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De Gesta Francorum et aliorum Hierosolimitanorum

Ultimo Aggiornamento: 27/08/2009 10:40
18/08/2009 11:08
 
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[SM=x1140429] a tutti
Tornato dalle ferie continuo lo scritto [SM=g27964]


Inverno 1226

Il generale Henry accorreva in soccorso al forte sud e impegnò il nemico in campo aperto.



Con i rinforzi che prendevano alle spalle il nemico e con l’armata potente di Henry eravamo avantaggiati sia numericamente che potenzialmente.



Il nemico mandava con la sua consueta tattica le truppe da lancio a stuzzicarci, ma la potenza di fuoco Franca era enorme e sia i balestrieri che le catapulte sterminarono i malcapitati



Eliminate le truppe veloci, fu la volta dei balestrieri portoghesi, calpestati dagli zoccoli della cavalleria pesante franca.



Le truppe portoghesi disarmate dalla protezione di armi da lancio, furono costrette al corpo a corpo che si trasformò per loro in una mattanza straziante.



Era ancora inverno quando Henry attaccò l’armata più potente dei tre eserciti nemici mandati dagli infidi portoghesi per prendersi Granada



Rintanato nella fitta vegetazione mediterranea, il nemico ci attendeva.



Sicuri della vittoria e forti dei due successi travolgenti, accettammo la provocazione e decidemmo di stanarli



Scatenammo su di loro una pioggia di fuoco e zolfo purificatrice e si diedero alla fuga



Quando si fecero sotto i lanceri, la loro densità era la miglior occasione per le nostre catapulte, ebbe inizio lo stermino portoghese



E poi la mietitura operata dalla cavalleria



Cadde come un frutto maturo anche il loro ingenuo capitano.
Il panico fece il resto



Fu richiesto un riscatto enorme di 3500 fiorini, e venne rifiutato.

I portoghesi, perdevano in una sola stagione quasi 4000 uomini,u il colpo più tremendo inferto al nemico dall’inizio di questa cronaca
Le speranze portoghesi di prendersi Granada svanivano completamente, un generale indomito guidava i Franchi a continue e clamorose vittorie.





"Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?"
Mt 16, 26
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1228-1229

Dopo la disfatta portoghese, Granada poteva pensare a rinforzare le guarnigioni.
Henry Poitevin il grande e imbattuto generale franco, aveva grandi progetti però.
L’intenzione del giovane difensore della civiltà franca in occidente era la creazione di un piccolo Regno di Granada vassallo del Re di Gerusalemme Luquin.
Commerci e strutture portuali, mercati e palazzi governativi erano necessarie per un piccolo Stato nascente, i corrotti Portoghesi non garantivano una sufficiente garanzia per la difesa della cristianità, anzi ne erano divenuti mortali nemici.
La debolezza militare portoghese non era mai stata così seria e la grande città Kurtuba era sguarnita .
Henry si mosse rapidamente nell’Inverno del 1228, ma le armi d’assedio non permettevano il raggiungimento dalla fortezza di Granada in così breve tempo e quindi decise di accamparsi e presidiare il ponte, il passaggio obbligato per Kurtuba, sicuro della deficienza militare della città e della scarsezza di truppe portoghesi nelle vicinanze.

Kurtuba radunò più truppe possibili per garantire una guarnigione dignitosa, Henry dal canto suo, voleva Kurtuba senza troppe perdite e decise di fermarsi ancora , ritardando la conquista e presidiando il ponte, permettendo il ripristino della guarnigione di Granada, il rafforzamento dei forti e minacciando seriamente l’intero Regno di Portogallo, il quale non poteva ignorare tale affronto.

L’imboscata del 1229
Nell’estate del 1229 due formidabili armate portoghesi con oltre 2600 uomini in totale, accerchiarono Henry sul ponte, l’attacco era su due fronti, il generale portoghese Pero Barroso attaccava dal di là del ponte, i rinforzi portoghesi alle spalle di Henry la cui invincibile armata non raggiungeva, numericamente, la metà delle forze nemiche




Henry dispose le truppe su due fronti, uno ,quello con grandi armi da lancio( catapulte e balestre) e buoni lancieri, per impegnare il nemico nel corpo a corpo, l’altro composto da qualche fante e le unità di cavalleria pesante per intercettare i rinforzi nemici e caricarli in campo aperto.



