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Neo-fascisti in libertà : " Il CSM è una cloaca ".

Ultimo Aggiornamento: 20/07/2008 12:35
19/07/2008 17:47
 
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Gasparri: «Il Csm è una cloaca»
Bufera per la frase del leader dei senatori del Pdl.
L'opposizione: «Attacchi volgari contro magistrati»





ROMA - «La cloaca del Csm correntizzato, partitizzato e parcellizzato è uno scandalo che offende gli italiani». Parole pesanti a Radio Radicale il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, che fanno esplodere l'ennesima bagarre sul tema già bollente della giustizia. «Reputo prioritaria una equilibrata riforma della giustizia. La separazione delle carriere è un'esigenza prioritaria per restituire maggiore trasparenza alla giustizia, la depoliticizzazione della magistratura è un'emergenza democratica. La magistratura seria e laboriosa composta dalla maggioranza dei magistrati è la prima vittima di quattro guitti che usano le toghe per un'azione di militanza politica, che occupano militarmente il Csm e che non giovano a un'immagine della magistratura fortemente incrinata come si vede dai sondaggi, una reputazione che la magistratura non merita».

«INVETTIVA QUALUNQUISTA» - A Gasparri risponde il presidente dell'Anm Luca Palamara secondo cui i giudici non si faranno «trascinare sul terreno dell'invettiva volgare e qualunquista», ma di fronte ai «tentativi ormai chiari di delegittimare l'intera magistratura» difenderanno strenuamente la loro indipendenza. Carlo Federico Grosso, in passato vice presidente del Csm, parla di «un colpo di sole, che non mi pare proprio meriti commenti». Poco dopo il chiarimento dello stesso Gasparri: «Non intendevo denigrare l'istituzione in quanto tale o chi ne ha la guida operativa - sottolinea in una nota -. L'espressione, che può essere apparsa indubbiamente eccessiva era collegata alle note polemiche con taluni esponenti del Csm che recentemente hanno assunto iniziative che hanno alimentato un acceso dibattito anche in riferimento ai compiti e ai limiti delle diverse istituzioni». Conclusione in serata per bocca del presidente Berlusconi: «Il senatore Gasparri ha già fatto una precisazione che credo abbia posto fine al problema».

REPLICA FINOCCHIARO - Per l'opposizione la replica alle parole di Gasparri è affidata al presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro, che denuncia come «offensive e gravissime le parole venute da Gasparri contro il Csm «presieduto, lo ricordo, dal Capo dello Stato». «Io credo che sia sotto gli occhi di tutti la necessità di una riforma complessiva della giustizia - ammette Finocchiaro -. Ma una riforma contro la magistratura, o peggio ancora, per garantire immunità o tutelare una cerchia ristretta di persone sarebbe dannosa per tutti». È quindi, «assolutamente necessario che la maggioranza abbassi i toni e smetta di attaccare quotidianamente i magistrati».

PALOMBA (IDV): «INQUALIFICABILE» - «Un'espressione volgare, inqualificabile, irrispettosa, dalla quale chiediamo alla maggioranza di prendere immediatamente le distanze» rincara Federico Palomba (Italia dei valori), vicepresidente della commissione Giustizia della Camera. «Al di là della volgare espressione che si commenta da sé, è evidente che Gasparri non capisce niente di Csm, dato l'assemblamento sconclusionato di cose che mette insieme. La verità è che il suo capo, Silvio Berlusconi, gli ha ordinato di partire a testa bassa e lui l'ha fatto, senza guardare verso dove».

CASO MILLS, IL CSM: IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO RISPETTI I GIUDICI» - «Il presidente del Consiglio rispetti i magistrati. Lo chiede la Prima Commissione del Csm nella risoluzione a tutela delle toghe del processo Mills, che sarà discussa giovedì prossimo dal plenum. Nel documento si sottolinea che il premier ha usato «espressioni denigratorie» nei confronti di quei giudici e «gravi accuse manifestamente idonee a delegittimarne l'operato» e si rivendica il «dovere» del Consiglio di intervenire a loro difesa. I consiglieri di Palazzo dei Marescialli si riferiscono non solo alle espressioni usate da Berlusconi nella lettera al presidente del Senato Renato Schifani, in cui accusa pm e giudici di agire per finalità politiche. Ma anche a quanto detto nei giorni successivi dal premier sulla magistratura nella conferenza stampa di Bruxelles e all'assemblea annuale della Confesercenti. E rivendicano come proprio «dovere istituzionale al quale non si può abdicare» la difesa dei magistrati contro attacchi del genere. «Gli atti dei magistrati possono certamente essere discussi e criticati, e chi è imputato in un processo, chiunque sia, ha il diritto di difendersi nella maniera più ampia a norma di legge ; tutt'altro, invece, è adoperare espressioni denigratorie verso il singolo magistrato o l'attività giudiziaria» - sottolinenea il documento approvato con 5 voti a favore e il no del laico di An Gianfranco Anedda- ed «è purtroppo» quanto accaduto« in questo caso.

