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Testamento biologico. In Germania da anni chiesa cattolica e protestante dicono "sì"

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2009 22:30
23/03/2009 19:13
 
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Testamento biologico. In Germania da anni chiesa cattolica e protestante dicono "sì"
Daniele Garrone: "Sull’eutanasia passiva affermazioni pacate e sensibili"
20.03.2009


In Germania, dove ancora non esiste una legge sul testamento biologico, nelle chiese cattoliche e protestanti da anni circola un modulo attraverso il quale poter esprimere cristianamente i propri desiderata in merito. Il modulo, che si può integrare anche con indicazioni personali, è accompagnato da una riflessione sulle questioni di fine vita siglato nel 1999 (e rivisto nel 2003) dal pastore evangelico Manfred Kock e dal cardinale Karl Lehmann, allora presidenti rispettivamente del Consiglio delle Chiese evangeliche in Germania (EKD) e della Conferenza episcopale tedesca. Nel documento si toccano, con una prospettiva cristiana ecumenica, i temi che in queste settimane in Italia sono oggetto di un controverso dibattito politico e culturale. Ampi stralci del documento "Christliche Patientenverfügung" (Disposizioni sanitarie del paziente cristiano), sono stati ora resi disponibili anche ad un pubblico italiano dalla rivista "MicroMega", diretta da Paolo Flores d'Arcais. Dal 16 marzo il testo comune di cattolici e protestanti contenente disposizioni sul fine vita, è consultabile sul sito www.micromega.net.

Il documento esclude l'eutanasia attiva come non compatibile con la concezione cristiana della vita, ma afferma che l'eutanasia passiva "punta a un dignitoso lasciar morire, nello specifico non proseguendo o non iniziando nemmeno un trattamento volto al prolungamento della vita", per es. l'alimentazione artificiale, la respirazione artificiale o la dialisi, la somministrazione di farmaci come ad esempio antibiotici, nel caso di malati inguaribili e terminali. Per la Conferenza episcopale tedesca e per la EKD l'eutanasia passiva presuppone il consenso del morente ed è "giuridicamente ed eticamente ammissibile". "Queste e altre simili affermazioni pacate, competenti e sensibili non sono opera di relativisti o di nichilisti, ma dei vertici del cristianesimo tedesco - è stato il commento di Daniele Garrone, decano della Facoltà valdese di teologia a Roma -, rispetto all'Italia ormai ridotta a provincia papalina, sembra di essere in un altro mondo".

Secondo quanto riferito da "Adista", dei 9 milioni di cittadini tedeschi che già hanno firmato uno tra i tanti formulari sul testamento biologico in circolazione (circa 270), 2,9 milioni avrebbero optato per quello "cristiano", secondo il quale "nessuno può essere obbligato a trattamenti diagnostici e terapeutici per quanto possano essere promettenti".

"Molte delle affermazioni sottoscritte da cattolici ed evangelici in Germania, in Italia cadrebbero sotto il rimprovero di apologia dell'eutanasia o addirittura della oppressione della vita - ha continuato Garrone -. Ciò che i cristiani di Germania considerano come responsabile posizione di fede viene qui da noi stigmatizzato da vescovi e prelati".



(NEV, 11/2009)

23/03/2009 19:38
 
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Nell'articolo si fa un po' di confusione (volutamente?). Si confondo l'eutanasia passiva e l'interruzione dell'accanimento terapeutico, che da un punto di vista bioetico (ed è sufficiente consultare un manuale sull'argomento per accertarsene) sono due cose molto diverse. Da sempre la Chiesa non ha nulla da obbiettare sul tema dell'interruzione dell'accanimento terapeutico (che, anzi, è considerato consono alla dignità dell'uomo). Quello che mi puzza di questo articolo è il fatto che indichi l'alimentazione artificiale come terapia. La questione è che la nutrizione, per quanto "artificiale", non può essere considerata una forma di terapia, per cui, la sua interruzione non può essere considerata come un'interruzione dell'accanimento terapeutico (a prescindere dalle condizioni e dall'aspettativa di vita del "paziente"). Mi sembra molto, ma molto improbabile che la Conferenza Episcopale Tedesca possa aver sottoscritto un documento in cui si consideri l'interruzione della nutrizione artificiale come lecita, perché, in tal caso, questa si sarebbe esplicitamente schierata contro il Magistero della Chiesa.
Tra le altre cose, l'unica confessione cristiana che si sia espressa a favore dell'eutanasia è la Chiesa valdese e credo proprio che su questo tema la Chiesa luterana sia perfettamente concorde con quella cattolica.
[Modificato da Trianello 23/03/2009 19:41]