Le armate portoghesi avanzavano senza fretta, verso la trappola di Henry e appena furono a tiro, si scatenò su di loro tutta la potenza di tiro franca





La carneficina dei portoghesi, fu impressionante , ammassati com’erano sul ponte ,bloccati dai lancieri franchi sotto una pioggia di violentissimi dardi crociati , i nemici si vedevano sconfitti al primo assalto, iniziavano la rotta, i più impressionabili, e ci volle l’intervento del loro grande e carismatico generale Pero Barroso per ricomporre l’avanzata portoghese.

Intanto i rinforzi, marciavano velocemente per soccorrere i loro connazionali, mandarono avanti le truppe leggere più veloci.



Mentre il generale Barroso avanzava ancora facendo convogliare tutte le sue truppe per rompere lo sbarramento crociato.



Il generale Henry, mandò la cavalleria pesante franca ad annientare i cavalleggeri portoghesi e poi la spinse fino alle truppe di lancieri portoghesi.



Intanto i fanti portoghesi raggiunsero l’esercito franco, la morsa nemica era chiusa, i franchi ora erano in trappola, quando la nostra fanteria pesante riuscì a uccidere il capitano portoghese, incaricato dei rinforzi.



Le speranze portoghesi, si stavano spegnendo, il generale Barroso rischiò il tutto per tutto e si lanciò nella mischia per sfondare lo sbarramento franco e soccorrere i rinforzi che sfiduciati iniziavano la ritirata.
Questo intervento ribilanciava l’esito dello scontro, Barroso doveva morire, Henry caricò con tutta la sua potenza



Ma il generale Barroso si rivelò un osso troppo duro per i denti di Henry che cadde quel giorno, nel violento corpo a corpo on il rivale



Non era finita però, i nostri circondarono Barroso



Che sembrava immortale, benché colpito e ferito, non cadde mai e vinse,non senza gravissime perdite, la battaglia.




I due stati rivali, alla fine dell’anno 1229 erano in una situazione di stallo.
Granada bene assestata, ma ferita e costernata nell’animo, per la perdita del suo generale più promettente, rimaneva attonita e bloccata senza prospettiva, i Portoghesi, sebbene usciti vincitori dall’ultima battaglia, erano infiacchiti decimati e estremamente indeboliti per proseguire e tentare uno sfruttamento maggiore del vantaggio psicologico.

In questo contesto occidentale, in oriente la situazione del Regno era ormai stabile da anni, ma nel nord della Siria, i Mongoli dopo essersi portati avanti con le conquiste ai danni dei Rus e dei Cumani, iniziavano un leggero declino, in quanto i Rus erano davvero un potenza militare di primo piano nella politica internazionale.

Re Luquin “l tiranno” ,morì anziano nell’estate dell’ anno del Signore 1230, il nuovo re Guiot ,aveva intenzioni diverse dal suo predecessore, avido di guadagni facili e amante del campo di battaglia, ma di natura tutt’altro che temeraria né coraggiosa, non amava troppo la vita sedentaria di corte e marciò decisamente contro la preda più facile: la sguarnita e arretrata Alessandria d’Egitto.

Si rompeva così un equilibrio orientale , l’Egitto era una nazione seriamente compromessa, dalla precedente crociata al Cairo( ben mezzo secolo avanti ), non si riprese più dignitosamente, neppure il talentuoso Sal ad Din fu in grado di risollevare la situazione , i trattati bellici con l’Egitto erano aperti con molte nazioni Europee, compromettendo seriamente l’economia, che veniva spesa nella salvaguardia della fede sciita del Sultanato ,che vedeva i suoi imam morire assassinati da mani sconosciute.
I mercanti ,altra risorsa commerciale erano spesso vittime di attentati e di furberie finanziarie messe in atto dai più abili colleghi crociati.
L’Egitto sopravviveva per pietà di Gerusalemme, che non dava il colpo di grazia, ma che ora, voleva servirsi della ricca foce del Nilo e sfruttarla per mitigare la sete di guadagno facile dell’ambizioso nuovo re Franco



Sfondate facilmente le porte del decadente insediamento Egizio, si riversò per la via principale dell’antica fastosa città la fiumana crociata.



Re Guiot si getto alla guida dei suoi crociati contro il generale fatimide.



Il gesto facilmente coraggioso del nuovo Re, accese gli animi di stima sincera, ma ingenua del suo fedele esercito, che si precipito al suo fianco per trucidare la guarnigione nemica.



