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Capitolo 7 - "La stagione della mietitura"

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2013 14:54
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Arhiael
"Cosa le hai detto?"
Chiese la cacciatrice all'eothraim.
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Dalkest
"è una formula di addio in uso nelle nostre lande, Arhi, madama Ingrid mi ha detto "sempre il destino andrà come deve" ed io ho risposto "e noi sempre ci opporremo ad esso" che è come dire che nonostante la nostra strada sia segnata non accetteremo passivamente di seguirla senza aver tentato di migliorarla..."
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Arhiael
Fece un lieve cenno d'assenso con il capo e continuò a camminare.
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Camminarono, per circa un quarto d' ora, a pochi passi dal sentiero. La strada era poco battuta, ma abbastanza ben tenuta, almeno nei pressi della vecchia casa. Prima di arrivare al crocicchio, quando tra le colline e le chiome degli alberi si socrgeva l' occasionale tratto di mare, Arhiael li distanziò di una ventina di passi. La perdevano di vista per solo pochi istanti alla volta.

Si fermavano, le avanzava, spariva, poi la vedevano. Al suo cenno, si raggruppavano. Andarono avanti così per circa venti minuti finchè non giunsero al crocicchio. Nell' ora prima dell' alba, fredda ed umida, i profili delle cose erano sfocati, ma sembrava non vi fosse anima viva.

Dopo averli lasciati al riparo di un macigno muschioso, Arhiael si mosse, quasi pancia a terra, verso la vecchia quercia per cercare, sperando di non trovarla, la runa che Deor avrebbe scritto se vi fosse stato pericolo per loro, lì o altrove.

Giunse all' albero e vi si appoggiò contro. Sembrava tutto facile a parole, ma ora che doveva decidere tutto si complicava. La runa non c' era. Un buon segno, ma forse non l' aveva vista? Forse Deor l' aveva incisa troppo in piccolo, o forse su un altro albero. C'era solo quella, do vecchia quercia, al crocicchio. Ma anche quella a una ventina di metri sembrava imponente. Non altrettanto, ma la differenza non era moltissima. Valeva la pena controllare? Magari Deor era già arrivato e li guardava da dentro quella vecchia catapecchia.

Ci pensò un pò, e ancora e ancora, finchè non vide che qualcosa si muoveva presso il macigno dove li aveva lasciati. Era Dalkest, che stava alzandosi, trattenuto per una manica da Athorman. Pericolo? No...ci stava solo mettendo troppo. Alla fine si decise: non c' erano segni di pericolo, lasciati da Deor o da altri. Diede il segnale ai tre e li fece avanzare fino alla vecchia quercia, e di lì fino al casale semidiroccato.

Non vi erano tracce fresche per terra e da dentro non giungeva alcun suono. Purtroppo il vento che, costantemente, sibilava nelle loro orecchie, rendeva tutto più difficile ed incerto.

[Modificato da Ossian77 27/03/2009 18:37]
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Master
Senza perdere troppo tempo, Arhiael strisciò fin sotto la finestra, avanzando su gomiti e ginocchia. La luce esterna era tenue, il che rendeva le tenebre della stanza meno fitte. Dalle molte crepe e fori nel soffitto penetravano i primi strali di luce mattutina, illuminando null'altro che un umile ovile abbandonato da tempo.

Pochi minuti dopo, dentro l' edificio, che almeno era riparato dal vento, Arhiael si era fatta un idea. In quella struttura si doveva, al massimo, riparare l' occasionale viandante attardatosi per strada.
Vecchie inmpronte, dei rifiuti, ceneri di fuochi da campo, c' era addirittura della legna asciutta, in un angoletto.

"Qui dovremmo essere al sicuro" disse.

"Secondo Deor, dobbiamo aspettare circa due ore dall' alba, che sta appena iniziando. Il riferimento era il sole che sbucava proprio sopra il tetto di questa casetta...ma possiamo tenere il conto anche mentalmente, se serve. Dalk, Eorein, non voglio correre rischi. Se ci fosse da combattere, vi voglio riposati. Fate come dice il vostro medico e sedetevi un pò qui. Io ed Arhi teniamo d' occhio i dintorni"

I due eòthraim, che si sentivano in realtà abbastanza bene, fecero spallucce e si sedettero per terra. Delle piccole fitte di dolore ricordarono loro che ci sarebbe voluto ancora qualche giorno di riposo vero, per guarire del tutto.

