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] La perla e l'uomo che amava le rose [

Ultimo Aggiornamento: 23/05/2009 20:34
23/05/2009 20:34
 
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NATANIEL __Giardini Interni, Salice__C'è un torrido silenzio nelle profonde, ampie, spaziose stanze del suo spirito. L'arido tocco di un muto animo giacente senza desiderio alcuno di riaccendersi: questo, solo questo è ciò che egli sente -o forse sarebbe **
NATANIEL ** meglio affermare che non sente, non sente nulla. O quasi. C'è sempre il buon profumo delle sue rose, rosse come baci, odorose a pochi metri da lui, in cespugli, vicino alla fontanella. Siede solo, come sempre, insonne. Non ha voglia di **
NATANIEL ** cercare compagnia, ha la pipa infilata fra le labbra e gli pare di non essere mai stato tanto lontano da tutti e da se stesso. I capelli rossi sono pettinati indietro, le spalle coperte dalla camicia bianca infilata nei calzoni di daino, **
NATANIEL ** foggia nobile e ricercata. Pondera sui numerosi abbandoni della sua vita, tutti quei volti femminili che riempivano di leziosistà e capricci e poesia i suoi giorni e probabilmente ora hanno fiutato l'avanzare del tempo, l'ostilità crudele dei **
NATANIEL ** suoi profondi occhi grigi, plumbei, tempestosi. Ha un'espressione dura sui lineamenti del volto, sempre così distaccati: sembra che stia condannando qualcuno ad una sentenza terribile, qualcuno di invisibile o forse se stesso. Appoggia la **
NATANIEL ** schiena al salice rinverdito dalla primavera e si lascia accarezzare dalle sue dita lunghe e femminili. Ecco l'unico affetto che lo Straniero accoglie. Disumano amore di vegetali e di acque che scrosciano sensuali nel buio, fredde, **
NATANIEL ** cristalline e limpide come quell'amore ormai morto per sempre nel suo cuore di piombo.

EIBHLIN · Ext - Interno · Notte. Un tessuto prezioso, vellutato e trapuntato riccamente come la coperta d'una regina. Tante stelle. Ma Ginevra non alza gli occhi al cielo, neanche per un secondo. Nell'afa non c'è il tempo materiale per fermarsi a °°
EIBHLIN °° rimirar il cielo. Eppure nell'afa ella è abbigliata come sempre: un manto bianco, un abito bianco. Un'apparizione di candore. Sotto il candore, però, c'è sin troppa ombra; che sia essa benevola, come l'ombra rinfrescante del salice d'estate, **
EIBHLIN °° o l'ombra inquietante degli angoli remoti nelle stanze buie. Oscilla piano, quella figura sottile come un capello di fata. Avanza velocemente, con energia che in realtà non ha. Pare scivolare sul selciato bigio della cittade, come acqua. **
EIBHLIN °° Dalle labbra dischiuse esce un sibilo di respiro caldo, da quelle labbra bianche, dal taglio elegante e sempre chiuse, come se un lucchetto le sigillasse con forza. Cammina, l'Albina. Bianca come la neve. Le mani strette attorno ai lembi del °°
EIBHLIN °° manto, come ad àncore di salvezza, e si dirige verso l'unico edificio che non pare essere oggetto della sporcizia ed incuria. Deglutisce. I capelli bianchi lasciati - insolitamente - sciolti, le danno l'aria di un'annegata. Senza colore, **
EIBHLIN °° Quella figura che cammina con la schiena dritta verso il portone. Silenzio.

NATANIEL __Giardini Interni, Salice__Non sembra esserci niente, niente che possa alleviare in qualche modo quella sensazione di abbandono. Lo sa bene, per un'intera vita ha conosciuto il sapore dell'esilio eppure esso non l'ha mai davvero abbandonato. **
NATANIEL ** Non ci si può abituare ad un destino da Ulisse senza Itaca. Fa entrare l'aria nei polmoni, beffando l'intero mondo perchè fa credere a lui che si tratti solo di un respiro. Invece in quel respiro lui emula l'ultima boccata d'ossigeno e quasi **
NATANIEL ** gli viene da credere che potrebbe davvero finire così, con lui sotto l'unico qualcosa che gli è rimasto fedele solo perchè ha radici e non può scappare. ] Ma tu non hai radici, sei tu che scappi. [ Sussurra al vento leggero e tiepido, come il **
NATANIEL ** respiro di un'amante innamorata. Gli pare che anche l'amore sia una grande beffa, ben più artificiosa che la vita. Annuisce appena, molto serio e ancora arrabbiato nei lineamenti, prendendosi una boccata di fumo. ] Schioccezze. [ Sussurra, **
NATANIEL ** pieno di asti contro se stesso per quel momento di morbidezza e romanticume. Si scrolla le spalle larghe nonostante poco muscolose, quasi voglia liberarsi da un demone insidioso che voleva intaccare la sua innocente condotta di vita, priva di **
NATANIEL ** problemi di tipo morale. Si avvia verso le sue adorate rose, gli occhi grigiastri che le osservano ammirandole. Esse sono belle e lascive come vere bocche di donna gentile. Questo è il pensiero, questa è l'immagine che quei fiori ammassati lì **
NATANIEL ** come in un eccesso di bellezza, gli generano nel cuore.