Mettendo così fine all’incompetente governo fatimide su Alessandria d’Egitto.

Alessandria fu presa e saccheggiata, con una facilità disarmante, che diceva molto sulle potenzialità fatimide.
Ma il re, non aveva alcun interesse a mettere fine alla dinastia islamica sciita, poiché poteva servirsene in qualunque momento.
Gli Egizi, raccolsero tutte le loro forze vicine per dare un segno, un messaggio, una parvenza di governo bellicoso e ancora degno.
Si radunarono in una armata forte di 540 uomini, per insidiare, minacciare o simulare un attacco.
Re Guiot, aveva il suo bel da fare, il nuovo insediamento era in uno stato di decadenza tale, da dover impiegare diversi fiorini, per renderlo florido e fruttuoso.
Il fastidio di un esercitello nemico e presuntuoso nelle già poco prolifiche campagne Alessandrine era intollerabile.
Ma on si mosse dlla sua nuova sede di governo e distaccò una armata di oltre 700 uomini, la cui spina dorsale era la terrificante e fidata cavalleria Teutonica.
L’inverno del 1230 l’armata distaccata da Alessandria sorprese su uno dei ponti del Nilo l’armata Fatimide



Il nemico aveva raccolto solamente fanti, ben equipaggiati sicuramente, ma senza alcuna possibilità di vittoria a causa della estrema versatilità, equipaggiamento e mobilità dell’esercito franco



Come nostra consuetudine, li investimmo di uno sciame di frecce infuocate, che accendevano le urla di dolore nemiche nella fresca serata egizia





Poi fu la volta della carica di fanteria pesante






Il nemico non potè far altro che voltarci le spalle e fuggire incontro alla morte




I Fatimidi erano stati annientati ,potevamo tornare ad Alessandria




Il re Guiot, avviò immediatamente i servizi diplomatici, che offrirono immediatamente la generosa pace al il Regno Fatimide ,che accettò immediatamente, riprendevano inoltre gli accordi commerciali con il popolo islamico sciita.
Il re Crociato, aveva aggiunto un importante tassello all’estensione Franca in oriente e guardava sempre più con avidità al Cairo, imponente e sfarzosa città in mano ai Turchi Selgiuchidi, ma occorreva molta prudenza , poiché la città era pesantemente armata e circondata de fortezze Selgiuchide, cariche di soldati.





"Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?"
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20/08/2009 12:12
 
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Scudiero
Bellissima la narrazione delle gesta dei Franchi. Ma perché non posti un'immagine della mappa, così da mostrare l'estensione dei domini dei Crociati? [SM=x1140522]
[Modificato da Sloan 20/08/2009 12:13]
20/08/2009 12:59
 
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[SM=x1140429] Sloan, (grande il Blasone che esponi [SM=g27964] ) grazie

Lo farò certamente, intanto continuo il racconto

1230-1232
I due anni successivi alla conquista alessandrina , furono due anni di calma relativa, l’Oriente era nuovamente stabile, i Fatimidi avevano ben altri grilli per la testa e non potevano pensare minimamente a riprendersi Alessandria.
I portoghesi al contrario, erano ben lontani dalla sconfitta e si impegnavano in una nuova stagione di battaglie, per il possedimento di Granada.
Era ormai diventata una fissazione per loro, tutte le forze erano impiegate in una conquista resa praticamente impossibile dai fortini che bloccavano tutte le vie di accesso, infatti Granada una sola volta fu assediata in 30 anni di dominio Franco nel 1204.

Nell’inverno del 1232 ecco nuovamente le forze portoghesi, minacciare il forte occidentale Perrin Douie “il martello dei portoghesi”il grande generale che sconfisse due eserciti nemici di forza doppia, accorse in soccorso alla guarnigione, facendo pendere decisamente l’ago della bilancia dalla parte crociata.



Impetuoso e coraggioso, caricò il nemico subito dopo i consueti preliminari.



Una nuova vittoria, segnava l’inizio della stagione bellica tra il Regno di Gerusalemme e il Regno di Portogallo



Ma la battaglia oltre ai 1650 nemici caduti si portava via il “Martello dei portoghesi”.



La foga,il genio, la temerarietà, l’incoscienza e la presunzione di invulnerabilità, furono le caratteristiche di spicco di questo indomito cavaliere Franco, l’autore delle vittorie più incredibili della storia di Granada.
Tutto il Regno ne pianse la chiamata al cielo.

