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CARTOLINE D'ESTATE

Ultimo Aggiornamento: 23/01/2009 22:01
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22/01/2009 08:29
 
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Quanto segue, ovviamente, vuole essere solo una dimostrazione di grande affetto nei confronti delle persone citate.






CARTOLINE D’ESTATE




- 1 -
La truppa è quasi al completo. Noi siamo qui da giugno. Mauro è arrivato puntuale, nonostante voci lo davano in arrivo in ritardo. Gerardo è pure qui, anche se dice di avere poche ferie. Lo vedo più del solito agitato, frenetico. Presagio di un agosto movimentato? Caterina scuote la testa. Antonio e Rosanna, come se venissero da chissà dove e non da Crotone, pare che finalmente abbiano messo radici. Certo, occorre fare i preparativi per Floriana che deve partire per la Norvegia... Certo, c’è il problema di Francesco che non vuole venire a Cropani e restare a Crotone... Ma Rosanna e Antonio non sono certo tipi da lasciarsi scoraggiare da simili cose. I problemi? In qualche modo si risolveranno. Raffaele... è sotto l’ombrellone. No, non è il fratello gemello. Guarda, c’è anche la moglie. Anche Elisa, con nipoti e pronipoti, è nel villino a fianco. I Pirrotta, come al solito, verranno qualche giorno prima del ferragosto.

- 2 -
La serata è calda e il corpo piacevolmente tonico per le lunghe nuotate.
Consumata la cena, Linetta rimette a posto la cucina.
Nell’attesa gironzolo in veranda fumando una sigaretta. Alessandra mi ha già visto. “Voglio venire di là...”, indicando con la manina il mio giardino. Elisa borbotta qualche rimprovero.
Finalmente Linetta è pronta.
Imbocchiamo la strada per il Carrao. Nel percorrere viale Rimini mi viene di ricordare gli anni novanta, quando quella strada, stracolma di gente, era il cuore della Cropani estiva. Ora è semideserta. S' incrociano conoscenti o vicini di ombrellone. Si scambiano poche battute. Passata la chiesetta svoltiamo a destra. In lontananza già notiamo Gerardo che gesticola. Sono in casa.

- 3 -
Di solito mi alzo molto presto di mattina. Mi piace fare, dopo il caffè, il giro del mio villaggio per controllare che tutto sia in ordine. Meglio, per compiacermi che tutto è in ordine. Peccati di vanità. Qualche commissione veloce, poi sono al mare.
Nonna Chiarina è già seduta sulla sua sediolina sbilenca. Ci salutiamo con la mano. Sistemato l’ombrellone la raggiungo, offrendole aiuto per fare il bagno. Quasi sempre rifiuta. Per i suoi malanni, mi dice, è più consigliabile prendere il sole. Indugio ancora a scambiare qualche frase... Basta poco per far felice una persona anziana.

- 4 -
Questa sera si cena da Rosanna. Ci sono anche Gianpiero con la chitarra e Bruna. Sono arrivati.
E’ caldo umido. Non si respira. Gerardo è ai fornelli a preparare gli spaghetti. Si agita, come sempre. Qualunque ambiente sembra troppo angusto per contenerlo, anche la spiaggia. Finalmente si cena.
Boooommmm... Che succede? Una sedia ha ceduto... Forse non ha sopportato il peso... “Ma no, vedete, era tarlata”.
Le note di Giampiero coprono il brusio delle donne intente a sparecchiare. Caterina fa una richiesta perentoria: “Sognami”. Sarà il tormentone estivo di Caterina.

- 5 -
Anna Maria e Antonio hanno compiuto i cinquanta anni. Caterina si è prodigata ad acquistare per conto di noi tutti due regalini. Giusto un “pensiero” da consegnare nel dopo cena. Vengono lette le dediche, molto serie, ispirate da Raffaele, che tracciano un breve profilo dei due festeggiati. Intanto arriva il “tiramisù” di 24, diconsi ventiquattro uova ...
Che bomba, accidenti a Rosanna...

- 6 -
Mauro è seduto sotto la sua veranda. Ha le braccia incrociate. Sembra un capo tribù. Farfuglia qualcosa alla moglie nel suo dialetto incomprensibile e Anna Maria appare, fra tende e tendoni, nella penombra della cornice della porta. Ha sulle labbra quel suo eterno sorriso enigmatico, molto meridionale, dolcissimo, appena velato da una leggera malinconia. Trasmette un senso d' infinita serenità. Poi i doveri dell’ospitalità la trasformano in una donna pragmatica e gentile. I ragazzi vanno e vengono, nella frenesia dei preparativi per la notte che verrà.

