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La storia di una ragazzina e di un cavallo

Ultimo Aggiornamento: 15/12/2008 01:38
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31/10/2008 10:11
 
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Ciao amici, ho deciso di postare qui questa storia, che non è mia e che con me non c’entra niente… non so nemmeno se posso postarla, senza l’autorizzazione dell’autrice… ma si trova su youtube, ed è lì che vi indirizzerò.


it.youtube.com/watch?v=N7__OFKQiU8


Lo avevo già postato qui da qualche parte questo video… ma da allora… parecchi giorni fa… non faccio che pensarci. Questa storia… anche se scontata in fondo… anche se è come mille e mille altre… mi ha turbata, turbata profondamente. Non mi vergogno a dire che anche se sono giornate molto intense all’università… e anche fuori dall’università… quando mi ritrovo da sola non posso fare a meno di ripensare a quei due… e versare qualche lacrima.

E’ un problema mio, questa storia fa violenza alla parte più profonda di me, quella che nemmeno io conosco e capisco bene… ma cercherò di spiegarvi perché…

Si parte dal cavallo… no? Il cavallo… come posso descrivere per me chi è un cavallo? Non ce la posso fare, ma nemmeno uno scrittore molto più bravo di me se provasse questa cosa saprebbe spiegarla. Quindi, chiedo scusa da subito, perché non capirete niente. Dunque… io provo un sentimento innato molto forte nei confronti di tutti gli animali. Senza alcun motivo… Li percepisco come anime innocenti, allo stesso modo in cui molte persone percepiscono i bambini. Forse ho torto. Ma continuo a credere che noi umani avremmo molto da imparare da loro… dalla loro… innocenza, insomma. Dalla loro capacità di fare parte di questa natura e di questo mondo, in un’armonia incredibile, di cui noi umani non riusciamo e non vogliamo fare parte. E non è la visione idilliaca della natura e degli animaletti domestici che fanno compagnia… è la completa, totale assenza di quella assolutissimamente umana “cattiveria” che hanno gli animali… anche nell’uccidersi a vicenda, facendo la loro parte in una natura crudele, non lo nego… ma perfetta, “pulita”… giusta. L’uomo non è così, non accetta il suo ruolo, sporca tutto il mondo e lo vuole orrendo… a sua immagine e somiglianza.

Torniamo al cavallo… ho avuto a che fare per tanto tempo con i cani, conosciuto gatti, avuto e amato conigli… ma radicato dentro di me fin da quando ero piccolissima, l’animale per eccellenza… è il cavallo. Per l’aspetto esteriore, e per quello interiore… e qui viene il difficile da spiegare, la passione per i cavalli è impossibile da spiegare. Potrei scriverci libri e libri e non riuscire a spiegarla. Il cavallo ha un’anima straordinaria difficilmente penetrabile… il cavallo ama, di un amore spettacolare, unico, diverso da quello di tutti gli altri animali. Il cavallo è la creatura più bella che appartenga a questo pianeta. Il cavallo… è vento, è fuoco, è acqua ed è terra ed è anche aria, è l’armonia degli elementi naturali terrestri che si eleva verso il cielo. No, il cavallo non si può spiegare.

E nella mia testa, è qualcosa di talmente celestiale e naturale che la mano sporca dell’uomo non dovrebbe mai, mai nemmeno toccare. La mia compresa. Perché se tocchi quest’anima, se solo la sfiori, se anche la conosci e la cavalchi, provi qualcosa di talmente celestiale e naturale che non credo che nessun uomo abbia il diritto di provare… ma ovviamente, l’uomo non ce la fa… non sta al suo posto, e il cavallo si fa cavalcare, perché ama ed ha bisogno di amare… anche l’uomo.
L’uomo no, o comunque l’oggetto del suo amore non è il cavallo di solito. Il cavallo è un mezzo, un gioco, uno schiavo. E la mano dell’uomo sporca, uccide, distrugge. Guardatelo… guardate quello stallone nero. Guardatelo. Guardate la sua anima attraverso i suoi occhi. E pensate alla mano dell’uomo, che prima lo ha fatto ammalare, poi non l’ha voluto guarire e lo ha ucciso sporcandosi del suo sangue.

E’ un discorso ipocrita, lo so. La vita di un cavallo vale tanto quanto quella di ogni essere vivente (non solo animale), e io sbaglio a soffrirne così tanto. Ma pur comprendendo la verità di quest’ultima cosa che ho scritto, io quando sento dell’uccisione di un animale è come se mi si dicesse che qualcuno ha ucciso un angelo; e quando sento che qualcuno ha ucciso un cavallo è come se mi si dicesse che qualcuno ha ucciso il mio angelo. D’altronde che sono pazza lo sapete già.

