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Chiesa, grazie di esistere

Ultimo Aggiornamento: 07/03/2009 11:38
06/03/2009 17:07
 
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Perché ci ricordi sempre dove non sta lo spirito amorevole. E ci fai sempre ricordare quanto può essere piccolo e stupido l'essere umano.


www.repubblica.it/2009/03/sezioni/esteri/scomunica-medici/scomunica-medici/scomunica-med...

ROMA - Scomunica. Sentenza inappellabile della Chiesa cattolica brasiliana contro i medici che hanno fatto abortire una bimba di nove anni, stuprata dal patrigno e incinta di due gemelli. L'aborto, ha specificato José Cardoso Sobrinho, arcivescovo di Olinda e Recife, è un crimine agli occhi della Chiesa e la legge degli uomini non può sovrastare quella di Dio. Durissimo il commento del ministro della Sanità brasiliano, che ha accusato la Chiesa di aver adottato una posizione "estremista" e "inopportuna".

Il patrigno, indagato per stupro, ha ammesso che abusava della bambina da quando aveva 6 anni. Alla piccola, ricoverata presso un ospedale di Recife, sono stati somministrati farmaci abortivi mercoledì pomeriggio. A giudizio dei sanitari portare a termine la gravidanza avrebbe comportato gravi rischi, o addirittura la morte, per la bambina. Secondo la legge brasiliana, l'aborto è consentito in caso di stupro o di rischi per la vita della madre. La bambina, fanno notare i medici, rientrava in ambedue le categorie.

L'arcivescovo, esponente dell'ala più integralista della Chiesa brasiliana, è immediatamente passato al contrattacco. "La legge di Dio è superiore a qualunque legge umana" ha proclamato. "Quindi se la legge umana, cioè una legge promulgata dagli uomini, è contraria alla legge di Dio, questa legge umana non ha alcun valore" ha detto, riferisce il sito del quotidiano O globo. Quindi tutte le persone che hanno partecipato all'aborto (con l'eccezione però della bambina) sono state scomunicate.

La decisione è stata condannata dal ministro della Salute José Gomes Temporao: "Credo che la posizione della Chiesa sia estremista, radicale e inopportuna", ha detto in nottata il ministro nel corso di un programma radiofonico. "Sono scioccato per la posizione radicale di questa religione che - ha aggiunto - nell'affermare a torto di voler difendere una vita, mette un'altra vita in pericolo".

Ma un'altra vicenda molto simile sta infiammando il Brasile. A Irai, 480 chilometri da Porto Alegre, c'è una bimba di 11 anni ormai al settimo mese di gravidanza. Anche lei stuprata da un parente stretto nella cui casa è cresciuta dopo l'abbandono della madre. Anche qui, naturalmente, la gravidanza è a rischio data l'età immatura. Sia la polizia che le autorità locali affermano che nessuno ha mai chiesto nel caso di questa bimba che fosse praticato un aborto: "Inerzia e disinformazione", deplora O globo. La storia era nota e le autorità avrebbero dovuto agire d'ufficio, come prevede la legge.

"E' un tema molto, molto delicato" ma "la chiesa non può mai tradire il suo annuncio, che è quello di difendere la vita dal concepimento fino al suo termine naturale, anche di fronte a un dramma umano così forte, come quello della violenza su una bimba", ha sottolineato padre Gianfranco Grieco, capo ufficio del pontificio consiglio per la famiglia. "La scomunica significa non potersi accostare anche al sacramento della comunione - ha spiegato il sacerdote - e se una persona è nel peccato e non si confessa, per la chiesa non può fare la comunione. In questo caso i medici sono fortemente nel peccato - ha concluso il capo ufficio del dicastero vaticano - perché sono persone attive nel portare avanti l'aborto, questa uccisione.
Sono protagonisti di una scelta di morte".