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23/03/2009 20:04
 
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Re:
Trianello, 23/03/2009 19.38:

Nell'articolo si fa un po' di confusione (volutamente?). Si confondo l'eutanasia passiva e l'interruzione dell'accanimento terapeutico, che da un punto di vista bioetico (ed è sufficiente consultare un manuale sull'argomento per accertarsene) sono due cose molto diverse. Da sempre la Chiesa non ha nulla da obbiettare sul tema dell'interruzione dell'accanimento terapeutico (che, anzi, è considerato consono alla dignità dell'uomo). Quello che mi puzza di questo articolo è il fatto che indichi l'alimentazione artificiale come terapia. La questione è che la nutrizione, per quanto "artificiale", non può essere considerata una forma di terapia, per cui, la sua interruzione non può essere considerata come un'interruzione dell'accanimento terapeutico (a prescindere dalle condizioni e dall'aspettativa di vita del "paziente"). Mi sembra molto, ma molto improbabile che la Conferenza Episcopale Tedesca possa aver sottoscritto un documento in cui si consideri l'interruzione della nutrizione artificiale come lecita, perché, in tal caso, questa si sarebbe esplicitamente schierata contro il Magistero della Chiesa.
Tra le altre cose, l'unica confessione cristiana che si sia espressa a favore dell'eutanasia è la Chiesa valdese e credo proprio che su questo tema la Chiesa luterana sia perfettamente concorde con quella cattolica.



Ho trovato questo:

temi.repubblica.it/micromega-online/testamento-biologico-la-chiesa-tedesca-si-alleutanasia-passiva-e-alleutanasia-in...

Per esempio:

Poiché non possiamo disporre liberamente della nostra vita e tanto meno di quella degli altri, rifiutiamo qualsiasi interruzione attiva della vita.

"Eutanasia attiva“ ed "eutanasia passiva“ vanno ben distinte una dall’altra. Per eutanasia "attiva“ s’intende l’uccisione mirata di una persona (per es. con una pastiglia, un’iniezione o una fleboclisi). L’uccisione di persone gravemente malate e moribonde in determinate condizioni ormai è stata legalizzata in alcuni paesi. L’“eutanasia“ attiva non è tuttavia compatibile con la concezione cristiana dell’uomo. In Germania è giustamente vietata e perseguita penalmente e questo anche qualora avvenga dietro esplicito consenso del paziente. L’eutanasia "passiva“ invece punta a un dignitoso lasciar morire, nello specifico non proseguendo o non iniziando nemmeno un trattamento volto al prolungamento della vita (per es. l’alimentazione artificiale, la respirazione artificiale o la dialisi, la somministrazione di farmaci come ad esempio antibiotici) nel caso di malati inguaribili e terminali. L’“eutanasia passiva“ presuppone il consenso del morente ed è giuridicamente ed eticamente ammissibile.

Nulla deve restare intentato per permettere alle persone di condurre fino alla morte una vita in pace, dignità e autodeterminazione.
(...)



