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trinità ontologica, economica e filioque

Ultimo Aggiornamento: 03/06/2009 17:28
29/04/2009 22:07
 
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Io ho sempre visto nel filioque una visione complementare e non contrapposta della dottrina trinitaria, e quindi non vedo proprio cosa ci sia da ritrattare, tanto più che gli stessi delegati orientali riconobbero l’ortodossia della formula al Concilio Ecumenico di Firenze. E non mi si venga a dire che l’accettarono solo perché avevano i turchi alle porte di Costantinopoli e volevano l’aiuto dell’Occidente… La cosa è del tutto irrilevante. Di ogni decisione di qualsiasi Concilio Ecumenico si possono rintracciare motivazioni politiche, Nicea in primis, ma non per questo si invalidano le decisioni di quei Concili. Il fatto che quella formula di conciliazione fosse l’espressione di un Concilio Ecumenico, giacché il Concilio ecumenico è l’espressione massima di infallibilità della Chiesa, è già di per sé garanzia che, indipendente da come si sia arrivati a quel Concilio, per colpa di Costantino o dei turchi, ciò che viene affermato è infallibile. Dio infatti scrive dritto servendosi anche di righe storte… I Greci a Firenze non sono stati affatto passivi nell’accettazione delle dottrine, c’è stato un dibattito come ovunque nei precedenti Concili. Bessarione addirittura, ben lungi dall’accettare il filioque solo perché costretto dai turchi, fu convinto a tal punto da farsi latino.


“Questa aggiunta cominciò a manifestarsi in età carolingia per motivazioni politiche”



Il filioque è attestato prima dell’età carolingia. Esisteva già nella tradizione della Chiesa occidentale già nel simbolo Quicumque, ergo dal V secolo. Fa parte della meravigliosità della Grande Chiesa l’accogliere le tradizioni locali, purché non eterodosse, se dunque, come credo, si potrà appurare che questa formula fa parte del patrimonio legittimo dell’Occidente non ci sarà nessun problema a mantenerla, all’interno di un’unica fede.


“ma nell'809 papa Leone III proibì l'utilizzo del filioque sotto minaccia di anatema (c'è una lettera che ne parla) per chi lo volesse utilizzare in futuro e ordinò che il Credo venisse scolpito su tavole d'argento cosicché il testo non subisse variazioni”



Questo è perfettamente vero, ma è anche perfettamente falso. Papa Leone III non riteneva opportuno modificare il Credo inserendovi la formula “filioque”, ma giudicava il filioque ortodosso. Sono problemi diversi: l’opportunità di modificare una formula stabilita da un Concilio venerabile, e il parere sull’ortodossia o meno di quella dottrina. Lo scrive a tutte le chiese orientali,
nell'808: "Credimus... S. Sanctum a Patre et a Filio aequaliter procedentem".
Anche un altro papa, santo che abbiamo in comune cogli ortodossi, confessava il Filioque, parlo di Gregorio Magno: “de Patre procedit et Filio” (Hom. 26 in evang. 2)


“Se si può dire che lo Spirito del Padre giunge ai fedeli «attraverso il Figlio», una simile affermazione rispetto alla dinamica interna della Trinità risulta assurda, fuorviante, poiché suggerisce il concetto che ci troveremmo di fronte a due sorgenti, due cause”



Mi sfugge il perché “dia hyiou” sarebbe una formula che implica due principi di spirazione. Semmai è il contrario. Questa formula postula che il Padre è l’unico principio della Trinità, ma che lo Spirito, senza essere generato dal Figlio, arriva al creato “attraverso il Figlio” (per Filium, dia hyiou). Poi ovviamente bisogna vedere che cosa si intenda con “per Filium”. Tutte le operazioni ad extra della Trinità, cioè quelle verso il creato, sono all’unisono. I latini dicendo “per Filium” o anche “filioque”, non dicono affatto che dal punto di vista della Trinità immanente lo Spirito abbia due fonti di spirazione, e questo lo sanno anche i sassi ormai, visto che Firenze lo specifica.

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
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