06/03/2009 17:17
 
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Se l'aborto è un omicidio, rimane tale anche se la madre del bambino è minorenne ed è vittima di uno stupro. Lo so che, per molti, 2+2 non è detto che faccia sempre 4, ma di fatto 2+2 fa sempre 4, a prescindere da proprietario delle dita con si fa il computo.
Chi uccide due esseri innocenti prima della loro nascita non è molto più "amorevole" di chi quei figli ha concepito stuprando una bimba di otto anni. E non è una questione di opinioni, ma di nudo raziocinio.
[Modificato da Trianello 06/03/2009 17:19]

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06/03/2009 17:24
 
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Scusa elghorn84 ma non mi è chiaro se approvi la posizione della Chiesa o la tacciavi di stupidità ironizzando.
Potresti chiarire da quale parte stai?
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06/03/2009 17:49
 
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domanda polemica?
posso chiedere cosa fareste voi se capitasse a vostra figlia di 9 anni di rimanere incinta dopo una violenza sessuale? perche' se e' vero che ci sono dei principi generali, e' altrettanto vero che ci sono casi particolari...
06/03/2009 17:58
 
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Re: domanda polemica?
mariad, 06/03/2009 17.49:

posso chiedere cosa fareste voi se capitasse a vostra figlia di 9 anni di rimanere incinta dopo una violenza sessuale? perche' se e' vero che ci sono dei principi generali, e' altrettanto vero che ci sono casi particolari...




Cosa farei non lo so, quello che so è cosa dovrei fare.

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06/03/2009 18:01
 
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Re: Re: domanda polemica?
Trianello, 06/03/2009 17.58:




Cosa farei non lo so, quello che so è cosa dovrei fare.




sono io ad essere gnucca...o non hai risposto?
06/03/2009 18:07
 
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Re: Re: Re: domanda polemica?
mariad, 06/03/2009 18.01:




sono io ad essere gnucca...o non hai risposto?




non accetta l'aborto, qualsiasi sia la situazione, ora è chiaro?
Chi crede di avere la verità aderisce ad essa volente o nolente, dovresti saperne qualcosa no?
Ciao
06/03/2009 18:15
 
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Re:
berescitte, 06/03/2009 17.24:

Scusa elghorn84 ma non mi è chiaro se approvi la posizione della Chiesa o la tacciavi di stupidità ironizzando.
Potresti chiarire da quale parte stai?




La taccio di immensa, abnorme e assurda stupidità, ironizzando.
06/03/2009 18:15
 
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quale sia il pensiero di trianello, direi di averlo capito. e, detto tra parentesi, trianello (insieme a berescitte, non me ne vogliano gli altri) e' la persona che leggo piu' volentieri, per la chiarezza di esposizione, per la coerenza e per la "purezza" d'animo (non e' una sviolinata). ma, ripeto, al di la' dei principi generali ci sono situazioni, sicuramente estreme, dove forse una deroga e' da considerare... (era questo il senso della mia domanda).
[Modificato da mariad 06/03/2009 18:16]
06/03/2009 18:50
 
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Bisognerebbe chiarirsi le idee.
Mi pare che alcuni considerino l'appartenenza ad una confessione religiosa come una passeggiata: c'è una salita? cambio strada.
Non è così.
Chi è praticante lo sa bene, poi ciascuno è libero di credere in ciò che reputa più consono alla propria natura.
Io sono convinta che i medici che hanno praticato l'aborto a quella creatura, sapessero bene quali potevano essere le conseguenze nell'ambito religioso.
Hanno in coscienza fatto una scelta.
Se fosse capitato a me, sinceramente non so cosa avrei scelto, ma non posso dire di ignorare cosa avrei dovuto fare.
Le vere vittime, nell'articolo riportato, sono le creature violate due volte: dal bruto e dalle persone loro vicine che le hanno lasciate brutalizzare.
Gabriella Prosperi
06/03/2009 18:57
 
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Re:
mariad, 06/03/2009 18.15:

quale sia il pensiero di trianello, direi di averlo capito. e, detto tra parentesi, trianello (insieme a berescitte, non me ne vogliano gli altri) e' la persona che leggo piu' volentieri, per la chiarezza di esposizione, per la coerenza e per la "purezza" d'animo (non e' una sviolinata). ma, ripeto, al di la' dei principi generali ci sono situazioni, sicuramente estreme, dove forse una deroga e' da considerare... (era questo il senso della mia domanda).



