un tratto del suo magistero. La prima catechesi della storia conservata nell’archivio web della Santa Sede è del 26 aprile 1939, un mese e mezzo dopo la sua elezione, avvenuta il 2 marzo. Quasi tutte le catechesi di quell’anno furono incentrate sul matrimonio, l’amore coniugale e la famiglia: un insegnamento ben diverso da quello che Benedetto XVI ha sviluppato nelle 22 udienze generali dall’inizio del 2009, durante le quali - il 4 febbraio scorso - ha concluso il suo quarto ciclo catechetico, di 20 incontri, dedicato all’Apostolo Paolo.


Il recente volume della Libreria Editrice Vaticana, che raccoglie le catechesi paoline dell’attuale Pontefice, è il sesto libro di quel più ampio progetto magisteriale perseguito da Benedetto XVI, sin dagli inizi del suo accesso al Soglio petrino. Dopo il primo ciclo sui Salmi e i Cantici delle Lodi e dei Vespri, terminato nel febbraio 2006, dal secondo ciclo in qua Benedetto XVI ha approfondito dapprima le figure e la missione degli Apostoli, fino al febbraio 2007, quindi - nel terzo ciclo - si è soffermato con le sue meditazioni sulla prima e la seconda generazione nella Chiesa successiva ai Dodici, concludendolo nel giugno 2008.


Dopo la già citata parentesi su San Paolo, il Papa ha idealmente riannodato il filo delle sue meditazioni con un quinto ciclo - avviato l’11 febbraio di quest'anno, dedicato ai grandi Scrittori della Chiesa di Oriente e di Occidente del tempo medioevale, che presenta importanti figure come i Santi Cirillo e Metodio, Giovanni Damasceno, San Bonifacio. Com’è noto, poi, l’udienza generale è anche l’occasione per il Papa di riflettere con i fedeli sulle tappe più importanti del Pontificato: Benedetto XVI lo ha fatto riservando alcune catechesi del 2009 ai resoconti sui viaggi apostolici in Africa e Terra Santa, all’Anno sacerdotale, ai tratti salienti della sua terza enciclica, Caritas in veritate, l’ultimo impegno prima della pausa in Valle d’Aosta.



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16/07/2009 01:44
 
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Le vacanze di Benedetto XVI tra natura, musica e libri
Sempre al corrente su quanto accade nel mondo



CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 15 luglio 2009 (ZENIT.org).- I messaggi che Benedetto XVI ha indirizzato in questi giorni sugli attentati in Iraq e in Afghanistan mostrano come il Papa rimanga al corrente degli avvenimenti mondiali anche mentre si trova in vacanza sulle Alpi.

Il Pontefice trascorre questo periodo di riposo in mezzo alla natura tra musica e libri, come ricorda “L'Osservatore Romano”.

Il Papa è giunto questo lunedì a Les Combes, nel municipio di Introd, in Valle d'Aosta, dove rimarrà – per la terza volta e fino al 29 luglio – nella casa dei Salesiani, immersa nel bosco.

Il Vescovo di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi, ha spiegato che la popolazione è molto contenta per la presenza del Papa dopo due estati di assenza e spera di vederlo nella recita dell'Angelus domenica 26 luglio.

“La gente è felice per il solo fatto che sosterà qui”, ha affermato.

Il suo arrivo è stato molto discreto, solo con “saluti di cortesia, come si conviene quando arriva in casa un ospite gradito al quale si presenta semplicemente la famiglia”, ricorda il quotidiano vaticano.

“Non abbiamo preparato cose speciali o eclatanti. Vogliamo rispettare il suo riposo. Lo incontreremo se lui vorrà e quando vorrà”, ha aggiunto il Vescovo, che fa parte della famiglia spirituale del beato Charles de Foucauld.

Monsignor Anfossi ha anche sottolineato che Benedetto XVI ama la natura e ha a cuore la questione ecologica.

L'Enciclica Caritas in Veritate, ad esempio, contiene un importante appello per la salvaguardia della creazione.

Nella casa di Les Combes, il Pontefice dispone anche di un pianoforte, collocato per Giovanni Paolo II quando anch'egli vi trascorreva le vacanze, e di una biblioteca molto fornita.

Oltre ai due Angelus – a Romano Canavese, luogo di nascita del Cardinal Bertone, Segretario di Stato, e a Les Combes –, il Papa incontrerà i sacerdoti, le persone consacrate e i rappresentanti dei laici della Diocesi di Aosta durante il suo soggiorno sulle Alpi.

Come ha fatto spesso Giovanni Paolo II, Benedetto XVI alloggia in una casa dei Salesiani, per cui ha ricevuto anche il benvenuto del rettor maggiore di questa famiglia religiosa, il sacerdote messicano Pascual Chávez.

Padre Chávez ha presentato al Papa la comunità salesiana locale, dicendogli che a Les Combes è a casa sua e che i Salesiani lo accompagnano con la preghiera.

17/07/2009 17:44
 
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Il Papa sottoposto a intervento per la riduzione della frattura al polso destro, accusata dopo una caduta nello chalet di Les Combes. Le sue condizioni sono buone


Ha suscitato dispiacere e un’immediata ondata di solidarietà la notizia dell’infortunio occorso questa mattina a Benedetto XVI, durante il suo periodo di riposo estivo a Les Combes, in Valle d’Aosta. In seguito a una caduta "accidentale" nello chalet che ne ospita il soggiorno in montagna, il Papa ha riportato una frattura al polso destro che in tarda mattinata è stata sottoposta, dopo gli esami radiologici del caso, a una riduzione da parte dei sanitari dell’ospedale di Aosta. I particolari nel servizio di Alessandro De Carolis:


E’ stata una caduta "accidentale" e non dovuta a un malore, avvenuta questa notte nella sua camera, a causare la frattura al polso destro che ha costretto Benedetto XVI a interrompere il suo soggiorno in montagna e a trasferirsi, verso le 9.45, all’ospedale “Umberto Parini” di Aosta. I sanitari lo hanno sottoposto agli accertamenti clinici del caso e, successivamente, a un intervento di ricomposizione, condotto in anestesia locale dall'equipe guidata dal primario ortopedico dell'Umberto Parini, il dott. Manuel Mancini. Accanto al Papa, anche il suo medico personale di fresca nomina, il dott. Patrizio Polisca, che ha emesso al termine dell'intervento un comunicato definendo "buone" le condizioni generali del Pontefice e ribadendo che a breve potrà "tornare alla sua residenza". Il dott. Polisca è entrato anche nel merito, spiegando che Benedetto XVI è stato sottoposto "ad intervento di riduzione e osteosintesi in anestesia loco-regionale, con applicazione di tutore gessato".

La notizia dell’infortunio - subito diffusa dai media in un continuo rimbalzare di voci - era stata confermata in mattinata dal direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, il quale ha precisato che Benedetto XVI prima di raggiungere l’ospedale di Aosta ha comunque potuto celebrare Messa e fare colazione. Quindi, successivamente, aveva aggiunto:


“L’intervento compiuto per la riduzione della frattura è andato bene e nel pomeriggio si può prevedere che il Papa rientri a Les Combes. Poi ciò che riguarda il programma successivo, si spera possa essere conservato”.

