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KOKOSZKA ADAM ... dalla Polonia con furore

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2009 16:13
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Kokoskza, esordio da dieci... e lode
«Che emozione la mia prima gara!»
Il polacco: «Ho passato momenti duri, ora non mi fermo più»


L’AVVENTURA di Adam Kokoszka è una di quelle che partono da lontanto. È una storia che quando te la dicono non puoi fare a meno di sorridere. E quando hai finito di ascoltarla, guardi il diretto interessato e ti rendi conto che uno così arriverà lontano. O perlomeno ci proverà. Il ‘polacco’ non è uno che si fa problemi.
Questo ‘polacco’ è un tipo tosto: lascia il Wisla Cracovia con l’articolo 17 («il Milan della Polonia», dice lui) per venire in Italia, passa due mesi ad allenarsi senza parlare una parola di italiano, arriva a settembre e si trova relegato in tribuna per colpa di un documento che tarda a arrivare.
Lui però non si scompone, continua a lavorare con la serenità di chi si appresta a vivere un sogno. E poi va al mare. Si rilassa così, il ‘polacco’. «E meno male che ora posso giocare—dice lo stesso Kokoszka—perchè con questo tempo... niente mare per davvero».
A SASSUOLO è stato uno dei migliori. Titolare a sorpresa, ha vissuto la rinascita della squadra dopo la batosta interna col Pisa.
Personalità e coraggio, carattere e tecnica al servizio dell’Empoli.
Senza dubbio una delle note più liete della serata, Kokoskza vive erò la situazione in maniera serena. «Vi confesso che ero un po’ emozionato e preoccupato —spiega— visto che in fin dei conti era la mia prima partita nel campionato italiano. E poi venivamo da due sconfitte di fila, quindi bisognava per forza fare punti. È stata comunque una gran bella gara: abbiamo dato un’importante dimostrazione di forza di fronte ad un avversario di tutto rispetto».
Le sensazioni, l’emozione, il ritorno al campo dopo tanto tempo. Kokoszka ha vissuto questo e anche di più. «Non sono ancora al top della forma— dice— in fondo non giocavo una partita vera da diverso tempo. Ma in questi mesi avevo sempre lavorato bene e quindi non ho avuto difficoltà».
Non parla ancora l’italiano in maniera corretta, ma capisce e si fa intendere, come qualcun’altro... «Il mister mi sta dando una bella mano — spiega — io non parlo ancora bene l’italiano e lui non è un mago con l’inglese, ma si fa capire quando c’è da spiegare qualcosa...».
C’ERANO anche gli amici a vederlo a Sassuolo. Non la famiglia. «Sì, c’erano degli amici che si trovavano a Bologna e quindi sono venuti a vedermi — dice — la mia famiglia invece è sempre in Polonia, ma sono tutti contenti per me». Kokoszka ha un fratello, Kristof, che gioca nella Iv Serie del suo paese.
Ha 30 anni e preso verrà a vederlo giocare. Ne faranno probabilmente a meno quelli del Wisla Cracovia. «Coi giocatori nessun problema — dice — anzi ci sentiamo quasi tutti i giorni. Coi dirigenti e coi tifosi... lasciamo stare. Prima non potevo parlare perchè non avevo il transfer, ora sono loro a dover accettare la situazione».


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