La Caccia Selvaggia e il Cacciatore Furioso

L’interpretazione che suggerisci è molto bella, Morgana.

Ho riferito quella della punizione soltanto perché è quella che ho trovato, e l’ho semplificata troppo, anzi orribilmente, giacché intorno alla «punizione» si raccoglie un complesso mitico arcaico e molto profondo, che ha suggerito molte altre interpretazioni non meno ricche, e che può sicuramente ispirare meravigliose intuizioni su Artemide, la quale, con l’altra dèa lunare di cui abbiamo parlato, Hecate, è una delle manifestazioni più antiche della Grande Dèa della Vita, della Morte e della Rigenerazione…

Non ne so abbastanza, quindi non tento di dire altro, se non che sono estremamente incuriosito, affascinato, e cercherò di comprendere meglio Artemide attraverso questo mito…

Premetto che purtroppo il collegamento ai cani e dunque a Ecate non l'ho ancora approfondito benissimo, ma volevo segnalarvi un sito che tratta la Dea dalle sue origini e la collega a molte altre figure: www.deaecate.it
Secondo me questo è un off topic, perdonatemi, ma in questo periodo invernale Ecate è una figura importantissima per me tanto quanto sta diventando importante la questione sulla Caccia Selvaggia, il collegamento è ovvio e scontato

Riporto solo un pezzettino, il pezzettino di testo che riguarda i cani come simbolo del mondo ctonio, sono cose già dette e ripetute qui, ma ci tengo comunque a citarlo:

.."Il cane è invece simbolo dell’Oltretomba, antica guida per i morti. Le apparizioni o la presenza di Ecate ai crocicchi era manifestata proprio dai latrati lontani dei cani. Il collegamento del cane con il mondo ctonio la ritroviamo nella figura di Cerbero, mitico cane custode delle porta dell’Ade"...

Adesso torno a focalizzare un po' meglio l'obiettivo Caccia Selvaggia.


Cito Morgana:
passaggio da predatore a preda si collega intimamente con il ciclo naturale della Natura, del Tempo e del Sacrificio, un cerchio di ritorno...Ogni elemento in Natura può essere preda o predatore alternativamente, e credo personalmente che questo sia un Mistero di grande fascino e importanza...

Il tuo ragionamento mi ha dato molti spunti, grazie stellina, è davvero una chicca preziosa!

Cara Tana, la tua dolcezza manifesta è altrettanto preziosa...Non ringraziare me per questo pensiero intuitivo bensì tutte le fanciulle che hanno partecipato alla discussione e Alessandro, con le loro parole mi accompagnano nel cammino della scoperta e della magia...

In "Avalon Within" c'è una bella parte sulla simbologia della collina (tumulo, collinetta e quindi anche montagna), come passaggio tra i due mondi, e quindi come passaggio della Caccia Selvaggia, che come abbiamo visto è quasi sempre legata strettamente alla montagna, in quanto da essa esce per entrare nel mondo sensibile e poi rientra per uscirci e rientrare in quello sottile.
Riporto una mia traduzione libera:

"Proprio come il grembo è il portale attraverso cui noi entriamo nel piano fisico, i Celti veneravano le colline come luoghi liminali attraverso cui era possibile passare da un Mondo all'Altro. La Mitologia Gallese illustra questo tema nel primo Ramo dei Mabinogion, dove vediamo la Dea Rhiannon, nelle vesti della Fanciulla dell'Altromondo, cavalcare fuori dal tumulo di Arberth. Il folklore riguardante i tumuli fatati abbonda all'interno della Tradizione Celtica, elencando le mistiche proprietà di quelli che sorgono lungo il paesaggio delle isole Britanniche."

Queste colline o montagne sarebbero quindi dei Passaggi e i Confini tra i due mondi.
Ovviamente ce ne siamo già accorti leggendo le varie versioni della Caccia Selvaggia, come anche le leggende secondo cui Gwynn ap Nudd e altri dimorerebbero all'interno di una collina o di qualche montagna fatata. Anche le leggende delle nostre parti (ovvero dell'Italia che un tempo era territorio celtico) sono piene di accenni a montagne o colline fatate, magari vicine ai laghi o al loro centro... secondo certe storie in certi periodi dell'anno in cui i veli si assottigliano (come forse gli stessi periodi nei quali compare la Caccia selvaggia) si potrebbero aprire delle porticine magiche in queste colline o montagne fatate... che chissà dove mai porteranno...

