ASit Servizio Sociale su Internet
Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Quale autorevolezza può essere riconosciuta ad un servizio che copre simili operatori?

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2011 20:58
15/08/2008 16:22
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 2
Registrato il: 15/08/2008
Utente Junior
OFFLINE
Gentile dottoressa Spisni,
le alleghiamo, per sua opportuna conoscenza, testo della lettera che
abbiamo inviato alla presidente dell'ordine del Veneto.
Con i nostri più distinti saluti.
Omero e Giovanna Faggionato
Via lago di Como 110
36100 vicenza
0444927611








Gentile Presidente,

desideriamo qui, esprimere fermamente il nostro sdegno seguito a taluni
atteggiamenti assunti dalla dott.ssa Baglioni a conclusione di un
percorso di affido doloroso, segnato fin dalla sua conclusione, da un
susseguirsi di gesti, affermazioni, scelte, che a noi appaiono uno
schiaffo
a quanto si può leggere in apertura al dettato deontologico da voi
sottoscritto, che le riporto di seguito:

“...Poiché gli assistenti
sociali operano principalmente in favore di soggetti deboli,
il rigore deontologico è indispensabile per salvaguardare l’autonomia
decisionale, le scelte, le opzioni, la crescita di consapevolezza
delle persone...”
Fiorella Cava
Presidente Consiglio Nazionale

I fatti sono avvenuti nel periodo che intercorre da Gennaio del corrente
anno, fino ad oggi, lasciando un intollerabile strascico di
lacerazioni, umiliazioni, cui è oggi nostra intenzione porre fine.

I fatti, in breve sono i seguenti:
Lo scorso mese di gennaio, al rientro dalle vacanze natalizie, dopo mesi
di tira e molla, di affermazioni e di smentite, circa un eventuale
prossimo riavvicinamento con la bimba, la dott.ssa Baglioni, fra il
detto ed il non detto (ma voi sareste disponibili...??) ci propose una
creatura (un bimbo nato prematuramente), affetto fa idrocefalo,
abbandonato dalla madre, e bisognoso di cure urgenti.La nostra
esperienza nel mondo dell'handicap (essendo noi genitori di un ragazzo
portatore di grave handicap) ci rendeva in qualche modo adeguati. Alla
gioia di Giovanna, fece seguito la sua immediata affermazione: inizia a
pensarlo perchè ne ha bisogno!!! Di quella povera creatura fornì nome e
cognome(Davide Nastrino). Dopo due settimane, quando noi avevamo già
proiettato il bimbo nel nostro futuro, e Giovanna aveva già messo mano a
lana e ferri, per confezionare un berrettino, la dott.ssa Baglioni dirà
che si era fatta prendere dall'emotività, che il bimbo era più morto che
vivo, che era in vita grazie al solito accanimento del soliti medici
clericali-obiettori, che lei l'avrebbe lasciato alla sua sorte, che un
medico era stato nominato tutore, e che infine mai l'avrebbe affidato a
noi, in virtù della nostra inadeguatezza, inadeguatezza che peraltro,
non sarebbe venuta meno, nel caso di altri ipotetici abbinamenti.
Eravamo inadeguati-tout-court.
Facciamo un passo indietro. Nel corso del precedente incontro, la
dott.ssa Baglioni confidò a Giovanna (non me ne voglia - cito
testualmente) che la madre della bimba ha un pompiere che gliela spegne.
Abbiamo già commentato la caduta di stile, in altre sedi.
Lo abbiamo segnalato all'ufficio del pubblico tutore dei minori, con il
quale abbiamo avuto un confronto pochi giorni fa. Ad attenderci non
c'era il solo Prof. Strumento, ma un tavolo di lavoro, al completo, cosa
che ci procurò una certa meraviglia. Il Prof. Strumendo, più volte ha
espresso il suo stupore sulla situazione di stallo che ha caratterizzato
e segna tuttora, la vicenda seguita alla chiusura dell'affido. Si chiede
in sintesi: perché, dal momento che è stato riconosciuto il buon operato
svolto da voi, nei cinque anni in cui la bimba è stata accolta
all'interno della vostra famiglia, ci ritroviamo in questa situazione?
Questo è ciò che ci chiediamo anche noi. Noi rileviamo che dal 15 giugno
dello scorso anno, giorno in cui la bimba uscì, dalla nostra casa e ahi
noi dalla nostra vita, siamo stati gettati nel silenzio. Perchè la
dott.ssa Baglioni da mesi, ogni qualvolta ci incontra, scappa e si
nasconde come una liceale, sorpresa nei bagni a fumare?..
Ma veniamo ora al fatto che a nostro modo di vedere è di tale gravità da
gettarci nella costernazione. Il giorno 3 aprile scorso, Omero incontrò
casualmente all'interno di un negozio, del quale siamo clienti abituali,
i nonni della bimba. Quando li avvicinò, per salutarli, fu minacciato
fisicamente dal nonno ed investito di insulti rivolti anche a Giovanna,
non presente, quali scemi, disonesti, ladri di bambini. Chiedemmo subito
a mezzo lettera, delle spiegazioni, alla dott.ssa Baglioni. Ebbene, ad
oggi, non abbiamo avuto un cenno di risposta. Quando ci vede presso i
locali dei servizi, fugge!. Quei sentimenti, espressi dal nonno,
particolarmente, con tanta veemenza, ci risultano incomprensibili. I
nonni della bimba, fino all'ultimo giorno, non hanno fatto che
elogiarci. Per avere una risposta, dovremo attendere la convocazione
presso la Procura della Repubblica presso la quale abbiamo prodotto un
esposto. Naturalmente, non abbiamo posto in essere alcunché nei
confronti dei nonni, nei confronti dei quali semmai, Omero ha tentato un
riavvicinamento, inviando loro uno scritto, trasmesso per conoscenza
alla comunità, all'equipe, ed alla madre della bimba. Omero ha fatto
quel gesto, perché gli sembrava saggio, opportuno.. Non tolleravamo
l'idea di dover convivere per il resto dei nostri giorni con un macigno
che nostro malgrado ci trovavamo addosso. Ora, ciò che noi temiamo, è
che tali sentimenti, abbiano finito per pervadere anche la bimba. Questo
sarebbe veramente un delitto!!!