A seguire ora per ora il corso degli eventi è stato, fra gli altri giornalisti presenti ad Aosta, l’inviato del quotidiano Avvenire, Salvatore Mazza, che descrive al microfono di Luca Collodi la reazione degli abitanti del capoluogo:

“Si è raccolta parecchia gente qui, fuori dell’ospedale, e appena si è sparsa la notizia ha cercato di capire come stesse il Papa. Sono ancora qui fuori in attesa. Per una volta, la preoccupazione per il Papa ha avuto il sopravvento sulla discrezione che ha sempre accompagnato i soggiorni del Papa in Valle d’Aosta. Diciamo che c’è stato un moto di affetto molto evidente e molto spontaneo”.


Da esponenti istituzionali italiani, al presidente della Regione Valle d'Aosta, Augusto Rollandin, al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, la mattinata ha visto anche l’intrecciarsi di dichiarazioni di auguri all’indirizzo del Papa per una sua pronta ripresa. Tra i più colpiti è stato il vescovo di Aosta, mons. Giuseppe Anfossi, che cinque giorni fa aveva dato affettuosamente al Pontefice il suo benvenuto a Les Combes. Ecco le sue parole al nostro microfono:

R. - Ho un sacerdote che è incaricato di seguire le vacanze del Papa. Mi ha avvertito con quella sofferenza che colpisce le persone amiche. Quando noi diciamo di voler bene al Papa, è una cosa che sentiamo profondamente, soprattutto avendo l’ospite qua come un parente.


D. - Da parte sua e da parte anche della diocesi che lei guida, qual è l’augurio che rivolgete in questo momento a Benedetto XVI?


R. - Soprattutto di guarire. Le vacanze sono forse anche un buon momento per affrontare una piccola difficoltà di salute, ma lui sappia che noi gli siamo vicini nel più grande rispetto per il modo con cui lui vorrà occupare il suo tempo a disposizione.



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18/07/2009 01:44
 
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Il Papa, operato al polso, torna a Les Combes
Il medico ritiene che in un mese recupererà ogni movimento



CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 17 luglio 2009 (ZENIT.org).- A metà pomeriggio di venerdì, Benedetto XVI ha fatto ritorno alla casa di Les Combes dove sta trascorrendo le vacanze, dopo essersi sottoposto a un'operazione di riduzione della frattura alla mano destra, procuratasi questa notte con una caduta nella sua stanza.

All'uscita dall'ospedale Umberto Parini di Aosta, il Papa ha sorriso e ha salutato con il braccio sinistro i giornalisti, tra gli applausi dei presenti.

Secondo un comunicato emesso dal medico personale del Papa, il dottor Patrizio Polisca, “il Santo Padre, cadendo accidentalmente nella Sua residenza, ha riportato una frattura scomposta del polso destro”.

“E' stato perciò sottoposto ad intervento di riduzione e osteosintesi in anestesia loco-regionale”.

Il breve comunicato spiega che “le condizioni generali del Santo Padre sono buone”.

Secondo quanto ha confermato il direttore sanitario dell'ospedale, Pierluigi Berti, la caduta del Papa è stata accidentale e le prove mediche alle quali è stato sottoposto permettono di escludere che il Pontefice sia scivolato a causa di uno svenimento.

L'operazione è stata realizzata da Amedeo Emmanuel Mancini, responsabile di traumatologia dell'ospedale valdostano, che ha assicurato che Benedetto XVI potrà tornare a utilizzare normalmente la mano tra un mese.

“La frattura è stata riallineata”, ha spiegato, indicando che con un trapano “sono stati inseriti dei fili di metallo per tenere il polso in posizione. È stato poi applicato un apparecchio di immobilizzazione in vetroresina, che ha le stesse funzioni di un gesso, e che Benedetto XVI dovrà tenere per circa trenta giorni”.

Secondo Mancini, il Pontefice non avrà problemi a recuperare del tutto le funzioni della mano, e “con opportuna terapia riabilitativa potrà molto presto tornare a suonare anche il pianoforte”.

Questo venerdì mattina una dichiarazione di padre Lombardi spiegava che, nonostante la frattura il Papa aveva celebrato la Messa e fatto colazione.

E' stato poi trasferito in automobile all'ospedale di Aosta, dove è arrivato verso le 9.45. Tra le misure di sicurezza, il Vescovo di Roma ha attraversato a piedi il corridoio principale, venendo poi assistito dai medici.

Dopo aver analizzato la situazione della mano e aver sottoposto il Pontefice a un check-up completo, i medici hanno deciso di sottoporlo alla piccola operazione chirurgica.

Benedetto XVI continuerà le sue vacanze sulle Alpi com'era previsto fino al 29 luglio.

18/07/2009 16:01
 
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Il Papa prosegue serenamente il suo riposo a Les Combes, dopo la frattura al polso subita ieri. Confermati tutti gli impegni


Una notte tranquilla e una prima parte di giornata trascorsa serenamente: è quanto vissuto nelle ultime ore da Benedetto XVI, dopo la caduta accidentale di ieri nello chalet di Les Combes, che gli ha procurato una frattura al polso destro e lo ha costretto a una degenza di alcune ore all’Ospedale Parini di Aosta, dove i sanitari hanno provveduto a ridurre la frattura e ad applicargli un tutore gessato. Il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, ha confermato che il soggiorno del Pontefice in Valle d’Aosta proseguirà come da programma, a partire dalla recita dell’Angelus di domani a Romano Canavese, città natale del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Il servizio di Alessandro De Carolis:

La “routine” della vacanza non ha subito sostanziali modifiche. Per Benedetto XVI, che ieri si è congedato dall’Ospedale di Aosta con il sorriso e in buone condizioni generali di salute, il giorno successivo all’infortunio al polso lo ha visto riprendere sin dal mattino le consuete abitudini dei primi giorni di vacanza - la celebrazione della Santa Messa, la colazione - anche se certamente con qualche inevitabile cambiamento, come spiega il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi:


R. - Il Papa sta imparando a convivere con questa leggera ingessatura e con il polso bloccato che, naturalmente, sono un qualcosa che condiziona un po’ la vita quotidiana. In particolare, condizionano per il Papa lo scrivere a mano, che è la cosa che lui desiderava molto fare in questi giorni e alla quale deve, almeno in certa misura, rinunciare. Nel complesso, però, la situazione è piuttosto incoraggiante: pare che l’incidente si possa considerare concluso.


D. - Questo fa anche pensare che non ci saranno modifiche al programma ufficiale di questi giorni?


R. - Sì, esattamente. Viene confermato l’Angelus domani a Romano Canavese: secondo il programma, il Papa si recherà là in elicottero, celebrerà l’Angelus e poi avrà un pranzo insieme ai parenti del cardinale Bertone e ad altri invitati, e poi rientrerà a Les Combes. E anche nei giorni successivi, il Papa rimarrà a Les Combes, come previsto, e si prevede anche un incontro con i Vespri nella cattedrale di Aosta, venerdì prossimo, e l’Angelus la domenica successiva. Ecco: quindi, tutti gli elementi di programma pubblico che erano stati previsti, sono conservati.


