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Immaginando Ivanhoe

Last Update: 6/2/2009 12:05 PM
6/2/2009 12:05 PM
 
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Lady Rowena, alta, ma non troppo; è di carnagione bianchissima, eppure la sua non è una bellezza scialba. I suoi occhi turchini, sotto l'arco delle sopracciglia castane che si delineavano con curva graziosa sulla fronte, sembrano capaci di infiammare e di fondere, di comandare e di supplicare. La sua espressione naturale è mite; tuttavia l'abitudine a ricevere omaggi da parte di tutti ha conferito alla fanciulla una nota di alterezza. La sua chioma abbondante, di un biondo caldo, cade in riccioli capricciosi, aggraziati, in cui l'arte ha forse aiutato la natura, ed è adorna di gemme; la sua lunghezza rivela la nascita aristocratica e la condizione libera della fanciulla. Porta al collo una catena d'oro da cui pende un piccolo reliquiario d'oro anch'esso, e braccialetti sulle braccia. Sotto un mantello rosso vivo e fatto dalla migliore lana, indossa una veste, con la cintura, di seta intessuto d'oro, che può essere, a piacere, o tirato giù sul viso e sul petto, alla spagnuola, o drappeggiato sulle spalle.

Ivanhoe non viene descritto approfonditamente da Scott come tutti gli altri personaggi, ma lo descrive come un ragazzo dai: "... lineamenti belli, sebbene abbronzati dal sole , di un giovane di venticinque anni, tra una profusione di capelli corti biondi....", Ha capelli corti biondi. Indossa quasi sempre l’armatura. E’ il figlio di Cedric; con suo padre ha avuto un diverbio in seguito alla partenza del ragazzo per la Terrasanta col re. E’ un prode cavaliere sassone valoroso e coraggioso, a tal punto che quando e’ in atto il suo combattimento gli spettatori “..diedero un unanime e involontario grido esprimendo cosi la loro ammirazione ed il loro piacere..”, che lotta a favore del re Riccardo, da cui solo è superato in forza e potenza, si dimostra sempre fedele al suo re, oltre che saggio consigliere nelle sua imprese. Il personaggio viene presentato dal narratore stesso prima sotto le spoglie di un pellegrino ( …”un mantello di rozza sargia nera avvolgeva tutto, simile al mantello di un moderno ussaro e dotato egualmente di una mantellina che copriva le braccia……”, ma solo dopo che questi ha compiuto già diverse azioni sotto l’aspetto di cavaliere :”….sembrava di costituzione robusta e massiccia.La sua armatura era di acciaio riccamente ageminata d’oro e la divisa del suo scudo era una quercia strappata dalle radici con la parola spagnola desdichado che significa “diseredato”.

E lo scandaglio calava dalle prore,
poi ritornava su
chiedendosi "Perché, perché il ritorno?".


Il romanzo è ambientato durante l'invasione della Britannia, abitata dai Sassoni, da parte dei Normanni. Ivanhoe e Riccardo salpano dalle sponde inglesi nel periodo che segue la Terza Crociata, quindi tra il 1100 e il 1200. La storia si sposta da una città all'altra ma rimane sempre all'interno dell'Inghilterra. Durante la narrazione ci sono frequenti richiami anche ad altri territori, dove però la vicenda non si svolge direttamente, come la Palestina o la Terrasanta, teatro dei combattimenti dei Crociati. Il ritorno di Ivanhoe mascherato da pellegrino fu sostalziamente dovuto al precipitare dei fatti sul suolo natio dovuto all'usurpazione del trono da parte di Giovanni. Nel libro leggenda e realtà si mescolano formando un arazzo complesso e superbo. Temi storici e motivi fiabeschi medievali danno luogo a peripezie che pur peccando forse d’inattendibilità storica, agli occhi del lettore che ami il puro e semplice piacere di leggere l’avventura per l’avventura, risulteranno alla fin fine, tra le più memorabili ed accattivanti.

È sempre per prova che
sulle labbra torna
la parola "amore",
per prove d'esercizio
perché si sa che poi non si sa mai
che potrebbe tornare utile.