Torniamo alla mano che tocca il cavallo sporcandolo il meno possibile, si può fare, esiste, può succedere. Anzi, succede persino che il cavallo stesso pulisca la mano che lo tocca, e che riporti l’anima di chi la possiede nella dimensione naturale delle cose (luogo dove l’anima umana non sta da tempo…), anche solo per brevi istanti… che riporti l’uomo all’armonia, alla bellezza di fare parte di questa natura e di questo pianeta. Succede, capita che tra uomo e cavallo nasca una vera amicizia. E l’amicizia tra una ragazzina ed un cavallo è una cosa talmente celestiale e spettacolare da brillare di luce sua propria. Voi la vedete, quella luce, in quelle foto? Io la vedo. Talmente celestiale dicevo… che la lurida mano sporca di soldi di un f********imo proprietario non può nemmeno sognarsi si sfiorare. Ma il mondo non va come vorrei io.

Quindi io ci ho messo una vita a trovare un maneggio decente su dov’ero prima. Ma ci sono riuscita, perché grazie a Dio il mondo non è completamente un inferno. Se avessi subito io quello che è successo a lei… non avrei avuto il coraggio di andare avanti, nel mondo dei cavalli. Mi sarei bloccata. Era già troppo sentirsi dire: venduto. Venduto… come un oggetto. Lady… Biondo, Alì… Africa, Leo… non li ho salutati. Arrivavo… e quella parola mi cascava come una lastra di marmo in testa. Venduto. A chi, dove, perché… non mi è dato saperlo. Per questo ho cercato di tenermi sempre lontanissima dall’agonismo e per questo sono tanto legata al posto dove sta Ibis… ma dopo mille fatiche, mille ricerche… ce l’ho fatta. Ho trovato un posto, un BELLISSIMO posto anche qui. E presto vi parlerò del mio nuovo amico cavallo, e di come la sua splendida anima che non conosco ancora bene stia già plasmando la mia… o per lo meno ci stia provando. [SM=x1169439]

Io non sono iscritta a Youtube ma sto pensando di farlo. Vorrei tanto scrivere a quella ragazzina tutte queste cose. E vorrei anche dirle… di non farsi sporcare quelle sue mani pulitissime che un tempo accarezzavano Gold Fire… in quel genere di ambiente, tenerle pulite è difficilissimo…



[Modificato da Akyaky 31/10/2008 10:14]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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07/11/2008 17:20
 
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Akyaky, faticherò ad esprimermi, ma penso di aver capito. Sugli animali sono sicura di pensare e soprattutto "sentire" come te, sono perfettamente d'accordo su tutto ciò che hai scritto.
Io non ho avuto alcuna esperienza diretta con i cavalli, tu sì, fin da piccola. Eppure... eppure.

Ho maturato da grande il mio trasporto, la mia empatia, il mio trasporto viscerale, il mio amore unico ed indescrivibile per gli animali.
Posso riportarti solo qualche discorso colto qua e là.
"Scusatemi, ho fatto tardi perchè ho dovuto accompagnare mia moglie al pronto soccorso. Si è rotta una gamba cadendo da cavallo al maneggio. Ma la colpa è sua! Quella sciocca tratta quelle bestiacce con troppo riguardo, addirittura ha paura di fargli male salendogli in groppa! Non ha capito che quelle sono BESTIACCE, ANIMALACCI DA TRATTARE CON LA FRUSTA!!! Altrochè carezze e paroline dolci! Bisogna fargli capire fin dall'inizio chi è che comanda!" (Eppure è ormai risaputo che "i cavalli sono animali molto molto sensibili". Lo affermano anche persone che non hanno alcuna dimestichezza con loro. Forse in alcuni ambienti è di moda anche soltanto dirlo, far vedere agli altri che lo si sa.) Qui siamo di fronte ad un caso di ottusità estrema e, temo, senza alcuna speranza. Quel tipo era un mio conoscente occasionale, non un amico. Fosse stato un amico, dopo essermi ripresa dallo choc interiore per quell'uscita così "blasfema", sia pur con molta delusione, avrei per lo meno tentato di discuterci, di fargli capire che era completamente fuori strada. Ma mi riesce difficile anche soltanto concepire che un tipo del genere possa essere mio amico. Con persone così è inutile discutere. Fiato sprecato. Anche perchè io non riuscirei a mantenere i toni pacati, non su questo argomento, non dopo un'uscita del genere: mi fa sentire ferita dentro e scava ancora più in profondità il solco tra me e il genere umano, "i miei simili". Eppure io non ho mai praticato cavalli. Penso che purtroppo tuttora gran parte dell'umanità concepisca il rapporto uomo-cavallo così: prevaricazione, pure compiaciuta. Non esiste, come in molti casi simili, nemmeno la possibilità di essere sfiorati da un dubbio,
da uno scrupolo morale. No, sono animali, esistono in funzione dell'uomo, per le sue utilità, e basta. Perchè così è sempre stato nel corso dei secoli: è un dato di fatto che senza il cavallo la storia dell'uomo avrebbe avuto un corso diverso. Molto spesso mi sono chiesta chi gliel'ha mai fatto fare ai cavalli di essere così condiscendenti nei confronti dell'umana specie, di farsi completamente dominare da essa. A volte mi viene da pensare che esista una specie di predestinazione, quasi fosse parte di un disegno "superiore", trascendentale, di cui soltanto gli animali sono consapevoli, gli uomini no... pare il contrario, invece... ma lascio perdere queste considerazioni pseudo-metafisiche-schizoidi.
Questa categoria di umani (molto nutrita) è composta da personcine talmente minuscole, di una tale pochezza morale e intellettuale, da farmi comprendere che per me è meglio tenermene alla larga. Meglio evitare certi contatti, sarebbe troppo avvilente. Se proprio, proprio tutti i miei "simili" fossero così, io avrei scelto l'isolamento totale. L'uomo è un animale sociale (così pare assodato, così affermano gli etologi) ma io certi compromessi non riuscirei a farli.
Nè voglio farli. Il "concetto" espresso da quel tipo non è la stronzata di poco conto che può sembrare, anzi!, è molto significativa, non si limita al discorso dei cavalli, va molto molto oltre. Non è un piccolo "peccato veniale"; non per me. Io la percepisco come se avesse dichiarato che i bambini piccoli quando
piangono nella culla perchè hanno fame o stanno male vanno bastonati a sangue, a scopo educativo. Ovvio che il tipo ne è inconsapevole, anzi sarebbe il primo a inorridire di fronte ad un fatto simile, o a scagliarsi contro al pazzo violento e brutale che osasse anche solo fare un'affermazione del genere. ...Che, vuoi stare a discutere con un tipo così, perchè ha detto il suo punto di vista sui cavalli, sperare di sensibilizzarlo un po' dal momento che io la vivo come
una mostruosità orrenda? Follia pura. Otterrei solo di guastarmi il sangue, punto e basta. Per me è imperdonabile, si cuocia nel suo brodo. So che ce ne sono molti altri così. Si cuociano tutti nel loro brodo di grettezza.