Che Benedetto XVI potesse e avesse l’intenzione di proseguire il suo soggiorno a Les Combes era in qualche modo apparso evidente già al momento dell’uscita dall’ospedale. Quel suo sorriso disteso - cercato con insistenza dagli obiettivi delle telecamere e dei fotografi - e i saluti cordiali ai giornalisti e alle persone radunatisi all’esterno hanno mostrato una grande serenità d’animo da parte del Papa. Solo due dettagli - la porzione di bendatura bianca che fuoriusciva appena dalla manica destra della sua veste talare e l’Anello del Pescatore, simbolo dell’autorità pontificia, passato alla mano sinistra - lasciavano trapelare con discrezione le conseguenze di quanto aveva dovuto subire. Quel sorriso è stato eloquente più di ogni parola e l’inviato di Avvenire in Valle d'Aosta, Salvatore Mazza, descrive il cambiamento avvenuto tra ieri e oggi stato d’animo della gente alla notizia che il Papa resterà a Les Combes:


R. - E’ proprio la classica atmosfera da “la paura è passata”. Tra la gente c’è questo passaparola: “Il Papa resta, non va via. Il programma è confermato”. Insomma, è un’atmosfera molto rilassata. In questa circostanza si è visto veramente quanto affetto ci sia in questa regione per il Papa. L’estrema discrezione con cui questa gente della Valle vive queste vacanze potrebbe far pensare quasi ad una indifferenza. Invece no, è proprio un senso di rispetto profondo per il bisogno del Papa di riposare. E nel momento in cui è nata la preoccupazione si è visto veramente l’amore che questa gente prova per il Papa.


D. - Facciamo un passo indietro: come sono state ieri le ore di attesa, fino a quel sorriso liberatorio del Papa?


R. - La cosa più bella era vedere la gente di Aosta, che si è raccolta attorno all’ospedale, e voleva capire, e anche quando ha capito ha voluto aspettare che il Papa uscisse, saltando il pranzo, restando in piedi, soltanto per vederlo passare, salutarlo, applaudirlo e manifestargli il proprio affetto.


Dalle 10 del mattino alle 16, dunque, Benedetto XVI è stato in modo imprevisto un paziente "speciale" dell’Ospedale Umberto Parini di Aosta. Un paziente che tuttavia non ha voluto - hanno sottolineato le cronache - usare dei suoi privilegi per sveltire la breve degenza, attendendo il suo turno in sala operatoria, scusandosi quasi per il trambusto in qualche modo arrecato, soffermandosi in preghiera o conversando con i sanitari, in attesa di essere sottoposto all’intervento di riduzione della frattura al polso destro. Ora, tra i molti auguri di “pronta guarigione” giunti a Benedetto XVI - tra i quali quello del presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano - spiccano quelli del cardinale Angelo Bagnasco e di tutti i vescovi italiani, che concludono il loro messaggio di “affettuosa vicinanza” con l’auspicio per il Papa di continuare a “ristorarsi e godere della natura creata di Dio”.


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LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS

Da lunedì 13 luglio, il Santo Padre Benedetto XVI si trova a Les Combes (Introd), in Valle d’Aosta, per trascorrere un periodo di riposo.

Oggi, a mezzogiorno, il Papa guida la recita dell’Angelus nella Piazza Ruggia antistante la chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Solutore a Romano Canavese (Piemonte).

Nell’atto di introdurre la preghiera mariana, il Santo Padre pronuncia le parole che seguono:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Sono venuto con grande gioia nella vostra bella città, nella vostra bella chiesa, la città nativa del mio primo collaboratore, cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, con il quale avevo già collaborato anni nella Congregazione per la Dottrina della Fede.

Come vedete, a causa del mio infortunio, sono un po’ limitato nella mia agilità, ma la presenza del cuore è piena, e sono con voi con grande gioia!

Vorrei in questo momento dire grazie con tutto il mio cuore a tutti: sono stati tanti che hanno mostrato, in questo momento, la loro vicinanza, la loro simpatia, il loro affetto per me e hanno pregato per me, e così si è rafforzata la rete della preghiera che ci unisce in tutte le parti del mondo.

Innanzitutto, vorrei dire grazie ai medici e al personale medico di Aosta che mi ha trattato con tanta diligenza, con tanta competenza ed amicizia e – vedete – con successo – speriamo! – finale.

Vorrei dire grazie anche alle autorità di Stato, della Chiesa e a tutti i semplici che mi hanno scritto o mi hanno fatto vedere il loro affetto e la loro vicinanza.

Salutare vorrei poi soprattutto il vostro vescovo, Mons. Arrigo Miglio, e ringraziarlo per le gentili parole piene di amicizia, che mi ha anche insegnato un po’ la situazione storica e presente di questa vostra città. E vorrei ringraziare anche Sua Eccellenza Luigi Bettazzi per la sua presenza. Saluto il Sindaco, che mi ha dato un bellissimo dono, le Autorità civili e militari, saluto il Parroco e gli altri sacerdoti, i religiosi e le religiose, i responsabili delle associazioni e dei movimenti ecclesiali e l’intera cittadinanza, con un pensiero speciale per i bambini, i giovani, le famiglie, i malati, le persone bisognose. A tutti e ciascuno va il mio più vivo ringraziamento per l’accoglienza che mi avete riservato in questo breve soggiorno fra voi.

Questa mattina avete celebrato l’Eucaristia e il Cardinale Tarcisio Bertone vi ha già certamente illustrato la Parola di Dio, che la liturgia offre alla nostra meditazione in questa XVI domenica del Tempo Ordinario. Come il Signore invita i discepoli a ritirarsi in disparte per ascoltarlo nell’intimità, così anch’io vorrei intrattenermi con voi, ricordando che proprio l’ascolto e l’accoglienza del Vangelo hanno dato vita alla vostra comunità cittadina, il cui nome richiama i legami bimillenari del Canavese con Roma. La vostra terra fu ben presto bagnata, come ha detto Sua Eccellenza, dal sangue dei martiri, tra i quali san Solutore – devo confessare che finora non conoscevo il suo nome, ma sono sempre grato di conoscere nuovi Santi Intercessori! – e insieme a San Pietro, l’Apostolo, è titolare della vostra chiesa. Testimonianza eloquente di una lunga storia di fede è la vostra imponente chiesa parrocchiale, che domina una larga parte della terra canavesana, la cui gente è ben nota per il suo amore e il suo attaccamento al lavoro. Attualmente, però, so che anche qui, nella zona di Ivrea, molte famiglie sperimentano una situazione di difficoltà economiche a causa della carenza di occupazioni lavorative. Su questo problema – come ha ricordato anche Sua Eccellenza – sono intervenuto più volte ed ho voluto affrontarlo più approfonditamente nella recente Enciclica Caritas in veritate. Spero che possa mobilitare le forze positive per rinnovare il mondo!