EIBHLIN · Int. - Atrio · Come mutata in vento, l'albina. Vento leggero, soffice, impalpabile. Imprendibile. Per quanto cerchi di afferrarlo, esso ti sfuggirà sempre, come un profondo ed insito dilemma umano. Non s'avvede la fine del dilemma. Nemmeno °°
EIBHLIN || errata corrige: insito = inestricabile =_='
EIBHLIN °° del suo personalissimo dilemma. La mano sottile, come quella d'un fantasma, scivola dalle pieghe disordinate del manto per posarsi sul portone. E spinge, poi, con forza, sino a spostare quel rettangolo di legno dai cardini. E ruota, quello. °°
EIBHLIN °° Vede uno spiraglio del luogo alla luce pallida della Luna. Uno spicchio tremolante di stanza. Poltroncine. Una vetrata. Un luogo pubblico, evidentemente. Non s'avvede del fatto che sia una biblioteca, ancora non arriva il pensiero a sfiorarle °°
EIBHLIN °° la mente. Fa un passo. Dal di fuori, se fosse meno malamente illuminato, si vedrebbe in modo sfocato la sua figura. Però adesso apparrebbe, credo, com'un fantasma, che oscilla indeciso nell'ombra, senza sapere dove andare, come muoversi. °°
EIBHLIN °° L'Albina non si muove. Non c'è un filo di vento a far oscillare l'abbigliamento, a farle smuovere i capelli sottili. Non c'è un filo di vento a dare sollievo dal caldo, ma ella continua imperterrita a tenere il manto, senza nemmeno soffrirlo. °°
EIBHLIN °° E' fuori dalla sfera sensoriale che adesso sta usando. Si estranea dal fastidio del calore afoso sulla pelle, delle gocce minute di sudore che lasciano una scia salata sulla pelle della schiena, schiacciate contro il tessuto. Guarda, lei, °°
EIBHLIN °° si guarda attorno sena ancor dare un giudizio personale sul luogo. Un passo, pochi centimetri, in avanti. Un profumo di carta e inchiostro permea l'aria del luogo. Un vago sentore di acqua, pulito, unito al muschio, circonda Ginevra. Chissà °°
EIBHLIN °° perchè, poi, l'hanno soprannominata Eibhlin. Misteri. Sssh, silenzio. Il Fantasma si è fermato ancora. Non vede la figura nel giardino, a stento vede il proprio riflesso nel vetro. Silenzio, ancora.

NATANIEL __Giardini Interni__Alza il braccio, la mano dalle dita affusolate e sfiora sotto i polpastrelli i petali dolci al tocco, così abbandonati alla sua carezza come mansueti bestie domestiche. Ne palpa la consistenza soffice e ricorda con orrore **
NATANIEL ** quei giorni in cui odiava la bellezza e strappava quelle stesse rose per il puro piacere di distruggere anzichè contemplare. Si piega in avanti, tocca con il naso il cuore nascosto del fiore, sfrega la punta sui petali più interni in cerca **
NATANIEL ** del profumo. Lo trova. Vi annega, socchiudendo gli occhi. Lui è un uomo cattivo. Lo sanno tutti. Eppure coltiva rose nel suo giardino. Questo lo sanno pochi. Forse nessuno. Si rialza con le spalle, stordito dal contatto con quell'essenza **
NATANIEL ** vegetale e passiva, donatasi a lui nel completo silenzio scosso solo dai singhiozzi dei grilli innamorati. Tutta la natura attorno a lui canta del risveglio e della pienezza di un amplesso di piacere e di vita. Lui vi naviga dentro senza **
NATANIEL ** riuscire ad appigliarvisi in alcun modo. I grandi occhi svirgolanti verso il basso, sensuali eppure seri, un connubio strano tra dolcezza seducente e rigore saggio, si alzano appesantiti da quel sentimento di estraneità alla volta della **
NATANIEL ** vetrata. Si specchia anche lui, a mala pena. Si avvicina di qualche passo, invaghito del suo riflesso o forse solo curioso di osservarsi deformato sul vetro. Emette fumo azzurro dall'angolo della bocca ad intervalli irregolari, irregolari **
NATANIEL ** come i suoi pensieri che la notte gonfia di fantasmi. Come quello evanescente e impalpabile che crede solo frutto della propria fantasia. Lì, proprio dietro lo Specchio.

