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Mondo senza fine - Ken Follet

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2008 11:49
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Post: 952
Sesso: Maschile
01/09/2008 07:08

da una vecchia recensione di Cardini.... cosa ne pensate???


Mondo senza fine

«Non credevo in Dio vent'anni fa così come non credo oggi. Ciò che è effettivamente cambiato è la mia consapevolezza di tutto il male che può essere fatto in nome della religione… La Peste (del 1347-52) rivelò a tutti la verità: il clero era completamente impotente… La scoperta dell'infezione batterica ha permesso di salvare la pelle a milioni di persone dimostrando che i pregiudizi antiscientifici della religione non avevano alcun fondamento». Non varrebbe la pena di perder tempo e inchiostro citando questo bouquet di sciocchezze, di banalità, di errori e di bugie: se esso non fosse uscito ohimè - salvo auspicabili ma improbabili smentite - dalla bocca di uno dei più arcinoti, arciletti e idolatrati scrittori del nostro tempo; e se un intervistatore di "Panorama" di questa settimana non l'avesse religiosamente raccolto e trascritto, senza un commento che non sia ammirato e lusinghiero. Come oro colato. E di oro, perdinci, non si tratta davvero.
L'effigie di Ken Follett, il celebre autore di thrilling e di spy-stories tra i più venduti al mondo, occupa trionfale la copertina del noto settimanale, dove si annunzia esultanti: «Scienza e religione: le colpe della Chiesa» e dove si presenta il suo nuovo libro, Mondo senza fine, come «un atto di accusa contro il clero».


Il libro non è ancora nelle librerie, ma è già un best seller annunziato: e diverrà tale, per forza di cose, dal momento che la potente macchina mediatica del suo editore è già in moto e le foto dell'autore campeggiano in tutte le grandi librerie. Uno sforzo notevole, che avrà una ricaduta sicura. Ma a tutto c'è un limite. Nulla da dire sul Follett autore di thriller di successo, come La cruna dell'ago. Ma quand'egli si cimenta con i temi storici, specie quelli legati al Medioevo, bisogna dire che i risultati sul piano appunto storico sono deludenti: il suo gettonatissimo I pilastri della terra è, sotto il profilo della ricostruzione di quello che egli presenta come "il Medioevo", un ridicolo polpetto ne nel quale navigano (ed è il lato migliore) reminiscenze di Victor Hugo condite in una salsa che sta fra Disneyland e Carolina Invernizio. Non ho ancora letto Mondo senza fine, e non posso quindi giudicarlo: ma, stando alle dichiarazioni del suo autore, c'è davvero di che indignarsi.

L'intervistatore ha l'aria di aver scoperto qualcosa di nuovo e d'originale, «un Medioevo molto lontano dalla rappresentazione stereotipata di epoca immobile e priva d'innovazione». Scappa da ridere, ma scappa anche la pazienza. Da decenni la medievistica mondiale ci va al contrario ripetendo - da Bloch a Le Goff a Tabacco a mille altri - che, al contrario, il cosiddetto Medioevo (un'età convenzionalmente definibile, e comunque lunghissima, perfino oltre un millennio secondo alcuni) fu caratterizzata da una profonda sperimentazione in tutti i campi, dalla tecnologia alla politologia. Perfino un mistico come Bernardo di Clairvaux era un innamorato delle macchine, dei mulini e delle gualchiere che lavoravano nei monasteri cistercensi. Follett è liberissimo di essere ateo e anticlericale: ma, se decide di parlare del Medioevo, non è affatto libero d'ignorare tutto dell'autentica passione per la ricerca e l'innovazione che investe personaggi come Gerberto d'Aurillac, Ruggero Bacone e tanti altri: chierici, sacerdoti, religiosi e mistici, non qualche isolato sognatore alchimista o ereticheggiante.

Ma la Chiesa inventata dal Follett nel suo ultimo romanzo, a sentir lui, è una cosca di profittatori, di ladri, di sfruttatori e di violentatori. Viene la peste a metà Trecento, e non fa nulla né per combatterla, né per alleviare le pene della gente. Secondo il Follet, le università, gli ospedali, le enormi opere di misericordia sono nulla. Secondo lui, le responsabilità del fatto che la meccanica delle infezioni batteriche non fosse nota prima dell'Ottocento è da ascriversi ai «pregiudizi antiscientifici della religione». Non gli passa nemmeno per la testa che le tesi relative al contagio do vuto alla «corruzione dell'aria» o allo «squilibrio degli umori fisici» fossero in realtà, appunto, la scienza del tempo, quella praticata da tutta una società: e dalla Chiesa stessa, appunto, nella misura in cui Chiesa e società del tempo coincidevano.

