Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
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Obama presidente

Ultimo Aggiornamento: 22/01/2009 13:00
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22/01/2009 13:00
 
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Discorso con luci ed ombre a mio avviso...speranze di aperture ma anche consolidamento dell'imperialismo...sono fiducioso ma vigile...
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21/01/2009 19:41
 
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Giustiziere Neroazzurro, 21/01/2009 17.07:


Io dico che se te avessi tutto il potere di cui dispone Obama te lo goderesti e non faresti un'H per il popolo!
Non prenderla come offesa...ma dal momento che lo hai detto te che chiunque può essere meno stronzo di Bush...



Se voleva godersela poteva evitare di assumersi tutte queste responsabilità. Non credo che da senatore se la passasse male


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21/01/2009 17:35
 
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Non ci resta che attendere...
Anche come si modificheranno i rapporti dell'America con l'Europa, con le economie emergenti, con gli arabi. Con la Santa Sede, anche.
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21/01/2009 17:07
 
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Re: Re:
Matteo BB, 21/01/2009 10.18:



Di sicuro, però mi sembra inutile caricarlo di tante aspettative, quasi fosse un nuovo messia mandato per salvare l'umanità. Probabilmente sarà un presidente più vicino alle esigenze della gente comune rispetto al suo predecessore, ma non è che ci voglia molto...




Io dico che se te avessi tutto il potere di cui dispone Obama te lo goderesti e non faresti un'H per il popolo!
Non prenderla come offesa...ma dal momento che lo hai detto te che chiunque può essere meno stronzo di Bush...
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21/01/2009 17:05
 
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Re:
CLAY60, 21/01/2009 9.55:

Forse e' vero. Ma converrai con me che un presidente nero e' una stratosferica opportunità che la Storia propone al mondo!


Precisa... [SM=x1380986]
Presidente americano nero!
Di presidenti neri ne esistono molti... [SM=x1380985]
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21/01/2009 11:41
 
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Vedremo, via....


Alla vigilia dell'insediamento il presidente fa l'imbianchino per i poveri
"Se vogliamo avanzare nel nostro cammino dobbiamo marciare insieme"
America in festa nel giorno di Obama
"Io un nero, giuro per tutto il popolo"
dal nostro inviato MARIO CALABRESI

WASHINGTON - Nel cuore dell'area più povera e violenta di Washington, nel quartiere nero di Anacostia dove si commettono la metà degli omicidi della Capitale, il pastore della Chiesa battista "Solid Rock" ha piazzato un immenso cartello: "Il sogno di Martin Luther King si è avverato: Obama presidente".

Per la prima volta nella storia un afroamericano entra alla Casa Bianca, per la prima volta nella storia il giuramento di un presidente diventa un momento cruciale per la vita dei ghetti neri.

La scuola elementare Abram Simon, che sta ancora più a sud di Anacostia al confine con il Maryland, detiene un significativo primato: più della metà dei 332 bambini che la frequentano abbandona gli studi prima dell'ultimo anno. Sono tutti neri, all'ottanta per cento vengono da famiglie che vivono sotto la soglia di povertà e per anni sono stati il simbolo dell'esclusione. L'edificio, costruito in mezzo a case popolari e villette fatiscenti, ha le sbarre a tutte le finestre e somiglia più ad un piccolo carcere che ad una scuola. Ma per la prima volta le maestre si sono convinte che le cose possano cambiare davvero: all'ingresso la preside ha messo accanto alla foto di Martin Luther King quella di Barack Obama e ieri mattina ha accolto 200 volontari che per tutto il giorno hanno lavorato ad una grande ristrutturazione. La scuola è stata interamente ridipinta, hanno costruito una biblioteca, portato libri e fumetti per i bambini e c'è stato un concerto. La nonna di uno degli scolari, imbaccuccata in una sciarpa di lana con ricamato il nome di un nuovo presidente, fotografa il nipote che canta e si commuove: "Questa volta la storia si è ricordata di noi".

Barack Obama ne è convinto: "C'è un'intera generazione - ha detto al Washington Post - che crescerà dando per scontato che il più importante ufficio al mondo è occupato da un afroamericano. Questa è una cosa radicale: cambierà il modo in cui i bambini neri guardano a se stessi e cambia anche il modo in cui i bambini bianchi guardano a quelli neri. Non dobbiamo sottovalutare la forza di questo".