EIBHLIN · Atrio · Ancora qualche passo. Uno sforzo enorme, anche se è un'iperbole, un'esagerazione. Uno sforzo che pesa sulla palma del piede come un pezzo di ferro, che preme, preme. Chiude gli occhi, li riapre. Si umetta le labbra, passandovi sopra **
EIBHLIN ** la lingua, velocemente, quasi abbia paura di farsi vedere. Gli occhi grigi si bloccano per un momento sul proprio riflesso, un'ombra tremolante, troppo chiara rispetto allo sfondo scuro e denso di ombre. Non si spaventa. Sa che nelle ombre non °
EIBHLIN °° c'è niente, che non siano le nostre paure. E lei di paure ne ha poche, pochissime. Sospira, inspirando particelle minuscole di pulviscolo. I capelli chiari ricadono sul volto come alghe leggere e sottili che ondeggiano mosse da una corrente °°
EIBHLIN °° che nella realtà non esiste. Inclina a sinistra il capo, mentre respira, a bocca socchiusa, emettendo un fischio impercettibile. Ancora l'odore di carta invade le nari: si trova forse nello studio d'un notaio o d'uno scrivano? Forse, forse. **
EIBHLIN °° Nota appena il movimento al di là del vetro, e gli occhi glaciali si fermano per un secondo sulla macchia di colore che si intravede attraverso la spessa lastra di vetro. La squadra senza capirne la forma reale, come se sia confusa, o °°
EIBHLIN °° disegnata da un'artista incompetente. La studia per quel poco che rimane in movimento. Poi si muove ancora, come ad andarle incontro. Un Fantasma in Biblioteca. Una notizia che farebbe scalpore. Arriccia le labbra, riflettendo su come una °°
EIBHLIN °° mediocre popolana di bassa società possa prendere una notizia del genere. Si immagina la scena, quasi disgustata. Dopo qualche secondo le labbra si distendono nuovamente in un'espressione rilassata. Nuovamente senza inflessioni particolari. °°
EIBHLIN °° Pacata. Fin troppo.

NATANIEL __Vetrata__Distingue a malapena un viso, un corpo bianco dietro il vetro, qualcosa che non è lui. Che potrebbe essere, orribilmente, altro. Una donna albina sembra quella al di là dello specchio. Sente un dolore acuto dentro le viscere, come **
NATANIEL ** il desiderio di urlare o rompere qualcosa per l'esasperazione di un sentimento che non si può o non si può più esprimere. E' lei? O lui è impazzito? E se è lei, che ci fa qui oggi? Ma anche fosse lei -anche fosse Euridice- ormai non avrebbe **
NATANIEL ** più molto senso. Anzi, probabilmente gli darebbe solo fastidio e farebbe in tutti i modi per mandarla via. Così apre di scatto la porta a vetro, gli occhi plumbei rianimati e foschi, più vivi ed elettrici nel vago sentore di ira che si **
NATANIEL ** addensa dentro di lui. Lo spostamento d'aria dovrebbe smuovere un poco su quel corpo sottile gli indumenti e animare la chioma chiarissima di un moto dolce, delicato. Non appena, però, egli è dentro con il viso, e scorge nel volto sconosciuto **
NATANIEL ** un'altra identità scissa dalla sua tragedia terminata ormai da mesi, deglutisce il ringhio e le parole brusche ideate nella leggera frazione di istanti e smorza la voce ad un sussurro roco, frusciante, dal forte accento franco. ] **
NATANIEL ** ..perdonatemi, madamoiselle. Io.. credevo foste un'altra. [ Ammette. Non v'è imbarazzo, è un uomo che non conosce esitazioni di sorta. Anzi, pare sollevato e fissa con gli occhi densi il volto giovane ed austero che le tenebre gli donano come **
NATANIEL ** una perla fredda emersa dagli abissi.