Omero e Giovanna Faggionato
Via lago di Como 110
36100 Vicenza
0444927611
15/08/2008 20:46
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 1.301
Registrato il: 13/09/2003
Utente Veteran
OFFLINE
alla faccia della privacy [SM=g27820]
______
"Ash nazg durbatulûk, ash nazg gimbatul, ash nazg thrakatulûk agh burzumishi krimpatul."
______
grafica rinnovata e nuovi contenuti su assistentisociali.org
venite anche sul FORUMe in CHAT
18/08/2008 09:35
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 92
Registrato il: 06/02/2006
Utente Junior
OFFLINE
Non credo questo sia il luogo dove "protestare" contro eventuali comportamenti scorretti di una collega e/o di un intero servizio...dico eventuali perché l'esperienza mi insegna che se sicuramente le assistenti sociali sbagliano, spesso e volentieri gli utenti tendono a interpretare a modo loro le situazioni e a esprimere giudizi negativi sulla base della loro percezione. In questa sede, sentendo un'unica campana, non siamo in grado di dare opinioni, se è quello che i due coniugi vogliono dagli utenti del forum... sicuramente (come ha riassunto Nazg nel suo commento) mi sembra altamente scorretto citare nomi e cognomi, visto che non è questo il percorso tramite cui ottenere giustizia..e la finalità di riportare dati personali ai miei occhi è solo quella di creare pubblico sdegno nei confronti delle persone citate (ma perché anche in questa sede fornire il nome del bambino, la cui unica colpa è essere comparsa in questa vicenda?).
Non me ne voglia anacrusi, se non mi mostro solidale in toto, se non sono qui a urlare lo scandalo, a puntare il dito contro chi mi fa vergognare di essere assistente sociale...spero che chi di competenza, vi renderà giustizia se lo riterrà opportuno, ma soprattutto spero che venga fatto il bene della bimba, ALDILA' DELL'ATTRIBUZIONE DELLE RAGIONI E DELLE COLPE.
"Quisque faber fortunae suae"
18/08/2008 09:54
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 56
Registrato il: 16/08/2007
Utente Junior
OFFLINE

