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I "Tre Scaloni" di santa Caterina da Siena

Ultimo Aggiornamento: 29/04/2021 10:35
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Sesso: Femminile
13/02/2009 09:13

"I tre scaloni con cui Gesù s'innalza sul genere umano per fare da ponte attraverso il Suo corpo, con i tre scaloni-i piedi,il costato,la bocca-tra l'uomo e la Trinità."

"Questo ponte,unigenito mio Figliuolo, ha in sè tre scaloni; delle quali le due furono fabricate in sul legno della Santissima Croce, e la terza anco si sentì la grande amaritudine quando gli fu dato bere fiele e aceto".

PRIMO SCALONE

Chi si leva su dal motoso fiume,pone subito i suoi due piedi su quelli del crocifisso mediante l'affetto perchè-"come i piedi portano il corpo,così l'affetto porta l'anima"Un piede è l'affetto e l'altro è il desiderio perchè con essi,che sono anche le due grandi molle che hanno spinto il Cristo alla croce,si osservano i comandamenti e i consigli.La loro osservanza è però ancora molto imperfetta.

L'incipiente è sì "servo del Signore",perchè è già spinto dall'amore,ma questo scaturisce più dal timore delle pene che dall'amore delle virtù:E se la virtù esercita la sua attrazione,questa è data dal bene che gli procura.E' insomma l'amore che fa il servo interessato o "mercenario".In questo stadio, o scalone,,le virtù si esercitano con il lume della fede,la prima virtù cardinale:tale fede in Cristo, che è Figlio vero di Dio,porta direttamente a Cristo e solo indirettamente a Dio Padre.In questo stadio però ci si rende conto anche della speranza e della carità,come mete da raggiungere:"Costoro e' i quali sono mossi dal timore servile hanno salito e congregatosi insieme imperfettamente.

Cioè che l'anima,avendo veduta la pena che seguita dopo la colpa,saglie e congrega insieme la memoria a trarne el ricordamneto del vizio,lo intelletto a vedere la pena sua che per essa colpa aspetta d'avere;e però la volontà si muove ad odiarla.E poniamo che questa sia la prima salita e la prima congregazione conviensi esercitarla col lume dell'intelletto dentro nella pupilla della santissima fede,raguardando non solamente la pena,ma el frutto delle virtù e l'amore Io lo' porto;acciò che salgano con amore co'piei dell'affetto,spogliati del timore servile.E così faciendo,diventeranno servi fedeli e non infedeli,servendomi per amore e non per timore".......

Secondo scalone.

Come passare dal timore-servile al timore-amore?Caterina risponde:con la custodia dell'umiltà e con la collaborazione con Dio.Dio in molti modi esercita,o prova il suo servo per educarlo e favorirlo.Se l'uomo non si oppone,se le porte delle tre potenze dell'anima sua,specialmente quella della volontà,sono chiuse al demonio,arriverà all'amore fedele.Questo Dio lo fa perchè l'uomo conosce il suo non essere,e che quello che ha è tutto da lui.E' insomma un'azione che porta al riconoscimento di una provvidenza-bontà di Dio conosciuta,che illumina l'anima a giudicarsi fuori dell'amore servile e già nell'amore perfetto.

Il passaggio dall'amore del servo mercenario a quello del servo fedele è comune:è dato dalla parola "servo".E' mercenario nel primo scalone; è sempre "servo", ma fedele ,nel secondo.Quindi il legame è lo stato di servizio.Mentre nel primo scalone si esercita la virtù della fede,nel secondo si esercita la speranza insita nell'amore filiale:E la speranza porta direttamente al Padre.L'asceta ha conosciuto il Figliuolo nel primo scalone,ma si tratta di una fede senza le opere.E' ancora debole per aver faticato tanto per tirarsi su dal fiume;ora,nella speranza della potenza del Padre,intraprende la pratica della vita sull'esempio del crocifisso,nella sofferenza e nella pena.Così che il Cristo,prima solamente verità,ora gli è via al Padre.Ora capisce che non si può seguire la "dottrina" del Verbo incarnato se non si patisce con Lui,fondamento della speranza.E'insomma il battesimo dell'acqua in virtù del sangue:e sangue ed acqua escono dal costato!

