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In piscina per la fibromialgia
Fare esercizi in acqua tiepida riduce i sintomi della malattia
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L'acquagym va di moda e piace. In più, può migliorare non poco le condizioni di chi soffre di fibromialgia: secondo i dati pubblicati da Diego Munguia-Izquierdo e Alejandro Legaz-Arrese sugli Archives of Physical Therapy and Rehabilitation, bastano poche settimane di esercizi in acqua (tiepida) per ridurre il dolore e stare meglio.
PICCOLO STUDIO – I due spagnoli hanno coinvolto 60 donne di mezza età con fibromialgia e 25 coetanee sane, dividendole in due gruppi: alcune non hanno praticato attività fisica, altre hanno seguito un programma che prevedeva 3 lezioni settimanali di acquagym per 4 mesi. I corsi, che includevano esercizi di stretching, aerobici e di rilassamento, venivano svolti con l'acqua all'altezza del torace in una piscina di acqua riscaldata. Ottimi i risultati: chi ha seguito i corsi ha visto migliorare il sonno e le capacità fisiche e cognitive. Soprattutto, è diminuito il dolore. E le partecipanti erano più che soddisfatte, tanto che a un anno dalla fine dello studio 23 donne fra quelle che avevano provato l'acquagym la praticavano ancora con regolarità.
EFFICACIA – «L'esercizio fisico in acqua è uno dei mezzi migliori per intervenire in caso di fibromialgia, tanto che anche noi lo consigliamo spesso ai pazienti», commenta Piercarlo Sarzi-Puttini, direttore dell'Unità di Reumatologia dell'Ospedale Sacco di Milano e presidente dell'Associazione Italiana. «In piscina si riesce ad aumentare il tono muscolare senza grossi sforzi, in più ci si rilassa. L'acqua tiepida, inoltre, è l'ideale: se è fredda irrigidisce i muscoli, calda è troppo rilassante. Una temperatura intermedia e stabile è perfetta». Un neo però c'è, e non è da poco: «Non sono molte le piscine riscaldate dove poter seguire un programma simile, a meno di non sborsare molti soldi», spiega Sarzi Puttini. «Il Servizio Sanitario non rimborsa un intervento di questo tipo, che richiede inoltre tempo da dedicarvi: solo pochi pazienti possono permettersi di “rubare” un paio d'ore agli impegni quotidiani per andare in piscina. Così, fra spesa elevata e impegno richiesto, finisce che l'esercizio fisico in acqua è un'opportunità sfruttata tuttora da un numero esiguo di fibromialgici», conclude il reumatologo.
Elena Meli
23 febbraio 2009
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