Non ho alcuna pratica di cavalli ma ho ancora molto da dire.
Il caso di cui ho raccontato sopra non è purtroppo un caso-limite, comunque è ascrivibile alla categoria moralmente più infima e spregevole tra coloro che "praticano" i cavalli.
So che da sempre esiste la cerchia degli appassionati-esperti-estimatori tutti "amanti" dei cavalli, almeno ci tengono a definirsi tali e molti sono fermamente convinti di esserlo. Anche la letteratua, fin dall'antichità, ci ha abituato a guardare il cavallo sotto una luce molto romantica, quando non celebrativa; logico, in genere poeti e scrittori sono (o almeno dovrebbero esserlo, in teoria) provvisti di una sensibilità un po' superiore e molti di essi
non potevano non subire il fascino di una simile creatura e celebrarla.
I grandi poeti e scrittori del passato hanno esercitato una notevole influenza sulla cultura e sensibilità di ogni tempo. A volte però questa influenza si riduce nel far assumere a molta gente determinati atteggiamenti e comportamenti che rappresentano un "segno di distinzione", uno "status" di superiorità, economico o intellettuale che sia. E viene preso come un assunto, nelle epoche passate a tutt'oggi, in versione riveduta e corretta in linea coi tempi correnti. Sono scelte in cui i messaggi di grande valore etico restano a livello di superficie, di apparenza. In certi ambienti anche il cavallo è uno status, lo era in passato, lo è tuttora.

Ovviamente non ti sto raccontando niente di nuovo, Aky, sono osservazioni di fatti che tu avrai avuto sotto gli occhi fin da piccola, la mia conoscenza personale in questo campo è nulla e io qui voglio solo riportare solo echi raccolti qua e là che mi hanno fatto riflettere sull'argomento, a te chiedo solo conferma.

