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ALLA RICERCA DEL SACRO GRAAL - II puntata

Ultimo Aggiornamento: 23/01/2009 02:05
23/01/2009 02:05
 
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Kate Orlandow

15.

- Eppure, eppure – diceva ZaLuBa tra sé – A me i due mostri non mi convincono.
- Walko e Rei?
- Sanno qualcosa.
- Mandiamoci Gio – propongono tutte – Chi può resisterle?
- Ehi ! – la veterana Kate chiede il silenzio e nel silenzio spiega .
- Aspettate, devo farle prima un esame d’ammissione. Sapete tutti che ho avuto 24 mariti, ah, a proposito, siete tutte invitate al venticinquesimo.
- Anniversario? – chiede Lola.
- Mannoooooò, al venticinquesimo matrimonio. Non mi fate distrarre. Ho avuto
213 amanti e sarebbero stati 215 se il numero 82 e il numero 98 non avessero fatto cilecca, vabbè, acqua passata, dicevo, capirete che ho una certa esperienza.
- Oh, Kate, hai battuto la tua coetanea Liz Taylor – dice Gio.
- Ma insomma, quando imparerai a non fare più gaffes? – Kate la fulmina – Io non ho passato la sessantina, piuttosto vieni qua.

Le due donne si appartano. Si sente un lontano bisbiglio, poi una frase colta al volo :
- E la lingua? – chiede Ka.
- Beh, non saprei, di solito parlo er romanesco, si parlo. Sinnò sto muta.
- Ma io dicevo la lingua – Urla Kate – Questa : LLLLL!
- Ah, ‘mbè, dipende, mo’, su ddu’ piedi…
- Guarda, figliola – Kate assume un atteggiamento materno – Ti devi applicare, tu sei volenterosa ed hai talento, ma non basta. Ci vuole costanza, ci vuole dedizione, ci vuole tempo. Quanti mariti hai avuto? Manco uno? Fidanzati?
Amanti? Che schifo… ma che hai fatto in questi anni? Hai studiato al Suor Orsola Benincasa? Vabbé, mo’ ti spiego…

Segue fitto parlare . Cioè, Kate parla, finché Gio si butta ai suoi piedi ed esclama
- Maestra. Oh, Maestra, ma ne sai una più del diavolo?

Kate, con fare sussiegoso si rivolge a tutte.
- Ecco, vedete? Non è adatta . E a te – si rivolge a Gio – Da oggi in poi dammi del Voi e chiamami Dea. Insomma, da quei due ci vado io.

Tornarono al Castello. Kate entrò sola e ne uscì dopo dieci minuti.
Era stravolta, aveva i capelli scompigliati, pareva disfatta.
- Allora, allora? – Chiedono le ragazze in coro – Com’è andata? Li hai stesi?
- Ti hanno frustato, torturato, calpestato, pestata, mangiata ?
- Ah Gio, ma pensi sempre a una cosa sola! No. No. – Kate si fa seria – Non ho dovuto abbassare nemmeno una spallina.
- E come hai fatto? Che hai fatto?
- E’ stato facile. Mi hanno ricevuta con tutti gli onori, come al solito ( sono dei veri signori ) e per prima cosa ho affrontato Walko, noto per il suo sensibilissimo orecchio musicale. Gli ho detto che ero una superba musicista ed una grande pianista .
- Ci ha creduto?
- Ma certo! Quello è un pesce lesso. Dunque l’ho fatto sdraiare sul divano e…
- E…?
- Ho cominciato a cantare.
- Lo hai ammaliato?
- No, è che sono stonata come una campana. Ho attaccato il pezzo dei Cugini di Campagna, sapete? “ Anima mia, torna a casa tua……….. “ ha cominciato a vacillare, ma io ho insistito, sono andata al piano e siccome non distinguo una chitarra da un sax ( o si chiama sex? ) ho suonato pigiando i tasti a caso . Non ci crederete, gli sono venute le convulsioni. E’ svenuto. Ma Rei restava impassibile. Allora gli ho sciorinato tutti i dati economici di Tremonti, poi ho infierito con il discorso di Berlusconi agli Industriali, infine gli ho riportato una barzelletta che Berlu stesso raccontò al cuoco Michele sotto minaccia di licenziamento senza giusta causa. Voi non ci crederete, ma è svenuto pure lui. L’apoteosi! Ho risvegliato Walko leggendogli alcuni suoi brani tratti da “La Merica” e Rei Rider con un passo di un suo famoso discorso contro la “alta velocità”. Infine li ho minacciati di continuare come prima se non mi avessero dato un’indicazione sul manoscritto. Ed eccola qua.