E i neri americani non lo sottovalutano: sentono che è avvenuta una rivoluzione, sentono più di tutti il senso storico del momento, ieri hanno invaso il cuore bianco di Washington e oggi lo faranno di nuovo. Sono sempre stati maggioranza nella capitale (dei 600 mila abitanti, il 55 per cento sono afroamericani) ma ora la periferia si sente protagonista, vuole festeggiare, farsi vedere. Il fiume di persone che occupa il Mall, che si ferma davanti ai cancelli della Casa Bianca, che vuole vedere il palco da cui tra poche ore parlerà Obama, è in maggioranza nero, in un Paese in cui gli afroamericani sono poco meno del 13 per cento.

"Quello che io spero di modellare - ha spiegato Obama - è un modo di interagire con le persone che non sono come te e che non sono d'accordo di te". Che la strada sia quella lo hanno detto le elezioni e lo dicono due sondaggi pubblicati ieri, secondo cui il razzismo è in ritirata in America. Non importa che oggi i suprematisti bianchi e gli appartenenti al Ku Klux Klan hanno promesso di mettere il lutto al braccio ed esporre la bandiera alla rovescia, importa che due terzi degli americani si dicano d'accordo con il pastore battista di Anacostia: il sogno del reverendo King si è compiuto.

Ieri l'America ha celebrato il leader dei diritti civili con una giornata di festa, che Obama ha voluto trasformare in un giorno di azione e di impegno per la comunità: in tutto il Paese ci sono stati più di 11mila eventi sociali come quello della scuola elementare Simon. Il futuro presidente, in maniche di camicia, ha fatto l'imbianchino, dipingendo di azzurro le pareti di un centro d'accoglienza per adolescenti senzatetto. Il suo vice, Joe Biden, si era invece trasformato in un carpentiere per una ong che costruisce case per gli homeless. "Il sogno di Martin Luther King - ha sottolineato Obama - era che tutti gli uomini potessero condividere la libertà di fare nella vita ciò che desiderano e che i nostri figli possano raggiungere traguardi più alti dei nostri. Io giurerò per tutto il popolo americano unito nel nome del reverendo King, perché i nostri destini sono inestricabilmente legati l'uno all'altro e se vogliamo avanzare nel nostro cammino dobbiamo marciare tutti insieme".

E oggi spera di farcela ad essere sotto le scale del Campidoglio anche Ann Nixon Cooper, la donna nera di 107 anni che Obama ricordò nel suo discorso la notte della vittoria a Chicago, arriverà da Atlanta e dovrebbe sedere vicino ai nove compagni di classe che più di cinquant'anni fa sfidarono la segregazione razziale per entrare tra i banchi del liceo di Little Rock in Arkansas, riservato fino ad allora a 1900 ragazzi bianchi. Per proteggerli il presidente Eisenhower dovette mandare l'esercito. Oggi un capitolo si chiude per sempre e per averlo ben chiaro bastava leggere ieri l'editoriale del Meridian Star, quotidiano del Mississippi, che si è scusato per non aver mai denunciato "L'ingiustizia della segregazione razziale".

(20 gennaio 2009)
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21/01/2009 10:18
 
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Re:
CLAY60, 21/01/2009 9.55:

Forse e' vero. Ma converrai con me che un presidente nero e' una stratosferica opportunità che la Storia propone al mondo!



Di sicuro, però mi sembra inutile caricarlo di tante aspettative, quasi fosse un nuovo messia mandato per salvare l'umanità. Probabilmente sarà un presidente più vicino alle esigenze della gente comune rispetto al suo predecessore, ma non è che ci voglia molto...


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Forse e' vero. Ma converrai con me che un presidente nero e' una stratosferica opportunità che la Storia propone al mondo!
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Spero di sbagliarmi, ma secondo me su Obama sono riposte troppe aspettative e speranze. Sembra che da un giorno all'altro possa rendere questo mondo migliore.
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20/01/2009 22:49
 
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W Hobbammax! [SM=x1380985]
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2009-01-20 18:07
USA: OBAMA HA GIURATO, E' IL 44/O PRESIDENTE

WASHINGTON - Barack Obama e' il 44mo presidente degli Stati Uniti. Il primo presidente nero nella storia americana ha giurato sulla Bibbia di Abramo Lincoln, acclamato da oltre due milioni di persone presenti di fronte al Campidoglio di Washington.

