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chi maltratta un'animale é piu' bestia dello stesso...
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FASCINO DEGLI ANIMALI

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2009 17:09
16/02/2009 17:09
 
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curate il vostro animale,non abbandonatelo mai...per nessun motivo. GIOIAEDOLORE.













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Il fascino che gli animali esercitano sull'umanità risale ai tempi della preistoria. In qualità di simboli si sono infatti intrecciati credenze religiose sia del Vecchio che del Nuovo Mondo, come dimostrano le tracce rinvenute in tutta Europa, soprattutto nelle regioni mediterranee, sia nelle pitture murali della Francia meridionale, sia nei rilievi dei templi portati alla luce dagli scavi in Egitto. In effetti, durante il periodo predinastico, le prime divinità erano soprattutto divinità animali. A partire dalla I dinastia, gli animali genitori, coniugavano sia animali con la testa umana , sia forme umane con teste di animali o uccelli sicuramente più note. Nei secoli precedenti all'adozione del cristianesimo,da parte degli Egizi, la popolazione ritornò all'adorazione degli animali, abbandonando le divinità semi-umane, probabilmente perché i cittadini si sentivano traditi dai loro re dei dopo che il loro paese era stato sopraffatto da una serie di conquistatori provenienti dalla Nubia, dalla Grecia e da Roma. Anche il pantheon dei Greci e dei Romani mantenne l'associazione tra dei e animali, basti pensare, ad esempio, alla Atena greca e alla Diana di Roma, entrambe associate al gufo. I Greci, poi, riconoscevano nella forma umana la perfezione ultima, una concezione adottata anche dai romani con pochissime differenze. In seguito, tutto ciò che era romano venne considerato superiore.


Di conseguenza,animali e uccelli furono degradati ad animali di compagnia o da lavoro e le divinità ne potevano assumere le forme, con grande beneficio di Zeus e Giove. Ad ogni modo, venivano considerati servitori dell'uomo, o comunque esseri inferiori. Questo aprì un profondo divario culturale tra il punto di vista europeo e quello degli indigeni d'America. Gli ebrei, e in seguito la Chiesa di Roma, rifiutavano qualsiasi associazione tra divino e animale. La Bibbia assegnava all'uomo il pieno dominio su tutte le creature della terra, del cielo e del mare. Nel frattempo la gerarchia cattolica soppresse sistematicamente la vecchia religione distruggendo i vecchi templi per costruire le proprie cattedrali. Quelli che mantennero le vecchie conoscenze venivano bruciati come eretici, e agli animali venne negata l'anima. Tuttavia i nostri padri cristiani non riuscirono a liberare completamente la memoria umana dalle adorazioni "primitive", così la Chiesa romana si conformò all' opinione popolare e il cerbiatto divenne il simbolo della purezza, il cervo adulto della nobiltà, tanto per fare due esempi. Le qualità attribuite dalla società agli animali sono così universali, così radicate, che il noto psicologo Carl Jung li definì parti della memoria inconscia o culturale della collettività. In Europa, i Celti con i propri druidi conservarono a lungo la vecchia fede, attribuendo poteri magici agli stessi animali. Spesso la saggezza animale veniva ricercata senza alcuna interferenza con la divinità locale, in una visione d'insieme che è la più vicina a quella dei nativi americani. Ad ogni modo, anche i Celti dovettero soccombere alla Chiesa cristiana e la maggior parte della loro conoscenza è andata perduta o è stata oscurata dal tempo. Gli europei, quindi, devono rivolgersi ai nativi d'America per riscoprire la saggezza animale. La maggior parte dei loro racconti della creazione, inoltre, concorda con la Chiesa cristiana sul fatto che l'uomo sia l'ultimo nato, ma si differenziano nell'interpretazione dell'evento. Molte tribù attribuiscono la creazione stessa agli animali, dal corvo alla volpe, al coyote. Per i nativi d'America, l'animale a due zampe (l'uomo), in quanto più giovane, era l'infanzia e gli animali, più anziani e con maggiore esperienza, i maestri dell'umanità. Nel cuore della credenza indigena c'è il fatto che la gente non solo può, ma deve imparare dal proprio ambiente, in generale, e dagli animali, in particolare. L'uomo deve adattarsi a ciò che lo circonda, trovando il proprio posto nel mondo, piuttosto che cercare di piegarlo al proprio volere. L'uomo non è superiore, né un controllore e neanche il proprietario della terra, ma è parte di essa e parte di una famiglia più vasta, una famiglia originaria che comprende sia piante sia animali. La società bianca li ha derisi, a scapito di tutti noi. L'umanità ha provato a sopraffare madre natura e si è scoperta non all'altezza dell' impresa, infatti, ogni tanto, madre natura si vendica. Stiamo pagando il prezzo delle manipolazioni e adesso sembra che la visione del Vecchio Mondo sia a tutto tondo: l'interesse per le religioni e culture cosiddette "primitive" infatti ha raggiunto il massimo proprio perché la scienza ha finalmente riconosciuto quello che i nativi americani sapevano per istinto e che i nostri progenitori avevano compreso anche prima che la società si distaccasse tanto dal proprio ambiente, cioè che dobbiamo prenderci cura del mondo in cui abitiamo e non semplicemente conquistarlo.



dal web.




gioiaedolore(Timmy)
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