Kate sventolò un foglio. Spiegò che i due, pur di levarsela di torno avevano confessato di avere mentito. Qualche frase era comprensibile: i Templari, loro cercavano il Graal! Bisognava trovare un discendente di questi Templari. Forse proprio al Free Bar…





LucidaFollia

16.

Mentre la combriccola pensierosa discute sul da farsi, ecco fare ingresso al Free Bar uno strano, compassato individuo dall’aspetto di un autentico maggiordomo con tanto di livrea; tra le mani guantate reca un vassoietto cesellato su cui poggia (nella migliore tradizione inglese) un biglietto in busta chiusa. Col sopracciglio immancabilmente sollevato ( per la serie “che mi tocca fare per campare”) lo sconosciuto servitore si accosta in attesa al tavolo dei nostri amici,i quali si guardano e lo guardano ammutoliti e dubbiosi. Il gesto del flemmatico latore di notizie (buone?) è eloquente: che qualcuno prenda questo benedetto biglietto e lo legga, perdinci! (“Non ci sono più i signori di una volta…” pensa afflitto). Il primo a riaversi dallo stupore è colui che, per lignaggio ed epoca, è sempre stato avvezzo a siffatte circostanze: il poco credibile barone, cui il selvaggio travestimento non ha tolto il savoir faire, allunga una mano sul vassoio e prende la busta. All’interno, poche righe vergate in una ricercata calligrafia si stagliano su un cartoncino di squisita (e costosa!) fattura: “Non vorrete cominciare senza di me?! Sono appena rientrata da una spossante crociera nei soliti atolli dei Mari del Sud, ma già domattina sarò lì con voi! Non vedo l’ora di spezzare la monotonia della mia vita con un po’ d’avventura!” Firmato: LucidaFollia. Dopo la pubblica lettura del messaggio, l’unica faccia tra i presenti ad essere rimasta impassibile è quella del severo maggiordomo. Qualcuno si chiede ad alta voce : “E questa chi è?”, qualcun altro risponde: “Il punto non è chi sia , ma chi si crede di essere!!”. Kate ha qualche notizia: “Ma no, è una mia conterranea! Potrebbe anche essere simpatica, no?” “ Piuttosto”, interloquisce LuBa rivolta all’imperturbabile uomo in livrea ,“lei è arrivato fin qui da Napoli solo per consegnarci un biglietto? Ma non sarebbe stato più semplice usare la Posta?”. Come riscosso dal suo letargico aplomb, l’attempato maggiordomo spiega che la sua signora padrona “ama assicurarsi che le commissioni vengano sbrigate puntualmente e nel miglior modo possibile”, e non c’è posta prioritaria che tenga di fronte a certi vetusti ma sempre affidabili mezzi di comunicazione! La risata generale che ne consegue scioglie la tensione e l’imbarazzo, e mentre il “fido James” (non si chiamavano tutti così i maggiordomi di una volta?) viene quasi costretto a sedersi e a bere una birra a forza di amichevoli manate sulle spalle, Gio chiede alla compagnia: “Allora che facciamo:l’aspettiamo ‘sta Principessa sul Pisello?”…





RobyMAD

17.

-Si, ne vale la pena ve lo assicuro.
-Sei sicura Kate, guarda che il gruppo è gia completo così, secondo me non ci serve una nuova, impicciona snob.
-Su, non dire così! Tutti quelli che io conosco sono bravissime persone, magari un po’ strambe, ma simpatiche e utili. Ricorda che ognuno di noi sa fare qualcosa meglio degli altri, quindi più siamo meglio è. E poi spesso le apparenze ingannano. Anzi, adesso che ci penso dovrei fare una telefonata…