- 7 -
Anche questa mattina mi sono alzato presto. E’ ancora buio. Pure Gina si aggira in veranda. Faccio il solito fischio per richiamare la sua attenzione. Gina scuote la testa, poi incurvandosi fissa alternativamente verso il cancelletto e verso il terreno di fronte. Non si accorge di me. Ripeto il fischio. D’improvviso corre in casa e chiude la porta. Rido di gusto. Sul tardi racconto l’accaduto.
“Ma guarda tu... Ed io che ho avuto paura... Mi sono rimessa subito a letto... C’era un’automobile ferma sulla strada di fronte... Con questi maniaci non si sa mai...”.

- 8 -
Io e Antonio siamo di sinistra. E come quasi tutti quelli di sinistra pensiamo che le nostre idee siano le uniche giuste. Leggiamo il medesimo quotidiano. In estate frequentiamo gli stessi amici. Per colmo di sventura abbiamo (o ci diamo?) un’aria “seriosa”. Non abbiamo mai avuto occasione di manifestare punti di vista divergenti.
Ma è una noia!
Rosanna, scuotendo la testa, con quei suoi scatti improvvisi che lasciano indovinare un piccolissimo scarto fra il pensiero e la parola che lo esprime, direbbe: “Ma trovate un cxxxo di argomento che vi faccia finalmente litigare”.

- 9 –
Gina stravede per Lilli, la sua cagnolina.
“Ma oramai è vecchia, poverina...”
Non bastava il gozzo che le scende fra le zampette, ora ha anche il diabete. Devono farle due punture al giorno d' insulina.
“ Questa cornutazza viziata ci blocca” sbotta Pino, fingendo di tirare addosso una ciabatta al povero animale.
“Ma guarda questo. Che cosa ti ha fatto? Povera Lillina! Piuttosto una ciabattata la tiro io a te”.
La risposta di Pino è un gesto inequivocabile: la sua mano destra si posa di scatto sul braccio sinistro...

- 10 -
A oriente il disco rosso della luna sembra posato sulle cime degli alberi. Silenzio intorno. Linetta mi mormora che forse non c’è nessuno. Nella penombra il dondolo oscilla piano. Caterina ha già avvertito la nostra presenza. I contorni della sua sagoma appaiono fra i cuscini. Il suo sguardo è assente, ancora intento a inseguire sogni. Gerardo scende le scale con la sua esuberante vitalità.
Ci sediamo a gustare un limoncello.

- 11 -
Seduti intorno a Giampiero canticchiamo i motivi proposti. I visi distesi esprimono la gioia di stare insieme. L’effetto ritardato del prosecco ci proietta in una dimensione quasi irreale.
“E adesso canterà per voi la signora Gina ”.
“No! No! No! Ma canta piuttosto tu Gerardo ...”.
Il vestito non riesce più a contenere Bruna. Abbassa la cerniera. Finalmente può respirare e canta.
Poi le note di “Sognami” saturano l’aria e Caterina è sempre più lontana.

- 12 -
“Catarì” chiama Mauro dalla veranda. Ma Caterina è accoccolata sul marciapiede e non risponde. Ascolta Gerardo che, in piedi e visibilmente contrariato, parla di alta tensione, d' interruttori e sezionatori da riparare. Annuisce con gesti del capo. Ha l’aria rassegnata. Gerardo deve tornare al lavoro.
Il profumo delle caldarroste lascia già immaginare l’autunno.
L’estate è finita.

- 13 -
Settembre. Sono rimasti solo i Pirrotta. L’acqua del mare è limpidissima e invita, nelle giornate libere, a fare ancora qualche bagno. Le ore trascorrono svogliate. Qualche nuova conoscenza sulla spiaggia non cancella certo la nostalgia per gli amici ormai lontani.
Si fa qualche puntata al mare, di sera, per vedere la luna che si specchia nelle acque appena increspate da una leggera brezza fresca. Le luci dei lidi sono spente. Le sagome dei pochi ombrelloni sembrano i resti abbandonati di un gigantesco circo andato chissà dove a dare il suo spettacolo.
Domani non sentirò, dalla pineta, il vociare dei bagnanti accalcati sulla spiaggia. Passata la vegetazione, mi apparirà una lunga striscia di sabbia semideserta. Sullo sfondo azzurro del mare scorreranno tante “cartoline d’estate”. Un sorriso accennato tradirà il piacere dell’indugiare nel ricordo.

[Modificato da ELIPIOVEX 23/01/2009 22:00]
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23/01/2009 22:01
 
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Ho trovato un po' caotico il susseguirsi di tutte quelle immagini e di personaggi, un lettore che non conosce le persone citate fa un po' fatica a seguire il racconto e soprattutto immaginarsi quanto descrivi.
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