Estate 1233
La morsa dei Portoghesi era appena iniziata, il fronte di battaglia si spostò a sud, privi del talentuoso Henry e del martello Poitevin, un nuovo generale crociato era chiamato all’ingombrante eredità, costui era Rogier de Brèzè.



Non si risparmiò, era un degno e coraggioso erede



Anche il suo rivale Tomas Ramiric non era da meno




Ma con le tattiche imparate dai suoi maestri, sconfisse facilmente l’armata portoghese nella sua prima battaglia da Generale franco lasciando 300 uomini e sterminando l’armata portoghese di quasi 1300 soldati.

Era un forte messaggio per l’infido nemico portoghese, non importava chi fosse alla testa dell’esercito, i Franchi erano un corpo solido e agguerrito… sarebbe stato megli lasciar perdere.

Inverno 1234

Ma il nemico era veramente ostinato e nell’inverno dello stesso anno ecco ripresentarsi ,ed ecco nuovamente Rogier accorrere e caricare




E un’altra vittoria schiacciante fu imposta al nemico.
Altri 1200 portoghesi uccisi.
Dall’inizio del conflitto Franco-Portoghese ,i nemici lasciavano l’equivaente di una intera provincia in termini di vite umane, valeva davvero tutto questo Granada?

Vene informato il Re di tutto questo spargimento di sangue cristiano, il Regno di Portogallo andava fermato una volta per tutte.
Ne convenne il re Guiot, che ,visti gli eccellenti rapporti con il Pontefice, chiese ed ottenne una crociata a Lisbona.

Se il Portogallo avesse avuto la condanna bellica dell’intera Cristianità , si sarebbe forse ravveduto.
Danimarca, Francia Sicilia e Milano, accorsero immediatamente.
Ed ecco anche Rogier Brèzè, prese la Croce e da Granada marciò con la sua armata su Kurtuba .
Indebolire e spaventare, la tattica sia in campo aperto ,sia sul piano politico, questo fu il genio di Rogier Brèzè



Entrammo ad affrontare la scarsa resistenza portoghese.



Sfoltendo i fanti con le armi da lancio e trucidandoli con la fanteria pesante



Diego Barroso, il generale nemico era un grande e carismatico stratega, i suoi l’avrebbero seguito sino alla fine e si dimostrò veramente un geniale stratega, quando ci raggirò per caricarci.



Ma il coraggio non gli fu sufficiente, poiché i nostri lancieri erano addestrati in maniera eccellente e disponendosi in cerchio ,formavano una trappola mortale per il generale Barroso



Con la caduta di Barroso, cadeva anche Kurtuba, che fruttò ben 8500 fiorini, la popolazione portoghese ,ferita, depredata, umiliata e orfana del suo grande governatore, non perdonò i Franchi e si dimostrò subito ostile.
Rogier Brèzè di fronte aveva una nuova e difficile sfida, conquistarsi la fiducia della nuova città crociata.





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bene, come sempre ottima narrazione;-)
21/08/2009 13:37
 
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1235

L’anno del Signore 1235 si aprì con una notizia che portava oscuri presagi , i Mongoli, i nomadi dell’Est che da una quindicina d’anni, andavano devastando l’oriente nordico, si erano convertita all’ Islam.
Questa notizia aveva dell’incredibile, come avevano fatto a diventare musulmani ,che contatti avevano?
Che convenienza politica?
Le popolazioni Islamiche erano umiliate e i migliori Imam uccisi, questa notizia preoccupava la Cristianità.
Eppur vero, che i Cristiani con cui i Mongoli avevano interagito, erano scismatici, ma perché l’Islam?
I Mongoli, avevano una fama terribile, guerrieri spietati, eserciti mobili, infedeli, assetati di sangue e invincibili in campo aperto.
Però la loro invasione fu decisamente contenuta dai Rus, a tal punto che il loro territorio si era ridotto ad un solo insediamento, la notizia della loro conversione era triste, ma non tragica.

Ma le notizie preoccupanti non finivano, il prestigio del re Guiot precipitò, forse per gli effetti della nuova crociata contro i Portoghesi, il minimo storico si assesto al 15% un risultato disastroso, i nobili non volevano Guoit come re.