Passò una snervante mezz'ora, senza che accadesse nulla. Poi un cavaliere apparve sul sentiero che proveniva da casa di Ingrid. Era incurvato sulla sella, la testa gli ciondolava stanca in avanti, e sembrava portare in grembo un enorme fagotto. Il cavallo stesso si trascinava, stremato, verso il crocicchio.

Dalk ed Eorein scattarono in piedi non appena videro Arhi ed Athorman socchiudere gli occhi. In un attimo, tutti e quattro erano, armi in pugno, presso la porta e le finestre. Nessuno parlò.
Quando il cavaliere fu più vicino, videro che la sua cavalcatura era ferita, e che lui stesso era a malapena cosciente. Una raffica di vento gli tolse il cappuccio, rivelando il viso di Deor. Sembrava che tensse, avvolta in una coperta, una persona in grembo.

Il viso era cinereo, sporco di fango e sangue, e il mantello, anche da quella distanza, era sporco di sangue e lacero. Giunto al crocicchio, lentamente, si fermò.
[Modificato da Ossian77 30/03/2009 11:16]
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Arhiael
Represse l'istinto di correre ad aiutarlo, e concentrò la sua attenzione sulla strada dalla quale veniva, cercando di individuare possibili movimenti sospetti.



Il destriero avanzò incerto per qualche metro ancora, fino all' albero. Appoggiandosi alla corteccia, Deor smontò di sella, e depose a terra il fagotto che aveva in grembo, che si rivelò essere una forma umana. Si guardò attorno, barcollante, e, dopo aver bisbigliato qualcosa al fagotto accasciato tra le radici, avanzò trascinando i piedi verso l'ovile.
Arhiael piantò le unghie nello stipite della finestra, mentre continuava a cercare ogni minimo movimento nei dintorni.
Afferrò l'arco e la faretra, e quando Deor fu a meno di una decina di metri dalla porta si mosse.
"Athorman, prendi lui. Eorein andiamo a prendere lei, io ti copro!"
[Modificato da Tyrande 30/03/2009 16:50]
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Master
Aprirono la porta sgangherata dell' ovile e sscattarono in avanti. Arco in pugno, Arhi era pronta a incoccare. Eorein corse al suo fianco, oltrepassò Deor senza neanche guardarlo. Il dunadan, pur con i riflessi annebbiati, aveva cercato di mettere la mano alla spada. Dalkest gli fu accanto in un attimo, trascinandolo per il gomito verso l'ovile.

Alla vista di un guerriero con indosso armi e corazza del suo vecchio maestro, Deor rimase ancora più spiazzato.

Arhiael afferrò il destriero per le briglie. Vide che un dardo, spezzato, sporgeva di qualche centimetro dalla coscia della bestia. Docile, perchè stanca, si fece condurre all'ovile. Eorein la precedette, piuttosto affaticato. Arhi legò il cavallo dietro l'ovile, sperando che i rovi che crescevano lì vicino lo nascondessero alla vista, e rientò senza neanche fare il giro, passando direttamente da una delle finestre.

Eorein aveva deposto il fagotto a terra, vicino a Deor. Si trattava di una donna, alta e pallida, probabilmente ferita, e di un bambino. La donna sembrava della stirpe di Numenore, come il bambino.

Athorman fu subito tra loro, per esaminare quante e quali feite avessero riportato. Non aveva praticamente nulla per curarli o medicarli, ma cercò di applicare le sue arti lo stesso. La donna non riprese conoscenza, mentre il bambino e Deor, dopo pochi minuti, furono di nuovo in grado di muoversi.

"Ar..ba....lar...." disse Deor, stremato ma fumante di rabbia, stringendo nel pugno il braccio di Athorman.
[Modificato da Ossian77 31/03/2009 17:26]
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"Stai buono...non parlare ancora...fai solo si o no con la testa", disse Athorman tenendo le mani sulla fronte ela spalla di Deor.

"Ti hanno seguito? Siamo in pericolo?"

Deor fece due volte cenno di no, con la testa.

"Bene. Ora calmatevi e lasciatemi fare" proseguì il guaritore. Ogni volta che chiudeva gli occhi e mormorava, sottovoce, quelle strane parole, un forte calore si sprigionava dalle sue mani. All' inizio Deor gemette un pò, poi il dolore si attenuò, ed i lineamenti del suo viso si distesero.