La folla ha gridato ''Obama, Obama'', salutando il nuovo presidente, prima che prendesse la parola per il discorso inaugurale. Come previsto, Obama ha usato il secondo nome 'Hussein' nel giuramento presidenziale.

Joe Biden e' il nuovo vicepresidente degli Stati Uniti. Biden ha giurato sul palco del Campidoglio di Washington, di fronte al giudice della Corte Suprema John Paul Stevens.

Obama ha detto che la sua elezione significa che l'America ha preferito ''la speranza alla paura, l'unita' di obiettivi al conflitto e alla discordia''.

Il presidente Barack Obama ha teso la mano al mondo islamico non radicale nel discorso dell'insediamento. Rivolgendosi a ''quei leader islamici nel mondo che cercano di seminare zizzania o che danno all'Occidente la colpa dei mali delle loro societa'', Obama ha detto che ''tenderemo loro la mano se sono disposti ad aprire il pugno''.
fonte ANSA

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17/11/2008 12:44
 
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Intanto il primo passo e' stato fatto e noi siamo tutti con lui!
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15/11/2008 12:10
 
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Re:
LA 12, 13/11/2008 21.29:

Sarà lunga e tortuosa la strada di "baracca" ma una svolta nelle politiche energetiche e guerrafondaie del sue predecessore ci sarà
Yes Obama No imperialismo Nordamericano




Spero proprio di si visto che nella squadra di governo ci dovrebbe essere anche Al Gore, molto attento alle politiche energetiche e per l'ambiente nonchè premio nobel per la pace, basterà? Vedremo...
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Matricola
13/11/2008 21:29
 
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Speriamo che, nell'attesa dell'insediamento alla Casa Bianca dell'"abbronzato", l'amico di silviuccio (il pistolero del Texas) non combini qualche cappella delle sua tipo dichiarare guerra alla ex madre Russia con conseguente partenza di missili terra aria dalle innumerevoli basi yankee in terra nostrana
Apparte le ruzza,mettiamoci nei panni dei milioni di africani in patria e non che vedono un loro fratello ai vertici del potere mondiale,dev'essere stata una giornata memorabile e piena di orgoglio e speranza.Sarà lunga e tortuosa la strada di "baracca" ma una svolta nelle politiche energetiche e guerrafondaie del sue predecessore ci sarà
Yes Obama No imperialismo Nordamericano
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07/11/2008 18:27
 
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L'immagine peggiore
di CURZIO MALTESE

I bookmakers in questi casi non accettano scommesse. Da mesi, in previsione dell'evento storico dell'altra notte, si aspettava la prima gaffe di Silvio Berlusconi sul colore della pelle del nuovo presidente americano. Il Cavaliere non delude mai le peggiori aspettative e la battuta è arrivata. L'unica sorpresa è la tempistica. Ad appena ventiquattr'ore dall'elezione il premier se n'è uscito con la storia di Obama "abbronzato". Non è la solita cafonata alla quale ci ha abituato e ci siamo ormai rassegnati da lustri. È una definizione grondante di razzismo.

Il peggior razzismo, quello semi inconsapevole e quindi assai autoindulgente che dilaga in Italia, fra la preoccupazione del resto del mondo. Una malattia sociale che un governo responsabile dovrebbe combattere, invece di sguazzarci con gusto.

Scontata la gaffe, ovvia la reazione. In simili frangenti Berlusconi adotta due reazioni standard. La prima: non l'ho mai detto. È la più assurda, ma paradossalmente efficace (in Italia). Come fai a discutere con uno che nega se stesso? La seconda è: l'ho detto ma non avete capito.

Stavolta ha usato questa. "Abbronzato era un complimento, una carineria" ha spiegato ai soliti cronisti bolscevichi. "E se non lo capite, allora andate a fare...". Sommando così carineria a carineria.

S'intende che "andare a fare" è detto con affetto. Con eguale affetto i giornalisti potrebbero ricambiare l'invito, ma probabilmente le giustificazioni valgono solo dall'alto verso il basso.