Come si può "derogare" - intendi autorizzare, rendere lecito, vero? - l'omicidio di un innocente?
Forse dimentichi che scegliere il peccato, qualechessia il vantaggio che ne venisse, significa sputare sul sangue di Gesù.
Forse dimentichi che, davanti al dono della vita eterna, anche la morte fisica è un prezzo abbastanza accettabile?
Capisci o no che se poniamo la vita (io uso dire "la pelle") come il massimo dei beni per perseguire o mantenere il quale si può tollerare anche di compiere il male (sia per azione che per omissione) noi stiamo dicendo che i poliziotti, i medici, i soldati, quelli della protezione civile, i pompieri ecc... non dovrebbero più rischiare la vita per proteggere-salvare degli innocenti?

Perché non provi a porre a Dio questo problema?
Difatti se c'è una cosa che ha un potere fuorviante di prima grandezza è sempre quella di parlare di Chiesa. Come se il suo parere fosse quello opinabile di una organizzazione pincopallina discutibile.
Proviamo a vederci Dio dietro e a fare i conti con lui. Le cose dovrebbero cambiare.
Alzo le mani se qualcuno sostiene che per lui la Chiesa è una pincopallina e non quella istituzione a cui Cristo ha affidato la continuazione della sua missione promettendole la luce di verità tramite il suo Spirito.

E' facile, non solo per un ministro acattolico, ma perfino per un cattolico che non pensa affatto che sul piatto della bilancia c'è il peccato, e cioè il sangue di Gesù, è facile protestare che la chiesa è "radicale, estremista e inopportuna" e, come ha chiarito elghorn, tacciarla di "immensa, abnorme e assurda stupidità".
Più difficile è dirlo a Gesù che ha pagato col sangue quel disastro cosmico costituito dal peccato.
Se vogliamo insistere almeno dovremmo essere così coerenti da dare del "radicali, estremisti e inopportuni" (e perché non cretini patentati, come Erode Antipa e Pilato classificarono Gesù?) a tutti quei santi che sono morti per la fede e che oggi consideriamo campioni da imitare. [SM=g27829]
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06/03/2009 19:27
 
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Ma che differenza c'è tra quelli che qui adesso giustificano questo arcivescovo (e anzi, plaudono) e i nostri cari fratelli che preferiscono morire piuttosto che farsi trasfondere?

Nessuna.

Entrambi convinti di essere i portatori della Verità. Entrambi pronti a tutto per la loro Verità. Cambiano le idee, le interpretazioni dottrinali, resta identico l'atteggiamento mentale.

I kamikaze della fede, quelli che ne sanno sempre una più dell'altro e che sanno sempre così bene dov'è Dio, cosa vuole e cosa desidera.

PS. Nella questione specifica, la vita prima di tutto, ok: e la vita di questa ragazzina di 9 anni conta ancora qualcosa?, visto che lei stessa rischia di morire...
06/03/2009 19:42
 
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non accetta l'aborto, qualsiasi sia la situazione, ora è chiaro?
Chi crede di avere la verità aderisce ad essa volente o nolente, dovresti saperne qualcosa no?



Chi conosce la verità sa che cosa è giusto fare, ma non può sapere se, al dunque, potrà agire in modo giusto. Ergo, io so che non si può uccidere un innocente per nessuna ragione (sia anche per salvare la vita ad altri mille innocenti), ma (in quanto peccatore) non so se, al dunque, riuscirei ad agire in modo retto. Certo è che non ammetterò mai che sia lecito praticare un aborto, perché un aborto non è mai lecito, non importa quali siano le circostanze in cui questo avviene.

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06/03/2009 19:43
 
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Re:
elghorn84, 06/03/2009 19.27:


Ma che differenza c'è tra quelli che qui adesso giustificano questo arcivescovo (e anzi, plaudono) e i nostri cari fratelli che preferiscono morire piuttosto che farsi trasfondere?

Nessuna.



In questo caso hai ragione.

elghorn84, 06/03/2009 19.27:


Entrambi convinti di essere i portatori della Verità. Entrambi pronti a tutto per la loro Verità.



Per la verità di Dio scritta nella Sua Parola.

elghorn84, 06/03/2009 19.27:


Cambiano le idee,



Quelle umane.
elghorn84, 06/03/2009 19.27:


le interpretazioni dottrinali,



Quelle fatte senza tenere conto della Parola di Dio.

elghorn84, 06/03/2009 19.27:


resta identico l'atteggiamento mentale.



