Il comitato olimpico nazionale era stato sospeso a giugno
Svanisce il sogno dei sette atleti pronti a partire per Pechino
L'Iraq non parteciperà ai Giochi
Il Cio: "Non c'è l'accordo"
E Berlusconi dice: "Non ho ancora deciso se andare alla cerimonia"
BAGDAD - Niente Olimpiadi di Pechino per l'Iraq. Lo ha reso noto il comitato olimpico internazionale (Cio) in una lettera inviata al ministro iracheno dello sport, Jassim Mohammad Jaffer.
A decretare l'esclusione dell'Iraq dai Giochi è la decisione di confermare la sospensione del comitato olimpico iracheno. "Nonostante tutti gli sforzi del Cio e del comitato olimpico asiatico di trovare una soluzione positiva con il governo iracheno - si legge nella lettera - abbiamo il rammarico di informarvi che la decisione del comitato esecutivo del Cio, del 4 giugno 2008, di sospendere il comitato olimpico nazionale iracheno è confermata".
L'Iraq era stato sospeso a causa delle continue "interferenze" del governo iracheno all'interno del movimento sportivo.
Lo scorso 21 maggio il governo di Bagdad aveva infatti sciolto il comitato olimpico accusandolo di corruzione e aveva commissariato le poche federazioni sportive irachene. Al suo posto era stato istituito un nuovo organismo gestito direttamente dal Ministero delle politiche giovanili e dello sport. In passato lo sport iracheno aveva dovuto fronteggiare anche una situazione drammaticamente insolita:
i membri del precedente comitato olimpico eletto nel 2004 erano stati sequestrai nel luglio di due anni fa e da allora non se ne hanno più notizie.
Amaro il commento di Hussein Al-Hamidi, segretario del nuovo comitato olimpico iracheno: "E' una decisione definitiva, non c'è modo di appellarsi - ha detto - è un duro colpo per l'Iraq, per la sua reputazione internazionale, i suoi atleti e i suoi giovani".
I sette iracheni in procinto di volare a Pechino (due canoisti, un arciere, un sollevatore di pesi, un lottatore di judo e due velocisti) una volta appresa telefonicamente la decisione del Cio sconvolti, non sono riusciti a trattenere le lacrime.
Una piccolissima speranza però c'è. La spiega, Emmanuelle Moreau, portavoce del Cio: "Speriamo ancora di vedere l'Iraq ai Giochi, perchè le iscrizioni alle gare d'atletica si chiudono più tardi rispetto alle altre discipline". Per i due velocisti dunque non è ancora detta l'ultima parola. Secondo la Moreau per gli sprinter "la soluzione potrebbe arrivare,la speranza è minima ma esiste". Per gli altri cinque invece non c'è niente da fare. Il sogno olimpico per loro è finito ancor prima di cominciare.
E sempre sul fronte Olimpiadi, c'è da registrare una presa di posizione di Silvio Berlusconi: interpellato sulla sua partecipazione alla cerimonia di inaugurazione, il presidente del Consiglio ha detto: "Non lo so, non ho ancora deciso".
(24 luglio 2008)
che colpa ne hanno gli atleti?
Se pensiamo che il governo iracheno è lì solo perchè appoggiato dagli americani, direi che la colpa è anche loro.