Secondo me molto dipende dal tipo di amo che stiamo utilizzando e dall'attrezzo..
se si parla di utilizzare un amo dalle alte capacità autoferranti...dobbiamo considerare lo spessore del suo filo..un amo dal filo molto grosso (prendiamo ad esempio un beack di quelli che si usano a traina oppure un live bait o altri del genere) a mio avviso necessità di più di una ferrata che gli permetta di aprire un varco sulle callosità della bocca della preda (è evidente che non sto parlando di mormore..o pesce da galla...ma parlo di pelagici, orate, saraghi di taglia ecc..ecc...)..
la ferrata la si può (anzi la si dovrebbe) escludere o fare con molta cautela se senza colpi secchi..quando il filo dell'amo è molto sottile..
infatti (e a me è successo in alcune occasioni) può capitare che l'amo riesce a "tagliare" (un pò come quando strappiamo un orecchino)..e la preda si perde..
considerando anche l'azione della canna..
molto non dipende dalla cima (anche se potrebbe sembrare così) ma sopratutto dal sottoetta..
che sia una cima sensibile o sorda...è il sottovetta che comanda..
un sottovetta solido molto reattivo e prestante...fa il 75% del lavoro di ferrata nel momento in cui abbiamo il rientro..
un sottovetta molto elastico (tipo le classiche telel da estate)..invece accompagna l'amo ma non lo fa infilzare se il palato è duro..
personalmente...indirizzandomi sempre su prede un pò particolari..
una o due ferrate (dopo aver acquisito una corretta tensione del filo fuori e aver avuto la percezione netta dell'ingaggio con la preda) le faccio sempre..
allo stesso tempo..evito di utilizzare ami dal filo molto grosso o troppo sottile..(questi ultimi ad esempio i light beack di ultima geenrazione)..
per le canne non ho problemi...