Potremmo osservare che il "fondamento della speranza"è dato dal fatto che,fintanto che l'uomo non si è tirato fuori dal fiume,ogni speranza è presunzione di salvarsi senza merito e quindi vana,se non addirittura peccaminosa.Questo ce lo fa vedere ancora la fede.Ma quì si tratta più specificatamente della speranza nella "nella potenza del Padre", " tu ci creasti di non cavelle;adunque,ora che noi siamo,facci misericordia e rifà e' vaselli che tu hai creati e formati alla imagine e similitudine tua".
Il termine è il completo distacco di sè,nella carità che l'asceta nutre verso il prossimo unito al Cristo crocifisso.

Terzo scalone.

A questo punto Caterina non può più insegnare,ma solo descrivere ciò che avviene.
Non si può più parlare di dottrina,ma piuttosto di esperienza:è la mistica.Essa è già nella " bocca " e " tu sai che pace si da con la bocca "-le antiche "paci che si davano a baciare dopo l'Agnus Dei nella Messa-e perciò dice che il servo diviene amico e degusta la pace e quiete di ogni desiderio."Salito il secondo,giogne al terzo,cioè alla bocca,dove tuova pace della grande guerra che prima aveva avuta per le colpe sue ".
Prendendo ad esaminare le varie componenti della bocca e le sue varie funzioni,Caterina ci descrive questo stato.Il mistico parla
con la lingua del santo desiderio,cioè con la "lingua della santa e continua orazione";mangia prendendo il cibo delle anime,per amore di Dio " in su la mensa della santissima Croce"; schiaccia questo cibo con le due fila di denti - l'odio di sè e l'amore delle virtù - in se e nel prossimo; gusta il frutto della fatica e il diletto del cibo delle anime.

"Allora l'anima ingrassa nelle vere e reali virtù e tanto rigonfia per l'abbondanza del cibo,che il vestito della propria sensualità,cioè il corpo ricoprente l'anima,crepa quanto all'appetito sensitivo".Siamo all'amore del Figlio: "veramente questi cotali si possono chiamare un altro Cristo crocifisso unigenito mio figliuolo,perchè hanno preso a fare l'offizio suo".
E' figlio perchè,con S. Paolo,si gloria degli obbrobi patiti per Cristo,fino a volere "portare le stimate nel corpo suo ".

Ma lo è anche con un dono che Caterina ci rivela:quello di potersi unire al Padre con affetto di amore ogni volta che vuole unire la sua mente in Lui: "...Continuamente mi riposo per grazia e sentimento nell'anima loro;cioè che ogni otta che vogliono unirsi in me la mente per affetto d'amore,possono,perchè 'l desiderio loro è venuto a tanta unione per affetto d'amore che veruna cosa se ne può separare,ma ogni luogo l'è luogo e ogni tempo l'è tempo d'orazione;perchè la loro conversazione è levata dalla terra e salita al cielo,cioè che ogni affetto terreno e amore proprio sensitivo di loro medesimi hanno tolto da se.

Levati si sonno sopra di loro nell'altezza del cielo con la scala delle virtù,saliti e' tre scaloni che Io ti figurai nel corpo del mio Figliuolo ".

La grazia battesimale non è un privilegio di pochi,ma un dono per tutti. Se è vero che la dottrina ascetica ben si addice allo stato delle " sante religioni",come diceva Caterina,o religioso come diciamo noi,è altrettanto vero che questa è attuale nella " generale obbedienza".Essa ne parla per inciso quando tratta delle due obbedienze,quella dei religiosi e quella dei laici e dice che" il merito dell'obbedienza non è misurato nè nell'atto nè
nel luogo ne in cui,più in buono che in cattivo,più
in secolare che in religioso,ma secondo la misura
dell'amore che ha l'obbediente".

Conclusione riguardante i " tre scaloni"

Caterina sta per porre la parola FINE al suo libro.
Con uno slancio di amore si chiede : " E chi potrà
agiognere all'altezza Tua e renderTi grazie di tanto
smisurato dono e larghi benefici quanto Tu
hai dati a me,nella dottrina della verità che Tu
m'hai data?Che è una grazia particulare,oltre
alla generale,che Tu dai all'altre creature?
Volesti condescendere alla mia necessità
e delle altre creature,che dentro ci si
specchiaranno.Tu risponde,Signore:Tu
medesimo hai dato,e Tu medesimo responde
e satisfa,infondendo un lume di grazia a me,
acciò che con esso lume io Ti renda grazie..."


Con lo stesso sentimento a lei maestra di spiritualità e di vita,noi diciamo filialmente:Grazie!



(dal libro S.Caterina da Siena-LE LETTERE-Ed. Paoline. )
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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29/04/2021 10:35

Caterina,dolce invidia riveste l'anima che ti contempla.Prega per noi madre e sorella nostra.Prega per noi!!
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