Noi lo conosciamo bene, nel 1990 ha interpretato Tommy Gunn in Rocky V ma in realtà Morrison è tutt'altro che un attore... anche se la sua vita per certi versi pare proprio un film.
La sua reputazione ha preso più cazzotti di lui e saper incassare non è bastato. Tommy Morrison l'anno scorso è tornato a combattere sul ring... dopo 11 anni passati a combattere in laboratorio, un test dopo l’altro per dimostrare di essere negativo all’Hiv.
«Non sono mai stato sieropositivo, sono finito dentro un incubo e non ho più la forza di essere arrabbiato, voglio chiudere con questa assurda storia che mi perseguita. Questo errore mi ha rovinato la vita».
L’errore risale a una notte del 1996 e non è mai stato riconosciuto tale. Nessuno ha mai detto che il test sostenuto da Morrison, quando era nel miglior momento della carriera, fosse uno sbaglio. Più discretamente, le infinite commissioni hanno certificato che «il suo stato di salute è cambiato».
La sua storia è molto classica e raprpesenta uno stereotipo del boxeur: infanzia maledetta con sevizie familiari, gioventù bruciata tra strade e sesso prematuro come quello consumato a 13 anni con la sua baby sitter e molto pubblicizzato dopo i suoi primi successi. I pugni lo hanno redento e tolto dalle risse di quartiere e dai giri loschi, ma non dal flirt facile.
«Ho smesso di contare le mie amanti, sono un numero astronomico, ho avuto tre donne al giorno per sei o sette anni». Si vantava così ai tempi di Rocky V.
Tommy Morrison, il Duke era campione dei pesi massimi, si era preso la cintura contro quel che restava di George Foreman nel 1993 e da lì in poi ogni pugno è stata una foto. Biondo, massiccio, faccia intatta, il re dell’incasso piaceva ai pubblicitari e ai promoter, uno di loro ha invitato Sylvester Stallone a guardarlo battersi e il Duke ha trovato una parte prima di stendere l’avversario.
Anche il vero Morrison è dovuto scappare quando alla vigilia di un combattimento è risultato Hiv positivo. Tutti hanno pensato alle sue innumerevoli avventure sessuali. Forse pure lui, perché prima di urlare al complotto si è ritirato senza nemmeno tentare una via legale ed è scivolato oltre i margini da cui era venuto. Aveva già due figli da due donne diverse e ne aveva sposata una terza che gli è rimasta accanto negli anni bui. Prima di essere bandito ha perso la cintura contro Lewis.
Le sue analisi si sono ripulite, l’immagine no. Troppe scosse, i test negativi, il carcere, il fratello detenuto nel Missouri, condannato per stupro, i traffici illegali: «Forse sto pagando tutto il male che ho fatto».
Cosa ne pensate del pugile da molti definito la speranza bianca?