Se le notizie orientali preoccupavano Gerusalemme, all’estremo occidente Granada, aveva ormai trovato un generale che garantiva non solo la difesa, ma la concreta possibilità di creare un nuovo Stato vassallo di Gerusalemme, con i commerci e i suoi diplomatici, con le fortezze e gli eserciti.
Rogier de Brèzè “il conquistatore” intendeva, con la sua armata crociata, di estinguere gli eserciti portoghesi, per ridurre al minimo le influenze nemiche nella zona e al contempo dare un segnale inequivocabile ai suoi nuovi concittadini Franchi, in estate attaccò l’armata portoghese, rimasta disorientata dalla conquista di Kurtuba.

La cavalleria caricava




E caricava



E caricava,





e anche Rogier caricava



L’ennesima vittoria Franca, l’ennesima difatta portoghese (1344 giovani morti).
Potevamo riposarci per proseguire, prossima meta la capitale portoghese, la meta crociata,la città da liberare:
Lisbona.



Nell’inverno del 1235 ,eravamo vicini a Lisbona, ma la città era circondata da eserciti di fratelli, più veloci di noi.
I Veneti, assediavano la capitale portoghese, Rogier non era tipo da stare con le mani in mano e, parsimonioso com’era, non voleva sprecare il denaro del Regno per oziare all’estero.
Scorse una fonte di guadagno, un insediamento più facile da gestire, ma più ostico da conquistare, a nord di Lisbona c’era la famosa fortezza portoghese :
Oporto.




Il Generale Alfonso Barroso, era il suo custode, un altro gigante della milizia portoghese, un altro amato e carismatico condottiero.
Entrando in città capivamo, che tutto il popolo portoghese era con i suoi regnanti, l’eresia del re di Portogallo era stata abbracciata dalla popolazione, che seguiva i nobili in questo suicidio.



I nemici si erano rintanati nella cittadella e ci attendevano schierati, pronti a morire.



Quand'ecco che il loro carismatico generale uscì incontro alla morte rifiutando la difesa delle mura.



Lasciandoci il campo aperto per l’assalto finale






Oporto cadde e fu saccheggiata, I frutti del saccheggio, 5000 fiorini circa, vennero subito investiti nell’insediamento.
Tre regioni occidentali, un nuovo re di Granada Rogier de Brèzè.
Era il vassallo più importante del re Guiot, chissà se gli sarebbe stato fedele ?





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22/08/2009 10:24
 
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spettacolare questa campagna!!
ancora complimenti!








24/08/2009 11:23
 
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[SM=x1140429]
Grazie a tutti e a te Housekeeper, un principe del forum, legge le mie storie e questo mi onora.



Estate 1237
Il Re portoghese, era però tutt’altro che disposto alla risoluzione pacifica, voleva difendere Lisbona con tutti i mezzi e così concentrò le forze delle guarnigioni per formare un’armata soccorritrice di Lisbona.
In questo contesto, le armate crociate assedianti si trovavano circondate, poteva soccorrere la politica :le alleanze.
L’astuto generale Rogier intuì una possibilità di rottura di questa situazione di stallo.
Approfittando dell’alleanza con i fratelli francesi, marciò contro i rinforzi portoghesi e vista la vicinanza dell’armata transalpina, ne chiese l’appoggio in battaglia.
Felicemente concessa!




Il generale francese Gieffroy d’Angers marciava velocemente per fare un fronte Franco unico, immenso e micidiale



I portoghesi avevano però “l’artiglieria” pesante, attesero l’adunata degli schieramenti e bombardarono senza pietà.




La mobilità dei nostri così simili, schieramenti alleati, però era così imprevedibile, che in un attimo gli fummo addosso, rompendo le fila nemiche, la cavalleria Francese, la migliore d’occidente, caricò, con tale violenza da arrivare sino alle catapulte.



Seguita a ruota dalla fanteria pesante.
Lo scontro si accese immediatamente.


E si risolse rapidamente con la fuga nemica.



Lisbona era isolata , la morsa eretica, annientata, doveva cadere.

1238
Moriva in quest’anno l’ultima colonna del nascituro regno vassallo di Granada della prima generazione.
Il grande generale Volo di Gerusalemme.
La sua vita fu spesa quasi totalmente sul campo di battaglia, contro il nemico Moro.
Fu grazie alle sue indiscusse abilità belliche, alla sua profonda conoscenza della cultura saracena, che ,non solo provocò la sanguinosa e decennale guerra con i Mori, ma la concluse anche definitivamente, dopo aver ridotto il nemico all’impotenza e sottraendogli Alghero ,in Sardegna, contribuendo così alla possibilità di un nuovo stato vassallo intermedio del Regno di Gerusalemme.