Kate tirò fuori dalla borsa la sua piccolissima agendina, la mise su un tavolo e poi frugò ancora fra le sue cianfrusaglie. Stava cercando il suo oggetto segreto. Si stava innervosendo, fra le mani le capitavano solo arnesi inutili, ma alla fine la sua dedizione fu premiata, finalmente! Aveva trovato la sua lente d'ingrandimento, indispensabile per leggere la sua minuscola calligrafia. Letto il numero corse a comporlo…
Il telefono squillava, squillava…tu…tu…. Aveva ormai perso le speranze, quando una voce rauca disse:
-Chi è? Seguì un colpo di tosse con una bestemmia, Porco Berlus…
-Sono Kate, hai da fare in questi giorni?
-Dunque vediamo, a parte l’esame di maturità, l’udienza in tribunale, la conquista della mia amata, la rapina alla “Poor Bank” e lo scippo a mia nonna no, chiedi pure tutto quello che vuoi, a parte un prestito, lo sai che ho i braccini corti io.
-No, stai tranquillo, non ho bisogno di soldi. Volevo solamente chiederti se tu sai dove potremmo trovare il sacro Graal.
-Il sacro Graal, se non vuoi spendere tanti soldi penso che potresti trovarlo taroccato nel sud, a Napoli. Ma perché vuoi saperlo?
-Ma no, sciocco! Leggi, leggi e leggi! Lasciati dare da me, che sono una vecchietta, questi preziosi consigli. Non avrò l’età di tua nonna, ma scrivo sicuramente meglio di lei.
-E ci credo, lei non è andata a scuola, è praticamente analfabeta. Riesce solo a leggere le preghiere in latino. Comunque ultimamente un po’ è migliorata, non è vero che le persone ossessionate da qualcosa non riescono mai a guarire. Qualche volta ce la fanno, soprattutto se sputtanate davanti a tutti.
-Cosa vuoi dire?
-Due giorni fa è stata raggirata e le hanno venduto una Bibbia a 10.000 euro. Le hanno assicurato che quella Bibbia era autografata personalmente dal Signore.
-E lei ci ha creduto?
-Normale, ma poi noi le abbiamo urlato contro qualsiasi cosa, alla fine ci ha telefonato a tutti e ci ha chiesto scusa. Ricordate, solo io la posso prendere in giro. Anzi, ho cambiato idea, tanto non sa navigare in internet.
-Adesso sei tu che sei crudele però.
-Non è vero, questo è solo il mio genere. Fammi ancora una battuta simile e ti “stappo” col mio arrugginito cavatappi tutte le unghie.
-Provaci e ti diffamo. Non ti leggerà più nessuno.
-Scherzavo, che stupido che sono, adesso vado a leggere qualche cosa.
-Bravo, ascolta i vecchietti.
-Che palle, mi sorbisco già le prediche di mia nonna e nel tempo libero devo ascoltare anche le vostre. Saranno utili, ma che barba, che noia, che barba che noia. E poi lo sai che sono superstizioso, porta sfiga rileggere i racconti.
-Vuoi fare il furbo con chi è nato prima di te?
-Io intanto in casa ho un Graal tarocco e tu per adesso non hai niente.
-Vuoi unirti a noi?
-E me lo chiedi? No! Io non mi mischio con le persone sane di mente, potrei guarire.
-Devo dedurre che hai paura? Fai tanto lo sborrone, io ammazzo questo, ammazzo quello, sangue di qui, sangue di la e poi hai paura di un’avventura. Perché?
-Io odio le regole inutili, per esempio non si possono uccidere i protagonisti, adesso mi ammazzo. Addio mondo crudele… ecco la mia bibliografia…
-Aspetta, non si possono uccidere i protagonisti, ma i personaggi di contorno sì. Puoi anche a divertirti a fare Jack lo squartatore, basta che ci lasci in vita.
-Mi stai convincendo, dammi ancora un buon motivo e vi raggiungo.
-Vedrai Gio, e ne vale la pena, te lo assicuro. E poi vedrai me.
-Accetto, accetto accetto. Ma c’è anche quel essere mostruoso di Rei Rider?
-No, stai tranquillo, è chiuso nel suo castello col fido cugino. Allora ci vediamo, Ciao. Ah dimenticavo, noi siamo al Free Bar.
-So dov’è, ho letto le puntate precedenti, quindi lo immagino.

Comunicata la sciagurata notizia agli altri componenti della banda Kate fu ricoperta di insulti. Nessuno voleva quel moccioso di RobyMad tra i piedi.