Solo quello di Dio.
L'atteggiamento umano è molto vario.
Molte volte dipende, come dice gabriella, se trova salite o discese.

elghorn84, 06/03/2009 19.27:


I kamikaze della fede, quelli che ne sanno sempre una più dell'altro e che sanno sempre così bene dov'è Dio, cosa vuole e cosa desidera.



Basta leggerlo nella Sua Parola.
Non devi inventarti niente.
Praticarlo, questo diventa un problema.

elghorn84, 06/03/2009 19.27:


PS. Nella questione specifica, la vita prima di tutto, ok: e la vita di questa ragazzina di 9 anni conta ancora qualcosa?, visto che lei stessa rischia di morire...



Ecco il problema.


06/03/2009 19:47
 
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La risposta di Trianello è esemplare. Lo stato non può legiferare in base alle mie emozioni. Io ad esempio sono contro la pena di morte, ma è indubbio che se uccidessero mia figlia vorrei strangolare con le mie mani il responsabile. Per fortuna c'è lo Stato a fermarmi, lo Stato che non deve agire in base al mio sconvolgimento emotivo bensì in base alla logica. In questo caso il benessere psicologico di un individuo passa in secondo piano, visto che il prezzo di questo benessere psicologico è la vita di qualcun'altro. Abbiamo sul piatto due comportamenti possibile: nel primo caso sacrifichiamo il benessere psicologico di questa bambina, nel secondo caso la vita di un bambino. per quanto sia atroce, la scelta razionale non può che privilegiare la salvaguardia della vita del bambino, visto che la salvaguardia della vita di chi rischia la morte è più importante del benessere psicofisico.
Non c'è alcun parallelo tra un cattolico contrario l'aborto e un kamikaze. Nel primo caso infatti il credere ad un assoluto salva una vita, nel secondo caso invece l'assoluto stronca delle vite. Né c'è alcun parallelo tra chi si lascia morire per evitare una trasfusione e chi difende la vita di un nascituro. Anche in questo caso infatti il primo comportamento genere la morte, nel II caso invece si difende una vita. Non è un errore credere a degli assoluti, semmai possono essere errati gli assoluti cui si presta fede. Tutta la vostra argomentazione poggia su un relativismo strisciante che non tollera che qualcuno pretenda di possedere la verità. La cosa poi è contraddittoria, perché voi stessi credete di possedere una verità, e cioè che nessuno possa credere di avere delle verità. Il relativismo si contraddice da solo perché considera relativo tutto tranne se stesso. Gli intolleranti sono i relativisti: nel loro furore anti-dogmatico si turano le orecchie, credendosi degli illuminati, e non si rendono conto che anche loro difendono un dogma e un'ideologia.
Il caso in questione però ha una declinazione particolare. Che cosa fare se la gravidanza mette a rischio la vita della madre, e cioè se sulla bilancia non c'è il benessere psichico della madre contro la vita del bambino, bensì la vita della madre contro la vita del bambino? Qui, mi duole dirlo, non ho risposte filosofiche forti da dare, perché in questo caso l'aborto potrebbe configurarsi come un caso di legittima difesa. Ad ogni modo bisogna valutare caso per caso, e vedere se davvero la gravidanza avrebbe condotto alla morte questa bambina, o se invece un remoto rischio sia stato usato come scusa. Sui casi in cui la gravidanza porta certamente alla morte della madre, non credo di poter sostenere una posizione definita basandomi su argomenti solo razionali e laici. A meno che qualcuno non mi mostri il contrario, ovviamente.

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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
06/03/2009 19:55
 
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Ma che differenza c'è tra quelli che qui adesso giustificano questo arcivescovo (e anzi, plaudono) e i nostri cari fratelli che preferiscono morire piuttosto che farsi trasfondere?



C'è una grossa differenza. Che non sia lecito uccidere un innocente è una delle norme più fondamentali dell'etica naturale (nonché di quella rivelata), e questo nessuno lo contesta (nemmeno gli abortisti, i quali semmai contestano il fatto che un feto possa essere considerato come un individuo umano a tutti gli effetti), mentre la proibizione delle trasfusioni si basa solo su una illogica interpretazione delle Scritture.
In senso assoluto, però, se chi si astiene dal sangue lo fa in buona fede (perché convinto che questo sia davvero il volere di Dio), merita tutto il mio rispetto e la mia ammirazione. A non meritare il mio rispetto è il precetto stabilito dai TdG relativamente al sangue, il quale davvero non sta né in cielo né in terra.