Non stiamo a farla lunga. Non si tratta solo di vergogna. Chi ne ha ancora la forza? È piuttosto la disperazione di essere ogni volta precipitati in questo indegno pollaio. Gli elettori americani in un giorno hanno cambiato la storia del mondo. L'avvento del figlio di un africano alla Casa Bianca sta spingendo miliardi di persone, pur nel mezzo di una crisi spaventosa, a interrogarsi sui valori profondi della democrazia, la più straordinaria conquista dell'umanità, in fondo a un cammino secolare di sangue e intolleranza. E il contributo dell'Italia berlusconiana a questo grandioso dibattito qual è? Questa miserabile trovata, volgare e razzista, senza neppure il coraggio dell'assunzione di responsabilità o la dignità di porgere le scuse.

Non bastava la sortita a caldo del ministro Gasparri, il quale, confondendo le proprie ossessioni di ex fanatico fascista con la competenza internazionale, aveva commentato "sarà contento Bin Laden". Ci voleva pure lo strazio supplementare della "battuta" di Berlusconi, che ha ormai girato il mondo, con danno enorme per il Paese. In pochi minuti infatti la rete ha deluso la speranza residua, che non lo prendessero sul serio, come altre volte. Come siamo abituati a fare qui, rassegnati a non scandalizzarci per lo scandalo, a non chiamare fascismo il fascismo, razzismo il razzismo.

C'era stata la rincorsa provinciale ad appropriarsi di Obama. Tutti si proclamano o cercano l'Obama italiano, a destra e a sinistra. Quando in Italia un Barack Obama non avrebbe neppure il diritto di voto. I figli d'immigrati, 440 mila fra nati e cresciuti qui, non sono considerati cittadini italiani, per via del medievale ius sanguinis. Lo ricordiamo nell'ipotesi, piuttosto remota, in cui fra le centinaia di obamisti dell'ultima ora si trovasse un politico serio. Ecco l'occasione per proporre finalmente una legge civile in materia d'immigrazione.

A cominciare dal presidente del Consiglio, i cui molti cantori hanno illustrato nei giorni scorsi alle masse ammirate le straordinarie analogie fra Berlusconi e Obama. Come non scorgere, del resto, l'assoluta comunanza delle due parabole. Il figlio di un pastore kenyano che arriva alla Casa Bianca a soli 47 anni e promette di cambiare il mondo. E l'uomo più ricco d'Italia che a 72 anni, con il solo aiuto del novanta per cento dei media da lui controllati, torna a Palazzo Chigi, dopo aver cambiato i capelli. È naturale che Berlusconi abbia adottato Obama, ripromettendosi di dargli presto "buoni consigli". Incrociamo le dita perché non avvenga, nell'interesse stesso del premier. Non si sa come la Casa Bianca potrebbe reagire a una frase del tipo: "Vieni, abbronzato, che ti spiego come non farsi processare".

Che fare? Vergognarsi per loro, ridere, piangere. Fingiamo pure che tutto sia normale. Però quanto stringe il cuore ascoltare il nobile discorso dello sconfitto McCain: "Il popolo ha scelto. Ho avuto l'onore di salutare il nuovo presidente degli Stati Uniti. È una giornata storica". Non si potrebbe avere un giorno un conservatore come questo a capo della destra italiana, anche di seconda mano?


(7 novembre 2008)
[Modificato da WEB RE1976 07/11/2008 18:52]
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05/11/2008 17:18
 
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Evo Morales definisce storica la vittoria di Obama

AFP/RHC - Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha definito storica la vittoria elettorale di Barack Obama negli Stati Uniti e gli ha chiesto d’eliminare il blocco economico imposto a Cuba e di ritirare le truppe dall’Iraq e l’Afganistan.

“È una vittoria storica e a nome del governo nazionale ci felicitiamo, perchè si tratta di un signore che proviene dai settori più discriminati, che viene da settori schiavizzati...”, ha affermato Evo in un breve contatto con la stampa in piazza Armas de La Paz, entrando nel suo ufficio.



Ogni cosa ha il suo prezzo...


Queste sono state le elezioni presidenziali più costose della storia del paese: sono costate 2.400 milioni di dollari secondo il Centro per una Politica Responsabile.