[Modificato da Luteranamanier 23/03/2009 20:21]
23/03/2009 20:31
 
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Dalla pagina che hai linkato, mi sembra di capire che la confusione terminologica derivi dal testo approvato dalla Conferenza Episcopale Tedesca, il quale chiama "eutanasia passiva" quella che nei manuali di bioetica viene detta "interruzione dell'accanimento terapeutico", lì dove per “eutanasia passiva” si intende invece l'eutanasia diretta provocata dall'intervento di qualcuno che non sia il malato (che “subisce” tale intervento). Nulla da eccepire per la cosiddetta “eutanasia indiretta”, la quale (entro certi limiti), sulla scorta della dottrina del doppio effetto, la Chiesa considera moralmente lecita. Il testo che mi hai linkato fa anche chiarezza sulla questione dell'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione, delle quali qui si parla esclusivamente nel contesto di un'interruzione dell'accanimento terapeutico, anche se la cosa rimane un poco ambigua, in effetti. Mi sembra di capire che il testo non faccia che dire che nel caso si sia deciso per l'interruzione dell'accanimento terapeutico, l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione va decisa di caso in caso con l'assistenza dei medici curanti.
[Modificato da Trianello 23/03/2009 20:54]

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23/03/2009 20:39
 
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Re:
Trianello, 23/03/2009 20.31:

Dalla pagina che hai linkato, mi sembra di capire che la confusione terminologica derivi dal testo approvato dalla Conferenza Episcopale Tedesca, il quale chiama "eutanasia passiva" quella che nei manuali di bioetica viene detta "interruzione dell'accanimento terapeutico", lì dove per “eutanasia passiva” si intende invece l'eutanasia diretta provocata dall'intervento di qualcuno che non sia il malato (che “subisce” tale intervento). Nulla da eccepire per la cosiddetta “eutanasia indiretta”, la quale (entro certi limiti), sulla scorta della dottrina del doppio effetto, la Chiesa considera moralmente lecita. Il testo che mi hai linkato fa anche chiarezza sulla questione dell'interruzione dell'alimentazione e della nutrizione, delle quali qui si parla esclusivamente nel contesto di un'interruzione dell'accanimento terapeutico, anche se la cosa rimane un poco ambigua, in effetti. Mi sembra di capire che il testo non faccia che dire che nel caso si sia deciso per l'interruzione dell'accanimento terapeutico, l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione va decisa di caso in caso con l'assistenza dei medici curanti.




Va beh però cm si troverebbe in una certa contraddizione con quello che hai detto prima cioè

"Mi sembra molto, ma molto improbabile che la Conferenza Episcopale Tedesca possa aver sottoscritto un documento in cui si consideri l'interruzione della nutrizione artificiale come lecita, perché, in tal caso, questa si sarebbe esplicitamente schierata contro il Magistero della Chiesa."

Mentre il testo dice:

L’eutanasia "passiva“ invece punta a un dignitoso lasciar morire, nello specifico non proseguendo o non iniziando nemmeno un trattamento volto al prolungamento della vita (per es. l’alimentazione artificiale, la respirazione artificiale o la dialisi, la somministrazione di farmaci come ad esempio antibiotici) nel caso di malati inguaribili e terminali. L’“eutanasia passiva“ presuppone il consenso del morente ed è giuridicamente ed eticamente ammissibile.



Veronika




23/03/2009 20:54
 
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L’eutanasia "passiva“ invece punta a un dignitoso lasciar morire, nello specifico non proseguendo o non iniziando nemmeno un trattamento volto al prolungamento della vita (per es. l’alimentazione artificiale, la respirazione artificiale o la dialisi, la somministrazione di farmaci come ad esempio antibiotici) nel caso di malati inguaribili e terminali. L’“eutanasia passiva“ presuppone il consenso del morente ed è giuridicamente ed eticamente ammissibile.