non mi sento di esprimere nessuna opinione perchè questo non è assolutamente il contesto corretto per valutare l'operato di colleghi soprattutto se i fatti vengono riportati solo da una certa angolatura.
Comunque fatti a parte citare nomi e cognomi, dati di un minore ecc..a mio parere è molto grave e se fossi nella collega mi attiverei perchè esistono i contesti idonei e un forum non mi pare quello più adatto.
18/08/2008 12:16
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 76
Registrato il: 11/04/2004
Utente Junior
OFFLINE
Concordo con le colleghe che hanno già postato in risposta: in altri scritti, poi, vi sono delle indicazioni ancora più precise rispetto a generalità varie, cosa per la quale inviterei chi ha postato a modificare il messaggio iniziale, tanto non è che un nome in più o in meno diano più o meno incisività ad uno scritto.

Condividendo anche alcune osservazioni "astratte" del post iniziale, mi viene da chiedere 1) il grado di realtà di tali osservazioni (perchè, come è stato già osservato, abbiamo una sola versione), e 2) quale sia la posizione del Tribunale in merito (che per chi ha postato è il fattore più importante e che può essere sollecitato tranquillamente da loro con i mezzi più opportuni), dato che i fatti addebitati sono molto pesanti e che un assistente sociale nè ha potere "assoluto" nelle sue valutazioni, nè ha piacere nel tenere un bambino in struttura, tantomeno- poi se si hanno prove contrarie le si producano a chi di dovere- per un tornaconto econonico di qualcuno.
[Modificato da Bisby King 18/08/2008 12:17]
18/08/2008 12:34
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 57
Registrato il: 16/08/2007
Utente Junior
OFFLINE
si ecco
si ecco avevo tralasciato anche io questo aspetto ma davvero quello che mi pare limitato in questa descrizione è il ruolo del tribunale---le a.s. non hanno tutto qs potere di fare e disfare affidi a piacimento------
14/06/2009 02:34
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 32
Registrato il: 15/08/2008
Utente Junior
OFFLINE
Per Silvia
Leggo solo ora la sua risposta al mio post. Voglia, pertanto, perdonarmi se le rispondo, a mia volta, con 10 mesi di ritardo.
La sua citazione in latino mi ha riappacificato con il mondo.
Gesù... se solo l'avessi letta quand'era il momento.

Ho anch'io un pensierino della sera:


ah.. si jeunesse savait
ah.. si vieillesse pouvait
25/08/2009 15:36
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 106
Registrato il: 06/02/2006
Utente Junior
OFFLINE
Re: Per Silvia
anacrusi, 14/06/2009 2.34:

Leggo solo ora la sua risposta al mio post. Voglia, pertanto, perdonarmi se le rispondo, a mia volta, con 10 mesi di ritardo.
La sua citazione in latino mi ha riappacificato con il mondo.
Gesù... se solo l'avessi letta quand'era il momento.

Ho anch'io un pensierino della sera:


ah.. si jeunesse savait
ah.. si vieillesse pouvait




...e io leggo solo ora la sua risposta alla mia risposta! Il motto latino è la firma che caratterizza tutti i miei post, quindi non fa riferimento specifico al mio commento o al suo post in particolare...Mi piacerebbe, aldilà della sua sottile ironia, che una semplice frase potesse riappacificare le persone con il mondo di oggi, ma non è così...Io la uso come motto perché personalmente ho dovuto tanto rimboccarmi le maniche per ottenere quello che oggi ho (parlo di bisogni primari...non di panfili o casa alle Maldive)...Mi spiace per la sua situazione, ma quando ho risposto volevo semplicemente far presente che ci sono modi e luoghi idonei per ottenere giustizia, mi spiace inoltre che ci siano persone arrabbiate con la "categoria"...non credo nelle generalizzazioni...siamo tutti "singoli-individui-imperfetti", ciascuno con le sue caratteristiche, personali, professionali, ecc...