Cari amici, non scoraggiatevi! La Provvidenza aiuta sempre chi opera il bene e si impegna per la giustizia; aiuta quanti non pensano solo a sé, ma anche a chi sta peggio di loro. E voi lo sapete bene, perché i vostri nonni furono costretti ad emigrare per carenza di lavoro, ma poi lo sviluppo economico ha portato benessere e altri sono immigrati qui dall’Italia e dall’estero. I valori fondamentali della famiglia e del rispetto della vita umana, la sensibilità per la giustizia sociale, la capacità di affrontare la fatica e il sacrificio, il forte legame con la fede cristiana attraverso la vita parrocchiale e specialmente la partecipazione alla santa Messa, sono stati lungo i secoli la vostra vera forza. Saranno questi stessi valori a permettere alle generazioni di oggi di costruire con speranza il proprio futuro, dando vita a una società veramente solidale e fraterna, dove tutti i vari ambiti, le istituzioni e l’economia siano permeati di spirito evangelico.

In modo speciale mi rivolgo ai giovani, ai quali occorre pensare in prospettiva educativa. Qui, come dappertutto, bisogna domandarsi quale tipo di cultura vi viene; quali esempi e modelli vengano proposti, e valutare se siano tali da incoraggiarvi a seguire le vie del Vangelo e della libertà autentica. La gioventù è piena di risorse, ma va aiutata a vincere la tentazione di vie facili e illusorie, per trovare la strada della Vita vera e piena.

Cari fratelli e sorelle! In questa vostra terra, ricca di tradizioni cristiane e di valori umani, sono fiorite numerose vocazioni maschili e femminili, in particolare per la Famiglia Salesiana; come quella del Cardinale Bertone, che è nato proprio in questa vostra parrocchia, è stato battezzato in questa chiesa, ed cresciuto in una famiglia dove ha assimilato una fede genuina. La vostra Diocesi deve molto ai figli e alle figlie di Don Bosco, per la loro presenza diffusa e feconda in tutta la zona fin dagli anni in cui era ancora in vita il Santo Fondatore. Sia questo un ulteriore incoraggiamento per la vostra comunità diocesana ad impegnarsi sempre più nel campo dell’educazione e dell’accompagnamento vocazionale. Invochiamo per questo la protezione di Maria, la Vergine Assunta Patrona della Diocesi, Aiuto dei cristiani, Madre amata e venerata in modo speciale nei numerosi santuari a Lei dedicati tra i monti del Gran Paradiso e la pianura del Po. La sua presenza materna indichi a tutti la via della speranza e ve li conduca come la stella che guidò i santi Magi. La Madonna della Stella vegli su voi tutti dal colle che domina Ivrea, il Monte Stella dedicato a Lei e ai Re Magi. Affidiamoci ora con fiducia filiale alla Madonna invocandola con la preghiera dell’Angelus.





Grande folla attorno al Papa per l'Angelus a Romano Canavese. Benedetto XVI ringrazia per la solidarietà ricevuta dopo l'infortunio


Una folla di diverse migliaia di persone ha accolto questa mattina Benedetto XVI a Romano Canavese, cittadina piemontese in provincia di Ivrea, dove il Papa ha presieduto il primo dei due Angelus domenicali che caratterizzano il suo periodo di riposo estivo in montagna. Dopo aver ringraziato i medici e tutti coloro che nei giorni passati lo hanno aiutato, con le cure e la solidarietà, a superare l’infortunio al polso occorsogli venerdì scorso, il Pontefice ha dedicato la riflessione dell’Angelus ai temi della sua ultima Enciclica, Caritas in veritate, invitando a lavorare per un futuro nel quale la società e l’economia siano permeate di “spirito evangelico”. La cronaca nel servizio di Alessandro De Carolis:

Incoraggiamenti e applausi, tanti, a scrosci in qualche momento, quando il braccio destro levato in alto in segno di saluto, e anche a mo' di scherzo, scopriva maggiormente la porzione di gesso che da due giorni gli protegge la frattura al polso. E’ accaduto così, poco prima delle 12, quando Benedetto XVI è giunto a Romano Canavese ed è entrato nella chiesa monumentale che dal 1843 domina Piazza Ruggia, oggi affollata come le vie circostanti da migliaia di persone. Quel sorriso con il quale il Papa si era congedato due giorni fa dall’ospedale di Aosta ha preceduto e accompagnato tutta la recita dell’Angelus, soprattutto le prime parole spontanee, dedicate a tutti coloro che, ha detto, lo hanno circondato di affetto e di cure in questi ultimi due giorni:


“Come vedete, a causa del mio infortunio, sono un po’ limitato nella mia agilità, ma la presenza del cuore è piena, e sono con voi con grande gioia! (applausi) Vorrei in questo momento dire grazie con tutto il mio cuore a tutti: sono stati tanti che hanno mostrato, in questo momento, la loro vicinanza, la loro simpatia, il loro affetto per me e hanno pregato per me, e così si è rafforzata la rete della preghiera che ci unisce in tutte le parti del mondo. Innanzitutto, vorrei dire grazie ai medici e al personale medico di Aosta che mi ha trattato con tanta diligenza, con tanta competenza ed amicizia (… ) E vorrei dire grazie anche alle autorità di Stato, della Chiesa e a tutti i semplici che mi hanno scritto o mi hanno fatto vedere il loro affetto e la loro vicinanza”.


Benedetto XVI è giunto in auto nella cittadina piemontese un quarto d’ora prima delle 12, dopo essere atterrato verso le 11.30 a Scarmagno, in elicottero, proveniente da Les Combes. Dopo una breve sosta in preghiera all’interno della chiesa dedicata ai all’Apostolo Pietro e a San Solutore martire, e un saluto festoso ai fedeli che erano radunati all’interno, il Pontefice ha subito sottolineato come la visita alla città fosse un “omaggio” al suo “più stretto collaboratore”, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che a Romano Canavese è nato il 2 dicembre del 1934 e dove questa mattina ha presieduto la Santa Messa. Quindi, in risposta al vescovo di Ivrea, Arrigo Miglio, che lo ringraziava in particolare per il dono della Caritas in veritate, il Papa è subito entrato in argomento affermando che anche una terra che conosce bene il valore del lavoro - perché ha vissuto epoche in cui la sua gente è stata costretta ad emigrare per trovarlo - non deve mai dimenticare che, specie in tempi critici come quelli attuali, la chiave della convivenza sta nella solidarietà e non in una economia di solo profitto:


“Attualmente, però, so che anche qui, nella zona di Ivrea, molte famiglie sperimentano una situazione di difficoltà economiche a causa della carenza di occupazioni lavorative (…) Cari amici, non scoraggiatevi! La Provvidenza aiuta sempre chi opera il bene e si impegna per la giustizia; aiuta quanti non pensano solo a sé, ma anche a chi sta peggio di loro”.


Lungo i secoli, ha proseguito, la “vostra vera forza” sono stati “i valori fondamentali della famiglia e del rispetto della vita umana, la sensibilità per la giustizia sociale, la capacità di affrontare la fatica e il sacrificio, il forte legame con la fede cristiana attraverso la vita parrocchiale e specialmente la partecipazione alla santa Messa”. Ora, ha soggiunto:


“Saranno questi stessi valori a permettere alle generazioni di oggi di costruire con speranza il proprio futuro, dando vita a una società veramente solidale e fraterna, dove tutti i vari ambiti, le istituzioni e l’economia siano permeati di spirito evangelico”.