Walko & Zublinky

18

In attesa che i nuovi arrivati si unissero al gruppo, si ritrovarono quasi tutti al Free Bar. Mancavano Zeno e l’angelo Angela, che erano andati a fare un giro a New York, dove Zeno potè… potette… potò… possò… dove Zeno ebbe modo (eh eh eh) di distrarsi lavando i vetri del palazzo dell’O.N.U.. Mancava anche Gio, impegnata nel trasloco Roma-Trieste, che era stata trattenuta da una furibonda litigata con il sindaco Veltroni, che non ne volle sapere di accontentare Gio a proposito della sua richiesta. Infatti, Gio voleva portarsi a Trieste un ricordo di Roma, perciò aveva chiesto l’autorizzazione per smontare pezzo per pezzo il Colosseo, che avrebbe poi rimontato a Trieste. Niente da fare: Veltroni fu inflessibile, non si lasciò nemmeno convincere dalla precisazione di Gio secondo la quale avrebbe numerato tutti i pezzi e comunque un giorno sarebbe tornato al suo posto, ché tanto lei a Roma ci sarebbe tornata proseguendo nella spola chissà per quanti altri anni, come anni or sono faceva Liedholm fra la Roma e il Milan.
Jovall, con un acuto baritonale dei suoi, invitò al silenzio e disse che l’idea esposta da Kate non era peregrina: può essere che fossero stati davvero i Cavalieri del Tempio, i Templari, a trafugare il santo Calice dal santo scrigno santamente custodito in santo segreto nelle sante stanze dove aveva santa dimora il Santo Padre, cioè presso la Santa Sede.
- Parole sante, Jovall! – interloquì il Barone, tornato in abiti quasi normali, cioè nei suoi abiti abituali.
-Che fai, pigli per il culo? – rispose Jovall puntandogli la fedele Smith & Wesson sul naso.