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06/03/2009 20:17
 
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Re: Re:
operman, 06/03/2009 19.43:



Ecco il problema.





Questa fissa che il CD dica solo quello che c'è scritto sulla bibbia è una fesseria e lo dimostra il post che ho inserito sui vaccini e sui sieri, la bibbia non dice nulla è il CD ad usarla per farle dire che le sue personali opinioni siano appoggiate da essa.
E' ora di svegliarsi e non delegare più ad esseri umani la nostra vita.
Saluti
Mario
06/03/2009 20:20
 
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Re:
Trianello, 06/03/2009 19.55:


Ma che differenza c'è tra quelli che qui adesso giustificano questo arcivescovo (e anzi, plaudono) e i nostri cari fratelli che preferiscono morire piuttosto che farsi trasfondere?



C'è una grossa differenza. Che non sia lecito uccidere un innocente è una delle norme più fondamentali dell'etica naturale (nonché di quella rivelata), e questo nessuno lo contesta (nemmeno gli abortisti, i quali semmai contestano il fatto che un feto possa essere considerato come un individuo umano a tutti gli effetti), mentre la proibizione delle trasfusioni si basa solo su una illogica interpretazione delle Scritture.
In senso assoluto, però, se chi si astiene dal sangue lo fa in buona fede (perché convinto che questo sia davvero il volere di Dio), merita tutto il mio rispetto e la mia ammirazione. A non meritare il mio rispetto è il precetto stabilito dai TdG relativamente al sangue, il quale davvero non sta né in cielo né in terra.



E allora meritano la tua ammirazione anche chi si fa esplodere per abbattere gli infedeli? E' Dio a comandarglielo...
Ma andiamo...
06/03/2009 20:21
 
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Re: Re: Re:
(Mario70), 06/03/2009 20.17:



Questa fissa che il CD dica solo quello che c'è scritto sulla bibbia è una fesseria e lo dimostra il post che ho inserito sui vaccini e sui sieri, la bibbia non dice nulla è il CD ad usarla per farle dire che le sue personali opinioni siano appoggiate da essa.
E' ora di svegliarsi e non delegare più ad esseri umani la nostra vita.
Saluti
Mario


Mario, dimentichi che i TDG confondono "Bibbia con Torre di Guardia"! [SM=g1543794]

Gabry


06/03/2009 20:36
 
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Re:
Polymetis, 06/03/2009 19.47:


Il caso in questione però ha una declinazione particolare. Che cosa fare se la gravidanza mette a rischio la vita della madre, e cioè se sulla bilancia non c'è il benessere psichico della madre contro la vita del bambino, bensì la vita della madre contro la vita del bambino? Qui, mi duole dirlo, non ho risposte filosofiche forti da dare, perché in questo caso l'aborto potrebbe configurarsi come un caso di legittima difesa. Ad ogni modo bisogna valutare caso per caso, e vedere se davvero la gravidanza avrebbe condotto alla morte questa bambina, o se invece un remoto rischio sia stato usato come scusa. Sui casi in cui la gravidanza porta certamente alla morte della madre, non credo di poter sostenere una posizione definita basandomi su argomenti solo razionali e laici. A meno che qualcuno non mi mostri il contrario, ovviamente.



Personalmente non credo che ci siano veramente casi in cui ci sia la certezza ASSOLUTA che il parto uccida la madre. Le variabili sono tante, in primis l'efficienza dell'equip medica. Credo che ci possa essere anche il 99.99% di perdere la madre ma non il 100%. Quello che è certo è che scegliendo l'aborto non solo si provoca una morte al 100%, ma la morte è proprio provocata intenzionalmente e direttamente. Nel caso del parto invece ci potrà anche essere una QUASI certezza che la madre muoia, ma l'intenzione di chi agisce resta comunque quella di salvare tutte le vite, per questo è la cosa giusta da fare. Se poi mi trovassi davvero nell'ipotesi in cui decidere per il parto ucciderebbe sicuramente la madre, non lo so cosa farei, ma forse la cosa giusta sarebbe dire "NON CI VOGLIO CREDERE, DOVETE SALVARE TUTTI! NIENTE ABORTO!!!" e sperare fino in fondo. Altrimenti boh.
_________________________________
-Non avere nulla: se incontri un buddha, uccidilo... se incontri un tuo antenato, uccidilo... non avere legami, non essere schiavo di nessuno, vivi semplicemente per la tua vita.
(Toa, 31esimo Genjo Sanzo)