Ecco perché parlavo di ambiguità. Perché il testo prima sembra indicare la nutrizione artificiale come una terapia in sé, ma poi affronta l'argomento solo nell'ambito dell'interruzione dell'accanimento terapeutico (che chiama "eutanasia passiva"), il quale, lo dice il termine stesso, vale solo per i malati terminali. Vale a dire, qualora per un malato terminale si sia deciso di interrompere ogni terapia, si può anche decidere di interrompere l'alimentazione e l'idratazione artificiale, qualora questo sia clinicamente consigliabile.
[Modificato da Trianello 23/03/2009 20:57]

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23/03/2009 21:05
 
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Trianello, 23/03/2009 20.54:


L’eutanasia "passiva“ invece punta a un dignitoso lasciar morire, nello specifico non proseguendo o non iniziando nemmeno un trattamento volto al prolungamento della vita (per es. l’alimentazione artificiale, la respirazione artificiale o la dialisi, la somministrazione di farmaci come ad esempio antibiotici) nel caso di malati inguaribili e terminali. L’“eutanasia passiva“ presuppone il consenso del morente ed è giuridicamente ed eticamente ammissibile.



Ecco perché parlavo di ambiguità. Perché il testo prima sembra indicare la nutrizione artificiale come una terapia in sé, ma poi affronta l'argomento solo nell'ambito dell'interruzione dell'accanimento terapeutico (che chiama "eutanasia passiva"), il quale, lo dice il termine stesso, vale solo per i malati terminali. Vale a dire, qualora per un malato terminale si sia deciso di interrompere ogni terapia, si può anche decidere di interrompere l'alimentazione e l'idratazione artificiale, qualora questo sia clinicamente consigliabile.




Sì ma quello che non capisco tu avevi scritto che

Mi sembra molto, ma molto improbabile che la Conferenza Episcopale Tedesca possa aver sottoscritto un documento in cui si consideri l'interruzione della nutrizione artificiale come lecita, perché, in tal caso, questa si sarebbe esplicitamente schierata contro il Magistero della Chiesa

In quel specifico caso cioè quando si tratta di un malato terminale che da il suo proprio consenso ( anche anticipatamente con questa "Pazientenverfuehgung") la chiesa tedesca considera lecito l'interruzione della nutrizione artificiale.

Allora in tal caso è al contrario del magistero oppure no?
Il magistero non ritiene illecito la sospensione della nutrizione artificiale di un paziente a prescindere?



[SM=g1543902]
Veronika


[Modificato da Luteranamanier 23/03/2009 21:06]
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Allora in tal caso è al contrario del magistero oppure no?
Il magistero non ritiene illecito la sospensione della nutrizione artificiale a prescindere?



Il Magistero ritiene illecita l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione nei casi in cui non si tratti di malati terminali (vedi il caso Englaro). Nel caso, invece, in cui la persona sia comunque destinata a morire, si può decidere di limitarne le sofferenze interrompendo ogni forma di terapia e, al limite, anche la nutrizione e l'idratazione, se questo è clinicamente consigliabile. Ti dirò di più, in questi casi, il Magistero ammette persino l'eutanasia indiretta, vale a dire la somministrazione di farmici atti a ridurre la sofferenza del malato pur sapendo che questi ne accorceranno probabilmente l'aspettativa di vita (migliorandone però la qualità).
[Modificato da Trianello 23/03/2009 21:13]

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23/03/2009 21:17
 
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Re:
Trianello, 23/03/2009 21.11:


Allora in tal caso è al contrario del magistero oppure no?
Il magistero non ritiene illecito la sospensione della nutrizione artificiale a prescindere?



Il Magistero ritiene illecita l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione nei casi in cui non si tratti di malati terminali (vedi il caso Englaro). Nel caso, invece, in cui la persona sia comunque destinata a morire, si può decidere di limitarne le sofferenze interrompendo ogni forma di terapia e, al limite, anche la nutrizione e l'idratazione, se questo è clinicamente consigliabile. Ti dirò di più, in questi casi, il Magistero ammette persino l'eutanasia indiretta, vale a dire la somministrazione di farmici atti a ridurre la sofferenza del malato pur sapendo che questi ne accorceranno probabilmente l'aspettativa di vita (migliorandone però la qualità).




Ah però.
Allora non ho capito perché l'articolo dice:

"Ciò che i cristiani di Germania considerano come responsabile posizione di fede viene qui da noi stigmatizzato da vescovi e prelati".

