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I nativi americani sono persone

Ultimo Aggiornamento: 10/07/2012 13:22
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Sesso: Femminile
17/07/2009 17:35
 
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“Noi non siamo cittadini americani”: la rivolta dei Lakota, eredi di Toro Seduto
In Il Commento on Luglio 17, 2009 at 3:01 pm


“Gli indiani Sioux Lakota dicono basta. Dopo 150 anni dalla firma dei trattati fra la popolazione nativa e il governo degli Stati Uniti, i capi della gloriosa tribù hanno deciso di “non essere più cittadini Usa”. Il motivo? Il governo di Washington nel corso degli anni, dicono i capi tribù, non ha rispettato i trattati e ha fatto di tutto per “rubare la nostra cultura, le nostre terre e la nostra capacità di mantenere il nostro stile di vita”. Dunque, hanno aggiunto, le firme apposte sui trattati “non sono altro “che parole senza senso su carta priva di valore” e per questo non avrebbero validità.
Inoltre, fa sapere Russel Means, attivista nativo appartenente ai Sioux Lakota, “non siamo più cittadini Usa e tutti coloro che vivono nell’area dei cinque Stati del nostro territorio sono liberi di unirsi a noi”. E sono previste anche delle novità. Chi deciderà di rinunciare alla nazionalità Usa otterrà una nuova patente di guida e un nuovo passaporto. Anche in materia fiscale, la nuova identità statale che potrebbe nascere preannuncia novità. Infatti, i cittadini che aderiranno al “nuovo Stato” non pagheranno tasse. La tribù dei Sioux Lakota è una delle più gloriose del paese. Nel 1876 sconfissero con a capo Toro Seduto le truppe del generale Custer nella famosa battaglia di Little Big Horn.”



Questo ulteriore atto da parte di un gruppo dei Lakota dimostra che la ferita è ancora aperta.

Il governo Statunitense potrà sostentare ed arricchire tutte le culture native che si trovano sul territorio ma mai potrà restituire la loro identità, la loro dignità e i loro luoghi. Non si possono cancellare le deportazioni nelle riserve e i vari genocidi perpetuati nei loro confronti. Il passato non si dimentica: il presente è il suo testimone. I discendenti di questi popoli attualmente sono poveri. Poveri di un’identità che si rifletteva in un territorio e di una cultura basata su determinati principi lontani dal pensiero del cosidetto uomo occidentale, ma di cui ora devono fare i conti con una integrazione forzosa e difficile. L’alcolismo, il diabete, il suicidio sono solo alcuni degli effetti di questa perdità d’identità fisica e morale. Mi si potrà dire che questo sia uno dei tanti processi crudeli ed inevitabili del nostro cammino, che la vita è sempre in evoluzione e che le guerre e le conquiste hanno fatto sempre parte della nostra storia con i propri vinti e i propri vincitori, però sono convinto che per ogni cultura che si estingua una parte di noi se ne và e questo mi dispiace perchè ogni popolo ha qualcosa da insegnare per poterci arricchire. È necessario sfatare il fatto che il governo Americano (e non solo…) abbia questi principi di rispetto."
da: Blog ambientalista



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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