Rinvio gli interessati a conoscere qualcosa di più a proposito della Peste Nera al mio recente libro Le cento novelle contro la morte (edizioni Salerno), dove il periodo esaminato dal Follett è considerato sotto il profilo della medievistica più recente. In particolare, non è affatto così pacifico che l'epidemia si portò con sé i due terzi della popolazione europea: in realtà le vittime del contagio si dislocarono «a chiazze di leopardo», secondo una geografia difficile da comprendere. In molti casi, i morti furono ben superiori alla stima data dallo scrittore gallese; in altri, viceversa, addirittura il contagio non passò. Noto al riguardo il caso della città di Milano, che venne misteriosamente e miracolosamente risparmiata. Quanto al conflitto fra scienza e Chiesa, ripeto, esso non ci fu affatto. I medici del tempo erano assolutamente inquadrati all'interno di un sapere coerente e coeso, nel quale teologia e fisiologia profondamente convivevano. Le critiche espresse dal romanziere non hanno quindi alcuna credibilità e discendono chiaramente o dalla sua ignoranza dei dati di fatto, o dal suo pervicace anti-cattolicesimo, o da un'antipatica miscela di entrambe le cose.
Questa "tirata" anticristiana e, soprattutto, anticattolica, finisce appunto per colpire tutte le religioni e il fatto religioso in sé. Dalla religione e dall'homo religiosus nascono tutti i mali del mondo, allora come oggi. La sete di guadagno, le distruzioni indiscriminate dell'ambiente nel nome del profitto, l'illimitata volontà di potenza delle élites economiche e finanziarie e dei loro complici executives non hanno alcuna responsabilità. Tutto è colpa di Dio e di chi ci crede.

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04/09/2008 14:31

Mondo senza fine ancora nn l' ho letto. Ma sui Pilastri della terra ho qualcosa di ridire. Non è un saggio storico ma un romanzo, a mio parere molto bello. Inoltre Follett nella stesura dello stesso ha avuto l'aiuto di personaggi che credo abbiano una buona cultura medievale.
Jean Gimpel: uno storico medievalista, scrittore di saggi francesi, proveniente da una famiglia di grandi collezionisti e galleristi londinesi, fu collezionista egli stesso e finissimo storico delle arti e delle tecniche.Ha anche scritto un libro "costruttori di cattedrali" nel 1986.
Warren Hollister: professore all'università della california di Mediovo Occidentale.
Margaret Wade Labarge: è una storica canadese e autrice specializzata nel ruolo delle donne nel Medio Evo. E' professoressa di storia presso la Carleton University.
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Post: 952
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04/09/2008 14:40

E' vero.

Bisogna distinguere sempre i romanzi dai romanzi storici e dai "saggi storici".

Questa prima divisione ci fa comprendere prima di tutto l'attendibilità dello scritto, altrimenti si fa la fine di entrare in polemica come col Codice da Vinci.

fermo restando che anche i romanzi, possono certamente dare qualche spuno di riflessione a dovuti ed ulteriori approfondimenti.

A tal proposito ora cosa state leggendo? Prendiamo un libro e lo discutiamo insieme?

Saluti


roberto

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04/09/2008 19:17

I "pilastri della terra" l'ho letto e mi è piaciuto molto, il seguito "Mondo senza fine" l'ho comprato ed a breve lo leggerò, ho da pochissimo finito di leggere "I tre moschettieri" e "Vent'anni dopo" ed ho quasi finito "il Visconte di Bragelonne" che è il terzo libro della saga dei tre moschettieri di Dumas.
Peccato solo che questi libri iniziano circa cento anni dopo il nostro periodo se no avevo conoscenze ed usanze da vendere.

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04/09/2008 21:59

Io ho terminato da poco "Angeli e demoni". Ora sto leggendo "La verità sul Codice Da Vinci" di Ehrman e "Buddismo, Cristianesimo, Islamismo" di Gandhi.
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Post: 17
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Sesso: Femminile
05/09/2008 11:49

io ho finito da poco di leggere il tanto acclamato "La solitudine dei numeri primi" è carino ma nessun capolavoro. inoltre sto finendo un'altro libro di Sitchin L'altra Genesi e I cavalieri Templari di Partner.
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