"Quisque faber fortunae suae"
13/07/2010 20:56
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 71
Registrato il: 15/08/2008
Utente Junior
OFFLINE
Che spettacolo vederli tutti insieme
Assessore regionale alle politiche sociali
Remo Sernagiotto
Pubblico tutore dei minori del veneto
Lucio Strumendo
CNCA Veneto
Don Giuseppe Gobbo
Centro indipartimentale di ricerca e servizi
sui diritti della persona e dei popoli
Marco Mascia
Esperto in politiche giovanili università
di Trieste
Franco Santamaria
Pedagogista
Marco Tuggia
Referente servizio protezione e tutela minori
ULSS3
Salvatore Me
Presidente del Tribunale per i minorenni
di Venezia
Adalgisa Fraccon
Responsabile osservatorio regionale
nuove generazioni e famiglia
Mariuccia Lorenzi
Esperto in politiche per l'infanzia
e l'adolescenza università di Padova
Valerio Belotti
Dirigente C.d.R famiglia, minori,
accoglienza comune di Verona
Stefano Molon
Consulente legale Ufficio pubblico
tutore dei minori
Francesca Rech
Dirigente ufficio del pubblico tutore
Marco Bonamici
Dirigente servizio famiglia direzione
regionale servizi sociali
Francesco Gallo
Desidero fare alcune riflessioni in relazione al convegno svoltosi a Zelarino il
20 maggio scorso, avente per tema “MINORI COMUNITA' ED ISTITUZIONI”, al quale io
e mia moglie, eravamo presenti, in veste di tutori volontari o, più verosimilmente di intrusi.
Non mi è in effetti, tuttora chiaro se gli inviti che ci pervengono dall'ufficio del PUBBLICO
TUTORE DEI MINORI DEL VENETO scaturiscano da una scelta ponderata o siano frutto di una
banale svista della segreteria. D'altronde, quando si è in tanti, quando la struttura è complessa, è
anche possibile che ci si neutralizzi vicendevolmente.
Mi piace comunque pensare che nell'una o nell'altra ipotesi le iniziative del PTM continuino ad
esserci segnalate, non fosse altro perché, da questi incontri c'è molto da imparare.
Certo che, vedervi tutti insieme, fa una certa impressione: c'eravate tutti, ma proprio tutti.
E la sola nota dissonante che ho sentito ne è la garanzia. Che dire, una comunità di comunità.
La vostra musica tende a rassicurare l'ascoltatore e se di tanto in tanto compare una 7a, il
disorientamento che questa produce, non è mai pari alla soddisfazione provata nel sentirla risolta.
E' un piacere che mette i brividi; c'è qualcosa di divino al suo interno. La vostra musica non ha
bisogno di direttori d'orchestra; è sufficiente un'occhiata del primo violino per rimettere ogni cosa al
suo posto, per riportare l'ordine e come per incanto al lieve turbamento subentra la calma, la pace
portata dalla cadenza .
E pensare che oltre quel portone c'è il mondo con tutta la musica che esso contiene. Oltre quel
portone c'è tutta la musica che voi non conoscete. Oltre quel portone, ci sono tutte le consonanze e
le dissonanze che il mondo è in grado di esprimere.
Le une e le altre ma, le prime in particolare, hanno molto da insegnarci: si tratta solo di imparare ad
ascoltarle. L'esperienza dell'ascolto ci dimostra che qualsiasi dissonanza, se preparata, lungi dal
rappresentare una minaccia finisce per rendere la musica stessa decisamente più interessante.
Lo aveva compreso bene Max Weber che, raccontava ai suoi studenti il mondo attraverso l'armonia
e le arditezze di Wagner. Lo aveva compreso Simmel che la musica è la più felice rappresentazione
di una società complessa. Qual miglior metafora del Sacre Du Printemps o delle Nozze, opera
all'interno della quale lo stesso Levi Strauss, individua tracce dei “selvaggi” da lui osservati. Alla
prima rappresentazione la Sagra della Primavera suscitò lo scandalo. Oggi è riconosciuta,
universalmente come la “musica del 900”­tout court, perché ne racchiude tutte le sfaccettature.
Certo, ci vuole un orecchio musicale ben educato per immergervisi.
Qualsiasi studente di armonia impara fin dalle prime lezioni che una dissonanza deve essere
“preparata”; preparare una dissonanza significa “farla sentire” prima ancora che si presenti sotto
questa veste. Una nota dissonante è pertanto una ex consonanza. Una dissonanza non preparata
viene percepita dall'ascoltatore come un evento, passatemi il termine, deviante. Se preparata,
assume, invece, la dignità di un gesto compiuto da un movimento, una subcultura. E' un'altra cosa;
la nostra società è il frutto della stratificazione di questi eventi. Anche la dissonanza, quindi, come
molti atti ritenuti, percepiti in origine come devianti, finisce come dire, per essere introiettata , fatta
propria, istituzionalizzata dall'ascoltatore. Quando poi tale dissonanza trova la sua risoluzione (ogni
dissonanza deve essere uno­preparata, due risolta), l'ascoltatore viene ricompensato per lo sforzo
prodotto dal piacere fisico che ne deriva. La risoluzione di una dissonanza viene percepita
dall'orecchio umano come un allentamento di una tensione, il raggiungimento di uno stato di riposo.
Piano piano, però, la continua frequentazione dei movimenti prodotti da tale dissonanza, produce
nell'ascoltatore una sorta di assuefazione. Tutte la storia della musica altro non è che un lungo
processo fatto di rifiuto e successivo riconoscimento. La musica rappresenta pertanto la miglior
metafora in grado di rappresentare i processi di comprensione e integrazione sociale.