Auspicando che il contributo della Caritas in veritate “spossa mobilitare le forze positive per rinnovare il mondo”, Benedetto XVI ha rivolto un pensiero particolare ai giovani, ma soprattutto agli adulti che ne hanno la responsabilità educativa:


“Qui, come dappertutto, bisogna domandarsi quale tipo di cultura viene loro proposta; quali esempi e modelli vengano ad essi proposti, e valutare se siano tali da incoraggiarli a seguire le vie del Vangelo e della libertà autentica. La gioventù è piena di risorse, ma va aiutata a vincere la tentazione di vie facili e illusorie, per trovare la strada della Vita vera e piena”.


Nella parte conclusiva della sua riflessione, prima della recita dell’Angelus, Benedetto XVI è tornato, come in parte all’inizio, sulla ricchezza di tradizioni cristiane e di valori umani del Canavese, testimoniate - ha messo in risalto - “dalle numerose vocazioni maschili e femminili”, specie della Famiglia salesiana alla quale appartiene il cardinale Bertone. La vostra terra fu “ben presto bagnata dal sangue dei martiri, tra i quali San Solutore”, ha ricordato il Papa, che ha concluso esortando la comunità diocesana “ad impegnarsi sempre più nel campo dell’educazione e dell’accompagnamento vocazionale”, sotto l’ausilio della Madonna della Stella che veglia dal Monte omonimo che sovrasta Ivrea. Infine, dopo l’Angelus, come previsto Benedetto XVI si è recato a pranzo nella casa natale del cardinale Bertone, dove all’esterno i familiari del porporato, che lo hanno accolto, hanno fatto apporre una targa nella quale si ringrazia con gioia il Papa per la sua visita.



www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2009&videoclip=920&sett...

20/07/2009 15:45
 
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L'incoraggiamento del Papa ai disoccupati: il commento del presidente delle Acli


Vasta eco hanno avuto le parole del Papa ieri all'Angelus a Romano Canavese. In particolare ha suscitato commenti l'incoraggiamento di Benedetto XVI a quanti a causa della crisi si ritrovano senza lavoro. Ma qual è la situazione della disoccupazione in Italia? Sergio Centofanti lo ha chiesto ad Andrea Olivero, presidente delle Acli:

R. – La situazione è difficile, complessa perché in alcune parti del Paese, in particolare quelle più sviluppate e che quindi tradizionalmente non avevano un problema così rilevante di disoccupazione, si stanno perdendo decine di migliaia di posti di lavoro e non c’è una prospettiva immediata alla possibilità di andare a recuperare, perché c’è ancora una situazione di stagnazione perdurante. Questo porta appunto moltissime persone – noi ne incontriamo ogni giorno – a perdere il lavoro ma soprattutto a non aver fiducia nella prospettiva di ritrovarne un altro. Ed è per questo che le parole del Pontefice sono state quanto mai opportune.

D. – Il Papa ha auspicato che l’enciclica “Caritas in veritate” possa mobilitare le forze positive per contribuire a rivedere modelli di sviluppo...

R. – Sì, in particolare è molto importante questo riferimento che lui ha fatto su una civilizzazione dell’economia, su un’economia che deve convertirsi e che deve riscoprire effettivamente il suo servizio all’uomo, ed è molto opportuno che il Papa richiami tutti gli uomini di buona volontà a leggere, a guardare questa sua riflessione perché è una riflessione che fa osare, che in qualche modo ci sprona a non trovare soluzioni di comodo ma, invece, a guardare effettivamente a ciò che è il bene comune.

D. – Ha ricordato anche i valori fondamentali su cui basare questo sviluppo: famiglia, rispetto della vita, giustizia, solidarietà, capacità di sacrificio …

R. – E’ importante questo raccordo profondo che lui ha fatto sulla questione antropologica come grande questione sociale. Credo che le cose che sono state dette in questi anni – molto opportunamente – sui temi della vita, non siano in nessun modo e non possano essere slegate rispetto ai temi del lavoro, rispetto ai temi dell’immigrazione, anche rispetto alle grandi scelte tradizionalmente sociali. Oggi si deve scommettere su tutto insieme!

D. – Infine, si è domandato quale cultura venga proposta oggi ai giovani, esortandoli a vincere la tentazione di vie facili e illusorie …

R. – Sì. Anche qui, è indubbio che stiamo attraversando una fase critica, perché i modelli culturali che abbiamo prospettato ai giovani sono entrati in crisi. Non è tanto la generazione dei giovani, come talvolta si dice, che sta attraversando la crisi: la crisi la attraversiamo tutti! Anzi, forse sono più i genitori, sono più le figure degli adulti che sono entrate profondamente in crisi e che non riescono quindi poi a dare di se stesse un’immagine e una prospettiva per i più giovani, una prospettiva allettante che, insomma, dia motivazione per una scelta di vita. Credo che bene faccia il Pontefice a richiamarci a questo dovere, ad identificare gli scopi di una vita. Non è un caso che poi nell’enciclica si parli con molta forza del tema della gratuità, del dono! Se noi non abbiamo il coraggio ad andare a chiedere ai giovani di rischiare nella propria vita mettendosi anche al servizio degli altri, andando a vedere la propria vita non con egoismo ma con dedizione ad un progetto più grande, difficilmente instilleremo in loro anche il desiderio di crescere o il desiderio di mettersi in gioco, il desiderio – in fondo – di avere una vita piena, di avere una vita che valga la pena di essere vissuta!



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20/07/2009 15:47
 
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Padre Lombardi: la soluzione migliore per il Papa l'intervento deciso dai medici ad Aosta


Il Papa ha iniziato la seconda settimana del suo soggiorno a Les Combes in Valle d’Aosta. Ma come sta proseguendo questo periodo di riposo? Ascoltiamo il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi, al microfono di Sergio Centofanti:

R. – Prosegue molto bene. Oggi è una giornata tranquilla, il tempo è veramente splendido e tra l’altro il Papa, rientrando in elicottero ieri da Romano Canavese, ha potuto avere una vista sulle Alpi della Val d’Aosta assolutamente straordinaria. Naturalmente questa è una giornata di riposo dopo una giornata impegnativa come quella di ieri, che è andata veramente molto bene e di cui anche il Papa è stato veramente molto soddisfatto.


D. – Quali sono le previsioni per i prossimi giorni?


R. – Sono quelle di un soggiorno molto tranquillo, senza particolari impegni o movimenti all’esterno. E’ prevista questa celebrazione dei Vespri nella cattedrale di Aosta venerdì pomeriggio alle 17.30, insieme ai sacerdoti della diocesi ed anche ai rappresentanti delle diverse parrocchie; sono previste circa 400 persone e sarà un momento di preghiera molto bello. Poi, domenica, c’è l’appuntamento per l’Angelus proprio qui, vicino al luogo della residenza del Papa.