Faccio un esempio concreto di "amanti dei cavalli". Nasce da una lettura... solo una lettura, eppure io non potuto fare a meno di trarre deduzioni.
Fino a qualche anno fa ricevevo la rivista di "Avventure nel mondo", che pubblicava resoconti di gente appassionata di viaggi un po' alternativi, nei luoghi della terra più impensati, al di fuori delle rotte dei soliti percorsi turistici e in condizioni spesso disagiate, dunque provviste per forza di grande spirito di adattamento.
In uno di questi resoconti un viaggiatore narrava di una sua esperienza in Cappadocia, "Cappadocia a cavallo". Descriveva questa originale esperienza di viaggio con apparente nonchalance, con voluto distacco, stile narrativo molto forbito e ricercato, rivolto a dare un'immagine... eh sì, molto snob, di se stesso e i suoi compagni di viaggio. Tra le righe comunicava al lettore: "Noi apparteniamo a una casta di eletti. Sentite che cose che facciamo! Questo sì che è viaggiare, questo sì che è vivere! Altro che la maggior parte di voi meschinelli che fate quegli squallidi viaggi organizzati o vi accontentate dei soliti posti." Insomma, io ho percepito dopo poche righe che era uno che "se la tirava un casino"... e mi faceva sogghignare.
In questo quadro di "ostentazione di presunta superiorità" c'entravano anche i cavalli: logico, non poteva trascurare di menzionare anche loro, si trattava di "Cappadocia a cavallo"... Parlare di loro? Mah. Da buon intellettuale-viaggiatore-avventuroso faceva parecchi richiami ai cavalli con tono filosofico-
poetico, si avvolgeva di un alone quasi impenetrabile, quasi di mistero, descrivendosi (ma in modo subliminale) come un grande esperto-conoscitore che sa entrare in perfetta empatia con loro, che... li capisce. Non è mica da tutti capire i cavalli! Ci teneva a dipingersi così, perchè fa molto "in", fa anche molto "ecologico" (mica un'impresa in moto, per esempio; no no, a cavallo! Eh sì: c'è la moto, c'è la bici e c'è... sì, il cavallo!).
Ricordo certe espressioni, eramente troppo, troppo studiate per essere "vere": "...La Tale, "donna di cavalli" come mia moglie Morena...ecc. ecc." Non so se riesco a spiegarmi, a dare un'idea.
Un'idea di questo tipo di approccio col cavallo. Volevo arrivare a dire che probabilmente persone come questa sono convinte di amare i cavalli, ma... non è "l'amore" che intendo io. Ne è ben lontano. Io che non ho mai "avuto" cavalli.

Scusatemi per tutte queste chiacchiere. Avrei anche altro da raccontare sull'argomento, ma ora è meglio che la pianti qui. Non so se sono riuscita a spiegarmi.
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13/11/2008 08:37
 
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Che ti devo dire Ciuteina? che hai ragione! soltanto ragione, ancora una volta! Il concetto che ho espresso io è un po' pazzoide e difficile da capire ma il tuo non lo è affatto!

Intanto, confermo. I cavalli sono molto sensibili e non lo dico per moda... eppure "ohi, con quelle redini, hai paura di fargli male??? ma non si fa niente!!!" ha un ferro in bocca, vedi tu...ho invece sentito dire spesso che sono stupidi. Bhè ecco, perchè un animale così grosso può ammazzarci in un secondo e invece non solo non lo fa, ma si fa usare, montare, pure maltrattare. A parte che allora la cosa varrebbe per molti cani anche ma... ehilà? pronto? chi dice così ha mai visto frustare un cavallo? Riguardo al personaggio che hai incontrato, anche io mi sento bruciare dentro e sento che il solco tra me e le altre persone diventa più profondo...davanti a gente del genere.

E per motivi che non so i cavalli li attirano. Bho. Io ho deciso e continuo a dirlo. Ho preso la decisione definitiva, l'ho accesa, l'anno scorso quando qui in facoltà ho visto passarmi davanti tutta una schiera di "nati per correre". Non farò mai il veterinario per cavalli. Lo dico sempre: mi piacciono i cavalli ma non mi piace la gente che gira loro intorno. Il veterinario per cavalli deve stare loro vicino di continuo. E peggio: da quanto ho capito è impossibile obiettare e non fare eutanasie insensate in quell'ambito.No, questo mai. Ci sono troppi problemi perchè li possa risolvere io! Qualcuno (non mi ricordo chi) ha scritto che la tomba di un sogno è un compromesso. Non sono molro d'accordo purtroppo, a volte scendere a compromessi è inevitabile, ma a questi compromessi... davvero mi muore un sogno in mano.

Tornando alla gente di cavalli, ce ne sono di pazzi che girano per il mondo dei cani ma non così tanti. Ah, ci sono, ci ero in mezzo. Ai pazzi da cavalli. Piccolini, magrissimi, eppure spesso addirittura crudeli. Con i cavalli intendo. Parlano di cavalli come di moto o di macchine... loro fanno uno sport, quello è il loro mezzo. Bello e veloce. Che salta bene. Punto. Se non salta più tanto bene, ciao. E dicono di amarli, e tanto anche...d'altronde c'è chi ama le moto. E' di questo genere di amore che parlano, credo. Non dell'amore che dici tu, che dico io... no guarda, è tipo l'amore per le moto, son sicura. Tutti con quei vestiti costosissimi poi! si mettevano in cerchio a parlare e io non c'ero eh, non mi vedevano, forse magari mi pigliavano anche in giro. Già, perchè non ho mai avuto una "divisa da amazzone" nè ci tengo ad averla (ma a che c***o serve?sì, nel corso degli anni gli stivali li ho presi, le scarpe da tennis si sporcano un casino in mezzo al fango...e il cap, per forza, quello serve...ma il resto?), non ho mai fatto gare e non mi è mai importato. Bha. Inoltre credo che non potrei, che ci siano limiti di peso, e io, che peso come un buttero della toscana... mha, ancora una volta ho preferito sempre la compagnia animale a quella umana. A loro, preferivo i loro cavalli, sempre.