EIBHLIN · Atrio · Quel processo di esplorazione sensoriale del luogo ha una fine brusca quando una ventata d'aria - fresca, dopo quel calore quasi soffocante - la investe sul volto, e per un istante chiude gli occhi, per schermarli da un possibile ...°°
EIBHLIN °° attacco? Aggressione? Cosa si aspetta? Niente, in realtà. Quando la folata di vento è cessata lo sguardo si sposta verso la fonte di quella inaspettata e violenta frescura: la porta della vetrata. Oh. Non se n'era accorta che ci fosse una **
EIBHLIN °° porta, anche se sembra stupido pensare che le persone possano passare attraverso i vetri. Magia. I capelli si spostano oltre le spalle, fluttuando un momento nell'aria, spinti dall'inerzia, e poi cadendo giù, sulla schiena. Il viso di sposta °°
EIBHLIN °° appena per guardare la figura dapprima inferocita e che poi pare sgonfiarsi, dell'uomo che si sporge precipitosamente dalla porta. Quanta irruenza! L'espressione sul volto dell'uomo la intimorisce e non poco, ma sul proprio volto mantiene una °°
EIBHLIN °° facciata di indifferenza. Non accenna il sorriso di circostanza dovuto dalla cortesia. A che serve la cortesia a chi non l'ha mai conosciuta? A niente. Non v'è nemmeno superbia sul volto della Pioggia: è l'espressione che si ha quando si è °°
EIBHLIN °° morti. Piatta. Come dipinta sul cartone. ] Hmm. [ Risponde, solo, con quel trillo troppo acuto che ha per voce, una voce che sembra un canto in falsetto, troppo acuta e sottile. ] Un'altra non troppo gradita. [ Una constatazione. Distaccata, °°
EIBHLIN °° chirurgica, fredda. Senza scopo alcuno che non sia esprimere un'opinione che - francamente - avrebbe potuto benissimo tenere per sé. Le iridi grigiastre incontrano con indifferenza quelle nebulose dell'uomo, senza voler scavare nel profondo, °°
EIBHLIN °° come se voglia solo osservarne il taglio ed il colore. Non cerca, Ginevra. Lei si fa trovare.

NATANIEL __Atrio__Il ''trillo'' è così sgradevole che lui socchiude gli occhi senza mascherare il fastidio. Non ci sarebbe motivo, d'altronde, burbero com'è a certe ore della notte. Tuttavia la bellezza della fanciulla ha il suo valore e forse solo essa **
NATANIEL ** la salva da uno spintone, un ceffone e magari uno sgarbato tiraggio per i capelli fino ad essere sbattuta a calci fuori dalla Biblioteca. E' il tipo di uomo tanto crudele e disonesto -come piace dire alle lavandaie- che sarebbe perfettamente **
NATANIEL ** in grado di farlo. O forse no. Forse c'è un cuore puro dentro le sue costole..? ] Che ci fate qui a quest'ora, madamoiselle? E' notte fonda. [ Le dice, il tono di voce basso mentre richiude la porta a vetri e fa un passo in avanti, **
NATANIEL ** sovrastando di parecchio quella figura femminile immersa in una surreale austerità, quasi monacale che solitamente in lui fa sorgere i più terribili dubbi e anche le più strambe fantasie.. ma non sta notte a quanto pare, sta notte è **
NATANIEL ** malinconico e tende ad idealizzare come fanno per tutta la vita i comuni mortali: ovvero, pensa alle cose amorose in modo diverso, un po' con la mentalità dei vecchi o dei troppo giovani, qualcosa di cui si vergogna sempre la mattina dopo. **
NATANIEL ** ] Avete perduto la via di casa? [ Doveva, doveva essere sgradevole anche lui, è nella sua natura.