18 luglio 2008
[Modificato da Socialdemoc®atico 19/07/2008 17:47]

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19/07/2008 17:50
 
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Giustizia, sale la tensione al Colle:
«Amarezza, appelli inascoltati»
Fredda irritazione di Napolitano per la nuova sortita sui magistrati


DAL NOSTRO INVIATO
SAN PIETROBURGO — I cronisti in trasferta tra Mosca e l'ex Leningrado ancora non sanno della metafora scatologica sul «Csm-cloaca» frutto dell'esternazione via radio del capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. Ma ci provano lo stesso, a sollecitare un'analisi del capo dello Stato sull'eterna prova di forza tra toghe e politica. Così, visto che non vuole parlare di affari interni all'estero, la prendono alla larga e gli buttano tra i piedi l'affaire Khodorkovskij, cioè la storia dell'oligarca incarcerato per il quale da queste parti alcuni recriminano l'esistenza di un «nichilismo giudiziario» da superare attribuendo un minimo di autonomia alla magistratura (l'opposto della situazione italiana, dunque).

Napolitano, invece, probabilmente sa bene ciò che è appena successo a Roma, ma evita di farne cenno, anche se si incupisce di colpo quando replica: «Io, francamente, dovendomi già occupare della giustizia in Italia non posso occuparmi della giustizia in Russia». Discorso interrotto. Sia per quanto riguarda le polemiche in corso nella Federazione russa, sia per quelle di casa nostra. E fino a notte rimane questa, per il quasi zero che fa trapelare lo staff del Colle (in corsa verso l'aeroporto di San Pietroburgo e poi in volo verso Ciampino), la risposta di Giorgio Napolitano a chi ha definito con un insulto l'organo istituzionale da lui presieduto. Risposta da intendere come una «diagnosi di estrema preoccupazione per un confrontoscontro in cui qualcuno butta ogni giorno nuova benzina sul fuoco ». Una vertenza che, in un rilancio continuo di accuse e minacce, ha ormai raggiunto asprezze insopportabili. Non accennano all'umore del capo dello Stato, gli uomini dello staff. Ma il silenzio che ha deciso di opporre — almeno per il momento — al nuovo, scurrile capitolo del conflitto, tradisce l'ira fredda e lo sgomento dei giorni peggiori. Rientrato al Quirinale all'ora di cena, Napolitano ha un lungo colloquio con il suo vicario al Consiglio superiore della magistratura, Nicola Mancino, dipinto a sua volta come «amareggiatissimo».

Dopo vari contatti telefonici intercorsi nel pomeriggio, ascolta un dettagliato resoconto conclusivo della vicenda: dalla sortita di Gasparri che ha scatenato la bagarre alla sua parziale retromarcia, dalla frettolosa proclamazione berlusconiana del "caso chiuso" al mezzo contrattacco dall'ex radicale Capezzone ("la vera volgarità sta nella deriva ideologica dei magistrati"), appena traghettato nel centrodestra in veste di portavoce. Per il Quirinale e per Palazzo dei Marescialli si tratta adesso di decidere se, quando e in quale modo intervenire. Il che è tutt'altro che facile, dopo il recente sfogo nel quale il presidente della Repubblica ha dipinto se stesso alla stregua di un naufrago che lancia «messaggi in bottiglia» che non vengono raccolti. L'allusione era agli infiniti e inascoltati appelli per una comunicazione politico-istituzionale più civilizzata e meno barbarica. Inviti che, dalla sponda del Csm e in sinergia con il Colle, sono stati ripetuti più volte pure da Mancino, con la richiesta che la riforma della giustizia non si faccia «contro qualcuno» ma «con la ricerca costante e paziente di un dialogo». Ora, ripetere domani tali e quali i medesimi messaggi rischia di banalizzare la moral suasion presidenziale e di mortificare il ruolo dell'istituzione come quello di un'autorità impotente. Ed è questo pericolo che impone al capo dello Stato di trovare parole nuove per frenare un'escalation ormai sfociata nel peggiore trash

Marzio Breda
19 luglio 2008

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19/07/2008 17:54
 
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Il "Csm una cloaca". Gasparri oltre l'indecenza
Tenaglia: "Uno scandalo, la destra denigra lo Stato"




Abbiamo superato ogni limite di decenza. Raramente si sono raggiunti livelli tali di volgarità in una discussione politica che coinvolge le istituzione delle Repubblica. Il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri ha definito il Consiglio superiore della magistratura, il cui presidente è il capo dello Stato Giorgio Napolitano, “una cloaca”. Lo ha detto intervistato a Radio Radicale per giustificare l’urgenza di una riforma della giustizia pensata a misura del premier e dei suoi problemi con la magistratura.