Fu senza ombra di dubbio il più grande divulgatore della cultura Franco-Crociata in occidente.
Amante dell’avventura, dei viaggi, del mondo, della sua Gerusalemme, dalla quale aveva preso il titolo.
Stratega innovativo, illuminò definitivamente , il nuovo modo di espansione del Regno di Gerusalemme.
Tanti stati vassalli, tante rotte commerciali, tanti popoli da incontrare.

.

Con la morte di Volo di Gerusalemme, finiva anche la crociata portoghese.
I Veneti, conquistavano Lisbona, commerciavano con il nuovo Regno di Granada e la pace, tanto desiderata con il re di Portogallo, si concretizzò.
Ora anche il Regno di Portogallo, desiderava la pace.
Quanto aveva perso, quanti uomini, quante energie, quanti soldi, quanti territori.
La guerra con i portoghesi era finita, cominciava la ristrutturazione, soldi, lavoro e progetti erano le prospettive future per la stabilità del Regno vassallo di Granada.
Con la Pace internazionale, finalmente eravamo sereni con tutti, il prestigio del Re Guiot, iniziò a riprendersi.

Tre anni di pace, il re Guiot, era piuttosto bellicoso e ambizioso.
1241
Nell’estate ,da Alghero, partiva la spedizione Italica , la meta era la città ribelle di Genova.
Contemporaneamente, da Damietta, Anseau de Nevers Generale crociato, marciava sul Cairo, sguarnito.
La potenza Selgiuchide era dissipata nei forti, lasciava il Cairo esposto ad una facile conquista.
L’occasione era Ghiottissima, un solo assalto, furtivo, avrebbe fatto incassare parecchi fiorini, indebolito il regno selgiuchide, vassallo di Bisanzio e la pace sarebbe stata facilmente riottenuta, in quanto il mondo Cristiano era ancora formalmente in guerra contro i Turchi.

Una mattina d’inverno alle porte del Cairo, si presentò così il generale Anseau.











Forte di quasi 1400 uomini il Cairo, con la sua guarnigione di 600 anime era spacciato.



Sfondate le porte, in un attimo fummo dentro, e per le strade dell’antica capitale Fatimide, si assistette alle più devastanti atrocità.



L’ultimo trucidato fu il loro capitano e la città fu nostra.



12000 fiorini, fu l’incasso.
La tregua e il commercio furono le prime parole rivolte ai Selgiuchidi, che come previsto accolsero a braccia aperte.
Privi di insediamenti nel sud, rimanevano con le loro fortificazioni, ben protette, ma costose e perennemente minacciate dal nemico crociato, che dell’Islam era divenuto,il nemico assoluto, lo sterminatore per eccellenza.





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24/08/2009 15:59
 
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Bellissima cronaca! Hai intenzione di espanderti in Italia?

______________________________________________
24/08/2009 16:45
 
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[SM=x1140429] Picchiere fiammingo

Grazie [SM=g27964]

Ma Genova essendo ribelle, non crea problemi diplomatici, l'idea è quella di essere presente, per vedere un po' le siituazioni varie nel gioco, però se dovessi essere attaccato, contrattaccherò certamente. [SM=x1140429]





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Complimentoni, ottima cronaca! [SM=g1598465]
25/08/2009 13:13
 
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[SM=x1140429] e [SM=x1140430] a tutti,
Saluto l'artista CAESAR MAGNUS e approfitto per rinnovare e ringraziare sentitamente gli autori di questo capolavoro.


Inverno 1241

Lorin de Richemont

Questo generale ereditava Alghero e sbarcava sulla costa ligure, e finalmente Genova.
L’antica città portuale, fiore del Tirreno punto strategico e mercantile di primaria importanza nel mare più bello del mondo.
Da tempo, l’antico insediamento, viveva una decadenza ignobile e squallida, nella città divagava l’eresia e le potenze italiche, seppur interessate alla conquista ,non riuscivano a sconfiggere la guarnigione e ad installarsi stabilmente, assassini, spie e predicazioni, tutto inutile.
Forse la comunanza della cultura e le troppe parentele finite in odio, impedivano un avvicinamento e allo stesso tempo raddoppiavano la forza e le motivazioni dei ribelli.
Ma non si poteva tollerare di far decadere definitivamente un insediamento con quella storia, con quelle potenzialità.
Forse un vento nuovo, un vento orientale, un vento purificatore, avrebbe abbattuto le mura, le reticenze, le rabbie le eresie la degradazione.
Lorin, portava questo vento.