EIBHLIN · Atrio · Surreale. Ecco l'aggettivo Più consono alla figura che sovrasta Ginevra, con un'imponenza quasi spaventosa, se non fosse che lei - ingenuamente, magari - è convinta che quell'uomo non lzerebbe un dito su di lei, o comunque su una °°
EIBHLIN °° qualunque altra donna. Un vaghissimo principio di sorriso incurva le labbra della giovane, mentre ascolta le parole dell'uomo. Chi sarà? E poi, che domande, cosa ci fa lì... probabilmente si sarà persa, sono i pensieri che subito balzano alla °°
EIBHLIN °° mente. E' una giovincella indifesa, si sarà persa. Ma che. ] Trovo che questa città sia più gradevole quando non c'è nessuno in giro. [ Asserisce, con tono senza inflessioni. Solo una vaga r arrotata dalla permanenza in Francia. Solo quello, °°
EIBHLIN °° magari, può dare l'impressione che lei sia vissuta da qualche parte ed abbia assorbito nel modo di parlare qualcosa che va oltre la spiccata conoscenza del modo di esprimersi. Uno sguardo limpido all'uomo, poi torna ad ossrvare fuori, presa, °°
EIBHLIN °° nemmeno stesse osservando qualcosa di bellissimo come un quadro esposto nelle Sale Vaticane a Roma. Il bello è che lei nelle Sale Vaticane non ci ha mai messo piede. ] E' bella la notte. [ Svia la seconda domanda, percependo che non è che una °°
EIBHLIN °° provocazione da parte dell'altro. Non ci casca, no. Non si fa mettere nel sacco, Ginevra. Ma, pensandoci, non è tanto sgradevole, quell'ultima domanda. Ad una donna che non è disillusa come lei può anche sembrare una premura affettuosa di un °°
EIBHLIN °° dolce (?) abitante di Barrington. Ma a lei assolutamente no.

AARON [Esterno]Indossa la notte come un mantello.Sinuoso nel buio si muoe tra ladri,assassini e stupratori.Nessuno osa toccarlo,lo stesso farà lui rinchiudendosi in un leggero enero mantello che arriva fin sotto le caviglie.ha ancora i segni della>>
AARON >>della morte sul labbro inferiore interno.Due piccoli buchi,invisibili ad occhio umano.All'esterno si percepisce qualcosa,ma potrebbe sembrare solo un rossore, un infezione,o magari un lieve trauma dovuto a una spiacevole rissa.Ma lui è il >>
AARON >>Primo Prefetto,nessuno vorrebbe fare a pugni con un simil soggetto.Il cerchio di iptesi si ristringe.Passo dopo passo,leggermente claudicante,meno del solito,ma zoppicante.Il braccio dx teso sul medesimo fianco,scarica il peso del corpo sul>>
AARON - *>>pregiato bastone con la testa di falco.E' evidente come sia impossibilitato in determinati movimenti.Quella follia stimola le paure residue invocando nella sua mente viviri ricordi orribili.Cigolano i cardini,annunciando Cornero all'interno>>
AARON >>della biblioteca.

NATANIEL __->__La guarda distogliere lo sguardo senza arrossire, condurlo altrove. La sua bellezza sfiorisce ai suoi occhi, improvvisamente, facendosi normale e non più vivida ed appariscente. Non appena l'ignoto si veste delle logore maschere del **
NATANIEL ** contingente ecco che tutta l'idea animata dal cuore malinconico si spezza e si annulla. Indietreggia sino ad adagiare le spalle sul vetro, inspirando fumo dalla lunga pipa. Resta in silenzio, gli occhi torbidi, i lineamenti contratti e **
NATANIEL ** vagamente ostili nella loro vera e propria natura. ] Bella. [ Ripete, come se fosse un'assurdità. Tipica frase da femmina. Tuttavia resta a guardare il suo profilo e sente di non dover trattare male quell'essere sconosciuto. Non ha idea del **
NATANIEL ** perchè, forse è il candore a imporgli un ricordo che esige pudore e rispetto. ] Lo è se si è in pace col mondo, madamoiselle. [ Le dice, mentre si sposta con le spalle dal vetro. Forse sente i cardini ruotare, forse no, ad ogni modo par aver **
NATANIEL ** deciso di non voler trattenersi oltre: si chiuderà a chiave nella propria stanza e caccerà gli importuni a bastonate. Chissà, forse quando sarà vecchio e bisbetico completamente, le cose non cambieranno poi molto. ] Bonne nuit. [ Dice alla **
NATANIEL ** piccola perla passiva alle emozioni, l'abbandona con gli occhi e risale lesto le scale, sparendo nelle tenebre.




Nataniel si trova come suo solito insonne e solitario nei giardini interni della Biblioteca. Ultimamente la sua vita sembra essere tornata al naturale stato di solitudine estrema che ha sempre caratterizzato la propria esistenza. Dopo aver annusato le rose rosse di cui con amorevole cura si occupa ogni giorno, scorge una figura dietro la vetrata. La figura è una giovane fanciulla pallida e dai capelli chiarissimi (//eibhlin) che egli scambia per Arayde. Poche battute fra di loro e mosso a compassione solo dalla bellezza della fanciulla, lo Straniero non si mostra scortese e si congeda augurandole una buona notte.

Ho messo la giocata fino a dove sono rimasto io.. se gli altri hanno poi proseguito e ritengono di voler/dover postare possono farlo qui sotto.
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