Arhi, intanto, stava dando un pò d'acqua da bere al bambino. Sentiva su di se gli sguardi perplessi di Dalkest ma sopratutto di Eorein.
mentre Eorein teneva gli occhi inchiodati sulla strada, Dalkest si premurò di dare un pò d'acqua anche alla dama. Sia lei che il bambino, stretti l' un l'altro, erano stremati ed in stato confusionale.

Allarmato, Dalkest constatò che la donna aveva una brutta ferita alla tibia. Una chiazza viola le andava dal ginocchio al piede, e il cavaliere temette che l'osso potesse essere persino spezzato.

Quando Deor fu di nuovo in gredo di parlare, raccontò loro che dopo essersi separati alla spiaggia non era andato dritto a casa. Aveva seguito Ronan per vedere se andava davvero in città. Stanco com' era, non era riuscito a stargli dietro e lo aveva perso all'inizio della periferia. Salvare la sua famiglia era la sua priorità a quel punto, ma sapeva che solo e stanco non ce l' avrebbe mai fatta, ne con la segretezza ne, tantomeno, con la forza bruta.

Prima di andare al castello, quella sera, aveva radunato alcuni soldati della sua guardia personale e li aveva nascosti nella vecchia torre del borgo di Arador, dove qualkche uomo d' arme in più non avrebbe dato nell' occhio. Se tutto fosse andato per il verso giusto, avrebbe inviato loro un messaggero. Non vedendolo arrivare, i suoi uomini avevano capito che qualcosa era andato storto, e si erano impadroniti della torre, comunque sorvegliata da pochi soldati svogliati (di solito si veniva assegnati al vecchio castello come punizione disciplinare). L'ordine era di attendere, ma anche di far partire uno di loro a tutta velocità verso i confini della Contea, cercando di raggiungere Harlindon e sperando che, verso sud ovest, la sorveglianza fosse minore.

Deor trovò i suoi soldati pronti a difendersi. Fortunatamente, la piccola insurrezione non era stata ancora scoperta e Deor li trovò bene armati e impazienti di battersi. Li radunò e, insieme, lasciarono di soppiatto la città, passando sa sud, e facendo larghi giri. Giunsero alla villa verso il tramonto. Sia lui che i suoi uomini erano furiosi per quel che era successo, per l'arresto della moglie del loro generale e per la morte in battaglia del valoroso Drestan. Doer disse anche di aver taciuto su cosa, effettivamente, si nascondesse sotto la Rocca.

La villa era presidiata da un piccolo contingente di armigeri. C' erano gravi danni dappertutto, alcuni alberi e la vigna erano stati bruciati (sebbene le continue pioggie avessero reso la cosa molto difficile), le finestre infrante, le statue ed i vasi buttati in terra e spaccati.

Avevano deciso di aspettare le tenebre, per attaccare. Nel frattempo, uno degli uomini si era avvicinato di soppiatto ed avava visto che acquartierato nella villa c' era nientemeno che Arbalar.
[Modificato da Ossian77 01/04/2009 11:24]
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Eorein
L'eòthraim ascoltava in silenzio il racconto di Deor, i freddi occhi azzurri che ancora scrutavano la strada. All'apparenza sembrava quasi distaccato, ma non perdeva una sola parola del racconto del cavaliere.
[Modificato da Valandur 01/04/2009 13:47]
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Master
Al calare delle tenebre, riferì Deor, si organizzarono per entrare nella villa e salvare gli ostaggi, se ve ne erano. Non volevano, inoltre, uccidere soldati di Lond Arador inutilmente. Erano commilitoni, sebbene al servizio di Arabalr, e stavano solo facendo il loro dovere.

Almeno due messi, intanto, erano giunti dall città. Arbalar, a quel punto, sapeva della lotta al castello e della sua fuga, e probabilmente che era ancora in giro. Ben prima del momento dell' attacco vero e proprio, Arbalar li precedette. I soldati si riversarono, nel cortile, ed eressero, in breve tempo, un palo con delle fascine. In catene, portarono la moglie di Deor e la legarono al palo.

Arbalar ed i suoi sorpassavano Deor ed i suoi fedeli di quattro a uno, e si aspettavano di essere assaliti da un momento all' altro. Deor disse di aver perso completamente il lume della ragione, in quel momento. Caricò a testa bassa Arabalar, e riuscì a farlo cadere di sella con un placcaggio violentissimo. I suoi uomini lo seguirono nella carica, ma se la dovevano vedere con un nemico soverchiante.