Presentandosi in forze esigue, intendeva stanare il nemico, per sfruttare in campo aperto l’arma crociata più devastante: la cavalleria pesante.
I Ribelli avevano scritto una lunga storia di vittorie su eserciti ben più folti, ben più preparati, ben più motivati, il vedere le candide bandiere, con le croci gialle appena visibili, all’orizzonte, si gettarono fuori delle mura, con un impeto assassino.
Cadendo nell’agguato



.Sicuri di una vittoria formale e facile, non si rendevano conto che quelle nuvole così impenetrabili, dell’eresia di cui quella regione era così carica, oggi sarebbero state spazzate via, da quel vento così tonante, la cui voce prendeva forma negli zoccoli dei cavalieri di Lorin



1800 eretici vennero travolti quel giorno



A Genova tornava il sole, la speranza e la bellezza.
Si apriva così la possibilità di una nuova stagione del Regno di Gerusalemme, le cui fondamenta, divenivano più stabili, poggiando ora su tre colonne, tre Stati.

Il Regno di Gerusalemme, divenne, la più grande potenza dell’epoca, la più estesa, la più popolata.
Solo Bisanzio gli era rivale in magnificenza.
Nel 1245
i cugini bizantini, misero gli occhi sul facile Egitto, spaccando l’Islam in due, conquistando Baquah, si insediavano nuovamente in Africa, infliggendo un colpo decisivo all’Islam.



E l’anno successivo, avvennero le nozze tra la principessa Crociata e il giovane generale promettente vichingo danese Charles di Runavick



Il nuovo membro della famiglia divenne generale crociato e gli venne assegnata Genova, Lorin tornò ad Alghero, ben contento, amava di più la vita del castello, che la città, troppo complicata indisciplinata e ancora instabile, non collimava con il suo temperamento.

Gli anni scorrevano felici ,i Fatimidi si ribellarono a Bisanzio.
1250
I Mongoli tornarono ad essere una minaccia in cerca di stabile dimora quando vennero definitivamente cacciati dai Rus.
I loro spostamenti, non preoccupavano eccessivamente il re Guiot, che però volle iniziare trattative diplomatiche con loro.
Se i Mongoli erano nuovamente un possibile problema, la vera minaccia si insinuava nelle famiglie, nelle campagne, negli angoli delle strade, le campagne si ribellavano, il malcontento cresceva, 4000 fiorini era il danno procurato non da un nemico, ma dalla nostra stessa gente.
Diverse regioni erano difficili, Kurtuba in assoluto la più complicata, ancora sotto l’influenza moresca e, forse, portoghese , Oporto, i portoghesi, la bramavano e le spie fomentavano la rivolta, Genova tra alti e bassi, il governatore vichingo, non era uomo da farsi soggiogare e teneva testa alla popolazione, era davvero un brillante amministratore, ed Edessa, continua meta di pellegrinaggi degli Imam di tutte le forze islamiche e purtroppo anche delle spie turco siriane.
Re Guiot soprannominato l’assassino, cinquantenne, ormai da diversi anni aveva abbandonato la vita della capitale, per l’Egitto.
La sua autorità era indubbia, ma la sua politica torbida e apatica nei confornti della capitale, gli avevano complicato la situazione, i nobili del Regno, in assenza del loro sempre assente regnante, fomentavano il popolo e se formalmente i seggi gli erano a favore, in realtà gli remavano contro.
La salute del Regno era florida e gli interessi della nobiltà diventavano sempre più egoistici.
Il Re doveva intervenire.
La Siria era cresciuta a dismisura, nonostante le perdite di Damasco, Homs ed Edessa, la sua estensione prendeva dal Caspio all’Arabia, Medina era caduta in mano loro.
Gran parte degli insediamenti, erano arretrati, visti i decenni di ribellioni, ma il Sultano era risoluto e abile governante, probabilmente aveva mire ben ambiziose.
Non era certamente un pericolo per Gerusalemme, ma l’occasione di un nemico comune per il Regno, poteva avvicinare i nobili al Re.
Fu chiesta la crociata su Ar Rakkah
Re Guiot l’assassino prese la Croce, l’obbiettivo era la ripresa della sua autorità.

