Voleva esserci a tutti i costi. La grande anima, ambasciatrice dei diritti umani, Miriam Makeba, è morta. Dopo aver cantato e danzato a piedi nudi, con la consueta innata eleganza, sul palco del Concerto per Saviano a Castelvolturno, l’artista è stata colta da malore e inutile è stato il ricovero all’ospedale di Pinetagrande. Stanca, febbricitante, ha voluto esserci ugualmente e non ha risparmiato energie. Domenica mattina, come promesso, ha regalato l’ultima, grande lezione d’amore e di civiltà agli amici del Centro di accoglienza Fernandez, un altro importante presidio di aggregazione al positivo e di legalità del territorio a rischio di chiusura. Dunque l’artista sudafricana doveva esserci, così come ha voluto testimoniare il suo messaggio di Pace tra i popoli agli Stati Generali delle scuole del Mezzogiorno. Se è più facile distruggere un atomo anziché un pregiudizio, lei, che ha incontrato i più grandi uomini politici e cantato al fianco delle star internazionali, di pregiudizi ne ha sradicati tanti. Riusciamo ad immaginare solo lontanamente cosa sia stata l’apartheid in Sudafrica? Riusciamo a comprendere la forza, il coraggio, di vivere per trent’anni in esilio e di continuare a lottare contro le ingiustizie ed il razzismo? Gli Stati Uniti l’accolsero, e anche lì lottò al fianco del marito, leader dei movimenti radicali neri – ma sempre pacificamente, con la sua Musica, con poche, pesate parole. Dopo gli anni trascorsi in Guinea, sua seconda patria, nel ’90 il ritorno a Johannesburg, e ancora tanti progetti da portare avanti in favore degli oppressi, delle donne, degli emarginati. Stanca, non più giovane, non si è mai risparmiata. Non era una “diva”, ma una star di diritto, per eleganza, bravura, perché con un sorriso ha sbeffeggiato l’arroganza, la stupidità criminale, il razzismo delinquente. E per i sette fratelli ghanesi uccisi, per tutti i fratelli uccisi, per l’imprenditore Mimmo Noviello ucciso per aver denunciato il racket, per Saviano e la sua vita rubata, doveva esserci. Nessuno crederebbe che fosse stanca e malata: sulle note della sua “Pata Pata” volteggia con grazia e canta come sempre, con abili vocalizzi e con tutta la passione. Grazie per quest’ultima testimonianza di impegno, di lotta pacifica alla camorra ed al razzismo. Grazie, per essere intervenuta a Castelvolturno, dove i fratelli ed i loro figli meritano una vita migliore. All’assessore Gabriele aveva chiesto una copia in inglese del libro di Saviano, “Gomorra”, e aveva raccontato di voler imparare l’italiano e aveva anche chiesto di non parlare di camorra – perché la musica è il migliore messaggio di pace. “Solo la musica può fermare la violenza – diceva – guardate cosa ha fatto Live Aid per l’Africa”.
Se la camorra chiede il pizzo per un concerto pacifico, se continua a mietere vittime innocenti, si alzeranno una, cento, mille Makeba a dimostrare che un altro mondo da percorrere insieme è possibile. Ciao, Mama Africa, il tuo messaggio vive.
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IL NAPOLI E' UNA FEDE, NON LA PUOI RINNEGARE, PUOI SOLO SEGUIRLA, ESSERNE DEVOTO, CREDERCI SEMPRE E COMUNQUE, TI ACCOMPAGNA SEMPRE ED OVUNQUE TU VADA, MORIRA' CON TE...