-La verità è il prezioso dono degli dei, qualcosa di veramente incredibile. Disgraziatamente, quantunque la gente ascolti il suo nome mille milioni di volte è ugualmente difficile da raggiungere.
(Shaka di Virgo)

A.m. (PowerPlay!!!)
06/03/2009 20:43
 
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Re: Re:
(Mario70), 06/03/2009 20.20:



E allora meritano la tua ammirazione anche chi si fa esplodere per abbattere gli infedeli? E' Dio a comandarglielo...
Ma andiamo...




Se chi lo fa, lo fa in buona fede, merita la mia ammirazione. Il problema, in questo caso risiede tutto nella difficoltà di stabilire quanto chi si fa saltare in aria per uccidere degli innocenti possa agire in buona fede, cioè se davvero la coscienza morale di una persona possa smarrirsi fino al punto di dettare come buono un atto del genere. Onestamente, ho dei serissimi dubbi che ciò possa avvenire (e questo perché ho letto degli studi sulla psicologia dei kamikaze e sulle dinamiche che, in genere, li inducono a fare ciò che fanno). Credo che molti kamikaze (così come molti TdG che rifiutano il sangue), più che non avere una retta avvertenza del valore morale di quello che fanno, non siano pienamente liberi nella loro scelta, per cui siano più degni di “comprensione” che non di ammirazione.
[Modificato da Trianello 06/03/2009 21:56]

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06/03/2009 20:52
 
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Se poi mi trovassi davvero nell'ipotesi in cui decidere per il parto ucciderebbe sicuramente la madre, non lo so cosa farei



Anche se il proseguire la gravidanza portasse la madre a morte certa, comunque non sarebbe moralmente lecito provocare direttamente l'aborto. Questo perché il feto non minaccia volontariamente la vita della donna, per cui è a tutti gli effetti un innocente la cui vita non può essere spenta, per nessuna ragione. Si tratta ovviamente di casi limite, ma sono i casi limite che, a volte, fanno la differenza tra i santi e i peccatori.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

06/03/2009 21:49
 
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Polymetis, 06/03/2009 19.47:

Sui casi in cui la gravidanza porta certamente alla morte della madre, non credo di poter sostenere una posizione definita basandomi su argomenti solo razionali e laici. A meno che qualcuno non mi mostri il contrario, ovviamente.



Io ritengo che sia di etica razionale (o laica) la posizione asserente che la vita dell'innocente è intangibile.
Che non sunt facienda mala ut eveniant bona, pur essendo di fede rivelata, è prima ancora un principio di etica razionale, in quanto asserisce che la persona umana non è strumentalizzabile; il farlo la declasserebbe al livello del bruto o delle cose di cui si può disporre. La posizione contraria è quella machiavellica del fine che giustifica i mezzi; una posizione che genera un istintivo ribrezzo perché dichiara apertamente che si può fare qualsiasi ingiustizia in vista di una utilità ritenuta importante. E lo stalinismo sta là a dimostrare come questo principio, assunto a ragion di stato, induce a usurpazioni inimmaginabili.

Anche l'etica laica comunque (ne sono convinto) ha la sua codificazione ultima oltre la coscienza, in Dio. Non sarà ovviamente un'etica basata sulla fede in una rivelazione, ma sulla religiosità ricavata da ragione; non sul Dio Trino ma sul Dio creatore, legislatore, ordinatore e remuneratore del bene e del male.