Una prima considerazione mi viene sollecitata dalla constatazione della grande mole di attori,
(specialisti delle più diversificate discipline, tanto su un fronte, quanto sull'altro) chiamati a
fronteggiare situazioni che un tempo, non tanto remoto, trovavano una loro soluzione all'interno
della famiglia di origine, della cerchia di appartenenza o, comunque, di gruppi caratterizzati da
relazioni significative. Direte: ad una sempre maggiore complessità la società contrappone un
numero crescente di ruoli; è gioco forza.
Non voglio scomodare Durkheim, né tanto meno Bauman che, sembra essere molto più citato di
quanto non sia letto. Ciò che voglio qui affermare, non necessita di simili esibizioni. Ma, si sa,
l'abito fa il monaco. E quindi, poiché fa figo, anch'io quando serve tiro fuori dal cilindro l'individuo
liquido. Ma rimango, ad ogni buon conto, quel che sono. Ecco perché, d'ora innanzi, userò il solo
linguaggio che conosco, nella speranza che tutti mi comprendano, non avendo io, ruoli,
appartenenze, status da ridefinire o riaffermare.
Ho sentito, in apertura, relativamente al crescente disagio, invocare la politica e più precisamente
iniziative volte a promuovere l'educazione e l'aggregazione.
Parole sante; se non fosse che poi, nei fatti vengono smentite. Si veda ad esempio chi siede ai tavoli
dei Piani di Zona. Laddove la legge quadro non solo auspica, ma promuove, invoca, la libera e
spontanea iniziativa del libero cittadino, delle associazioni (tutte), al fine di trasformare queste
iniziative in buone prassi, vi è la sensazione che ciò debba essere, invece, posto in essere dai soliti,
pochi portatori di specifiche competenze (?). Una riserva di caccia? Se poi si vanno a vedere i
curriculum di queste persone (anche qui, valga la precedente precisazione), i contratti che le legano
a questo, piuttosto che a quell'ente, c'è spazio per qualche considerazione maliziosa. Ma tutti, nel
nome del superiore interesse del minore.
Nel superiore interesse del minore, si danno alla stampa decine, centinaia di fascicoli, libri, che poi
non vengono lesinati, nel distribuirli ai convegni, assumendo paradossalmente la veste di programmi
di sala, di una penosa operetta dove prime donne e comparse si spalleggiano per la reciproca
sopravvivenza. Qui, nessuno è minore, è stato detto.
Attorno al tema della deistituzionalizzazione dei minori, assistiamo da anni a grandi esercitazioni
retoriche e, dal momento che la Regione Veneto, si vende all'esterno come riferimento per tutte le
altre, immaginiamo che la situazione attuale (276 strutture di accoglienza per 1404 minori fuori
dalla famiglia, di cui il 52% in affido familiare ) la si voglia far passare come il livello zero.
Suscita, innanzi tutto, fatemelo dire, una certa meraviglia il fatto che l'Osservatorio Regionale non
sia in grado di fornire dati più aggiornati. Ma lascio a voi le speculazioni su questi temi perché,
francamente, non mi appassionano per nulla, convinto come sono che i reali problemi risiedano
altrove.
Vedete, io credo che la tacita accettazione di quel punto zero, trovi fondamento su un paradigma che
però mostra le corde: Le comunità sono piene di bambini perché non ci sono famiglie disposte a
prenderli in affido. Punto.
Se è pur vero che in un grosso comune del vicentino l'assessore deve ricattare le aspiranti famiglie
adottive per ottenere da loro la disponibilità ad una breve esperienza di affido ( quel comune fa però
riferimento ad una conferenza il cui presidente, si avvale di una rete di famiglie, connesse con il
CNCA, tant'è vero che le medesime ridefinite famiglie di appoggio forniscono un mero sostegno nei
fine settimana, per coprire le carenze di personale delle comunità), è altrettanto vero che esistono