D. – Abbiamo visto sulla stampa alcune interviste a medici che hanno espresso perplessità riguardo all’intervento subìto dal Papa…


R. – Direi che il tipo d’intervento attuato e le sue modalità sono state decise dopo una riflessione attenta di persone competenti, tenuto conto – com’è naturale e giusto – della conoscenza diretta del paziente e delle circostanze concrete. Bisogna osservare che le diverse opinioni, manifestate dai medici, sono di carattere un po’ teorico, nel senso che non possono tener conto degli elementi determinanti della conoscenza diretta del paziente, della sua situazione e delle circostanze in cui si trova, che sono elementi decisivi in caso d’intervento come quello che si è realizzato. Credo che si può avere pienamente fiducia che, nella situazione concreta, è la soluzione più ragionevole e la migliore che si poteva prendere e non vi è nessun motivo di coltivare preoccupazioni.


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21/07/2009 02:09
 
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Fiducia del Papa nei medici che lo hanno operato al polso
Il Pontefice parteciperà a un incontro di preghiera questo venerdì ad Aosta



LES COMBES, lunedì, 20 luglio 2009 (ZENIT.org).- Il portavoce della Santa Sede ha confermato la fiducia di Benedetto XVI e dei suoi collaboratori nei medici che hanno deciso l'operazione al polso venerdì scorso.

Padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa vaticana, ha risposto così alle polemiche che hanno cercato di suscitare alcune interviste pubblicate da certi media che sollevavano dubbi sul modo in cui ha avuto luogo l'operazione.

"Direi che il tipo d’intervento attuato e le sue modalità sono state decise dopo una riflessione attenta di persone competenti, tenuto conto – com’è naturale e giusto – della conoscenza diretta del paziente e delle circostanze concrete", ha spiegato il portavoce.

"Bisogna osservare che le diverse opinioni, manifestate dai medici, sono di carattere un po’ teorico, nel senso che non possono tener conto degli elementi determinanti della conoscenza diretta del paziente, della sua situazione e delle circostanze in cui si trova, che sono elementi decisivi in caso d’intervento come quello che si è realizzato".

"Credo che si può avere pienamente fiducia che, nella situazione concreta, è la soluzione più ragionevole e la migliore che si poteva prendere e non vi è nessun motivo di coltivare preoccupazioni", ha detto padre Lombardi ai microfoni della “Radio Vaticana”.

Circa lo stato di salute del Pontefice, il portavoce, da Les Combes, ha spiegato ai giornalisti che il Papa è in buone condizioni e che questo lunedì ha trascorso la giornata nella casa di pietra e legno in cui alloggia. E' possibile che esca per fare una passeggiata nei pressi della casa.

P. Lombardi ha confermato che al momento il Papa non ha usato il computer che gli era stato regalato da una compagnia italiana per aiutarlo a scrivere ora che ha il polso immobilizzato.

"Non è abituato a scrivere al pc, non è così tecnologico", ha commentato. "Specialmente nel lavoro di creazione preferisce usare la penna".

Il sacerdote ha confermato che venerdì prossimo il Papa ha previsto di partecipare alla celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta, alle 17.30, insieme ai sacerdoti della Diocesi e ai rappresentanti delle diverse parrocchie.

"Sono previste circa 400 persone e sarà un momento di preghiera molto bello - ha aggiunto -. Poi, domenica, c’è l’appuntamento per l’Angelus proprio qui, vicino al luogo della residenza del Papa".

21/07/2009 16:52
 
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DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, REV.DO P. FEDERICO LOMBARDI. S.I. SUL SALUTO DEL SANTO PADRE IN OCCASIONE DEL PASSAGGIO DEL TOUR DE FRANCE IN VALLE D’AOSTA

Oggi la corsa ciclistica del Tour de France transita nella Valle d’Aosta vicino ad Introd, dove il Santo Padre si trova per un periodo di riposo. In tale occasione il Papa indirizza ai partecipanti e a tutti gli sportivi un messaggio di saluto e di auguri.


SALUTO DEL SANTO PADRE

In occasione del passaggio del Tour de France, nella Valle d’Aosta, il Santo Padre - che si trova in questi giorni a Les Combes di Introd - indirizza il suo cordiale saluto a tutti gli atleti e agli organizzatori della corsa e allarga allo stesso tempo il suo pensiero a tutti gli sportivi impegnati in questo periodo in varie attività e competizioni, augurando che l’impegno nello sport contribuisca alla crescita integrale della persona, non sia mai separato dal rispetto dei valori morali e sia attento ai valori educativi.

A l’occasion du passage du Tour de France dans la Vallée d’Aoste, le Saint-Père – qui séjourne aux Combes d’Introd au Val d’Aoste – adresse ses chalereuses salutations à tous les coureurs et aux organisateurs de cette compétition. Par la même occasion, le Pape tourne ses pensées vers tous les sportifs actuellement engagés dans diverses activités et compétitions, en souhaitant que l’engagement sportif contribue à la croissance intégrale de la personne et aille toujours de pair avec le respect des valeurs morales et de l’effort éducatif.



Benedetto XVI al Tour de France che transita vicino a Les Combes: lo sport rispetti i valori educativi e morali. Intervista con padre Lombardi

Sarà un primo pomeriggio piuttosto particolare quello che oggi avrà per teatro la località valdostana di Introd, nella cui frazione di Les Combes Benedetto XVI ha iniziato ieri la sua seconda settimana di soggiorno montano. In questa zona, a pochi metri dallo chalet che ospita il Papa, transiterà la carovana ciclistica del Tour de France. Per l’occasione, Benedetto XVI rivolge un messaggio alla corsa affinché, in questo periodo estivo di competizioni, lo sport “contribuisca - scrive - alla crescita integrale della persona” e “non sia mai separato dal rispetto dei valori morali e sia attento ai valori educativi”. Alessandro De Carolis ne ha parlato con il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, raggiunto telefonicamente a Les Combes:

R. - Ho visto che, qui, questo evento è considerato molto importante, anche per alcune circostanze: sono circa 60 anni che il Tour non passa in Val d’Aosta, e quindi è considerato un avvenimento eccezionale. Inoltre, mi hanno detto che il primo vincitore del Tour de France era un valdostano. Quindi, loro avvertono questo passaggio come un qualcosa di molto speciale. Naturalmente, è anche un momento di richiamo e di attenzione sulla Valle, e quindi per motivi turistici si tratta di un’occasione che le autorità, i responsabili del turismo della Valle cercano di utilizzare al meglio. Ma, effettivamente, c’è anche la circostanza simpatica di un itinerario che passa proprio sotto, nella Valle, ma molto vicino ad Introd e quindi anche alla residenza del Santo Padre, che si trova più elevata ma comunque vicinissima al passaggio. Per questo motivo, è stato suggerito questo messaggio e ben volentieri il Papa è stato disponibile per un saluto che, naturalmente, è molto semplice ma significativo. Tra l’altro, mi sembra che questa sia una stagione, un periodo in cui ci sono tanti eventi, tante manifestazioni sportive - pensiamo anche solo ai Mondiali di nuoto in corso a Roma - e quindi il fatto di salutare una manifestazione sportiva, incoraggiare ai valori positivi che ci sono nell’attività sportiva per la crescita della persona, è una cosa che certamente rientra nello spirito dell’amicizia, dell’incoraggiamento per tutto ciò che di buon c’è nell’attività umana e che, in particolare, in questo tempo estivo trova un suo spazio particolarmente favorevole. C’è da dire che oggi pomeriggio si prevede che, quando il Tour passerà proprio qui in Valle d’Aosta, l’elicottero che accompagna sempre la corsa per le riprese aeree sorvoli la residenza del Papa e ne riprenda delle immagini. C’è, quindi, tutta un’attesa, una simpatica atmosfera di eccitazione intorno a questo evento sportivo.


