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PAOLA IEZZI CARRIERA SOLISTA !

Ultimo Aggiornamento: 07/02/2009 16:33
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Post: 1.814
Sesso: Maschile
07/02/2009 16:33
 
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da Libero news...

Dopo 13 anni insieme Paola Iezzi ha deciso che è giunta l'ora di prendersi una boccata d'ossigeno e staccarsi dalla sorella Chiara, almeno artisticamente. Chiuso temporaneamente il progetto del duo Paola&Chiara, buttata alle spalle una dolorosa storia d'amore e una crisi "esistenziale", Paola ha dato vita a un EP da solista, Alone, mini-cd dalle atmosfere soul e r&b. Ed è dalla versione in italiano di "Alone", "Io mi perdono", che cominciamo questa chiacchierata con la cantante milanese.

Si è concluso per te un periodo buio, di crisi sentimentale, professionale… Com’è la nuova Paola?
Rispetto alla canzone è sicuramente una Paola che si è perdonata. Esprime un sentimento da spiegare, ed è per questo che l’ho cantato. È un sentimento comune a tutti, ma alle donne in modo particolare, tipicamente femminile: l’aspirare alla perfezione, non dare mai segni di cedimento, non mostrare mai la propria fragilità, esserci sempre. Questa cosa a volte rischia di farti perdere le coordinate. In questa costante corsa alla perfezione è facile perdere di vista se stessi e l’amore per se stessi.

Senti di esserti ritrovata?
In qualche modo sì. Volevo essere forte ma a un certo punto la forza mi è venuta a meno. E non lo volevo ammettere. Non è semplice riprendere mano le fila della propria vita, riappropriarsi dei propri gusti dopo che per tanto tempo hai delegato, l'hai messa nelle mani di qualcun altro. Spesso per amore si fa questo, ed è un modo di amare poco equilibrato. E' inevitabile che una relazione così finisca. E quando succede, quando e cominci a capire come sono andate le cose, devi perdonarti. Perché sennò non c’è niente da imparare. Sono importanti anche gli errori. Si tiene conto di essi, si supera il rancore e si va avanti. E si ricostruisce un’esistenza migliore. La nuova Paola senza dubbio si ama di più di prima. Ho scoperto che se ti ami riesci ad amare in modo vero e autentico.

Sei stata in analisi. Ti ha aiutato a ritrovare la voglia di cantare?
In qualche modo credo di sì. Consiglio a tutte le persone che si trovano a vivere una crisi dalla quale non riescono a uscire da soli, di riuscire ad ammettere di avere bisogno della mano di una persona esterna che non sia un amico, un parente. Che sia qualcuno che possa vedere le cose in modo obiettivo e che abbia la facoltà per farlo. A me è servito molto. Ma è un percorso che uno deve avere davvero la voglia di fare, perché metti in discussione molte cose di te. È un atto di umiltà grande quello di ribaltarsi dalla testa ai piedi per ritrovarsi.

L’uscita del nuovo EP solista segna l’inizio di una nuova carriera o una parentesi dal duo?
Sicuramente è un momento che mi sono presa solo per me stessa. Chiara si era già presa una pausa nel 2007 quando ha fatto uscire il suo singolo. Credo che sia corretto un atteggiamento del genere nell’ambito di un progetto come il nostro che per certi versi può sembrare anche simbiotico. Siamo nate praticamente insieme, poi siamo sorelle, collaboratrici di lavoro, produttrici discografiche da un anno a questa parte. Siamo oberate da mille cose da fare oltre al ruolo di cantanti. Scriviamo, produciamo, e per questo abbiamo bisogno di molta energia, che va rinnovata perché se non prendi delle boccate d’ossigeno non puoi rinnovarti, cambiare, trasformare.

Dura restare a galla come indipendenti?
Dura lo è sicuramente. E poi investire nel mercato discografico in questo momento è sicuramente una scelta azzardata e coraggiosa. Chiunque investa nella musica oggi, parlo sia di major che indipendenti, visto com’è l’andamento del mercato, è sicuramente coraggioso. Sicuramente internet aiuta moltissimo gli indipendenti e per fortuna che esiste! Io e Chiara lo abbiamo testato, anche se il bacino in Italia è ancora piuttosto limitato. Tutto sommato quello della rete è ancora un mercato abbastanza libero. In tutto questo il ruolo delle radio resta molto importante, e quello sì è strettamente legato alle major. Sarebbe più giusto se le radio collaborassero un po’ di più con gli indipendenti.

