Ho letto con estremo interesse questo scambio di opinioni, avendo già partecipato ad un dibattito simile, in passato.
Penso che il Sig. Morelli abbia trascurato di fare un piccolo "distinguo". Si è preoccupato di suddividere gli attori in "categorie" (mi passi il termine...) per rendere più chiaro il suo pensiero e su questo non posso che essere d'accordo.
Tuttavia, l'ingranaggio che manca a questo ragionamento è un'analoga suddivisione per la categoria dei filmakers.
Mi spiego meglio: io posso essere un attore aspirante, semiprofessionista o professionista ma, inevitabilmente, quando vado ad un provino, mi trovo di fronte gente che mi giudica dall'alto di una sua "superiorità artistica" derivante dallo status di "produttore", che pone in discussione soltanto le MIE capacità/competenze/esperienze, senza tirare in ballo le proprie.
Perchè specifico questo?
Perchè penso che sia importante.
E, per chiarirlo, faccio 3 esempi:
Guidalberto Incapaci è uno studende di cinema al primo anno, ha un'idea carina, coinvolge l'amico che ha la telecamera, il fratello che ha le luci, la fidanzata che ha la trousse dei trucchi per fare un corto.
Gianpierpalo Esperti, invece, è un filmaker esperto, ha 35 anni, di cui 20 passati con l'occhio incollato alla cinepresa a filmare qualsiasi cosa si muovesse... Ma anche no. Con gli anni si è circondato di collaboratori fidati ed esperti e cerca attori per realizzare un corto da mandare a qualche festival, con la speranza di vincere qualche premio o di vederselo distribuire attraverso qualche nuovo canale che, possibilmente gli porti qualche quattrino o, al massimo, un po' di visibilità.
Piergerardo Professionali, invece, è il responsabile casting di una piccola casa di produzione indipendente, che lavora nel settore audio-video, realizzando filmati aziendali, spot, prodotti multimediali di vario genere e che, su un'idea del titolare sviluppata dal collega sceneggiatore, sta cercando attori per realizzare un corto da vendere a Sky.
Esaminiamo, passo passo cosa fanno:
Fase 1. Mettono un annuncio qua, cercando attori.
In questa fase, sono d'accordo con il Sig. Morelli: tutti e 3 hanno il diritto di farlo. E, soprattutto, tutti e 3 hanno il diritto di mettere un annuncio "nazionale": la casa di produzione perchè, probabilmente, ha i mezzi per pagare una lunga trasferta, il videomaker perchè potrebbe pagarne una piccola e breve, lo studente non per prendere attori di Bolzano sebbene lui sia di Palermo, bensì per raggiungere un maggior numero di palermitani eventualmente interessati (tanto non avrebbe i mezzi per pagare nessun tipo di trasferta).
A questo punto entra in gioco un'altro fattore (su cui sono d'accordo con il Sig. Morelli): la chiarezza. E' fondamentale che scriva (ed alcuni lo fanno) "siamo 4 studenti di cinema al nostro primo corto senza soldi... volete partecipare?" e non "PinkPallinProduction seleziona attori per opera prima del regista Guidalberto Incapaci"
In questo modo è scontato che soltanto quelli veramente interessati andranno a presentarsi al provino...
E qui veniamo alla
Fase 2. Fanno i provini
E' questo il punto in cui trovo carente l'analisi del Sig. Morelli. Non perchè sia sbagliata, ma perchè parte dal presupposto che il filmaker sia persona competente, esperta, professionale e, in ogni caso, in grado di riconoscere e valorizzare il talento delle persone che si trova davanti. Probabilmente, Lei, Sig. Morelli, qua pecca di modestia... E' sicuramente un esperto del settore e parte dal presupposto che tutti gli altri lo siano, ma, ahimè, non è così.
Quando si fanno dei provini, a presentarsi è sempre solo il candidato attore, quasi mai il selezionatore. L'attore (aspirante, semi o professionista che sia) spesso scopre chi ha di fronte soltanto sul set, dopo essere stato selezionato.
Perchè l'attore deve portare il suo curriculum, il suo showreel e il suo monologo per presentarsi e non sapere se si sta presentando a Guidalberto Incapaci, Gianpierpaolo Esperti o Piergerardo Professionali?
Il discorso del progetto condiviso vale per tutti: io posso essere un attore professionista e pensare che Guidalberto Incapaci abbia avuto un'idea geniale, quindi parteciperò gratuitamente (tanto quello non c'ha 'na lira sulla pelle...) perchè il progetto mi piace da morire.
Allo stesso modo, posso essere un aspirante attore e, vedendo la troupe scalcinata, dire "scusate, ma da voi ho ben poco da imparare..." e mandarli a quel paese.