D. - Questo evento, in qualche modo, riporta in un binario più di riposo, di svago, un soggiorno che per il Papa è iniziato con una intensità imprevista a causa dell’infortunio. Come ha ripreso, il Santo Padre, il suo soggiorno?


R. - Mi sembra che l’infortunio sia stato assorbito in tempi molto brevi e che non abbia inciso tantissimo, perché l’appuntamento importante di Romano Canavese è stato rispettato pienamente e anche l’altro appuntamento importante, previsto con il clero di Aosta venerdì sera, non subisce nessun condizionamento come pure l’Angelus di domenica prossima. Naturalmente, il condizionamento maggiore è quello nell’uso della mano che modifica il tipo di attività personale del Santo Padre nel suo lavoro di scrittura. Questo, certamente, ha qualche conseguenza sul programma di lavoro personale del Papa. Ma sono le evenienze con cui bisogna fare i conti e mi pare che si portino con grande serenità e pazienza.


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22/07/2009 01:42
 
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Il Papa rivendica i valori dello sport al passaggio del Tour de France
In un messaggio alla tappa che è passata vicino a dove è in vacanza



LES COMBES, martedì, 21 luglio 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha rivendicato i valori morali ed educativi che devono caratterizzare lo sport in un messaggio inviato questo martedì al Tour de France, che passava molto vicino alla casa in cui sta trascorrendo le vacanze.

Il Papa ha indirizzato “il suo cordiale saluto a tutti gli atleti e agli organizzatori della corsa”, che nella sua 16ma tappa ha lasciato la frontiera francese per attraversare la Svizzera e l'Italia, a circa tre chilometri da Les Combes di Introd.

Il Santo Padre ha esteso il suo messaggio “a tutti gli sportivi impegnati in questo periodo in varie attività e competizioni, augurando che l’impegno nello sport contribuisca alla crescita integrale della persona, non sia mai separato dal rispetto dei valori morali e sia attento ai valori educativi”.

Padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, che ha diffuso il messaggio del Pontefice, ha voluto unirsi anche alla gioia della popolazione della Valle d'Aosta, che ha seguito la corsa con grande entusiasmo.

"Sono circa 60 anni che il Tour non passa in Val d’Aosta, e quindi è considerato un avvenimento eccezionale. Inoltre, mi hanno detto che il primo vincitore del Tour de France era un valdostano", ha spiegato il portavoce in alcune dichiarazioni riportate dalla “Radio Vaticana”.

Per questo, ha rivelato, "è stato suggerito questo messaggio e ben volentieri il Papa è stato disponibile per un saluto che, naturalmente, è molto semplice ma significativo".

P. Lombardi osserva che in queste settimane si svolgono molte manifestazioni sportive. “Pensiamo anche solo ai Mondiali di nuoto in corso a Roma - e quindi il fatto di salutare una manifestazione sportiva, incoraggiare ai valori positivi che ci sono nell’attività sportiva per la crescita della persona, è una cosa che certamente rientra nello spirito dell’amicizia, dell’incoraggiamento per tutto ciò che di buon c’è nell’attività umana".

Il Papa si trova dal 13 luglio nella residenza di Les Combes, nella località di Introd, dove rimarrà fino al 29 luglio.

Trascorrerà il resto dell'estate nella residenza pontificia di Castel Gandolfo, a circa 30 chilometri da Roma.


22/07/2009 16:22
 
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Frattura del Papa: p. Lombardi sottolinea la sua serenità e pazienza
“Il Santo Padre sta bene, è di buon umore”



CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 22 luglio 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI “sta bene, è di buon umore, continua ad imparare come si vive con un polso ingessato”, ha affermato questo mercoledì il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in un breve comunicato.

Queste informazioni corroborano le dichiarazioni rilasciate da Lombardi questo martedì alla “Radio Vaticana”, in cui sosteneva che il Papa è in buone condizioni di salute e che non è prevista alcuna modifica degli atti programmati durante il suo soggiorno in Valle d'Aosta.

Dopo l'incidente, ha osservato martedì il portavoce vaticano, il Pontefice sopporta “con grande serenità e pazienza” le conseguenze della frattura al polso, che ha avuto certamente “qualche conseguenza sul programma di lavoro personale del Papa”.

Nel comunicato odierno, p. Lombardi precisa che Benedetto XVI “si è attrezzato con un registratore per poter dettare le sue riflessioni non potendo usare con facilità la penna”.

La frattura non ha tuttavia modificato la sua abitudine di fare “brevi passeggiate dopo il pranzo e nel tardo pomeriggio”.

Il Papa, inoltre, “ha regolari comunicazioni telefoniche con il fratello, che fra pochi giorni sarà a Castel Gandolfo per trascorrere 4 settimane con lui come gli anni scorsi”.

“Oggi è venuto a visitarlo il Card. Bertone, arrivato alle 10.30 in elicottero da Romano Canavese. Ha un colloquio con il Papa e pranza con lui”, per poi rientrare a Romano, da dove questo giovedì mattina partirà per Roma.

Il Cardinal Bertone è stato invitato dal presidente del Senato Renato Schifani a pronunciare una conferenza sulla nuova Enciclica del Papa, Caritas in Veritate, il 28 luglio prossimo.

Il Papa è stato ricoverato il 17 luglio dopo essere caduto nella sua stanza durante la notte. Ha subito una frattura e ha dovuto sottoporsi a un breve intervento chirurgico prima di tornare nella casa di Les Combes dove prosegue le sue vacanze.

Secondo quanto ha spiegato questo martedì p. Lombardi, l'infortunio è stato “assorbito in tempi molto brevi” e non ha avuto grandi ripercussioni, visto che l'incontro a Romano Canavese di domenica “è stato rispettato pienamente”, così come l'appuntamento venerdì 24 luglio con il clero di Aosta e l'Angelus di domenica 26, a Les Combes di Introd.

Attività previste

In questo senso, è stato reso noto questo mercoledì il programma ufficiale della visita del Papa ad Aosta venerdì prossimo, per recitare i Vespri nella Cattedrale.

Alle 17.30 il Pontefice arriverà in città su una macchina coperta; nella piazza dell’arco di Augusto sarà accolto dalle autorità, percorrendo poi in auto scoperta il centro cittadino passando da porta Pretoria fino alla cattedrale.