più associazioni che da anni promuovono, formano e propongono ai servizi territoriali famiglie che
di fatto, poi, restano perennemente in attesa. Tutto ciò è stato, da noi più volte denunciato, ma
ahinoi, inutilmente. Finché si affideranno ai coordinamenti tali compiti non sarà, di certo, attuata la
149. Ma andiamo con ordine. Ciò che non mi stancherò mai di ricordare è la raccomandazione
emanata dal Ministero delle Politiche Sociali, a margine del progetto per la chiusura degli istituti,
dove si afferma: le risorse che normalmente vengono assegnate alle comunità, vengano utilizzate
sotto forma di aiuti alle famiglie di origine. E', ad oggi, lettera morta. Ho più volte ricordato questo
impegno all'assessore uscente, Valdegamberi ma, dopo aver risposto a molte altre mie domande, si è
chiuso nel silenzio di fronte a tale richiesta. Detto ciò, le comunità, come ha affermato Lucio
Babolin, servono, ma come ultima spiaggia, a patto che forniscano progetti chiari, condivisi e
verificabili; ai bambini accolti non siano negati i legami affettivi in essere, e sia consentito loro di
coltivarli.
E' noto quanto la legislazione che fa da cornice all'importante figura del tutore volontario sia
estremamente lacunosa, definendo un ruolo dai contorni fuggevoli. Da quanto ci risulta, sembra che
ai corsi, molti/e dirigenti si affrettino a mandare figure a loro vicine, gli incarichi vengano affidati
(spesso più di uno) alle medesime, scongiurando in questo modo i rischi connessi con un “tutore
forte”. Ora, una cosa è calarsi in questo ruolo, interpretando i reali bisogni del minore, nel rispetto,
beninteso, delle sensibilità e delle professionalità altrui, ben altra, provvedere a chiamata
all'iscrizione a scuola, piuttosto che al vaccino.
Vado a chiudere, dicendo due parole in relazione a quanto è stato detto sullo stato di salute delle
comunità ed in particolare sulla metafora utilizzata: l'ho trovata ingenerosa e forse una volta di più,
evidenzia quanto quel mondo sembra avere smarrito l'originaria verginità, che aveva caratterizzato
la sua nascita. So che a Padova è stato allestito un centro di ascolto per scongiurare il rischio di,
sempre più frequenti, suicidi perpetrati da padri di famiglia, incapaci di fronteggiare le crescenti
difficoltà economiche che, com'è noto aldilà dei problemi oggettivi minano alla radice anche le più
solide relazioni. Durante la pausa caffè, giovedì scorso siamo stati avvicinati da una signora che
esordì dicendo: ma io vi conosco – venivate con vostro figlio al tal istituto ?
Si
Ah, io ho smesso di lavorare venti anni fa – ora ho una comunità.
Buone cose a tutti
Omero Faggionato
20/03/2011 04:08
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 79
Registrato il: 15/08/2008
Utente Junior
OFFLINE
.......
........”attorno alla sofferenza di bambini e adolescenti che
sfortunatamente vivono in contesti economicamente poveri
ruotano operatori ed esperti vari per definire progetti,
piani, programmi. Responsabili di servizi sociali in
pensione che diventano esperti ben pagati, psicologi per i
quali tutti i bambini necessitano di sostegno psicologico,
pedagogisti che aumentano il proprio curriculum
partecipando a convegni sul tema (pare che organizzare i
convegni sia l'attività più in voga nel settore: costa poco e
rende visibili)..... comunità che si attengono al minimo
indispensabile previsto dalla legge, ma sulla cui qualità
non verifica nessuno: se il percorso di tutela del minore
fallisce non è certo responsabilità della comunità ma del
minore ( e famiglia)
che non si è attenuto alle regole. Un circolo vizioso ed un
fallimento quasi insopportabile e nessuno vigila. D'altra
parte, come valutare se gli eventuali valutatori sono poi
gli stessi che bazzicano gli enti preposti alla tutela dei
minori? Un vero circolo vizioso"