La pupilla di Cedric nel romanzo si mostra spesso molto ansiosa di conoscere gli ultimi avvenimenti in Terrasanta e il destino dell'amato.
Le battaglie di Ivanhoe si incrociano tra i sentimenti di due donne: Lady Rowena, fanciulla di grande bellezza, sua promessa sposa e Rebecca, figlia dello sfortunato ebreo Isaac di York, anch'essa ebrea ed esperta erborista, che segretamente si innamora del crociato. E proprio da questo momento le loro storie si intrecciano. Ivanhoe partecipa ad un torneo e trionfa su tutti i partecipanti, grazie anche all'aiuto del cavaliere nero ( re Riccardo Cuor di Leone ). Mentre due normanni che erano alla corte di Cedric ( Brian de Bois Guilbert e De Bracy ) rapiscono Rowena e Rebecca, per sposarle essendosi invaghiti di loro, Ivanhoe, insieme a re Riccardo e ad una squadriglia, assaltano la fortezza dove le donne sono tenute prigioniere. Purtroppo per una delle due donne, la storia non finisce con la liberazione. Infatti, Rebecca viene condotta davanti ad una sorta di Tribunale dell'Inquisizione, accusata di stregoneria e di contatti col Diavolo. Pero', il suo eroe cioe' Ivanhoe, può aiutarla partecipando ad un combattimento, contro l'innamorato Bois Guilbert, che muore tra le braccia dell'amata ragazza. Dopo quest'avvenimento, la storia si può considerare volta a termine. Ivanhoe, riappacificato col padre, convola a nozze con Lady Rowena.Ivanhoe e Rebecca

Tornare, per raccontare
il furore e il gelo
delle notti aurore.
Bianca e assai provata,
scampata per un pelo per poter ritornare,
come dalle crociate, a un futile
sopravvissuto a tutto,
che ritorna più utile che vivo,
quindi innamorato ancora.


La Terza Crociata, che insanguinò le terre d’Oltremare dal 1187 al 1192, sancì la più violenta collisione tra la Guerra Santa dei cristiani e la Jihad dei musulmani e disseminò di cadaveri i campi riarsi del Regno di Gerusalemme. Tra epiche battaglie e autentici massacri, rivalità intestine e clamorosi errori strategici, andò in scena lo scontro tra due figure leggendarie, Riccardo I d’Inghilterra, Cuor di Leone, e il sultano d’Egitto Salah-ad-Din, il Saladino, nobili guerrieri che combatterono fino all’ultimo respiro una guerra scatenata per cause non tutte nobili. Ancora oggi quel conflitto non cessa di influenzare la storia dell’Occidente e i suoi rapporti con il mondo islamico. Il pellegrino eremita al ritorno dalla Terrasanta per ricomporre le fila dei suoi seguaci, con l'arpa si esibisce in questa popolare ballata inglese, che di fatto smaschera la sua identità segreta. Il romanzo si arricchisce di citazioni poetiche e introduce una serie di ballate, a conferma di una qualità teatrale in cui trova posto anche la rima e la musica.


Capitolo XVII

IL RITORNO DEL CROCIATO

1

Trionfatore d'ogni tenzone
di Palestina tornò il campione;
sopra la spalla la croce avea
ròsa dai venti della Giudea.
Ogni rottura della sua maglia
era il ricordo di una battaglia.
E a lei che amava come nessuna,
così cantava nell'ora bruna:

2

<< Salve bellissima! Vieni a guardare
chi è giunto appena dall'Oltremare;
non ha ricchezze né se ne cura,
salvo il cavallo e l'armatura,
lo spron, che stimola lungo la strada,
ha lunga lancia, la buona spada;
non ha nient'altro, salvo il tuo viso
e la speranza di un tuo sorriso.

3

<< Salve bellissima che hai ispirato
tutte le gesta del tuo crociato;
non sarai ignota dovunque sia
fior di valore, di cortesia;
diranno araldi e menestrelli:
" Olà, guardate quegli occhi belli:
per quella vaga, dolce persona,
fu vinto il campo presso Ascalona !

4

<<" Da lei fu armato quel braccio ardito
che a più di cento tolse il marito
quando, a Maometto credendo invano,
privo di forze cadde il Soldano.
Vedi quei ricci biondi, raggianti
sopra la neve dei tuoi sembianti?
Per amor loro versò in Sorìa
fiumi di sangue la Pagania".

5

<< Salve, bellissima! Fui trascurato;
ogni mio merito a te fu dato;
aprimi dunque la tua dimora,
cade la notte, già tarda è l'ora.
Di Terra Santa uso all'ardore,
quest'aria nordica mi gela il cuore;
più del pudore valga l'affetto,
e grata vieni, Tecla, al mio petto>>.


E torna, torna, lei gli ha detto torna
ed era una bambina, finalmente,
e gli diceva torna.
Abbiamo un solo limite:
l'amore che ci divide...




Il vate galante
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