Ai Vespri è prevista la partecipazione di circa quattrocento persone: sacerdoti, religiosi e religiose, due rappresentanti laici di ogni parrocchia e rappresentanti degli uffici diocesani delle organizzazioni ecclesiali.

I Vespri saranno quelli della liturgia del giorno in italiano e in francese, e il Papa terrà l’omelia. Sulla via del ritorno, passando per Introd, il Pontefice saluterà gli ospiti della casa di riposo locale.

P. Lombardi si è riferito anche al passaggio del Tour de France a pochi chilometri dal luogo in cui Benedetto XVI sta trascorrendo le vacanze.

“Ho visto che, qui, questo evento è considerato molto importante”, ha spiegato. Si è trattato di una “circostanza simpatica”, per cui è stato suggerito al Papa di scrivere un messaggio per l'occasione.

Il Papa si è rivolto a tutti i corridori e agli organizzatori dell'evento ed “è stato disponibile per un saluto che, naturalmente, è molto semplice ma significativo”.










Il cardinale Bertone in visita al Papa a Les Combes. Ad Aosta si intesificano i preparativi per la celebrazione dei Vespri di venerdì


Da dieci giorni, Benedetto XVI sta vivendo nella quiete di Les Combes, in Valle d’Aosta, un periodo di riposo in alta montagna. Una quiete che l’infortunio al polso destro, subito venerdì scorso, ha in parte modificato, costringendo il Papa a un qualche mutamento di abitudini e di programmi personali. Tuttavia, il Pontefice sta godendo delle bellezze naturali che offre il panorama attorno al suo chalet, mentre nel capoluogo di Aosta si definiscono intanto i preparativi per dopodomani, quando Benedetto XVI presiederà la preghiera dei Vespri nella cattedrale della città. Su questi ultimi aspetti del soggiorno del Papa, Alessandro De Carolis ha sentito telefonicamente da Les Combes il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi:

R. - Il Papa sta bene, è di buon umore. Continua a imparare come si vive con un polso ingessato e si è attrezzato anche con un piccolo registratore per poter dettare le sue riflessioni, non potendo usare in questi giorni con facilità la penna. Ha anche delle comunicazioni regolari per telefono con il fratello, sappiamo come siano molto affezionati. Fra pochi giorni, il fratello sarà a Castelgandolfo per trascorrere le settimane di agosto insieme con il Papa, come del resto è stata abitudine anche negli anni passati. Il Santo Padre continua a fare le sue brevi passeggiate dopo pranzo e nel tardo pomeriggio, con molta serenità e tranquillità. Oggi, è venuto a visitarlo il cardinale Bertone che si trovava ancora a Romano Canavese e che nel pomeriggio rientrerà ancora nella sua città natale prima di trasferirsi a Roma, domattina. E’ un incontro abituale: anche negli altri anni durante l’estate, quando il Papa era in vacanza in montagna, c’era sempre una visita del cardinale Bertone per aggiornamento, per riflessioni comuni sui problemi riguardanti il governo corrente della Chiesa. Si tratta quindi di un momento fraterno, piacevole, che si conclude con il pranzo del cardinale Bertone assieme al Papa.


D. - Si avvicina intanto anche l’appuntamento di dopodomani quando, come è noto, il Papa presiederà con il clero locale la preghiera dei Vespri nella cattedrale di Aosta...


R. - Sì, proprio questa mattina c’è stata una riunione organizzativa per stabilire gli ultimi particolari dello svolgimento. Il Papa raggiunge Aosta in macchina coperta, però se il tempo è buono, come speriamo, nella piazza dell’arco di Augusto viene accolto dalle autorità e da lì poi sale sulla macchina scoperta e percorre il centro della città, passando attraverso l’antica Porta pretoria e raggiungendo la cattedrale. I Vespri nella cattedrale sono per la diocesi, quindi ci saranno tutti i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i rappresentanti laici di ogni parrocchia e delle organizzazioni ecclesiali per un totale di circa 400 persone, che trovano posto bene nella cattedrale. Il Papa farà la sua omelia, i Vespri saranno in italiano e in francese - qui si usano le due lingue - e poi terminata la celebrazione, il Papa esce sul sagrato dove è preparato un piccolo palco dal quale saluterà - a braccio, evidentemente - i fedeli presenti che non hanno potuto trovare spazio nella cattedrale. Infine, passando per Introd al rientro, saluterà anche gli ospiti della locale casa di riposo.



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23/07/2009 01:38
 
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Benedetto XVI presenta un "nuovo umanesimo sportivo"
La Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport commenta il messaggio al Tour de France



CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 22 luglio 2009 (ZENIT.org).- Il messaggio di Benedetto XVI deve aprire una nuova riflessione sui valori dello sport, in particolare di fronte alla diffusione del doping, sostiene Edio Costantini, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport.


"Le parole del Pontefice all'indirizzo dei ciclisti del Tour de France incoraggiano a ricercare un nuovo umanesimo sportivo", afferma in un comunicato inviato a ZENIT.

"Esse dovrebbero indurre tutto il mondo dello sport a riflettere e ripensare, oggi e non domani, sul modo in cui si può promuovere una pratica sportiva educativa che non sia effimera, neutra, fine a se stessa", aggiunge.

Il Papa ha salutato questo martedì il passaggio del Tour de France in Valle d'Aosta, dove è in vacanza, con un messaggio in cui chiede che "l'impegno nello sport contribuisca alla crescita integrale della persona, non sia mai separato dal rispetto dei valori morali e sia attento ai valori
educativi".

Il presidente della Fondazione, riferendosi ai continui casi di doping che si verificano non solo nello sport professionale, ma anche in quello amatoriale, non esita a parlare di crisi sportiva dei valori.

"Ora la crisi etica e morale di gran parte dello sport professionistico rischia di condizionare tutto il movimento sportivo, soprattutto i comportamenti delle nuove generazioni", constata.

"È stata sconcertante la scoperta di una ragazzina 16enne che veniva accompagnata dal padre in uno studio medico dove le venivano somministrate flebo di sostanze dopanti".

Costantini auspica che il monito del Papa non stimoli solo gli sportivi credenti, ma possa essere accolto da tutta la società civile per gettare le basi dello sport del futuro.

"Crediamo urgente riproporre a tutti i dirigenti, allenatori, genitori, medici, giornalisti, educatori, un serio esame di coscienza sul rapporto tra la pratica sportiva e la formazione etica e morale dei nostri ragazzi e soprattutto sul ruolo delle società sportive come luoghi educativi".

"Intere generazioni che si sono succedute nei campi di calcio delle nostre parrocchie e dei nostri paesi hanno imparato 'giocando' i valori della pace, della condivisione e della giustizia, del rispetto dell'altro e delle regole", ricorda.

"I nostri padri hanno costruito e promosso un sistema sportivo italiano unico nel mondo, avendo ben chiaro il modello di persona alla quale si rivolgevano e quale società civile volevano costruire".

"Oggi - conclude -, con la stessa forza progettuale, siamo chiamati a lanciare una nuova proposta sportiva ed educativa, capace di indicare le linee del sistema sportivo del XXI secolo".






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