scritto da un giudice onorario
22/03/2011 03:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Sai Omero, mi fai paura...
Mi fai paura perché davanti a un'aggressione fisica a una donna, operatrice sociale, quando scrivi quel "chissà quanto ha sofferto quell'uomo" (l'aggressore) sembri difendere la violenza che lo ha agito, sembri... desiderarla.
Mi fai paura perché tiri in ballo grandi teorici della sociologia ma solo esibendo nomi, senza fare cenno ai loro discorsi effettivi, il cui senso ha le ricadute che potrebbero interessare a tutti. Hai presente Rostagno?
Mi fai paura perché ti affermi come adeguato affidatario, ma in apertura di questo topic non hai esitato a fare nome e cognome di un minore con gravi problemi, esponendolo su un forum pubblico; invece di proteggerlo, lo hai ostentato, lo hai come sospeso nel vuoto da un balcone, ne hai fatto un simbolo. Ma i bambini sono bambini, non immagini teoriche.
Mi fai paura perché sul sito anacrusi, alla voce "soci" la pagina è bianca.
Mi fai paura perché vuoi attaccare indistantemente tutte le comunità per minori, trascurando di pensare a come andassero le cose prima, con separazioni fulminee e facili istituzionalizzazioni - quelle sì - in cupi ricoveri religiosi. Sai Omero, io ci sono stato e forse è per quello che oggi sono un assistente sociale... E per quello a leggerti mi fai paura, forse non hai la più pallida idea della differenza tra un brefotrofio e una comunità...
Mi fai paura perché dici di avere una comunità.
Mi fai paura Omero, perché dici che non lavori ma hai una comunità, come se essere professionisti nel sociale fosse un mercenariato, mentre invece può essere una garanzia di rigorosità contro l'improvvisazione, l'inadeguatezza, la mancanza di un retroterra epistemologico.
Mi fai paura per l'espressione del viso che avevi nel vecchio avatar con la chitarra in mano.
Mi fai paura perché sei vendicativo.
Mi fai paura perché inventi notizie inesistenti, che posti ovunque in Rete, usando la diffamazione, senza renderti conto di come tu appaia agli occhi di chiunque, per non parlare dell'impressione che dài a chi conosce bene il disagio mentale, che preferisce, ormai, ignorarti - e mi dolgo perché forse dovrei imitarli. Infatti, mi fai così paura che non sono riuscito a non scrivere che mi fai paura.
22/03/2011 18:23
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 82
Registrato il: 15/08/2008
Utente Junior
OFFLINE
Sa di cosa deve avere paura lei sig. Mediolanuto?
Di affrontare i 25 anni che la separano dalla pensione, perchè con l'esigua cassetta degli attrezzi di cui dispone e la sua aria da teresina indispettita, la vedo dura.
Omero Faggionato
24/03/2011 18:25
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 156
Registrato il: 16/09/2005
Utente Junior
OFFLINE
a me fa un po' paura quando sembra che i torti siano tutti da una parte e le ragioni tutte da un'altra.
24/03/2011 20:45
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Certo mauri, il totalitarismo è pericoloso. Invece, a esempio, da anni negli incidenti stradali si usa il "concorso di colpa", cercando di attribuire le responsabilità non solo a una parte. Gli errori che si fanno nel lavoro sociale, il torto che posso avere io nel modo in cui mi comporto nel forum, che come tale è aperto a tutti: ma con la mia parte intollerante, non ce la faccio a non avere torto con l'instabilità di anacrusi.
25/03/2011 02:59
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 85
Registrato il: 15/08/2008
Utente Junior
OFFLINE
Caro Mediolanuto,
la dottoressa A.C. giudice onoraria presso il TM di Venezia confidò un giorno a me e a mia moglie che sovente deve restituire al mittente le relazioni delle AS in quanto incomprensibili. Le/gli AS non sanno scrivere - aggiunse.
Beh leggendo il suo ultimo scritto la comprendo.
Lei ha affermato che io gestisco una comunità, che mi atteggio a adeguato affidatario oltre ad altre amenità, sulle quali tornerò, di seguito, e pertanto si lascia andare all'insinuazione che io sia mentalmente disturbato, stato che lei dice di conoscere bene.
Dove ha trovato queste notizie?
Innanzi tutto mi lasci dire che spero che i suoi superiori l'abbiano affidata ad incarichi dove non possa arrecare danno a chichessia, perchè il solo pensiero che lei possa redigere una relazione con le modalità con cui si è affrettato ad etichettare me, mi fa raggelare il sangue nelle vene.
Ma evidentemente deve essere, questo, un tratto che vi accomuna: anche la dottoressa P.C - la psicoterapeuta diagnosticò nell'aprile del 2008 lo stesso disturbo; dopo essere stato da loro riconosciuto come adeguato per sette anni, improvvisamente non lo sono più stato. Erano trascorsi dieci mesi dall'uscita della bambina dalla nostra famiglia. Che senso c'era? Cos'era accaduto, per motivare il loro cambiamento su un giudizio di valore di tale rilevanza? L'incontro casuale con i nonni, gli insulti, le minacce. Dandomi del disturbato, come vede non è certamente originale.Altri lo hanno fatto prima di lei.
Quando non si hanno argomenti, molto meglio isolare la controparte in un ghetto, del quale solo voi addetti ai lavori detenete le chiavi, e mettere tutto a tacere. Punto.
Perchè le dottoresse P.C. e P.B. durante l'incontro del 4 febbraio 2008, promosso dalla nuova dirigente, succeduta alla dimissionaria P.M. hanno continuato a ripetersi, incuranti del fatto che io e mia moglie (seduti di fronte) potessimo sentire "Qui non ne usciamo- siamo spacciate"? Ancora...
Perchè pochi istanti dopo la fine dell'incontro che aveva finalmente stabilito, per volere della dirigente, un riavvicinamento con la bambina, la dottoressa P.B. fu sorpresa a piangere disperata china con il capo fra le mani? Perchè quell'incontro con la bambina non doveva avvenire? Io non lo so, ma nutro legittimamente dei sospetti.
Vengo ora al minore con gravi problemi che lei mi accusa di avere esposto alla pubblica gogna. Quel Bambino non è mai esistito.
L'ho citato quando ho avuto la certezza che si trattava di una simpatica invenzione estratta dal cilindro della citata P.B.
Trascuro altri aspetti inquietanti perchè non voglio mettere a disagio altre figure istituzionali.
Secondo lei tutto ciò non basta per nutrire qualche piccolo desiderio di vendetta?
25/03/2011 03:11
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 86
Registrato il: 15/08/2008
Utente Junior
OFFLINE
.... e con questo tolgo il disturbo.