Bisogna precisare che la pistola di Jovall era l’unica in grado di bucare un fantasma. Non lo avrebbe ucciso, ma gli avrebbe lasciato il buco per l’eternità. E’ chiaro che il Barone non aveva alcuna intenzione di farsi fare la terza narice, anche perché da aristocratico conservatore qual era sempre stato, era ovviamente anti-comunista quindi l’idea di diventare “trinariciuto” non lo sfagiolava per nulla, anche pensando che poi, tornando di là, avrebbe dovuto subire per l’eternità gli sfottò da Giovannino Guareschi, Peppone e Don Camillo. Dunque si affrettò a spiegarsi:
- No Jovall. Perché dovrei? Volevo dire che anch’io penso che quella dei Templari sia una buona pista, ottima direi…
- E’ una pista Grey! – finì la frase Campanal, specialista in parodie di spot pubblicitari.
Jovall, innervosito, fece finta di non aver sentito e proseguì:
- I Templari sono stati sciolti secoli fa dal Papa, in accordo col Re di Francia Filippo il Bello, che poi era bruttissimo in realtà, per dividersi il loro immenso tesoro, vero Zublinky?
- Eh? – rispose Zublinky uscendo dal torpore post-cena. Aveva mangiato sette porzioni di lasagne al pesto ed era alquanto incomato.
- Il tesoro dei Templari! Sei o non sei lo storico del Club di Libere Parole?
- Ah, sì…
Fece mente locale levandosi gli occhiali e asciugandoli con un tovagliolo, poi li rimise ma erano appannati come prima, dato che l’umidità era filtrata fra le lenti. Infatti Zublinky era l’unico uomo al mondo a portare occhiali con doppi vetri, talmente talpato com’era.
- Sì. I Templari avevano accumulato migliaia, anzi milioni di figurine “Calciatori Panini” e le custodivano gelosamente. Una volta che al Re mancava la figurina di Costacurta per finire la raccolta la chiese ai Templari che ce l’avevano quadrupla ma non vollero saperne di mollargliela, nemmeno in cambio di trecento doppie. Fu lì che il Re parlò al Papa, che aveva ancora il dente avvelenato coi Templari perché molti anni prima gli avevano negato la figurina di Altafini. E così fu che marciarono sulla residenza dei Templari trecentomila guardie svizzere e trecentomila flic, comandati dal famoso soldato di ventura Giovanni dalle Calze nere…
- Ma non era dalle Bande nere? – interruppe LuBa Zadora.
- No, quello era un altro. Questo qui era famoso per le calze nere, non perché le portasse di quel colore, ma perché non le toglieva da anni ed erano nere per la sporcizia. Le levò molti anni dopo, durante una spedizione dei Lanzichenecchi di passaggio per Milano, e in quel frangente l’aria nello spazio di vari chilometri quadrati ne risultò talmente appestata che si scatenò un’epidemia di peste, appunto, che mietette… mietò… miese… che fece un sacco di vittime illustri, fra cui don Rodrigo, fra Cristoforo e Riccardo Fogli…
- Ecco perché non si è più visto in giro! – commentò Prisca.
- Infatti.
- Ma che ci faceva il Calze nere al seguito dei Lanzi? – domandarono in coro Esmeraldas, Esmeraldinhas, LucidaFollia e Lola Tekila.
- Bhè, era un soldato di ventura. Andava con chi lo pagava meglio. In quell’occasione i Lanzichenecchi attraversavano la penisola diretti al centro, per il famoso “sacco di Roma”.
- Ah! E che cosa c’era poi in questo famoso sacco? – Chiese incuriosita Blondielaura.
- C’era il gatto di Trapattoni. Da allora gira il mondo ripetendo “non dire gatto se non l’hai nel sacco”, e intanto nel sacco ci ha messo un bel po’ di scudetti e di coppe in tutti questi anni!
- Ci metterà mica anche il Graal? – urlò Kate Orlandow preoccupata.
- No, non gli interessa. Ecco tutto: i Templari furono tritati e venduti ad un’azienda di fast-food, il Papa e il Re di Francia si divisero da buoni amici le figurine, a cominciare dalle due che gli mancavano per completare i rispettivi album. Probabilmente trovarono nel tesoro anche il Graal.
- Bho, a me l’avevano raccontata in un’altra maniera – glissò Jovall – ma non ha importanza: l’importante ora è trovare un erede dei Templari. Pare infatti che qualcuno si sia messo in salvo, forse segretamente l’Ordine ha ripreso vita, forse loro si sono riappropriati del Graal. Se nel documento del Barone sono nominati, un motivo ci sarà.
Intervenne il dottor Campanal.
- Forse conosco un discendente dei Templari, sta proprio qui a Genova, da solo, in un appartamento a Bolzaneto.
Jovall strabuzzò gli occhi:
- E adesso lo dici? Poi, scusa Campa, ma con tutti i casini e i sospetti sugli attentati dei musulmani, perché vai in giro vestino da Beduino?
- Perché l’abito blu da Tuareg è in lavanderia.
- Ah bhè…. ma tua moglie cosa dice che vai in giro così conciato?
- E che ne so, non la capisco. Parla in tedesco. Comunque mi vesto per essere precisi da Pascià, non da Beduino, o da Tuareg solo nel tempo libero. Quando lavoro sono più sobrio…
- Sì, ho visto: camice a scacchi rossi e gialli o verdi e arancio, cravatte rosse o fucsia a grandi pois blu. Va bene. Qualcuno vada con Campanal: Zublinky vai tu, potete passare per padre e figlio che passeggiano. Senza dare nell’occhio… sì, va bhè… con circospezione avvicinatevi al luogo del soggetto e osservate le sue mosse per due o tre giorni. Quando avremo un quadro preciso dei suoi orari, con lui sicuramente fuori casa andremo a perquisire l’appartamento, ci andrà il Barone Occlavius che passa attraverso i muri e non lascia tracce né impronte.

Il piano era perfetto. Insomma, era un piano come tanti, ma poteva andare. Proprio in quel momento entrò un losco figuro nel Free Bar, in canottiera con le braccia tutte tatuate. Senza dare il tempo a qualcuno di pensare si portò una mano allo stivale destro, estrasse un pugnale e lo lanciò in pieno petto al Barone. Ovviamente il pugnale lo attraversò da parte a parte e andò a conficcarsi nel barilotto della birra alla spina, sul bancone. Mentre la birra fuoriusciva inondando il pavimento del locale, si sentì uno sparo e il losco figuro cascò in schiena come un sacco di patate, dando una craniata in terra, ma tanto non sentì niente perché un proiettile che lo aveva centrato proprio in mezzo agli occhi lo aveva già freddato che era ancora in piedi. Jovall soffiò nella canna e rimise nella fondina il suo vecchio revolver.
Passarono cinque minuti e fece irruzione nel locale un agente di polizia con la pistola spianata.
- Fermi tutti, sono l’agente Percivalle del distretto di pooooooooooooooooooo…
La “o” di polizia si allungò a dismisura finché l’agente, che era scivolato sul pavimento tutto bagnato di birra, sul medesimo pavimento si schiantò con una culata di notevolissimo impatto scenico e sonoro, come direbbe Van Faber in una delle sue recensioni. La pistola gli scappò di mano e finì dritta nel piatto di fritto misto di mare di un’anziana ignara turista inglese, che svenne con la faccia sugli anelli di totano. L’agente si rialzò e puntò Campanal.
- Lei! Ha a che fare con la banda di Bin Laden?
- E lei? E’ indagato per i fatti del G8?
- No. Io non ero nemmeno in servizio in quei giorni.
- Idem. Io non sono nemmeno arabo. E ancora meno musulmano!
- Favorisca i documenti…
Jovall si spazientì.
- Parsifal! La smetta! Il dottor Campanal è un mio amico, garantisco io per lui.