Pienamente d'accordo con te anche sullo status. Basta farsi un giretto e guardare i prezzi. Qualunque cosa riguardi i cavalli costa tantissimo. E' lo sport più costoso in assoluto temo. E' lo sport dei ricchi. Tipo, ti viene in mente la regina Elisabetta... anche le mamme, alcune portano i bambini a cavallo non perchè sia una lezione di vita incredibile o per farli stare a contatto con la natura, ma per vantarsi con gli amici. Mia figlia ha la gara, ha un purosangue, vince le coccarde. Deve essere una grande soddisfazione dirlo. Grazie al cielo non ho genitori così, anche se per alcuni anni mi hanno impedito di vedere i cavalli non farei mai a cambio. E qual è la cosa buffa???? che ai cavalli di tutto questo denaro che gira intorno a loro non importa un tubo temo. Anzi temo che la cosa nuoccia loro, e da parecchi punti di vista. Credo che questa storia dello sport nobile, e anche del loro ruolo nella storia dell'umanità, abbia fatto soffrire parecchi di loro e abbia fatto anche purtroppo parecchie vittime...

Ma c'è una cosa su cui voglio soffermarmi. Quella in cui tu non hai voluto dilungarti. "Molto spesso mi sono chiesta chi gliel'ha mai fatto fare ai cavalli di essere così condiscendenti nei confronti dell'umana specie, di farsi completamente dominare da essa. A volte mi viene da pensare che esista una specie di predestinazione, quasi fosse parte di un disegno "superiore", trascendentale, di cui soltanto gli animali sono consapevoli, gli uomini no... pare il contrario, invece... ma lascio perdere queste considerazioni pseudo-metafisiche-schizoidi". Sai che ho letto una cosa davvero simile nel libro di cui ti parlo anche nella discussione sugli aforismi? (divento monotematica, me ne rendo conto...) L'autrice diceva: perchè i cavalli sono ancora qui??? perchè non li abbiamo sostituiti tutti, con il nostro mondo meccanizzato? perchè continuano a seguirci da vicino? e si auto rispondeva. I cavalli (gli animali in generale) forse... sono ancora con noi perchè stiamo per evolverci, per compiere un passo importante nella nostra storia... il passo indietro. Sempre più persone sono vittime di questo mondo troppo umano. Sempre più persone ci stanno male, sempre più persone si avvicinano alla natura, agli animali... anche ai cavalli, che peò secondo l'autrice sono priglionieri ora più che mai del nostro mondo...ma nonostante questo, molte persone che hanno un cavallo cominciano a capire quanto sia innaturale il mondo che sta loro intorno. E dice, forse i cavalli ci aiuteranno a tornare alla naturalità di questo pianeta... basta farli uscire da quegli assurdi box. Un cavallo "libero" è una cosa spettacolare, e secondo lei tanti cominciano a rendersene conto, a cominciare a togliere gli strumenti di tortura. Non è una moda secondo lei... un ritorno, un passo fondamentale dice. Molto ottimistica come cosa...

A tale proposito mi viene in mente...



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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13/11/2008 08:45
 
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il mio branco sull'Amiata
Questa storia sembra una favola ma è vera.

Questa storia dura sette giorni. O sette anni… sette secoli. Non ricordo.

Era solo una stupida vacanza. Un campo del WWF. “Vita da indiani” per essere precisi. Un campeggio pensato per bambini, ricreato poi per adulti. Campeggio, e passeggiate a cavallo. “Vita da indiani nel regno dei cavalli”, ecco il titolo preciso. Però firmando i moduli non credevo né che avrei fatto vita da indiana né che ci sarebbe stato un regno dei cavalli.

Non si svolge, questa storia, sulle nuvole, ma sui monti dell’Amiata, in Toscana. Nei pressi di un agriturismo. I cavalli… non potevo credere a quei cavalli. Liberi. Insomma, un compromesso… ma ettari e ettari di prati e colline solo per loro. Delle capanne per ripararsi dalla pioggia, se volevano. Basta. La prima volta che abbiamo visto il branco abbiamo pensato che erano tutti uguali. Ma già alla seconda, tutti quei cavalli beige dalle biondissime criniere erano completamente diversi. Tutti avevamo il NOSTRO. Per ognuno di noi, il NOSTRO era il più bello, il più intelligente, il più bravo. Ma gli altri si sbagliavano. Ovviamente la più bella, la più intelligente, la più brava era la mia.

