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radio romane

Ultimo Aggiornamento: 18/04/2024 23:48
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22/12/2008 15:42
 
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lucaDM82, 11/12/2008 12.39:

Ecco,e anche Petrucci timbra il cartellino;tenetevi forte...

"Bastaaaa con questa storia della società...'eh,la società,la società,ce deve comprà'(con tono da demente)'...questa società ha agito benissimo...c'è menez,c'è totti...BASTAAAAAA!!!...NON ABBIAMO BISOGNO DI NILMAR,DI PAZZINI E PIPPETTINI VARI!!!STIAMO BENISSIMO COSI'!!!NON NE VOGLIO PIU' SENTIRE PARLARE DI MERCATO!!!A GENNAIO NON CI SERVE NESSUNO!!!"





datato una dozzina di giorni fa è...

tenetevi forte...

articolo di oggi..


L'attesa dei lungodegenti


STEFANO PETRUCCI

Diciamolo subito: l’amarissima batosta del Cibali interrompe una serie magica, che ci ha fatto legittimamente sognare per quasi due mesi, ma difficilmente brucerà le reali ambizioni della Roma in campionato (un quarto, meglio ancora un terzo posto). La squadra si è ormai ritrovata, dopo l’inizio terrificante, e dovrebbe ora sfruttare la sosta di fine anno per ricaricare le batterie e rituffarsi con nuove energie nei micidiali cinque giorni – la sfida col Milan all’Olimpico l’11 gennaio, il recupero con la Samp il 14 – che potrebbero concretamente rilanciarla verso il podio del campionato. Detto questo, resta da interrogarsi sulle ragioni che hanno portato la banda Spalletti a consumare una domenica così malinconica, in cima alla formidabile striscia positiva inaugurata il 4 novembre con il trionfo sul Chelsea in Champions League. Che è successo, a Catania? E’ successo, con ogni probabilità, che il gruppo saltato sulla giostra da sette settimane si è ritrovato all’improvviso col fiato mozzo. E magari con qualche certezza di troppo. Forse De Rossi e compagni hanno pensato che contro il Catania sarebbe bastata la maggior cifra tecnica, e la capacità di congelare il gioco mostrata fino a ieri, per portare a casa un altro risultato importante. Non piangiamo troppo sul mancato 3-3: un finale diverso avrebbe mascherato la sequenza di orrori sofferti per un’ora e un quarto. Sicuramente il gruppo ha avvertito lo stress di troppi impegni ravvicinati, un match ogni tre giorni negli ultimi quindici, l’impossibilità di allenarsi a dovere anche per la devastazione sofferta a Trigoria, la sinistra incapacità di recuperare gli infortunati, nell’ancora più sinistro turbinio di stop sofferti a turno, per le ragioni più assortite, da quasi tutti i componenti della rosa.
Non si gioca più in undici, nel calcio di oggi. Lo insegna l’Inter di Mourinho, che a Siena può gettare nel match la forza di cambi come Quaresma, Figo e Crespo (oltre a quella non meno decisiva del dodicesimo uomo De Marco e del tredicesimo Griselli). Ma lo insegna, rovesciando malinconicamente il discorso, anche la Roma di Spalletti, che dalla trasferta in casa del Chievo fino a ieri, uomo più uomo meno, ha potuto giostrare in media tredici giocatori: gli undici scelti inizialmente dal tecnico più Menez e Cicinho o le loro alternative. Maledettamente poco per cambiare registro, quando le cose – anche per un approccio mentalmente sbagliato alla gara – si mettono subito male, come al Cibali, su un campo sempre troppo affollato, troppo minaccioso, troppo arroventato.
Il recupero di lungodegenti che rischiano di questo passo di trasformarsi in morti apparenti – su tutti, Pizarro, Taddei e Aquilani, che a Catania sarebbero serviti come l’aria – è il primo irrinunciabile obiettivo per il mese di gennaio. Persino più importante del mercato, che peraltro non trascureremmo, compatibilmente con le possibilità finanziarie del club: un portiere che possa rimpiazzare senza incubi Doni, ieri mandato in campo con le stampelle; un attaccante che possa far tirare il fiato a Totti, schierato con appena un paio di ore di allenamento nelle gambe. Prima, però, cerchiamo in ogni modo di restituire a Spalletti almeno il novanta per cento del formidabile organico che questa società – non saremo certo noi a negarlo – ha saputo mettergli a disposizione. Anche per non far crescere nell’ambiente, e peggio ancora nel gruppo, una pericolosa suggestione. L’idea che, visto quanto sta capitando in campionato, sia meglio concentrarsi essenzialmente sulla Champions League. Guai a credere che, a questo punto, tanto vale puntare dritto sul 27 maggio. In fondo doveva temerlo Spalletti, che alla vigilia aveva ammonito tutti: «Il nostro Arsenal oggi è il Catania». In effetti, Morimoto sembrava Adebajor… No, Roma, non fare la stupida: l’Europa è una straordinaria prospettiva, ma arrivare nelle prime quattro in Italia resta fondamentale per mantenere solidità e competitività. Per i sogni, c’è sempre tempo.



tralasciando l'errore per come ha scritto adebayor [SM=g27987] (d'altronde non mi sorprende, da uno che chiama wenger "wenjer", se vede che c'ha la "j" facile [SM=g27989] ), si registra l'ennesimo cambio di rotta sulla questione mercato...

beeeeeenisssimooooooooo...avanti così! [SM=g27987]

che coerenza!

ora che totti s'è rotto e ne avrà probabilmente per quasi 2 mesi, ritorna a dire che servirebbe un attaccante a gennaio...ma bene!

e già, perchè gli infortuni, le squalifiche non sono contemplate nell'arco di una stagione, no...o almeno loro non le consideravano...pensavano di avere totti,vucinic sempre abili e arruolati...


hahahahahaahah

che tajo sti tipi!
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