Quale sarebbero le cose stigmatizzato da vescovi e prelati e che i cristiani considerano come responsabile posizione di fede?


[SM=x570872]


23/03/2009 21:17
 
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Un chiarimento...
Il testo, però, fa riferimento anche a malati inguaribili; credo, si riferisca a quei malati (non necessariamente terminali) la cui guarigione, stando al livello delle conoscenze mediche in un dato momento storico, sia ritenuto un traguardo non raggiungibile da tutti o dalla maggior parte degli addetti nel campo medico-scientifico e della ricerca.


Un fraterno saluto. [SM=x570892]

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Re: Un chiarimento...
!Freddie!, 23/03/2009 21.17:

Il testo, però, fa riferimento anche a malati inguaribili; credo, si riferisca a quei malati (non necessariamente terminali) la cui guarigione, stando al livello delle conoscenze mediche in un dato momento storico, sia ritenuto un traguardo non raggiungibile da tutti o dalla maggior parte degli addetti nel campo medico-scientifico e della ricerca.


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Non ci ho fatto caso, lo puoi postare? Cosi evito di leggere tutto da capo.

Grazie
[SM=g1543902]
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Provo a rispondere?

Quale sarebbero le cose stigmatizzato da vescovi e prelati e che i cristiani considerano come responsabile posizione di fede?


Forse che nelle forme di eutanasia passiva sia compresa l'alimentazione artificiale? [SM=x570868]
Forse in questo caso andrebbe definito con più rigore quando un malato è terminale e quando è inguaribile (Eluana, per esempio era inguaribile o no? Può essere considerato terminale un malato con un'aspettativa di vita di uno, due o più anni?) [SM=x570872]


Un fraterno saluto. [SM=x570892]

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Re: Un chiarimento...
!Freddie!, 23/03/2009 21.17:

Il testo, però, fa riferimento anche a malati inguaribili; credo, si riferisca a quei malati (non necessariamente terminali) la cui guarigione, stando al livello delle conoscenze mediche in un dato momento storico, sia ritenuto un traguardo non raggiungibile da tutti o dalla maggior parte degli addetti nel campo medico-scientifico e della ricerca.


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Per malati inguaribili, si intendono ovviamente i malati terminali, vale a dire malati di un male per cui non si conoscono cure efficaci in prossimità della propria morte. Altrimenti anche i raffreddati andrebbero a far parte di questa categoria.

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Re: Re:
Luteranamanier, 23/03/2009 21.17:




Ah però.
Allora non ho capito perché l'articolo dice:

"Ciò che i cristiani di Germania considerano come responsabile posizione di fede viene qui da noi stigmatizzato da vescovi e prelati".

Quale sarebbero le cose stigmatizzato da vescovi e prelati e che i cristiani considerano come responsabile posizione di fede?


[SM=x570872]





Forse dipende dal fatto che ai giornalisti, soprattutto quando si parla della Chiesa cattolica, piace aprir bocca e darle fiato. Io che ho una vaga idea della dottrina morale cattolica, nonostante qualche ambiguità, non ho trovato nulla di così devastante nel testo in oggetto. Al giornalista, invece, piaceva l'idea di gettare benzina sul fuoco giocando sul fatto che in alcuni casi (che non c'entrano assolutamente nulla con quello della Englaro) il testo approvato dalla Conferenza Episcopale Tedesca contemplasse anche l'interruzione della nutrizione e dell'idratazione artificiale. Il testo, infatti, chiarisce che l'interruzione dell'idratazione e della nutrizione artificiali sia lecito solo in cui questi non possano essere considerati come trattamenti di assistenza di base.
[Modificato da Trianello 23/03/2009 21:43]

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23/03/2009 21:34
 
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Veramente...l'avevi scritto anche tu all'inizio del tuo post!!!