E' tempo, io credo, di riaffermare, e fondare con la dimostrazione dell'esistenza di Dio ottenuta per sola ratio, una teodicea (o teologia razionale) che evidenzi come la posizione ateo-agnostico-laica è insufficiente a fondare qualsiasi etica (non è stato scritto "se Dio non c'è tutto è permesso". Dostojewsky?) ed è, al fondo una castrazione delle possibilità razionali, cioè una illogicità o una rinuncia ad aprirsi alla verità.
E' in coerenza con questa posizione che io dico di non credere in Dio ma di credere in Cristo. Dio so che c'è. La conoscenza di Lui deve precedere la fede nella persona di Gesù e nelle verità da lui rivelate. Per il semplice motivo che se così non fosse quella rivelazione non sarebbe rivelazione di Dio ma di... non si sa cosa. Giovanni Paolo II, ancora prima di scrivere la Fides et Ratio, disse che "il cristiano accanto a un 'io credo' coltiva un 'io so'".
Gli ebrei del tempo di Gesù non ne avevano bisogno perché Dio i loro padri lo avevano visto all'opera e avevano trasmesso con molta forza alle generazioni future la sua esistenza come una delle convinzioni normali, e anzi quella che veniva richiamata ogni giorno grazie alla struttura sacerdotale dello Stato. Gesù ha presupposto tale convinzione. Noi abbiamo bisogno di rifondarla, ma non sulla fede; sarebbe una petitio principii.

Quanto alla problematica la più grave che il problema dell'aborto pone, che è quella dell'aborto cosiddetto terapeutico ma che in realtà viene visto come una uccisione per legittima difesa, il retto giudizio (sottolineato anche dalla Chiesa che avvalora la ratio con la luce della fede) sta nel distinguere una morte causata da disfunzioni della natura dalla morte inflitta per opera dell'uomo. La prima non contiene, come la seconda, la valenza di "peccato". Perciò la seconda "pesa di più" sulla bilancia della giustizia divina, anche se la prima invece di una sola vittima ne dovesse creare due. Ribadisco: la cosa sta in piedi anche per la sola teodicea.

Ma siccome il dilemma è tale da sbalestrare anche il raziocinio dei credenti, sarebbe da ricordare loro che, ovviamente, per Dio la morte non è il male più grande. E' un male fisico a cui c'è rimedio. Esso viene superato alla grande con il paradiso e con la risurrezione. Mentre il peccato è, ai suoi occhi non certo ai nstri poveri occhi miopi, così immenso da aver indotto la Trinità a inventarsi una incarnazione e passione del Figlio di Dio per sanarlo.


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est modus in rebus
06/03/2009 22:08
 
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Comunque sono d'accordo con Polymetis ( se qualcuno a posto mio dovesse decidere di uccidermi la figlia o il figlio ) perche si tratta di questo , semmai lo stato dovrebbe fare la pena di morte per colui che ha abusato della piccola , allora si che c'è un accordo di giustizia.
07/03/2009 01:55
 
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Anche se il proseguire la gravidanza portasse la madre a morte certa, comunque non sarebbe moralmente lecito provocare direttamente l'aborto. Questo perché il feto non minaccia volontariamente la vita della donna, per cui è a tutti gli effetti un innocente la cui vita non può essere spenta, per nessuna ragione



Mi dispiace ma non capisco. E' ovvio che il bambino in grembo non vuole volontariamente uccidere la madre, ma credo che il nostro ordinamento ammetta la legittima difesa anche nel caso in cui l'assassino non sia intenzionato a farmi del male.
Quanto alla teologia cattolica, si potrebbe invocare la dottrina del duplice effetto. In questo caso l'uccisione del feto è un effetto previsto ma non voluto al fine di raggiungere un bene (cioè la vita della madre). Il sacrificio del bambino non dovrebbe essere esattamente dello stesso peso della salvezza della madre, cioè una vita e una vita?
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
07/03/2009 08:28
 
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Re:
Polymetis, 07/03/2009 1.55:



Anche se il proseguire la gravidanza portasse la madre a morte certa, comunque non sarebbe moralmente lecito provocare direttamente l'aborto. Questo perché il feto non minaccia volontariamente la vita della donna, per cui è a tutti gli effetti un innocente la cui vita non può essere spenta, per nessuna ragione



Mi dispiace ma non capisco. E' ovvio che il bambino in grembo non vuole volontariamente uccidere la madre, ma credo che il nostro ordinamento ammetta la legittima difesa anche nel caso in cui l'assassino non sia intenzionato a farmi del male.
Quanto alla teologia cattolica, si potrebbe invocare la dottrina del duplice effetto. In questo caso l'uccisione del feto è un effetto previsto ma non voluto al fine di raggiungere un bene (cioè la vita della madre). Il sacrificio del bambino non dovrebbe essere esattamente dello stesso peso della salvezza della madre, cioè una vita e una vita?