Anche Deor non se la vide bene. Era stremato, assonnato, affamato, senza armatura ed in preda alla furia. Arbalar invece, fresco e riposato, poteva valersi della protezione della sua corazza. Inoltre aveva qualcosa, una luce negli occhi che Deor non gli aveva mai visto prima. Incrociarono le spade ma Deor combatteva come se non avesse alcuna paura di morire! Rideva, e incassava i colpi violenti di Deor senza curarsi del dolore, anzi, facendosi beffe del dunadan.

Il duello durò poco, pochissimo. La forza della disperazione fece prevalere Deor, che lasciò Arbalar a tenersi con le mani uno spaventoso buco in pancia. nel frattempo, solo due dei soldati di Deor erano ancora vivi ed in grado di lottare, e la fiaccola aveva raggiunto le fascine. Non si sprigionò la fiamma, ma presto il fumo iniziò a soffocare la donna legata al palo. Deor, liberatosi di Arbalar, corse a liberarla. La donna non poteva camminare e fu costreto a portarsela fin dentro casa in braccio. I due soldati gli coprirono la ritirata fino al palazzo, dove recuperò anche suo figlio, chiuso nella cucina. Da lì alle stalle, perse anche i suoi ultimi due uomini. Montato in sella, fu raggiunto da un paio di frecce, e così anche il cavallo. Senza il loro capitano, i soldati del Conte non tentarono l'inseguimento, o almeno questo sembrò a Deor all' inizio.

Con quel che restava della sua famiglia ed il cuore colmo di dolore, Deor si avviò verso l' appuntamento. Gli sembrò stranissimo che nessuno li stesse seguendo, comunque. Anche senza Arabalar, prima o poi un drappello di soldati sarebbe dovuto salire in sella e iniziare la caccia.

Capì il perchè poco dopo. A meno di 3 miglia dal crocicchio, ore prima, la loro strada fu sbarrata da qualcosa di oscuro, gigantesco e malvagio, un ombra dalle fattezze ferine, un lupo o un cane, non si capiva, dagliocchi bianchi e luminosi, che spariva in continuazione.
[Modificato da Ossian77 08/05/2009 18:18]
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Arhiael
La cacciatrice alzò di scatto la testa, per guardare Deor, e poi rapida spostò lo sguardo su Athorman.
Vide il dunadan chiudere gli occhi e sospirare.
Sembrava già tremendamente stanco...
Strappò un lembo della coperta in cui Deor aveva avvolto la moglie e il figlio, la bagnò con dell'acqua e prese lentamente in braccio il bambino.

"Vieni."

Sussurrò.

"Togliamo un po' di questo fango dal viso."
[Modificato da Tyrande 01/04/2009 13:29]
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Master
Deor rimase con gli occhi chiusi per qualche minuto. Radunava le forze per continuare a parlare e sembrava cercasse di cacciare qualche brutta visione dalla sua mente. Intorno all'ovile, Eorein non vedeva muoversi una foglia. Tuttavia, il cielo stava schiarendo rapidamente ad Est, sebbene il sole avesse solo una piccola fessura per colprli tra la cima delle montagne e il basso tetto di nubi.

Deor riprese il racconto dicendo che la creatura, fatta di ombra, si era girata di scatto a guardarli. Senza perdere tempo, il cavaliere aveva estratto la spada ed era partito al galoppo, cercando di evitarla. Per un pò c' erano quasi riusciti. La creatura sembrava avere un pò di timore per la sua spada ma, con l'indebolirisi del cavallo ferito, guadagnò rapidamente terreno.

Deor era quindi stato costretto a smontare di sella al volo, facendo proseguire il cavallo senza di lui, cercando di attirare la bestia su di se. La creatura sembrò accettare la sfida, forse vedendolo così debole. Quando si scontrarono, Deor schivò il più a lungo possibile, tentando qualche affondo. Riuscì a conficcare la spada nella bocca di quell'essere ma il contraccolpo lo intorpidì e sembrò congelargli il sangue nelle vene.

A quel punto Athorman trasalì e, estratta di nuovo la spada di Deor dal fodero, si accorse che ne erano rimasti solo i primi 30 cm dall' elsa. Gli scoprì il braccio destro e vide che era freddo e cianotico.

"Riposati adesso, ci racconti il resto più tardi" disse calmo. "Arhi, Dalkest, venite qui un attimo. Anche tu Eorein".