Questa immagine del tumulo, della collina, della montagna è bellissima, Violet. Non credo di poter aggiungere qualcosa di nuovo a quello che hai già riferito, ma provo ad appuntare qualche ricordo alla rinfusa. I tumuli sono spesso vicini ai monumenti megalitici, che sono a loro volta luoghi liminali di accesso all’Altrove e al mondo infero. È stato suggerito che le grandi pietre potrebbero simboleggiare la montagna, che è a sua volta simbolo della Madre: Marija Giumbutas, ad esempio, la interpreta come simbolo del Ventre Gravido della Madre. Non mancano i tumuli che contengono dolmen, i quali sono interpretati sempre da Gimbutas come simboli dell’utero: la morte come ritorno al grembo che prelude alla rinascita (lo stesso simbolismo che si trova in forme diverse in miti e leggende). E non mancano le leggende in cui un monte contiene il regno infero di una dèa, a cui si accede attraverso una grotta decritta come un dolmen: ad esempio, la Montagna della Sibilla. Mi sembra un intreccio simbolico molto complesso e molto significativo: bellissimo.

E scrisse Robert Kirk nel suo libro sulle fate:

«Ci sono molti luoghi, chiamati colline dei “fairies”, che i montanari pensano empio e pericoloso denudare o scoprire prendendo terra o legna da essi. Perché credono superstiziosamente che le anime dei loro predecessori abitino là e a tale scopo (dicono) venne consacrato un castelletto di sassi o un monticello vicino ad ogni cimitero per accogliere le anime finché non risorgessero i loro corpi giacenti lì vicino, e così divenne come una collina dei “fairies” perché essi usano corpi di aria quando devono andar fuori» (Robert Kirk, «Il Regno Segreto», a cura di Mario M. Rossi, Milano, Adelphi, 1980, pp. 30-31).

(Perdonatemi se aggiungo un ricordo emozionante: le visite a due tumuli bellissimi, in Bretagna… Per me in quelle occasioni si aprirono soltanto le porticine terrene, ma la sensazione che potessero aprirsi anche porticine magiche fu più che meravigliosa e ispiratrice di sogni, e non si è mai dissolta… Come hai scritto, Violet: «chissà dove mai porteranno»… )

Dolce Viola, spero che ti guidino su nuovi sentieri di scoperta, su ali di sensazioni inesplorate, su nuovi mondi interiori riflessi nelle nebbie

Ricordo in Irlanda la sensazione quasi impercettibile nel trovarsi sulla sommità della mistica collina di Tara, tumulo che ha la bellezza dell'alba. Sentivo come distrazione fastidiosa, quasi come il ronzio insitente di una mosca lontana, le voci dei turisti e persino il vento gelato che sibilava gentile...

Tutto ciò che cercavo era il silenzio assoluto, e mi pareva di poterlo scorgere tra i fili dell'erba incolta, come se la percezione visiva di colori e riflessi potesse trasportare una piccola e minima parte inascoltata di me nell'ovatta nebbiosa di un luogo sconosciuto...Sono stati istanti che nell'inesperienza non ho saputo apprezzare e vivere pienamente, ma ciò che ci ricorda Violet non penso sia soltanto mito...

Usare parole e scrittura per descrivere l'esperienza della magia interiore credo sia impossibile, forse innaturale, e non posseggo ancora la capacità per poterlo fare rendendole giusitizia. Chiedo solamente, tracimando dagli argini di questa discussione ma seguendo le suggestioni che essa mi regala, se l'incanto, l'energia antica e imprigionata di questi luoghi puri sia percepibile, racchiusa nella natura che li popola, anche perchè legata al culto ctonio della notte, della nebbia, della morte, poichè tumuli e pietre sacre spesso custodisocno il riposo di figure che sfumano tra leggenda e mito...Trovo affascinante questo aspetto, spero perdonerete l'off-topic.

Un bacio nevoso