Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
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09/09/2008 22:51
 
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Innanzi tutto, prima di parlare di questo ottimo libro, credo sia importante sottolineare il motivo per cui mi sono impegnato nella sua lettura. Di certo la maggior parte degli utenti del forum avrà gia la risposta, ma spero che in questa recensione incappino anche altri. Quindi perchè mettersi a leggere in inglese il romanzo d'esordio di un autore totalmente sconosciuto in Italia? Credo che l'essere l'artigiano che terminerà la Ruota sia un motivo sufficiente. Volevo farmi un'idea di sanderson prima della lettura di a memory of light, in quanto non credo che quello sarà il vero sanderson. Da qui, il volerlo conoscere veramente e magari farsi un'idea sulla scelta della Tor. Da un lato, credo che scegliere un esordiente di belle speranze già sotto contratto sia stata una scelta obbligata. Nessuno scrittore con un'identità letteraria forte avrebbe potuto accettare questo compito. Ve lo vedete goodkind che prende in mano la Ruota? Però che altre garanzie offre Sanderson? Dopo la lettura di Elantris, penso di poter dire che la scelta è stata felice. Si tratta di un autore fantasy che ha molte affinità con jordan. Prima di tutto, l'ambientazione non è classica, ma totalmente originale. Il mondo creato da Sanderson è caratterizzato nello tesso modo in cui è caratterizzata la Randland. Abbiamo nazioni con popoli che le abitano con tradizioni e filosofie loro. Anche la religione ha un ruolo importante. Le azioni dei personaggi rispecchiano questa politicizzazione di fondo, e questo approccio non può che piacere a noi fan di rj. Il sistema della magia è molto rigoroso ed al contempo originale. Il Dor viene sfruttato con la creazione di rune (vedi ciclo di deathgate) che a loro volta sono strettamente correlate, nella loro conformazione, all'ambiente geografico circostante. In più, nell'ultimo capitolo del romanzo, vediamo come gli altri popoli abbiano altre forme di magia che in modi diversi sfruttano comunque il Dor. Quindi anche in questo i due autori vanno di pari passo. Il parallelismo può continuare anche per lo stile. Da un lato rj è più prolisso, ma dall'altro i due approcciano i momenti epici in maniera simile. Alcune parti del finale di elantris potrebbero essere state prese da dumais wells. Certo, per affermare questo ho solo poche righe di un solo libro, ma mi sento ottimista. La caratterizzazione dei personaggi presenta alcune differenze. Nel trio di sanderson non osserviamo la crescita del gruppone di jordan (che ha comunque avuto a disposizione 11 volumi), e raoden e sarene restano abbastanza simili a se stessi. Hraten invece ha un cambiamento profondo e coerente che lo rende il meglio riuscito dei tre. La bontà di fondo di un uomo spinto dalla fede e dal senso del dovere a compiere azioni di cui si pente e la "redenzione" finale fanno di Hraten un ottimo personaggio in assoluto. Relativamente all'intreccio, il giudizio è un po' meno positivo. Molte azioni sono troppo frenetiche e si fa fatica a digerirle ed a passare da un setting al successivo. Complessivamente però il tenore degli intrighi è molto razionale, senza i fronzoli barocchi che si possono osservare ad esempio in martin. In conclusione, ritengo sia un ottimo libro e sono molto soddisfatto di aver già comprato mistborn, il primo volume della nuova trilogia di sanderson. I difetti connessi alla frenesia degli eventi credo siano dovuti ad un mia particolare attitudine nei confronti delle saghe. Ormai sono assuefatto, e pretendo una debita costruzione per ogni fatto. Ritengo che per ottenere questo risultato la forma della saga sia più idonea (con alcune eccezioni si pensi a mieville).
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09/09/2008 23:14
 
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che dire? grazie per il tuo grande e prezioso lavoro, penso che se avrò tempo, mi cimenterò anch'io nella lettura delle opere di Sanderson ...e tu hai contribuito a questa decisione

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12/09/2008 09:41
 
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Tutto questo sembra di buon auspicio! [SM=x494581] [SM=x494581] [SM=x494589]

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11/10/2008 17:23
 
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Già... Incrociamo le dita!
[Modificato da giugumenta 11/10/2008 17:23]
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tu che sei il nostro guru onnisciente sai quando Elantris uscirà in italia? sarà sempre edito da fanucci?
grazie! [SM=x494617]
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Re:
Illya, 28/10/2008 8.57:

tu che sei il nostro guru onnisciente sai quando Elantris uscirà in italia? sarà sempre edito da fanucci?
grazie! [SM=x494617]



Non mi pare ci siano notizie in merito. Probabilmente aspetteranno il capitolo finale della Ruota e poi decideranno se pubblicare o meno Sanderson...



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29/12/2008 12:53
 
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Ho finito Elantris giusto ieri.

Che dire?

Non malvagio. Non è un capolavoro, ma non male. Non dimentichiamo che è un'opera prima, quindi bisogna tracciare le dovute proporzioni, è ovvio che Sanderson ha usato questo romanzo come "terreno di prova" e c'è molta sperimentazione.

Nei punti positivi annovero la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto Hrathen... finalmente un antagonista a tutto tondo mosso da uno scopo reale e umano nelle sue decisioni e conflitti, anzichè il solito stereotipo del "sono un pazzoide assassino, fanatico e sadico, e non ho bisogno di dare spiegazioni in merito"... se pensiamo alla caratterizzazione classica del "prete oscuro" (es: David Eddings) qui siamo agli antipodi.