Analogo discorso vale al livello più alto. Gianpierpaolo Esperti potrebbe avere in mente un corto fantastico e io, attore professionsta, potrei decidere di partecipare gratuitamente (magari in cambio di una percentuale sui premi o sugli utili futuri) perchè ho visto, dalle sue esperienze precedenti, che è in gamba e mi piacerebbe aggingere al mio showreel qualcosa girato da lui.
Oppure, io, aspirante attore, vedendo che l'unica esperienza è una montagna di pallosissimi filmini matrimoniali, potrei dire "grazie, no: se mi vuoi mi paghi almeno le spese e il minimo".
L'unico per cui non vale questo discorso è la società di produzione. Lì il gratuito non esiste. A nessun livello.
E qua entra in gioco il paragone (SACROSANTO) fatto da Carlo: se io assumo un tecnico specializzato ed un apprendista, li devo pagare entrambi. Certo avranno paghe differenti, ma entrambi le avranno. Altrimeni finisco nei guai con i sindacati (con tutto quanto ne deriva).
Io posso esser un attore aspirante, semiprofessionista o professionista ma se Guidalberto, Gianpierpaolo o Piergerardo mi hanno SCELTO, significa (come diceva Carlo), che mi hanno reputato adatto alle loro esigenze.
Non importa in quale scuola di cinema io abbia studiato. Io non posso permettermi di assumere un'impiegata contabile, farle fare il bilancio e poi non pagarla perché ha studiato ragioneria all'Istituto Tecnico TalDeiTali che a me non piace o che non reputo all'altezza... La pago e basta.
Allo stesso modo non importa se ho fatto solo la scuola di teatro o nemmeno quella. Potrei essere un talento naturale senza formazione alcuna, così come potrei aver passato gli ultimi 20 anni chiuso in accademie e scuole di perfezionamento. SE SONO STATO SCELTO SIGNIFICA CHE SONO ADATTO AL COMPITO. E, quindi, devo essere retribuito.
Di qui in avanti, il discorso si sposta su un altro fronte, che è quello del "CORRISPETTIVO".
Io, indipendentemente dalla mia "qualifica", potrei decidere di lavorare gratis per il Sig. Morelli (ipotizzando che sia un famoso regista) perché, siccome è molto conosciuto, sarebbe per me un onore avere nel curriculum un corto diretto da lui.
Oppure, potrei decidere di dare una mano ad un gruppo di ragazzi esordienti e recitare gratis per loro, perchè mi piace stare tra i giovani, elargire consigli e respirare l'entusiasmo di chi inizia.
Oppure posso chiedere il giusto compenso ad entrambi.
In fin dei conti se mi hanno scelto, è perché mi reputano in grado di aggiungere valore al prodotto e, quel valore, è giusto che lo paghino.
In tutti e tre i casi, il corrispettivo c'è: "prestigio" nel primo, "benessere emotivo" nel secondo, "denaro" nel terzo.
Non importa la forma, basta che ci sia e che sia CONDIVISA da entrambe le parti e non imposta unilateralmente.
Porto un esempio che mi è stato narrato, omettendo nomi e cognomi.
Nel 1984 doveva uscire un film di una coppia di attori molto famosi. Il doppiatore di uno dei due, venuto a sapere che l'attore, per quel film aveva percepito 600 milioni disse: "buona parte del successo della versione italiana dei film di questa coppia dipende anche dalla mia voce, percui io, per doppiarlo, voglio il 10% di quello che ha preso lui." La produzione lo mandò al diavolo e organizzò immediatamente dei provini per trovarne un altro a paga sindacale (tanto c'era la fila di gente che avrebbe dato un braccio pur di doppiare quel film).
Risultato?
Alla fine diedero i 60 milioni al doppiatore originale, perché nessun altro riusciva a dare quel "qualcosa in più" che, invece, lui dava.
La morale di questo episodio (che non è una favola) è che, alla fine, se si viene scelti è perchè si è considerati IN GRADO di svolgere il LAVORO meglio di chiunque altro, quindi l'alternativa diventa:
-corrispondere un compenso a chi si è scelto
-rinunciare e ripegare su seconde/terze scelte che costano meno (o niente) ma non corrispondono a quello che si cerca oppure non danno garanzia di svolgere il lavoro come si vorrebbe...
Di qui in avanti, la palla passa ai filmaker (e a quelli che sono arrivati fin qui ancora svegli... ! ;-) )
Un saluto a tutti (con la solita stima che meritano coloro che riescono ad arrivare in fondo ai miei post chilometrici...)
G.