Alla mattina lasciavamo le tende da indiano e andavamo da loro. E il branco, vedendoci, correva verso di noi. Ed ogni volta lei veniva. Da me. Ogni mattina. Mi trovava e mi distingueva come io trovavo e distinguevo lei. Si staccava dal branco, e veniva da me, da un’umana. Ogni mattina la abbracciavo, respiravo sul suo collo il suo buonissimo odore… odore di cavallo, piante, alberi… e chissà che altro. Odore di libertà… la spazzolavo, ogni mattina. Le facevo un bel massaggio. E poi lei si faceva sellare, e imbrigliare, e poi salivo. Tutti facevamo così con il nostro cavallo. E il branco ci portava in giro. Sembrava pensassero: sì, portiamoli un po’ in giro ‘sti impediti… e noi dovevamo adeguarci ai loro comportamenti… alle loro simpatie, alle loro gerarchie. Loro erano selvatici, un vero branco. Lo stallone era lo stallone, la femmina alfa era la femmina alfa. E se due cavalli si stavano antipatici mai farli avvicinare. Ma a parte questo, loro, proprio perchè erano selvatici, erano calmi e tranquilli. Erano equilibrati perchè erano cavalli, vivevano da cavalli, non venivano riposti nei box come delle macchine... non avevano bisogno di sfogarsi. Per ognuno di noi il nostro cavallo era un mito, un eroe… ma anche ai nostri cavalli non spiaceva la nostra compagnia… andavamo in giro su e giù per monti e dirupi, guadavamo laghetti meravigliosi… insieme, noi e i cavalli. I cavalli, noi, e la natura. Basta. Non ci serviva nient’altro… né a noi, né a loro. Lei era… straordinaria. Lei ha ancora un pezzo del mio cuore conservato dentro al suo. Lei era parte di me, e io ero parte di lei. Non credo che a lei interessasse quanto fossi umana. Non credo che a nessuno dei cavalli importasse. Eravamo amici e basta. Eravamo parte della loro vita, della loro gerarchia.

E al pomeriggio, tornavamo. Le toglievo la sella, la testiera. E la lasciavo andare col suo branco Libera. Vai, pensavo, dolcezza, vai libera per tutto il pomeriggio, tutta la notte. Libera col tuo branco, libera di essere un cavallo. Ci vediamo domani mattina… se vorrai venire ancora da me. E lei tornava, alla mattina. E io la abbracciavo, e tutto ricominciava. Per quante volte? Un’eternità credo…

Il pomeriggio tornavamo umani. Visitavamo paesini e boschi, parlavamo, litigavamo, anche tra noi si stabilivano gerarchie. La sera ci scaldavamo davanti al fuoco… la notte dormivamo nei tepee. E’ risaputo, io soffro di insonnia. In quella tenda ho fatto le più grandi dormite della mia vita. Tranne poche ore pomeridiane al giorno, io mi sentivo parte della natura. Un concetto ridicolo espresso così. Il mondo aveva un senso. Io stavo bene, ero rilassata e felice come mai in vita mia… mi addormentavo al tramonto e mi svegliavo all’alba; la notte mi cullavano il canto dell’allocco e delle cavallette che terrorizzavano le mie compagne, e perfino il suono della pioggia che entrava in tenda dal buco centrale. Alla mattina, si mangiava e poi, dal branco. Era tutto stupendo: semplice e grandioso, rilassante, pieno di colori, di luci di suoni… io mi sentivo parte dei suoni della natura, immersa nei suoi colori, cullata dalla sua semplicità. Ero parte di lei, della natura, tanto quanto lo era la mia splendida amica cavalla.

Poi è finito tutto… non so perché, ma ero in qualcosa di così eterno, qualcosa che c’è fin dalla notte dei tempi e ci sarà sempre e mica me lo aspettavo che potesse finire… ma è finito. Ero molto triste… andando in pullmino verso la stazione le siamo passati vicino. C’era il branco… l’ho vista. Non so che mi è preso. Volevo vedere il suo volto regale e attento che mi guardava, volevo che lei e tutto il suo mondo non mi lasciassero. Ho abbassato il finestrino e l’ho chiamata. La guida mi ha subito ripresa. Così è peggio, diceva. Ma lei mi ha sentita. Ha drizzato il capo, e le orecchie… ed è corsa verso il pullmino, staccandosi dal branco. Poi l’ho vista fermarsi, era intelligente e aveva capito che il pullmino non avrebbe frenato per noi. E poi, piano, è tornata al branco. Ho realizzato che era tutto, tutto finito... Le ho detto addio, ma non facevo altro che pensare: io da qui non me ne vado, chi se ne frega di veterinaria, mi metto in ginocchio e li imploro di farmi fare la sguattera, tutto pur di star lì… e Aky e Mos me li sarei fatti portare. Non volevo lasciare quel mondo. E mi è ancora poco sopportabile l’idea che QUEL mondo è il NOSTRO mondo, non un paradiso, il nostro, il nostro… semplice, armonico, colorato bellissimo mondo. Perché la vita non poteva essere come quella vacanza? Perché abbiamo dovuto complicare tutto e rendere questo paradiso grigio, pieno di frastuono, di stress, di agitazione, invivibile? Perché?

