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trinità ontologica, economica e filioque

Ultimo Aggiornamento: 03/06/2009 17:28
02/05/2009 17:19
 
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Re:
Trianello, 02/05/2009 16.16:


E se il termine causa-causato lo usava lui che era un padre e pure santo, me ne frego dei dettagli e lo uso anche io!



Il fatto che il concetto di “causa” sia stato utilizzato da alcuni Padri in relazione alle processioni divine non ne giustifica l'utilizzo, soprattutto in un'epoca, la nostra, in cui la critica al razionalismo ha evidenziato i paradossi a cui un tale utilizzo può condurre. Tu puoi anche fregartene di tutta la storia del pensiero occidentale post-patristico, ma così facendo non fai teologia (vale a dire che non rendi ragione in senso pieno della fede che è in te). Tu sei liberissimo di non inquadrare gli scritti dei Padri nel loro contesto culturale e di non coglierne i limiti derivanti dal loro linguaggio platoneggiante, a volte, metafisicamente immaturo, ma così facendo ti esponi alle giuste critiche di coloro che hanno studiato la storia del pensiero occidentale successivo e sanno a quali trappole logiche l'utilizzo di un tale linguaggio può condurre. Se Dio, infatti, è il causante in-causato (e questo ce lo dice la speculazione metafisica ancor prima della Rivelazione), allora il Verbo, se causato, non può essere Dio.

Eccoti un brano di San Tommaso in cui viene chiarito il senso che il termine “processione” (che come tu hai giustamente notato è ripreso dalla Scrittura, ma è stato poi sottoposto ad una chiarificazione metafisica della quale bisogna tener conto per non prendere fischi per fiaschi) ha nella teologia in latina e perché questo non sia corrispondente al concetto di “causa”:

“La Sacra Scrittura, trattando di Dio, usa parole esprimenti processione. Questa processione però fu intesa in diversi modi. Alcuni la intesero come processione degli effetti dalle cause. E così la intese Ario, il quale diceva che il Figlio procede dal Padre come sua prima creatura, e lo Spirito Santo dal Padre e dal Figlio come creatura di entrambi. - Ma allora né il Figlio sarebbe vero Dio, né lo Spirito Santo. Questo però è in contrasto con ciò che vien detto del Figlio: "affinché siamo nel vero suo Figlio. Questi è il vero Dio". E dello Spirito Santo è detto: "Non sapete che il corpo vostro è tempio dello Spirito Santo?". Ora, avere un tempio spetta a Dio solo.
Altri invece presero la processione nel senso che le si dà quando si dice che la causa procede nel suo effetto, o in quanto lo produce o in quanto gli imprime la propria somiglianza. In questo senso la interpretò Sabellio, il quale affermava che lo stesso Dio Padre è detto Figlio in quanto prese carne dalla Vergine. E diceva che è anche Spirito Santo in quanto santifica e vivifica l'uomo. - Questo senso però è escluso da ciò che il Signore dice di se stesso: "Il Figlio non può far nulla da sé solo"; e da molte altre espressioni le quali mostrano che il Figlio non è lo stesso che il Padre.
Ora, se si guarda bene, si vede che tanto l'uno che l'altro presero il termine processione nel senso di moto tendente all'esterno: quindi né l'uno né l'altro ammise la processione in Dio stesso. Essendo però ogni processione la conseguenza di qualche azione, come dall'azione che tende a un oggetto esteriore deriva una processione all'esterno; così dall'azione che resta nell'agente si ha una processione che resta nell'interno stesso dell'agente. E questo si vede molto chiaramente nell'intelletto, la cui azione, cioè l'intendere, rimane in chi intende. Difatti, in chiunque intende, per ciò stesso che intende, c'è qualcosa che procede in lui, ed è il concetto (l'idea) della cosa intesa, la quale sgorga dall'attività della mente e dalla nozione della cosa intesa. È questo concetto, o idea, che viene espresso esternamente con la voce: e vien detto verbo mentale e ne è segno il verbo orale o parola.
Ora, essendo Dio al di sopra di tutte le cose, ciò che si dice di lui non va inteso per analogia con le creature inferiori, ma con le superiori, cioè con le sostanze intellettuali; e per di più anche le similitudini desunte da esse sono insufficienti a rappresentare le cose divine. Perciò la processione (divina) non va presa nello stesso senso di quella che si verifica nei corpi con moto locale, o con l'azione transitiva di una causa su oggetti esteriori, come quella del fuoco sulla cosa scaldata; ma piuttosto come una emanazione intellettuale, quale è quella del verbo mentale che resta nella mente che lo esprime. E in questo stesso senso la fede cattolica ammette delle processioni in Dio. “

Su. Theol. I, q. 27, a.1, co.

PS

Tra le altre cose, mi sembra abbastanza chiaro come in questo passo il termine "procedere" abbia un senso molto più ampio (e "vago") rispetto al "ekporeuetai" greco, così come questo è stato inteso dai Padri e dai teologi che in tale lingua si sono espressi.




Dopo aver letto quanto mi hai riportato ho fatto ricerche ed ho visto che come per la parola processione si hanno diverse interpretazioni a secona che il termine venga usato dai greci o dai latini, la stessa cosa avviene per il termine causa...
Vedo che le differenze tra le due chiese sono maggiori di quanto immaginassi, anche la terminologia stessa ne risente.
Quando da non trinitario mi sono avventurato in questo sentiero non immagginavo neanche lontnamente quanto nel corso dei secoli si fosse approfondito ogni singolo iota dei termini che riguardano la deità.
Non ho problemi ad usare principio invece di causa quando parlerò con i cattolici, l'importante è che ciò che sta dietro a questi termini sia quello in cui credo, ovvero che il padre è principio (o causa per i greci) delle altre due ipostasi, dal quale traggono la loro origine eterna e proprio per questo ne sono subordinati logicamente.
Ciao
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