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G20, Obama e Michelle a Londra

Ultimo Aggiornamento: 01/04/2009 09:08
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01/04/2009 09:08

Da: Repubblica.it

ECONOMIA
Al via la sette giorni tra Europa e Turchia del presidente Usa al suo debutto internazionale
domani incontrerà il premier cinese Jintao e il presidente russo Medvedev

G20, Obama e Michelle a Londra
con loro uno staff di 500 persone

Brown: "Unità mondiale contro il terremoto economico e riformare il sistema economico"
Sarkozy: "Se a Londra non ci saranno risultati concreti mi alzerò e me ne andrò"

 


LONDRA - L'Air Force One del presidente americano, Barack Obama, è atterrato questa sera all'aeroporto londinese di Stansted. Obama e la moglie Michelle arriveranno nel centro di Londra, in elicottero. Inizia così, con un incontro in serata con la regina, la sette giorni a cavallo tra Europa e Turchia del presidente americano Barack Obama e della moglie Michelle.

Domani, alla vigilia del vertice del G20, Obama incontrerà per la prima volta nella capitale britannica il premier cinese Hu Jintao e il presidente della Federazione russa, Dmitri Medvedev. Al G20 di giovedì Barack farà il suo 'debutto' da capo di Stato in un vertice internazionale che sarà tutto dedicato alla crisi finanziaria e alle ricette coordinate dei paesi. Nella valigetta Obama avrà la sua proposta di adottare piani di stimolo economico intorno al 2 per cento del Pil, nel tentativo di convincere un Europa recalcitrante all'idea di mettersi al pari degli Usa sugli interventi per la crisi.

Venerdì Obama arriverà a Strasburgo per il vertice della Nato del 3-4 aprile. Qui ha in programma due bilaterali: con la cancelliera tedesca, Angela Merkel e con il presidente francese Nicolas Sarkozy. Venerdì si muoverà verso Praga per il summit Ue-Usa di domenica, dove incontrerà per la prima volta faccia a faccia il premier spagnolo Jose Luis Zapatero, e dove terrà un discorso sulla proliferazione nucleare, infine, lunedì 7 andrà in Turchia per la sua prima visita in una paese musulmano. Qui avrà un incontro con il premier Recep Tayyip Erdogan.

Obama e sua moglie Michelle sono accompagnati da uno staff di 500 persone e da un corteo di limousine in cui spicca "The Beast", la Cadillac presidenziale. Nell'esagerazione dei numeri figurano anche 200 agenti dei servizi segreti e un'equipe medica di sei persone (con tanto di chirurgo e infermieri). Solo Michelle avrà a sua disposizione uno staff di otto persone, tra cui segretaria, addetta stampa e guardie del corpo.


I temi che verranno portati alla riunione del G20 di Londra e poi del G8 di luglio alla Maddalena sono stati tracciati dai ministri del Lavoro degli otto paesi più industrializzati e da quelli di India, Cina Brasile, Messico, Sud Africa ed Egitto al G8 Social Summit 2009 che si è svolto oggi a Roma.

"E' necessario ricostruire un circolo di fiducia senza dimenticare che disoccupazione e povertà sono una perdita di potenziale economico e umano" dice il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi che in questi giorni ha guidato a Roma i lavori dell'assise internazionale sul Lavoro che ha visto anche la partecipazione di organismi internazionali come l'Ocse, l'Ilo e il Fondo Monetario Internazionale. Il nuovo patto globale dovrà quindi avere come punto di riferimento le persone: e da qui promuovere l'occupazione, sostenere il reddito e le capacità professionali, puntando anche a migliorare i sistemi di protezione sociale come "motori di un circolo virtuoso di fiducia" e quindi della ripresa dell'economia e dell'occupazione.

Intanto a Londra, il padrone di casa, il premier britannico Gordon Brown, punta alto. Chiede unità mondiale contro il terremoto economico, e ripete la necessità di "riformare il sistema economico mondiale" per "riflettere valori globali". Il presidente francese Nicolas Sarkozy non lascia spazio alle incertezze: "Se a Londra non ci saranno risultati concreti, ci sarà una sedia vuota: mi alzerò e me ne andrò. Preferisco la rottura a un consenso fiacco", ha affermato il leader francese.

Anche il Papa fa sentire la sua voce e, in una lettera inviata a Brown, invoca uno sforzo congiunto "tra governi e organizzazioni internazionali" per uscire dalla "crisi globale", "evitando soluzioni segnate da nazionalismi e protezionismo".

Il premier britannico ha approfittato di un evento alla cattedrale di St. Paul, presente il primo ministro australiano Kevin Rudd, per affermare che "invece di una globalizzazione che minaccia di essere senza valori e senza regole, abbiamo bisogno di un mondo di regole globali condivise, fondate su valori globali condivisi". Tra questi elementi condivisi, Brown ha auspicato che ci siano regole internazionali per le "remunerazioni dei banchieri", che tanto scandalo e controversie hanno suscitato in tempo di recessione in GB e Stati Uniti. Per il premier il G20 di Londra sarà un successo solo se le nazioni che vi partecipano si impegneranno a lavorare insieme contro la crisi finanziaria mondiale. "Il mondo non si è unito in occasioni di precedenti recessioni, che per questo sono durate molto più a lungo - ha affermato - Credo ci sia determinazione da parte nostra ad agire, dal momento che affrontiamo gli stessi problemi.La cosa più importante è agire insieme, perchè se agiamo insieme ad altri paesi, l'effetto sarà doppio rispetto ad un'azione individuale del singolo paese".

Nella città le misure di sicurezza sono già imponenti, per il timore di attentati e per prevenire che frange violente si impadroniscano delle numerose manifestazioni in programma (domani quattro diverse marce convergeranno sulla Banca d'Inghilterra). Il premier ha detto che, pur comprendendo la rabbia e la frustrazione della gente verso la crisi, queste non possono trovare sfogo violento per le strade di Londra durante la riunione. "La maggior parte delle persone vuole far sentire la propria opinione in modo pacifico - ha avvertito - Ma nessuna violenza sarà tollerata, nè intimidazioni delle persone, e la polizia agirà molto rapidamente se ci saranno minacce alle persone o alle proprietà".

Intanto, prosegue senza sosta il lavoro degli 'sherpa' per giungere al testo del documento finale. Negli ambienti vicini al negoziato serpeggia una certa sfiducia, ma gli incontri proseguono; le anticipazioni di questi giorni parlano di un testo che enfatizza la priorità comune di far ripartire l'economia entro la fine del 2010, grazie alle misure dei singoli paesi e all'aumento delle risorse del Fondo Monetario Internazionale, con il secondo fine scongiurare che una crisi come quella attuale si ripeta. Quindi, un ribadito 'no' al protezionismo, e la necessità una riforma dei mercati e delle istituzioni in grado di gettare le basi "per un'economia mondiale aperta, controlli più efficaci ed istituzioni più forti". A cominciare dal Financial Stability Forum che sarà rafforzato e cambierà nome in Financial Stability Board, con l'ingresso dei rappresentanti dei 20 Grandi della Terra.
(31 marzo 2009)
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