Buoni anche i colpi di scena (forse un po' troppo ammassati nella seconda parte del volume)e il sistema magico, molto logico e ben costruito... peccato che in un solo romanzo non abbia modo di svilupparsi ed essere sfruttato adeguatamente, dato che entra in gioco molto tardi.

Un po' meno mi è piaciuta la prosa, poco descrittiva a tratti, e poco "epica" se mi capite. Per dire, se confrontiamo la descrizione di Elantris e la descrizione di Tar Valon fatta da Jordan... siamo su un altro pianeta ;)

Altra cosa che mi dava un po' fastidio è il fatto che il narratore "spiega" troppo i pensieri dei personaggi. Mi spiego: viene usata la tecnica di narrazione "limited third-person POV", cioè, come in WOT, il narratore è nella "testa" del personaggio che compie l'azione e "vede" attraverso i suoi occhi, pur rimanendo in terza persona. Pero' questo narratore è un po' troppo onniscente, intercalando ai dialoghi i pensieri dei personaggi in modo un po' troppo "esplicativo" e distaccato.... non so se mi sono fatto capire [SM=x494587] In partica il narratore ci *descrive* la psicologia dei personaggi invece che farcela intuire dai comportamenti e dai dialoghi.


In conclusione, una buona lettura "leggera", evidentemente di sperimentazione, in cui una serie di buone idee si mescola ad una tecnica non molto solida. La consiglio a chi vuole farsi un'idea di Brandon, anche se a mio avviso forse sarà più rappresentativa la trilogia di Mistborn, che dicono sia più "matura" anche a livello di tecnica narrativa, e che conto di leggere se riesco a procurarmela.


"La migliore carbonara tra la Dorsale del Mondo e l'oceano Arith."

Jain Farstrider
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14/09/2009 16:58
 
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tutto ciò mi fa ben sperare^^
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Penso che frankifol abbia spiegato perfettamente le ragioni che hanno spinto Harriet e Tor a scegliere Brandon per WOT. In piu`, Brandon stesso ammette di essere stato un fans di WOT, e che Jordan lo ha influenzato molto, per esempio nel meticoloso worldbuilding. Un altro punto di contatto e` l'uso "scientifico" della magia (al contrario di Goodkind, ad esempio), che e` destinato a crescere da Elantris alla trilogia di Mistborn a Warbreaker.

Elantris ha i tanti difetti (oltre a molti pregi) di un debutto (scritto oltretutto parecchio tempo prima di essere pubblicato) che molti hanno gia` evidenziato - limitato sviluppo dei personaggi, ritmo frenetico in certi punti, uso esagerato dei monologhi interiori, uso del linguaggio e delle tecniche del discorso limitato. E` pero` un gran bel debutto (migliore, per me, dell'esordio di Jordan con Conan), che mostra un'immaginazione potente, il gusto per i finali in crescendo ed il carattere distintivo delle storie di Brandon - invertire i luoghi comuni del fantasy. In particolare, in Elantris dal pastore che diventa re si passa al re che diventa contadino. Mistborn e Warbreaker, di nuovo, seguiranno in crescendo. Un punto di elogio e` il finale, in cui la narrazione si apre ad un continente intero, chiudendo la trama ma aprendo ad un possibile seguito decisamente interessante.

Se posso permettermi, Brandon "ha studiato" per diventare scrittore, e questo e` un libro dove sperimenta quello che gli hanno insegnato (sul suo sito pubblica i "dietro le quinte" capitolo per capitolo, e mostra di sapere perfettamente cosa sta facendo). Ambientazione ridotta, uso limitato dei POV e mancanza di quest sono deliberate scelte di un esordiente che sta cercando la sua voce. Mistborn e` volutamente piu` ambizioso, un gradino intermedio verso la saga epica in dieci volumi che iniziera` con the Way of Kings nel 2010. Gia` in Warbreaker (il suo altro romanzo unico) mostra di essere uno scrittore migliore, e da quello che dice scrivere WOT lo ha aiutato a crescere ancora di piu` (nelle descrizioni, nell'uso dei POV, nell'uso dei simbolismi).

Secondo me, siamo nelle migliori mani possibili per WOT, date le circostanze.
[Modificato da Swami Holanwanda 03/10/2009 05:03]


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15/09/2010 13:56
 
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Elantris mi è arrivato una settimana fa e l'ho finito giusto l'altro ieri

nel complesso lo giudico davvero un buon libro, la cosa che mi è piaciuta più di tutte è l'invenzione del sistema magico con l'Aon Dor... qualcosa di davvero notevole ed originale, non tanto nell'uso di segni in se', ma da come si tracciano ed intrecciano e su cosa si basino... spero che Sanderson lo riprenda in mano e lo usi per un sequel (come mi pare fosse nelle sue intenzioni)

la cosa che mi è piaciuta di meno è la estrema facilità con cui Sarene e Raoden prendono la guida dei rispettivi gruppi, indovinandole quasi tutte: qualcosa di assolutamente irrealistico, improbabile e semplicistico

un'altra cosa: troppo poco sviluppo delle ambientazioni; non paiono città/paesi reali, sembrano piuttosto degli sfondi di teatro;, troppo poco "vivi" e reali, non so se mi sono spiegato bene; solo Elantris sfugge a questo giudizio, mentre invece la città di Kae, i suoi abitanti ed i suoi dintorni, il regno di Teon e tutti gli altri, mi sembrano solo abbozzati...

conoscendo la capacità mostrata da Sanderson in seguito, sia nel creare l'intreccio giusto per far emergere meglio la personalità dei personaggi, che nell'ambientazione, posso supporre che in questo romanzo di esordio si sia limitato molto, forse anche per scelte editoriali, che gli hanno imposto di non dilungarsi troppo...

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