L’eutanasia "passiva“ invece punta a un dignitoso lasciar morire, nello specifico non proseguendo o non iniziando nemmeno un trattamento volto al prolungamento della vita (per es. l’alimentazione artificiale, la respirazione artificiale o la dialisi, la somministrazione di farmaci come ad esempio antibiotici) nel caso di malati inguaribili e terminali. L’“eutanasia passiva“ presuppone il consenso del morente ed è giuridicamente ed eticamente ammissibile.


Con questo rispondo anche a Trianello e dico che non sono d'accordo su quello che afferma, visto che nel testo si fa riferimento ai malati inguaribili e terminali (congiunzione di due condizioni differenti e distinte, non necessariamente complementari l'uno all'altra).

Semmai, possiamo dire che la "terminalità" può essere lo stato finale di un male inguaribile. Ma il malato potrebbe non attendere di arrivare all'ultimo stadio e così in stato di "inguaribilità" (ma non ancora terminale) decide di sospendere la terapia. Magari,tra il momento della sua decisione e quello in cui sarebbe entrato nella fase terminale (quindi, durante uno spazio-finestra più o meno breve)si scopre una nuova cura che potrebbe dare la speranza nella guarigione. Ebbene, in quel caso la sospensione di cure è lecita o no???


Un fraterno saluto. [SM=x570892]

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[Modificato da !Freddie! 23/03/2009 21:44]
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Perdonami, ma se il senso delle congiunzioni non è un'opinione una "e" non è una "o", per cui il testo parla dei casi in cui ci si trovi di fronte ad una malattia che sia sia inguaribile sia terminale.
[Modificato da Trianello 23/03/2009 21:41]

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Ti ripropongo un'aggiunta al mio ultimo post....

Semmai, possiamo dire che la "terminalità" può essere lo stato finale di un male inguaribile. Ma il malato potrebbe non attendere di arrivare all'ultimo stadio e così in stato di "inguaribilità" (ma non ancora terminale) decide di sospendere la terapia. Magari,tra il momento della sua decisione e quello in cui sarebbe entrato nella fase terminale (quindi, durante uno spazio-finestra più o meno breve)si scopre una nuova cura che potrebbe dare la speranza nella guarigione. Ebbene, in quel caso la sospensione di cure è lecita o no???


Forse la situazione da me ipotizzata potrebbe gettare una nuova luce al riguardo?


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Scusa se insisto...


Ma visto che non stiamo parlando di matematica (accertata dalla maggioranza, non essere un'opinione), la e congiunzione può legare, unire anche identità diverse per esempio: a me piace il mare, il lago, la montagna, la musica, il teatro....
Certamente mi piacciono sia il mare, sia il lago, sia la montagna....
ma queste cose sono ben distinte l'una all'altra; non c'è identità tra loro nè conseguenzialità!!!


Un fraterno saluto. [SM=x570892]

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Anche una malattia allo stato terminale non è detto che sia inguaribile, così come una malattia inguaribile non è detto che sia allo stato terminale. Ecco perché il Magistero cattolico chiarisce che l'interruzione dell'accanimento terapeutico è lecita quando sussistano entrambe queste condizioni, vale a dire che il male sia inguaribile e (et, in latino, non vel) allo stato terminale. Del resto, ti basterà consultare un qualsiasi manuale di bioetica per chiarire le tue perplessità.

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Forse raggiunto il nocciolo del problema?

Per cui, il punto (o uno dei punti) potrebbe essere proprio questo: la contestualità delle due condizioni; diversamente, si può essere di fronte ad una malattia inguaribile allo stato attuale delle conoscenze mediche, ma non in fase terminale (caso Englaro e/o simili, tra gli altri) e viceversa (gestante affetta da tumore, ma con buone possibilità di guarire che non si è sottoposta a chemioterapia per salvare il/la proprio/a bambino/a e che arrivata allo stato terminale non può far altro che lasciarsi morire...


Un fraterno saluto. [SM=x570892]

Freddie
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Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.
[Modificato da !Freddie! 23/03/2009 22:31]
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