Arhi rimise il bambino vicino alla madre, ancora svenuta, e Deor si trascinò vicino a loro, per stare più vicino. L' immagine di quella famiglia distrutta in una sola notte era struggente.

Presso la finestra, senza perdere d' occhio la strada, si parlarono mormorando

"Non va, amici. Non va proprio. Deor è la nostra unica speranza di arrivare a Menelruth ed agli elfi che, suppongo, lo starebbero accompagnando. Purtroppo è stato colpito da una malia degli stregoni del Nord , e temo per la sua vita. E' come quella che ha colpito the, Arhi, ma molte volte più forte. Ho una foglia di Athelas con me, quell' erba che ho usato ieri l'altro, ma temo non basterà. Anche la moglie è abbastanza grave. Ha la febbre per le ferite ricevute, e le serve un medico vero, e tanto riposo...e noi dobbiamo levarci da qui il prima possibile..."
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Arhiael
"L'athelas magari posso andarla a cercare io..."
"...ma...per lei...non saprei proprio cosa fare..."

Guardò preoccupata la moglie di Deor, Athorman aveva ragione, non avrebbe assolutamente potuto seguirli.

"...o forse...voi credete che la verrebbero a cerare a casa di lady Ingrid?"
[Modificato da Tyrande 02/04/2009 19:24]
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Master
"Io penso che...beh, qualunque cosa abbia incontrato Deor stanotte, Arbalar sapeva che era in giro, e si è guiardato bene dall'inseguire la sua vittima. Tuttavia, col giorno, mandarà di certo qualcuno a vedere se la...cosa..ha fatto quello che si aspettava da lei...quindi qui, e casa di Lady Ingrid che è a meno di 20 minuti a piedi, sono terra bruciata per noi...No, l' Athelas poi non basterebbe. Aiuterebbe anche la dama, e la sua gamba, sebbene vi sia una frattura, ma non abbiamo il tempo di cercarla, troppi rischi...Forse dovremmo farci dire come raggiungere Menelruth, e da là forse portare l' intera famiglia a Mithlond, se possibile..."
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Arhiael
"Athorman, solo tu tra noi, sei in grado di valutare le conseguenze di un viaggio sulla salute di lady Aisling."

Sussurrò piano Arhiael, mentre il suo sguardo spaziava fuori dalla finestra.

"...e se ho capito bene... tra poco anche lui peggiorerà..."
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"Esatto, il che mi mette una fretta indemoniata di andarcene da qua. Finchè Deor è cosciente, può ancora guidarci nella giusta direzione. Se sviene o...peggio...beh, allora questa specie di salvatore ce lo dobbiamo cercare da soli..."

"E per la dama, si può fare qualcosa?"
interloquì Dalkest.

"Non qua. Forse se ci allontanassimo il tanto da poter passare un oretta tranquilli, diciamo tra la costa ed i primi alberi, forse potrei trovare qualcosa per alleviarne il dolore. Il punto è che ha la febbre, e non c' è molta scelta. Deve viaggiare con noi perchè l' alternativa che mi viene in mente è impraticabile: lasciarla qui. Non ce la farebbe mai da sola, e Deor si sarebbe sacrificato per nulla"

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Arhiael
"...e Ronan?"

Chiese spostando lo sguardo su Athorman.

"Se ce ne andiamo adesso, lo abbandoniamo al suo destino."
"....e con lui, tutti quelli che è riuscito a portarsi fuori da Lond Aradon..."

Calciò rabbiosamente un sasso, mandandolo a sbattere contro un muro.
[Modificato da Tyrande 02/04/2009 22:49]
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Eorein
Poche parole, in tono secco:

"Andate. Rimango io."

Non si era neanche girato verso di loro, continuando a tenere d'occhio a strada.
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Athorman sembrava roso dai dubbi.

"Io devo andare con loro...sennò non ce la faranno, ne sono certo. E almeno uno di voi deve venire con me, forse due. Dovrei proteggere una donna, un uomo ed un bambino...se ci attaccano, da solo non ce la faccio di sicuro..."
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Socio Storico e Guru del "GiRSA Crew"
03/04/2009 11:31
 
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Dalkest
"vengo io Athorman, ma devi promettermi che se veniamo attaccati tu ti allontani quanto più possibile dal luogo della battaglia mettendo in salvo almeno lady aisling e il bambino. sai già cosa potrebbe succedere se resti..."
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