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05/11/2008 17:04
 
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Mandela: "Ora tutti possono sognare un mondo migliore"
"Tutti possono ora sognare un mondo migliore". E' il messaggio indirizzato dal leader nero, Nelson Mandela, al primo presidente afroamericano eletto negli Stati Uniti, Barack Obama. "La tua vittoria ha dimostrato che nessuna persona al mondo deve aver paura di sognare di voler cambiare il mondo in un posto migliore", si legge nella lettera inviata da Mandela al senatore dell'Illinois.
Veltroni, vittoria che può cambiare il mondo

"Caro senatore Obama la sua vittoria può cambiare il mondo. La straordinaria affermazione da lei conseguita nel voto per la Casa Bianca ci ha riempito di gioia: è un evento straordinario, un vero e proprio cambio destinato a riflettersi nella storia del suo paese e insieme a modificare, come un grande vento, le speranze e gli assetti del mondo". E' quanto afferma il segretario del Partito democratico, Walter Veltroni, nel messaggio inviato a Obama
Napolitano, giorno di grande speranza per libertà e pace

"Oggi è un giorno di grande speranze e di grande rinnovamento, di fiducia per la causa della libertà, della pace, per un nuovo ordine mondiale". Così il presidente della repubblica Giorgio Napolitano saluta il risultato elettorale americano. Rispondendo alle domande dei cronisti Napolitano ribadisce gli strettissimi vincoli che legano l'Italia agli Stati Uniti d'America: "Il rapporto già forte con quel paese non potrà che rafforzarsi ulteriormente"
Vaticano: grandi attese, Dio l'assista

"Dio illumini" Barack Obama nella sua "grandissima responsabilità ": è quanto auspica oggi la Santa Sede nell'esprimere al 44esimo presidente degli Stati Uniti gli "auguri di poter rispondere alle attese e alle speranze che si rivolgono verso di lui", anche per quanto riguarda "il rispetto dei valori umani e spirituali essenziali". "I credenti - ha detto in una dichiarazione il portavoce Vaticano, padre Federico Lombardi -pregano che Dio lo illumini e lo assista nella sua grandissima responsabilità"

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05/11/2008 15:53
 
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E' vero non se poteva più ma è indubbio che queste elezioni ci riguardano molto da vicino, la politica americana è sempre stata la Politica, volenti e no.

Un cambiamento radicale in tempo breve sarà dura, troppi forti i poteri che hanno retto l'equilibrio amerincano fino ad oggi, ma è pur certo un inizio...

Come dice web anche io voglio puntare l'attenzione sull'affluenza alle urne ed è finalmente un risultato che porta l'america tra le vere democrazie mondiali.
Una speranza che può essere contagiosa, quell'emarginazione che viene alla luce, può essere finalmente la fine del tunnel, basta non aver paura e tornare el buio pesto che ci ha avvolto finora...
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05/11/2008 10:02
 
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Sicuramente meglio lui di Mc ........... ma secondo me cambia poco, soprattutto nella politica internazionale dei nordamericani

Da 60 anni ci sono delle linee guida che volenti o nolenti le alte cariche devono seguire senza uscire dal tracciato.

Staremo a vedere ma ho i miei dubbi. [SM=g8011]

L'unica cosa positiva per i nordamericani è che almeno questa volta queste elezioni presidenziali si avvicinano un pò ad essere democratiche veramente. Infatti sembra che abbia votato la maggioranza degli AVENTI DIRITTO (e ad averne diritto sono solo quelli che si iscrivono alle liste elettorali, e non tutti lo fanno o lo possono fare negli states).
Le altre volte votava meno del 50% ............ con quei numeri come facevano a parlare di elezioni democratiche e che erano scelte della maggioranza del paese.

L'unica cosa veramente positiva è che ........ FINALMENTE E' FINITA [SM=x1380974] ......... erano 18 mesi che ogni giorno ci rompevano il cazzo con servizi ai TG sulle elezioni nordamericane ........ non se ne poteva proprio più, almeno io [SM=g8014]


[Modificato da WEB RE1976 05/11/2008 10:03]
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05/11/2008 08:28
 
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Una grande vittoria! Una piccola speranza che si accende per l'umanità....
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