1252
Fedele alla cultura Franco orientale, la crociata era anche l’occasione di nuove terre e nuove conquiste e la prima vittima della politica espansionistica di Guiot fu Halab, l’antica sede del Sultano.



La debole guarnigione, non poteva resistere alla potenza straordinaria dell’esercito del Re



I Siriani, impararono per esperienza quel titolo che denunciava così chiaramente la fama sinistra del più pericoloso Re d’oriente : Guiot l’assassino !



Caddero tutti i Siriani, la città saracena fu umiliata dal saccheggio.


1253
Conquistata Halab, il Re fece attaccare un’armata di rinforzi Siriani nei pressi di Edessa.
Una sola carica e i rinforzi per Al Rakkah non arrivarono mai



La Siria, ormai, era in ginocchio



La strada per Al Rakkah era aperta, veloce, spianata e indolore.
Il Re “Assassino” preparava l’assalto finale.





"Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?"
Mt 16, 26
27/08/2009 10:40
 
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Città: FIORANO CANAVESE
Età: 48
Principe
Estate 1253
Il Re assediava Al Rakkah.
La vicinanza Veneziana, era di conforto, decidemmo un attacco comune.
I veneziani, amici e fratelli, li ritrovavamo volentieri, che destino bizzarro, la vicinanza occidentale, con Oporto crociata e Lisbona veneta, si consolidava ora qui, in estremo oriente.
I nostri eserciti erano nuovamente su un fronte comune.
A inizio secolo, quando Granada era in fase di assestamento, l’armata franco veneta, subì una straziante sconfitta sulla costa, ad opera dei Mori.
Era l’epoca della grande crociata contro il pericolo Moro nella penisola Iberica.
Entrambi i nostri Regni, erano cresciuti, non solo geograficamente, ma anche devozionalmente, i nostri regnanti erano i più austeri difensori della Cristianità, in ogni dove, ovunque il Papa chiamasse, sicuri arrivavano i Franchi e i Veneti, sempre insieme, sempre per vie diverse.
Al Rakkah tentava la difesa disperata, il Sultano fece arrivare da oriente e dal nord, due armate di rinforzi, per salvare l’insalvabile.
Ma quella splendente mattinata, vedeva l’accerchiamento della fortezza di Al Rakkah da parte di quasi 2700 crociati





Le forze siriane si disponevano su due fronti, e il loro capitano, rimaneva nella fortezza centrale



I rinforzi si affrettavano ad arrivare, da dietro gli schieramenti franco-veneziani.



Avvedutosi della trappola, il Re assassino, mandò i suoi sicari Teutonici, a impedire l’avanzata.



Dalla parte opposta, il generale veneto Raimero Cesti, imitava il Re franco.
Le affinità erano impressionanti



I nostri raggiunsero le mura, ma i rinforzi, fuggiaschi e sopravvissuti ai Teutonici, caricarono



Vennero subito inviate truppe di soccorso e lo scontro si riequilibrò.
Intanto sfondammo le porte e il fronte di battaglia si incentrò all’ingresso



Impegnato ,il nemico, nella porta principale, i nostri guadagnarono le mura, creando un diversivo.



Sul fronte Veneto, i nostri alleati, avevano anch’essi guadagnato le mura e stavano avendo il sopravvento.



Noi al contrario, all’ingresso, eravamo in difficoltà
Fu allora che venne dato il via alle truppe di fanteria più terrificanti e invincibili




E l’equilibrio fu spezzato in nostro favore.



Vinta facilmente la resistenza alle porte esterne, avanzammo verso il capitano nemico, che ci attendeva all’interno della cittadella.



Intanto i Veneziani, attaccavano con i loro formidabili balestrieri, e facendo piovere i dardi, sfoltivano il nemico.



I cari alleati, erano più lenti di noi, in quanto, i fanti scavalcavano le mura, e la cavalleria faceva il giro della fortezza per entrare nell’unica porta aperta.



Sfondate le porte entrammo, per lo sterminio finale.






Al Rakkah cadeva l’anno del Signore 1253 in mano Franco-crociata.
Il saccheggio frutto quasi 7000 fiorini, una cifra enorme per una fortezza.





"Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?"
Mt 16, 26
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