Ora si parla di monta “naturale”. Ora si dice: “Aprite i box… fate uscire i cavalli… state a terra con loro… imparate da loro, giocate con loro…”. Ora sempre più gente rivuole la natura… e gli animali non possono fare altro che insegnarcela.

Speriamo bene.



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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16/11/2008 23:22
 
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Ma è meraviglioso! Davvero è possibile fare esperienze del genere, tramite il wwf?
Davvero, se avessi potuto farla un po' di tempo fa'! Sembra quasi una cosa da sogno, meravigliosa e stupenda tanto da parere ireale, una cosa che mi posso solo immaginare, che mi appare come un sogno irraggiungibile. Un'esperienza che una volta sarebbe stata capace di rimettermi in vita, almeno per un po' (circa l'insonnia: parli con una alla quale quel flagello ha funestato -e tuttora continua!- tutta la vita. Chi non la conosce non può rendersi conto di quale calamità si tratti..)

...Senti, siccome abbiamo parlato tanto di cavalli, mi è venuto in mente di postare ora uno dei capitoli della mia...ehm...opera (quella del lupo-cane) in cui, non volendo trascurare proprio nulla, ho raccontato un episodio in cui il protagonista in pelliccia naturale ebbe a che fare direttamente con un cavallo (povera creatura! Il cavallo, intendo.)
E' un'episodio realmente accaduto che mi fu raccontato da qualla sua sottospecie di capobranco. Fu una delle sue "prodezze" ridanciane (per chi legge, forse. Per il cavallo co-protagonista, non credo, purtroppo!)
Lo so, è irregolare che lo metta ora, perchè, essendo già terribilmente ridondante e confusionario di suo, segue comunque un suo filo logico e cronologico; nonostante la confusione nella stesura avevo disposto i capitoli secondo un ordine preciso basato su un certo criterio che forse si può comprendere solo alla fine... contando sulla comprensione e generosità di un un improbabile lettore. Ma significa pretendere troppo da chiunque.
Intendevo dire che passo direttamente al capitolo 17, dal 4...mi viene di fare uno strappo alla regola perchè voglio raccontare subito questo incontro-scontro del lupo-cane con uno strepitoso cavallo!
E chiedo scusa a te e ad ogni improbabile lettore per questa scelta sbagliata che forse renderà ancor più meno fluida, più indigesta la narrazione! Perchè buttata così allontana ancor più dall'essenza, dal vero "cuore", dal recondito intimo messaggio che ho inteso, molto petenziosità mi rendo conto, inserire in quel lunghissimo racconto.
Finora risulta la semplice narrazione delle avventure di quel pestifero cane, una vera "apocalisse a 4 zampe"! Beh, non è tutto così', però, anzi, solo una minima parte è dedicata alle sue "avventure". Il resto è intimistico, si colloca tra lo pseudo-filosofico-riflessivo-intimistico e il delirante.

...Ma mi viene da metterlo ora, e sia quel sia! Vado a postarlo nella sezione apposita.

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17/11/2008 08:27
 
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Allora corro a leggerlo! (ahi ahi, per il cavallo la vedo male...). Io credo che l'ordine poi in qualche modo si capirà. Ma non credo che sia la cosa più importante in un romanzo, l'ordine.

Riguardo all'esperienza mia non la credevo possibile anche io. Ero abituata a cavalli in attesa del box e basta. E in più, mi viene pure dal wwf. Ma avrò sognato? a casa ti recupero le foto. Se vuoi per mail ti dico il nome dell'agriturismo (qui sarebbe pubblicità?). Per ora ne ho solo una.

[IMG]http://Free Image Hosting at www.ImageShack.us

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Lei però non c'è.
[Modificato da Akyaky 17/11/2008 08:32]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
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mentre il cipresso nella notte nera
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Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
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F. de Andrè

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17/11/2008 16:46
 
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Bellissima quella foto. Sì, se vuoi darmi quell'indirizzo lo gradisco.
Baci.
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18/11/2008 08:57
 
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Spero che ti sia arrivato se no batti un colpo :D



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
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mentre il cipresso nella notte nera
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la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
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21/11/2008 10:49
 
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Ehm...no, il nome dell'agriturismo non l'ho ricevuto.
Ma forse potresti metterlo anche qui, vedo che in altri forum lo fanno... non ne sono sicura, però, ora il capobanco è assente...
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Post: 1.345
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22/11/2008 00:29
 
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Il tuo racconto era talmente bello che non ho potuto fare a meno di copiarlo e metterlo sull'altro forum, nella sezione cavalli, specificando che l'avevo tratto altrove e che si trattava dell'esperienza fatta da una mia amica.
Infatti la mod ne è rimasta affascinata, ecco il suo commento.