Vi lascio al vostro rassicurante parlatorio
28/03/2011 14:41
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 202
Registrato il: 24/09/2006
Utente Junior
OFFLINE
[INSTABILITA' VIRTUALE] LA MAGGIORANZA DEVIANTE

Come si dice dalle vostre parti, la dott.ssa Baglioni "gavè ciapà na cantonada", che dire poi di Mauri e Med, sembra essere tornati ai tempi dell'inquisizione! E cmq VIVA TUTTI GLI UTENTI CHE SI RIBELLANO AI DISSERVIZI SOCIALI E VIVA OMERO E GIOVANNA FAGGIONATO ai quali va tutta la mia solidarietà e che spero possano realizzare tutti i propri desideri di assistenza e di cura.
italo

PS
Com'è andata a finire poi la querela, la presidente del veneto vi ha mai risposto?

28/03/2011 20:58
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8
Registrato il: 24/01/2009
Utente Junior
OFFLINE
pura follia
Scusate ma temo si stia sconfinando nella pura follia..mi riferisco ad anacrusi che usa una forum di professionisti, per dare sfogo alla sua rabbia.
Anche a me fai paura e non poca....
ha raggiunto il tuo obiettivo?ci hai insultato a sufficienza?
Per fortuna che non c'è la pena di morte, altrimenti la povera collega farebbe una brutta fine con lei.
Quello che mi turba di piu' è pensare che nessuno dei moderatori di questo forum, possa dare uno stop a tali insulti.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:53. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com
Clicca qui per scoprire il nuovo forum di ASit - Servizio Sociale su Internet