Le ragazze e Zub si guardarono l’un l’altro, Luba disse sottovoce:
- Avete sentito come l’ha chiamato? Parsifal…
- Ma certo! – si illuminò Simphilia – Percivalle uguale… Parsifal! Anche lui cerca il Santo Graal, c’è da scommetterci!
- E’ vero, - disse Esmeraldas – il Barone lo ha detto che anche lui lo sta cercando e che lo riconsegnerebbe al Papa gratuitamente. Dobbiamo stare attente!
- Attenti. – corresse Zublinky.
- Sei l’unico maschio del Club presente, quindi zitto e subisci! – disse Kate.
- Dobbiamo stare attente e attento. – Concluse diplomaticamente Prisca.

Nel frattempo Percivalle, disinteressatosi di Campanal, appuntò le sue attenzioni sul cadavere ancora fresco di sparatoria. Assunse un’aria severa e rivolgendosi al gruppo, indicando l’assassinato, disse con tono alterato:
- Chi è stato?
- Chi vuole che sia stato, Percivalle! – rispose Jovall annoiato.
- Ancora lei, Jovall? Solita legittima difesa immagino. Ma ce l’ha la licenza di uccidere?
- Certo che ce l’ho, che domande!
- E chi gliel’ha rilasciata?
- A lei posso dirlo.

Si alzò, si avvicinò a Percivalle e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. L’agente fece due passi indietro con la bocca e gli occhi spalancati, poi farfugliò:
- Devo proprio andare, mi è sembrato di sentire il mio cavallo fuori che barriva… che muggiva… che nitriva. Il caso è chiuso. Jovall ha sparato per legittima difesa, lo sconosciuto ha ammazzato il barile di birra, il pavimento è scivoloso, state attenti. Barista, telefoni all’obitorio che vengano a portare via il coso… il defunto. Lo identificheremo poi là. Io avviso la scientifica. E il commissario. E il procuratore… no, troppa gente. Buona notte.

E uscì, senza nemmeno recuperare la pistola dal piatto dell’inglese svenuta.
- Ma chi era costui? – chiese Zublinky indicando il coso… il morto.
- Un altro maledetto coglione della Congregazione degli Aritmetici.

Le ragazze e Zublinky si guardarono sgomenti. Misero a punto gli ultimi dettagli del piano relativo all’erede dei Templari e passata la mezzanotte la compagnia si disfò… si disfacette… si disfuse… se ne andarono tutti, chi per proprio conto, chi a piccoli gruppi. Rimase solo Jovall che, nel locale ormai vuoto, si avvicinò al pianoforte, lo aprì e ci si infilò dentro per passarvi la notte come sempre, non prima di aver girato il cartello con la scritta “non sparate sul pianista”. Dietro c’era scritto: “non disturbate il pianista”.



Luba Zadora & Walko

19.

Zublinky e Campanal si diressero all'obbiettivo in quel di Bolzaneto di prima mattina, seguiti a non molta distanza dal Barone Occlavius sotto mentite spoglie. Jovall aveva deciso di metterlo alle costole dei due pasticcioni, non proprio per sfiducia, ma per precauzione. In fondo il Barone con i suoi poteri avrebbe potuto venire utile, anche nel caso di brutti incontri.
Zub e Campa erano allegri come sempre. Arrivarono di fronte al palazzo e si guardarono intorno con circospezione: nessun personaggio sospetto si aggirava nei paraggi, solo passanti indaffarati e una vecchiettina vestita di nero, tutta curva e sdentata, dall'aspetto del tutto innocuo, intenta a spargere briciole di pane in terra attorniata da decine di passerotti. Attraversarono la strada e si fermarono di fronte alla bottoniera dei campanelli. Zublinky trasecolò.
- Ma... Campanal, hai visto? Lo scrivono sul campanello così, senza ritegno, senza il minimo sforzo di mantenere un'apparenza di segretezza.
- Cosa?
- Come cosa? Sono io il miope del gruppo o tu? Non vedi? Leggi qui: Templari!
- Certo che lo leggo. Ma non trovo niente di strano. Perché mai dovrebbe tenere segreto il suo nome al punto di non scriverlo sul campanello?
- Chi?
- Come chi? Templari! Abita qui. Attilio Templari. E' il mio idraulico.