"Che esperienza fantastica... vorrei avere l'occasione un giorno di vivere questa avventura di persona, in campeggio dormendo in mezzo alla natura e rapportandomi in modo del tutto naturale ed istintivo con gli animali del posto...
C'è una frase in particolare che mi ha colpita


Citazione:
Ma a parte questo, loro, proprio perchè erano selvatici, erano calmi e tranquilli. Erano equilibrati perchè erano cavalli, vivevano da cavalli, non venivano riposti nei box come delle macchine... non avevano bisogno di sfogarsi.

Questo dovrebbe far capire come ormai distorciamo la natura, e non meravigliamoci poi se all'improvviso il tranquillissimo e straviziato cane di casa sembra perdere la testa senza motivo apparente e aggredisce i familiari... il fatto è che noi non siamo piu in grado di garantire ad un animale che dovrebbe vivere libero e selvatico una vita equilibrata, ma li stressiamo, li abituiamo a ritmi innaturali, ad azioni che loro non compirebbero mai (ad esempio le corse ad ostacoli per i cavalli.. che in natura non saltano certo a comando! Anzi non lo fanno proprio se non per motivi seri..) e quindi forse dovremmo essere un pò meno egoisti e lasciare gli animali alla natura, per quanto possibile...

Ci sono animali che si adattano di più ad una vita con l'uomo ed altri meno, io ad esempio sono estremamente contraria a prendere animali come iguane, serpenti, tartarughe, pappagalli, canarini e sbatterli dentro teche e voliere per il piacere egoistico di avere un pezzo di natura nella nostra stanza da dominare... forse lo stesso ragionamento varrebbe per cavalli, cani e gatti, e conigli e criceti...
Non sarebbe giusto strapparli alla natura, anche per questo sono contraria alla compravendita degli animali, non solo per il fatto che si mercanteggi la vita... ribadisco quello che ho detto tante volte, non comprate gli animali ma adottateli! Perchè purtroppo una volta in commercio, ogni tipo di animale è soggetto ad abbandono, e perfino un cavallo può non essere acquistato ma adottato...
Certo non sarebbe comunque libero... ma almeno potrebbe vivere una vita decente e piena d'amore, e non si contribuirebbe al commercio di vite che per natura dovrebbero essere libere!"




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24/11/2008 08:44
 
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Grazie io... sono lusingata.

E bhè, sono d'accordo riguardo a quello che dice questa ragazza. La frase che l'ha colpita non è proprio proprio mia: è una verità,che mi è stata detta diverse volte e che grazie al cielo si sta facendo strada nel mondo dei cavalli... da parte delle persone più intelligenti. Per fortuna!

Io per non fare casini mentre i capi non ci sono ti mando via mail l'indirizzo del sito... batti un colpo se ti arriva!



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
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Quando brillava il vespero vermiglio,
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quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
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29/11/2008 10:32
 
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Ehm... scusate la mia brusca interruzione, ma Akyaky, quel link che hai messo prima non mi piace proprio [SM=x1169388] (scherzo)
Volevi forse dire questo?
it.youtube.com/watch?v=n7zW3P1UURI

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Post: 1.436
Sesso: Femminile
30/11/2008 23:45
 
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No, no Marina, non è quello... non so cosa è successo alla pagina che ho linkato (ora non piace più nemmeno a me!!!:)... non riesco più a trovare la storia di quella ragazza e di good fire... temo che il video sia stato rimosso... :((((((((((((



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
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"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
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Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
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F. de Andrè

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01/12/2008 12:52
 
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Io non l'ho rimosso quel video, non ne sarei neppure capace... chi può averlo fatto?
Ma era questo, vero?
it.youtube.com/watch?v=N7__OFKQiU8


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Post: 278
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01/12/2008 19:20
 
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Confermo. Appare una dicitura in alto che dice che è stato rimosso dall'utente. (SOB :()

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01/12/2008 22:49
 
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Peccato davvero... era bellissimo.
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Post: 1.436
Sesso: Femminile
02/12/2008 12:01
 
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che io sappia non potevi rimuoverlo tu ciuteina... solo chi lo ha messo



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

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Quando brillava il vespero vermiglio,
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02/12/2008 14:58
 
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No, certo che non potevo rimuoverlo... Ogni tanto scrivo una castroneria pazzesca, non fateci caso... :))
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Post: 1.436
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15/12/2008 01:38
 
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Il video è stato tolto... ma siccome è un'esperienza comune... ecco una storia simile. Forse la cavalla non è morta; ma al proprietario non interessava il sentimento che la legava a questa quattordicenne...
it.youtube.com/watch?v=mKHHyozZ_F0&feature=related



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

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e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
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