Magari, se prendessero piede le radio online, le cose in parte cambierebbero
Da un lato c’è da augurarselo. Io capisco il discorso di alcune radio, che si dicono oberate di artisti e materiali, ma quando l’accendo io sento sempre gli stessi pezzi. Alla musica giovane non fa bene, se non dai spazio ai nuovi progetti questi non avranno mai le risorse economiche da investire.

Perché il pop è spesso schifato dalla critica, anche quando fa i numeri?
Perché è una dimensione che appartiene prevalentemente agli Anni Ottanta, gli anni del consumismo, delle grandi produzioni, dei sintetizzatori, che significano musica non fatta con basso, chitarra, batteria. E quindi è considerata una più finta rispetto al rock, e vista più con sospetto. Anche se molti progetti pop in realtà sono costruiti in una maniera sorprendente, dietro c'è un lavoro inimmaginabile. Diciamo però che il pop nel paragone col rock perde.

Oltre al cambio interiore c’è stato un cambio d’immagine, da diva Anni Venti-Trenta, molto sensuale. Nessun imbarazzo nello spogliarti davanti all’obbiettivo?
No, perché è un servizio che ho voluto fare io. Quest’estate mi è venuta la voglia di fare degli scatti in questo stile, assomigliare ad una delle grandi dive del passato. L’autore è Paolo Santambrogio, un bravissimo fotografo di moda e ritrattista. Successivamente abbiamo proposto il servizio a Max, e contemporaneamente ha preso vita il mio progetto musicale. E una delle foto è diventata la copertina del disco.

Sei una che si trucca anche quando va a prendere il latte?
Tengo molto all’immagine quando si tratta del mio lavoro. Ma non sono una da trucco a ogni costo nella vita di tutti i giorni, e neppure una fissata di scarpe trendy o borse alla moda. Non sono una fan dello shopping sfrenato. Ma amo molto il mio lavoro e il momento della performance. Per me è un momento quasi mistico, credo che faccia parte dell’essere artista. Non amo portare sul palco la normalità, perché sul palco si vive una dimensione surreale che non appartiene alla realtà. Il palcoscenico è un sogno. Almeno, io la leggo così. Questo mi permette di essere molto “normale” nella vita. Io sono quella che va a fare la spesa, fa le pulizie, stira, passa la lucidatrice, esce con le amiche al cinema, con mia sorella, e mi permetto di essere glamour, strepitosa e spettacolare quando sono sul palco.

Sei mondana?
Molto poco. Amo molto la mia casa, mi piace andare al cinema. Mi piacciono le cose easy, tranquille. Non vado spesso a feste, grandi eventi. Ma questo non significa che non mi piacciano.

Guarderai Sanremo?
Sono affezionata al Festival, noi siamo nate lì vincendo nella categoria Giovani Proposte, e quindi non posso che supportare la manifestazione. Sicuramente lo guarderò, come ogni anno. È un appuntamento fisso per me. Mi piace ascoltare i testi delle canzoni, seguire la gara, vedere il look degli artisti.

E dei talent show cosa ne pensi?
Se fatti bene sono belli. Ma in questo momento mi sembra che ci sia una corsa delle case discografiche, che si sono buttate prevalentemente sui talent. Questo è un po’ limitante. Spero che i discografici cerchino talenti anche al di fuori delle trasmissioni tv. Sicuramente rappresentano uno spettacolo in più dedicato alla musica. Per esempio trovo che X-Factor sia fatto molto bene, ci sono professionisti veri coi quali abbiamo anche lavorato. Ben venga, visto che dicono che la musica in tv faccia sempre poco audience. È anche uno spettacolo piuttosto sofisticato, non è facile per uno spettatore medio guardare tutta la puntata. Ma apprezzo molto la scelta coraggiosa degli autori di fare uno spettacolo indirizzato a un pubblico più di nicchia che però può crescere grazie a determinati espedienti necessari allo show per renderlo più televisivo.

Programmi più "trash", genere Grande Fratello, li guardi?
Quest'anno il Gf non l’ho visto, l’hanno scorso l’ho visto si è no perché prediligo il tema musicale. Ho visto solo questa pin up che ha fatto molto scalpore per la misura di reggiseno. Poi mi hanno parlato dela sparata contro i gay di una delle concorrenti. È una cosa che non mi piace per niente. Credo che in un programma così nazional-popolare uscite del genere siano da considerarsi quasi da squalifica.

Ultima domanda: sei single?
A questa non ti rispondo… Diciamo che… no!



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