Zublinky restò interdetto. Si riprese dopo qualche secondo.
- Scusa Campanal, ma tu sei proprio sicuro che questo... idraulico... sia un erede dei Templari?
- No che non lo sono! Ieri sera le lasagne abbondanti mi avevano fatto abbioccare, il tuo lungo racconto ha fatto il resto e... quando mi sono risvegliato di colpo ho sentito parlare di erede dei Templari, lì per lì ho pensato alla Ditta "Fratelli Templari Lattonieri" e all'erede, appunto Attilio, e ho buttato lì quella frase...
- Che conoscevi un erede dei Templari.
- Appunto. Non mi andava poi di fare retromarcia. Quel Jovall lì mi intimorisce...
- Ti capisco. Ma chi è? Da dove viene?
- Mistero. Ma ora che facciamo col nostro idraulico? Lui coi Cavalieri del Tempio non c'entra un tubo.
- Bhè, trattandosi di un idraulico è singolare che non c'entri un tubo... ma in questo caso è proprio così, purtroppo. Non mi sembra il caso di continuare a battere questa pista. E' tempo perso. Diremo che approfondendo la cosa abbiamo risolto che non c'era niente di interessante...Campanal...
- Sì? Perché hai abbassato la voce?
- Ssssst... non voltarti! Dietro di te ci sono due tipi sospetti. Guardano proprio verso di noi, un tipo alto, magro ma muscoloso ci ha puntati col dito. L'altro ha una macchina fotografica al collo. Continuano a guardarci e a parlottare fra loro.
- Che facciamo?
- Fingiamo indifferenza. Accidenti! Il tipo ci sta fotografando! Bisogna agire, saranno due maledetti Aritmetici! Quelli che cercano il Graal per distruggerlo e ci danno la caccia.
- Ci penso io.

Campanal tirò fuori da sotto la specie di lunga tonaca bianca che indossava una pistola a tamburo di vecchia fattura, con la canna a tromba, e si girò all'improvviso intimando l'alt ai due tipi sospetti. Il tipo muscoloso con uno scatto svoltò l'angolo e se la diede a gambe, l'altro invece, sorpreso, mollò la macchina fotografica e alzò le mani.
- Arrenditi, marrano!
- Non ho fatto niente di male, ho solo scattato una foto ricordo incuriosito da un uomo in giro per Genova vestito da beduino.
- Da Pascià, prego!
- Complimenti per il suo italiano, parla benissimo davvero, ha persino l'accento genovese.
- Per forza, sono genovese! Cosa dovrei parlare? Arabo?

Così dicendo Campanal ebbe un attimo di distrazione, il tipo sferrò un calcio alla pistola che finì in mezzo alla strada e scattò via di corsa, dandosi alla fuga. Zublinky tentò una presa in tuffo, ma lo mancò clamorosamente e andò a sbattere con la testa contro il palo del semaforo. Il losco figuro svoltò l'angolo dove già era scomparso il suo complice, ma un colpo di borsetta in fronte lo mandò K.O.. Campanal, ripresosi dallo smacco si lanciò all'inseguimento del fuggitivo, voltò l'angolo e se lo trovò di fronte, coricato sul marciapiede privo di sensi, senza poter evitare di inciamparvi addosso e finire lungo disteso sul marciapiede. Rialzatosi, vide che la vecchiettina dei passerotti era lì davanti.
- Lo sapevo che sarebbe stato utile mettere un mattone in borsetta.
- Brava vecchietta! Ha tentato di scipparla?
- No! Me lo aspettavo che ve lo sareste lasciato scappare come l'altro, così mi ero appostato dietro l'angolo.
- Appostato?
- Sono il Barone Occlavius in uno dei miei più riusciti travestimenti.
- Incredibile! Ma come fa a passare come niente da un cane dobermann a Tarzan, al suo aspetto normale ed ora a questo di una vecchietta sdentata?
- Segreto professionale, anzi fantasmagorico. E' una prerogativa riservata ai fantasmi di prima categoria, alla quale modestamente mi onoro di appartenere.