Dici bene "previsto ma non voluto" e "al fine di raggiungere un bene" adeguato al sacrificio richiesto. Il che significa che l'aborto deve essere indiretto, cioè derivante da una forma terapeutica nei confronti della madre; deve essere non voluto; deve essere l'extrema ratio quando non si può assolutamente salvare entrambi. Non è terapia l'uccisione diretta del feto-embrione ma omicidio premeditato.
Gianna Beretta Molla non a caso è stata (ricordo bene? o sarà?) santificata per non aver accettato di abortire nonostante ciò mettesse in pericolo sia la vita sua sia quella del figlio, che invece si è salvato.

Il nostro ordinamento giuridico prevede anche l'aborto facile per motivi molto futili e tutti siamo convinti che lecitizza tanti autentici soprusi in tanti settori. Non è certo da esso che si può ottenere luce etica su questo soggetto.
Senza contare che, al solito, pecca di contraddizione quando esige il sacrificio della vita da militari, èpompieri, poliziotti eccetera...

Stesso peso?
La vita di un pompiere in ottima salute dovrebbe essere più importante di quella di un vecchietto ottantenne (anzi vecchia strega e cattiva così funziona meglio) che rischia di andare arrosto o no?
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est modus in rebus
07/03/2009 11:33
 
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Mi dispiace ma non capisco. E' ovvio che il bambino in grembo non vuole volontariamente uccidere la madre, ma credo che il nostro ordinamento ammetta la legittima difesa anche nel caso in cui l'assassino non sia intenzionato a farmi del male.



Onestamente, non so che cosa ammetta il nostro codice, ma so che, da un punto di vista morale, senza volontarietà da parte di un “aggressore” di far del male all’aggredito, “l’aggressore” rimane un innocente e, pertanto, nessuno ha il diritto di ucciderlo. Sarà lecito, però, provocarne indirettamente la morte (per via della da te ricordata dottrina del doppio effetto), come effetto previsto ma non voluto di un’azione atta a salvare la vita della persona in pericolo (la dottrina del doppio effetto, infatti, si applica in modo diverso nel caso della legittima difesa rispetto al caso del cosiddetto “aborto terapeutico”, proprio in considerazione del fatto che nel primo caso non si ha a che fare con un innocente).
Non a caso, come ha già ricordato Berescitte, la Chiesa ha riconosciuto la santità di Gianna Beretta Molla, la quale, essendo un medico, era perfettamente conscia che la prosecuzione della sua gravidanza le avrebbe provocato una morte orribile, ma decise ugualmente di risparmiare la vita all’innocente che aveva in grembo, anche a costo della sua.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

07/03/2009 11:38
 
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Re: Re:
berescitte, 07/03/2009 8.28:



Dici bene "previsto ma non voluto" e "al fine di raggiungere un bene" adeguato al sacrificio richiesto. Il che significa che l'aborto deve essere indiretto, cioè derivante da una forma terapeutica nei confronti della madre; deve essere non voluto; deve essere l'extrema ratio quando non si può assolutamente salvare entrambi. Non è terapia l'uccisione diretta del feto-embrione ma omicidio premeditato.
Gianna Beretta Molla non a caso è stata (ricordo bene? o sarà?) santificata per non aver accettato di abortire nonostante ciò mettesse in pericolo sia la vita sua sia quella del figlio, che invece si è salvato.

Il nostro ordinamento giuridico prevede anche l'aborto facile per motivi molto futili e tutti siamo convinti che lecitizza tanti autentici soprusi in tanti settori. Non è certo da esso che si può ottenere luce etica su questo soggetto.
Senza contare che, al solito, pecca di contraddizione quando esige il sacrificio della vita da militari, èpompieri, poliziotti eccetera...

Stesso peso?
La vita di un pompiere in ottima salute dovrebbe essere più importante di quella di un vecchietto ottantenne (anzi vecchia strega e cattiva così funziona meglio) che rischia di andare arrosto o no?



Ti facevo più bigotto (senza offesa è), con questo post mi hai sorpreso, complimenti!

Ciao
Mario

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