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Calciomercato

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2024 17:02
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Città: ROMA
Età: 55
Sesso: Maschile
21/11/2008 16:36
 
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Re:
giove(R), 20/11/2008 15.08:



5 righe sul messaggero e 5 minuti a fa il simpatito e il personaggio su retesport, angelò, è il massimo per te.




articolo di Angeloni:

Qualche tempo fa, in un momento molto delicato per la Roma e per il suo spogliatoio, auspicammo di rivedere (a breve) la squadra giallorossa riunita a cena davanti a un tavolo, come ai vecchi tempi, lontano da Trigoria. «Meglio una pizza», scrivemmo. Meglio una pizza di tante polemiche, di troppe incomprensioni nello spogliatoio. Una birra, una serata tutti insieme, dove i colleghi diventano amici. Eccola, finalmente. La squadra, quasi tutta (solo due assenti: Doni e Vucinic), compresi i dirigenti, Conti e Pradè, più il tecnico Spalletti, con uno dei due suoi figli e gli uomini del suo staff, si è ritrovata attorno a un tavolo, ieri sera, in un ristorante all’Aventino. A parlare, a scherzare, anche a divertirsi. Ripristinate le vecchie abitudini. Nell’ultimo periodo, questa voglia era mancata. E a dire il vero, con essa, erano mancate pure le occasioni: la Roma ha giocato una volta ogni tre giorni, non c’è stato troppo tempo per organizzare e quel poco tempo libero, i giocatori lo hanno trascorso con le famiglie. Una mezza ipotesi di cena, c’era stata la settimana del derby. Saltata, però. Hanno preferito questa, aspettando il rientro dei nazionali.
L’idea è stata della squadra, il conto a quanto pare lo ha pagato Totti che dopo cinque anni è tornato a vincere un derby da giocatore e non da spettatore. Il capitano a fine serata ha organizzato il brindisi: quattro bottiglie di champagne e stelle filanti per festeggiare il successo sulla Lazio. Panucci si è fermato solo mezz’ora: era con il piccolo Juan che non può certo far tardi la sera. Le promesse di Cicinho e Menez, dopo i rispettivi errori a Bologna e nel derby, salutando un gruppo di tifosi. Quella del brasiliano: «In Champions arriveremo in finale». Quella del francesino: «Al ritorno faccio due gol alla Lazio».
Tutto cominciò, come ricorderete, nel dicembre del 2005: la Roma aveva appena giocato contro il Chievo, Tommasi, ex giocatore e ancora tifoso del Verona, era molto felice per la vittoria e pagò la cena a tutti. Ma non c’era solo il successo contro il Chievo da festeggiare. Stava andando via Cassano, il gruppo si rifaceva il trucco, sia fuori sia dentro il campo, era l’inizio del modulo Spalletti, il 4-2-3-1, con Perrotta trequartista e Totti prima e unica punta. La cena successiva la pagò Francesco, poi ancora Panucci e a giro un po’ tutti gli altri. Stavolta, la squadra intera ha tirato il resto del gruppo. Si scrive nella bacheca della palestra la data, il posto e ognuno firma la sua adesione. Mancini, ora all’Inter, spesso disertava gli appuntamenti del passato. Non si sentiva integrato fino in fondo.

Adesso il derby ha ridato una carica diversa. Dietro a queste cene c’era e sicuramente ci sarà una fin troppo evidente forma di scaramanzia: portava bene e dovrà continuare a portare bene. Un flusso magico che aiutava la squadra ad ottenere le vittorie in passato e che tutti i giallorossi si augurano possa ridare adesso quella positività. Magari già da Lecce. «Dopo la vittoria nel derby si lavora sicuramente meglio; c’è più serenità e, come abbiamo sempre detto, quando c’è la tranquillità si riesce ad esprimere meglio tutta la squadra, viene fuori la qualità dei calciatori», ammette Luciano Spalletti. Il tecnico è anche tornato sul tema modulo (a rombo): «Le modifiche del modulo di gioco sono state una iniezione di fiducia perché i risultati confermano che possiamo giocare in questa maniera: avere più affollamento dentro il settore centrale del campo è una cosa che può dare vantaggi sotto molti aspetti. Adesso, come rendimento, siamo sotto le nostre possibilità ma continueremo a lavorare perchè, secondo me, c'è possibilità di migliorare».
Domenica a Lecce, Vucinic incontra il suo passato, la squadra che lo ha lanciato, la città dove ha trovato molto amici e dove, con la maglia della sua nazionale, a metà ottobre ha affrontato l’Italia di Lippi, segnando pure un gran gol. Lecce gli porta bene, insomma. E non vuole mancare. «Sono molto grato a quella città e a quella maglia. A Lecce sono diventato uomo».

ecco, come volevasi dimostrare, le cene sulla squadra. chissà se alemno no strapuntino al ristorante per lui l'hanno trovato.
in ogni caso sono cose che accrescono molto la consocenza del calcio, sopratutto internazionale.
la pizzata di squadra, certo...

poi non ci lamentiamo se scrive di pallone uno così, e si permette di sputare sentenze senza fondamento, anzi destituite di ogni fondamento, su giocatori internazionali, facendo (come chief ha fatto notare) una serie di strafalcioni, e mostrando di non conoscere nulla nemmeno su quelli al top (mi riferisco al fattoc he a 25 anni V.Nistelrooy e V.Basten erano ancora a "segnare solo in Olanda").

questa è la gente che parla di pallone a Roma. gente che conosce più tipi di pizza che giocatori.
per questo scrive sti pezzi magistrali


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