Nel frattempo li aveva raggiunti Zublinky, un po’ rintronato per la craniata di prima. Il Barone/vecchietta riprese:
- Stendiamo un pietoso velo sulla missione Templari. Prendiamo per buona la versione che avete concordato, altrimenti Woland si infuria e diventa intrattabile.
- Woland?
- Eh? Ho detto Woland? Ehm... è stato un lapsus, sto leggendo "Il Maestro e Margherita" di Bulgakov in questi giorni... volevo dire Jovall.
- Ah, Jovall! Dio ci scampi dalle sue ire!
- Appunto. Ora concentriamoci su questa vicenda. Portate costui nel retrobottega del Free Bar, il quartier generale di Jovall. Ci penserà lui, con Zeno, a interrogarlo con i loro metodi infallibili. Per mezzora sarà innocuo, avrete il tempo di portarlo là senza che vi scappi un'altra volta. Io mi occuperò dell'altro.
- Chissà dove sarà a quest'ora!
- Lo individuerò dall'alto. Andate, ci troviamo al Free Bar, nel retrobottega, si entra dal cortile.

E detto questo spiccò un salto e volò sul tetto di un palazzo di otto piani, lasciando di stucco i due amici.
Arrivarono al quartier generale dopo una mezzoretta, mentre il "marrano" ritornava in sé. C'erano quasi tutti, intenti a cercare di decifrare le scarne indicazioni fornite da Walko & Rei Rider sul manoscritto, che Kate si era trascritta minuziosamente sull'agendina e ora leggeva ad alta voce con l'aiuto di un binocolo prestatogli da Zeno. Infatti aveva dimenticato la lente di ingrandimento. Entrarono Zublinky e Campanal trascinando il prigioniero che avevano legato, imbavagliato e incappucciato. Jovall domandò spiegazioni:
- E' lui l'erede dei Templari?
- No, Jovall, purtroppo era una falsa pista. Questo è un tipo losco che ci spiava e ci ha anche fotografato, insieme a un altro che si è dato alla fuga, ma la vecchia è sulle sue tracce!
- La vecchia? Che vecchia?
- Il Barone si è travestito da vecchia.
- Capisco. Va bene, sentiamo cos'ha da raccontarci questo curiosone. Levategli il cappuccio.

Appena Zublinky gli liberò il viso, Blondielaura scattò come una molla.
- Ma è mio fratello! E' Borislav!
- Chi? Borislav il fotografo?
Liberato del bavaglio, Borislav si rivolse alla sorella.
- Blondie, che ci fai in mezzo a questi pazzi furiosi? Hanno catturato anche te?
- Ma no! Lui è Jovall, con Zeno e Angela, sono i nostri soci. Loro sono alcune delle ragazze del Club: Kate, Prisca, Fiore e Simphilia. Mancano le quattro genovesi che sono in giro per gli approvvigionamenti alimentari e Gio che starà per arrivare da Trieste. Lui è Zublinky, e quello vestito da arabo è Campanal. Tra non molto si uniranno LucidaFollia, Roby, MDL e Myrna. Poi via via anche gli altri.
- Ma la vecchietta pazza che molla borsettate in testa alla gente chi è?
Intervenne Zublinky:
- E' il Barone Occlavius. Dovrebbe arrivare tra non molto...

Entrò infatti in quell'istante insieme al fuggitivo, che era visibilmente sotto ipnosi, con lo sguardo fisso e i gesti meccanici.
- Eccolo qui, l'ho preso!
- Sagitt!!! Amico mio, che ti hanno fatto?
Urlò Blondielaura. Il Barone/vecchietta era sorpreso dalla reazione.
- L'ho ipnotizzato. Lo conoscete?
Le spiegazioni e le presentazioni andarono per le lunghe. Finché arrivarono le genovesi con le cibarie e poco dopo Gio più pimpante che mai, e tutti si misero intorno al grande tavolo della sala da pranzo di quell'immenso retrobottega, per consumare il pranzo. Dopo varie portate e qualche bicchier di vino, Jovall stranamente gioviale e di buon umore ordinò ad Angela di tirar fuori tre bottiglie di Canard-Duchêne, champagne d.o.c. d'annata che teneva sempre alla giusta temperatura, e quando ognuno ne ebbe il calice riempito alzò il suo, bevve un sorso e poi si mise a raccontare una storia, che tutti ascoltarono in religioso silenzio.


continua >>>





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