Cari papa' e mamme, ho deciso di vincere la mai ritrosia a vivere le cose da solo e quindi vorrei lasciare qualche riflessione spero utile e comunque sincera. Perchè a noi?, non eravamo, forse, piu' o meno tutti, gia' provati dai dolori della vita?. Lo so questo sembra uno sfogo, forse lo è, e comunque non ci vedo nulla di male, anzi, se avete delle risposte, vi prego di scrivermele presto in quanto io mi sforzo di vivere normalmente, di essere presente ed affettuoso con mia moglie e mia figlia però vorrei urlare a tutti il mio dolore lacerante che la gente non conosce, sottovaluta. Vi ringrazio del conforto che date piu' che quotidianamente a mia moglie che, diversissima da me, esterna ogni secondo il suo stato d'animo. Spero di poter essere presente al "raduno" per potervi vedere e conoscere e capire da voi come si vive appieno questa cosa, in quanto siete probabilmente piu' bravi di me. Devo confidarvi che nessuno dei miei amici ha avuto il coraggio di chiedermi nulla e di confortarmi in qualche modo e questo vuoto mi e' rimasto dentro in maniera forte, avverto proprio il senso di solitudine. La cosa che piu' vorrei al mondo, ci penso spesso, e' di poter vedere mia moglie con uno scricciolo in braccio, SE LO MERITA, ANZI LO MERITIAMO, ma non so proprio se sara' possibile. Vi invito a rispondere presto perche' ho veramente bisogno di calore e di parole di conforto.
Se qualcuno di voi e' religioso come me, come spiegarsi e soprattutto accettare questa prova indelebile? e' curioso che mi sembra decisamente di stare peggio adesso a distanza di sei mesi che non il giorno stesso, solo adesso rivedo le immagini di quella giornata, le parole degli infermieri ed il susseguirsi drammatico degli eventi.
La vita continua e non intendo non godermela proprio come risarcimento.
Vi auguro una buona serata con i vostri affetti e per chi ne e' momentaneamente privo, vi auguro di trovarli al più presto.
Antonio papà di ANNA