Il tiro rapido è il secondo gradino verso il tiro dinamico. Si tratta di riuscire ad ingaggiare più bersagli dalla stessa postazione, con precisione e velocità, e si effettua su bersagli da tiro dinamico ottagonali che sono sviluppati in altezza con tre zone punti concentriche: A che vale 5 punti per tutti, C che vale 4 punti per le cartucce a fattore major e 3 punti per le cartucce a fattore minor, D che vale 2 punti per le cartucce a fattore major e 1 punto per le cartucce a fattore minor.
Un buon allenamento di tiro rapido consiste nel posizionare tre bersagli, uno all’estrema destra del campo visivo del tiratore, uno all’estrema sinistra ed uno centrale, quello a destra a 7 metri, quello a sinistra a 15 metri e quello centrale a 25 metri. E’ necessario che l’altezza dei tre bersagli non sia uguale, perciò ne metteremo uno basso (quello a destra), uno ad altezza media (quello a sinistra) ed uno ad altezza degli occhi (quello centrale).
Il tiratore deve avere i tre bersagli nel campo visivo e ciò è possibile se tiene entrambi gli occhi aperti, cosa indispensabile nel tiro dinamico. L’occhio che traguarderà la linea di mira sarà sempre l’occhio dominante che, in genere, è il destro, e questo avverrà automaticamente senza che il tiratore debba farci attenzione. La difficoltà di mirare con entrambi gli occhi aperti è una sensazione che diventa rilevante se ci si pensa o se ci si è abituati a chiudere l’occhio sinistro. Del resto, in nessuna delle nostre attività quotidiane chiudiamo un occhio per essere più precisi, né per guidare né per scrivere e tanto meno dobbiamo farlo per sparare.
Con la pistola carica in fondina rigida esterna, si assume la posizione d’inizio definita “relax”. Con questo termine si intende un approntamento al tiro in posizione normale e senza precisi obblighi: gambe larghe quanto le spalle, tronco rivolto verso il bersaglio centrale, gambe leggermente flesse per una maggiore stabilità, braccia rilasciate lungo il tronco.
Anche se l’atteggiamento del tiratore deve apparire completamente rilassato, non dovrà essere così per tutti i muscoli del nostro corpo, soprattutto quelli delle spalle, delle braccia e gli addominali, che dovranno essere invece tesi e pronti allo scatto. Da questo dipenderà la velocità con cui il tiratore reagirà al segnale di “via”, un beep dato da un apposito apparecchio.
In condizione completamente rilassata la reazione sarà più lenta per il seguente motivo: l’orecchio sente il beep, lo trasmette al cervello, il cervello comanda l’azione di tendere i muscoli, il comando arriva ai muscoli e il tiratore estrae la pistola. Se eliminiamo uno di questi passaggi, tendere i muscoli, risparmiamo tempo e perciò li teniamo già tesi.
La prova empirica (che convince sempre più della teoria) si può fare anche a casa con l’aiuto di un’altra persona. In posizione di pronto e davvero rilassati, si cerca di afferrare una pallina lasciata cadere di fronte a noi, senza avviso, dall’altezza degli occhi a una distanza di braccio, quasi mai si fa in tempo a prenderla. Si ripete l’esercizio coi muscoli già tesi e si vede la differenza. Eliminato un passaggio si aumenta la velocità di reazione.
Questo è un principio fondamentale del tiro dinamico che verrà applicato anche ai movimenti durante l’esecuzione degli esercizi, ridurre al minimo i tempi morti, che sono quei tratti di tempo in cui non si sta sparando ma ci si sta muovendo in cerca dei bersagli o si sta cambiando il caricatore della pistola. Ma questo lo vedremo in seguito.
Al beep il tiratore dovrà ingaggiare, con due colpi ciascuno, prima il bersaglio a destra, poi quello a sinistra e infine quello centrale senza spostare la posizione dei piedi ma solo ruotando il busto. Il bacino dovrà essere il perno sul quale ruotare il tronco, le braccia dovranno sempre formare un triangolo isoscele la cui base è il petto e le gambe si dovranno flettere ancora di più per abbassare il baricentro e facilitare la rotazione.
E’ chiaro che non si può effettuare il tiro con la stessa velocità su tre distanze diverse, perciò si deve imparare a variare la cadenza della ripetizione dei colpi e adattarla alla distanza del bersaglio, oltre che, naturalmente, alle nostre capacità.
Se si è appresa bene la tecnica del tiro lento mirato, tutto risulterà più facile e si colpirà con costanza la zona A dei bersagli. E’ importante che non ci si accontenti di avere comunque attinto i bersagli in zone punti minori ma che si cerchi sempre di colpire la zona A. Se ciò non avviene vuol dire che si sta sparando troppo veloce (la velocità dipende sempre dal livello atletico personale) e che non si sta mirando bene proprio per essere più veloci.
Un suggerimento che ripeto sempre ai miei allievi è:
non cercate la velocità, sarà lei a trovarvi.
Anche per il tiro con la pistola valgono le stesse regole che per qualsiasi altra attività umana, come la guida per esempio. Nessuno si azzarda a pigiare sull’acceleratore se non ha la capacità tecnica di governare la macchina, ma adatterà la velocità dell’auto al proprio livello di esperienza. Ma già dopo qualche anno di guida le stesse cose che facevamo in modo lento riusciamo ad eseguirle molto più rapidamente.
Il tiro rapido, che riproduce una delle tante string di cui è composto un esercizio di tiro dinamico, si può effettuare con modalità diverse, sistemando più bersagli, sparando da dietro una barricata, in ginocchio, da terra, ma sempre dalla medesima postazione.