“Come presidente dei senatori del Pdl reputo prioritaria una equilibrata riforma della giustizia. L'obbligatorietà dell'azione penale è un feticcio teorico perché poi sono i magistrati a decidere quali processi fare e quali non fare. La depoliticizzazione della magistratura è un'emergenza democratica. La cloaca del Csm correntizzato, partitizzato e parcellizzato è uno scandalo che offende gli italiani. La riforma deve esaltare la funzione della giustizia e noi la faremo sicuramente”. Uno scandalo che offende gli italiani?

“Il vero scandalo – afferma il ministro ombra della Giustizia Lanfranco Tenaglia – sono le dichiarazioni di Gasparri che dimostrano una totale mancanza di senso e di rispetto delle istituzioni. Criticare l'altrui operato è legittimo ma la denigrazione intacca lo stesso equilibrio fra i poteri dello Stato. Ancora una volta il centrodestra alza il tono della polemica e dello scontro istituzionale per nascondere la sua incapacità di riformare la giustizia con le riforme che servono a tutti i cittadini per ridurre i tempi biblici dei processi. Il centrodestra – conclude Tenaglia – è sempre sordo ai moniti che vengono dal Capo dello Stato di richiamo al senso di rispetto istituzionale e alla necessità che si evitino scontri e polemiche sulla giustizia che deve essere il campo dove si fissano regole condivise e uguali per tutti”.

Duro il commento di Anna Finocchiaro riguardo alle inqualificabili parole pronunciate da Gasparri. “Certamente – afferma la capogruppo del PD a Palazzo Madama – vanno riviste una serie di questioni e di meccanismi, errori e storture esistono, ma la priorità non può essere quella di colpire l'autonomia della magistratura o quella di fare del Csm un obiettivo da distruggere”. Il presidente dei senatori democratici denuncia come “offensive e gravissime le parole” pronunciate da autorevoli rappresentanti della maggioranza sono venute questa mattina contro il Csm presieduto, lo
ricordo, dal Capo dello Stato”.

“Io credo che – ammette Finocchiaro – sia sotto gli occhi di tutti la necessità di una riforma complessiva della giustizia. E' evidente che il nostro Paese vive urgenze economiche drammatiche e su questo dovrebbe concentrarsi l'attività del governo italiano. Ma il Pd non vuole certo sottrarsi ad una discussione sulla giustizia. Ma l'obiettivo di questa riforma deve essere quello di garantire al sistema una maggiore efficacia ed efficienza: è necessario, in ogni caso, tutelare gli interessi del Paese e dei cittadini italiani”.

E' quindi, “assolutamente necessario che la maggioranza abbassi i toni e smetta di attaccare quotidianamente i magistrati. Altrimenti è altrettanto quotidiana la sgradevole percezione che si vogliano solo difendere gli interessi di qualcuno ed alzare un polverone mediatico che non aiuta certo a trovare quel terreno di confronto per affrontare i reali problemi della giustizia che non sono solo quelli di un processo al premier”.

Mentre il capogruppo del Pd della commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, sottolinea la gravità delle parole di Gasparri "per l'importante ruolo istituzionale che ricopre. Ha attaccato senza alcuna giustificazione e con espressioni volgari l'organo di autogoverno della magistratura presieduto dal Capo dello Stato e previsto dalla nostra Carta costituzionale. La maggioranza continua con metodo intimidatorio a minare l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati".

La magistratura si difende.
"Non ci faremo trascinare sul terreno dell'invettiva volgare e qualunquista", ma di fronte ai "tentativi ormai chiari di delegittimare l'intera magistratura, difenderemo "strenuamente la nostra indipendenza". Lo sottolinea il presidente dell'Anm Luca Palamara. "La magistratura italiana continuerà a perseguire la strada del rispetto tra le istituzioni dello Stato. Ma a chi quella strada mostra quotidianamente di abbandonare
rispondiamo che difenderemo strenuamente i valori della Costituzione e dell'indipendenza della magistratura contro i tentativi ormai chiari di superare l'attuale sistema di divisione dei poteri dello Stato".

S.C.

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Il csm è una cloaca quanto Gasparri uno statista

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