-Per i giovani, che hanno appiglio solo alla base della Croce, e cedendo loro la mano, stanno essi per crollare a picco nella morte eterna-
Inno che l'autore, Abele, figlio devoto della Vergine Maria, tesse come una potente Lode a chi l'ha Creato e chiamato alla Vita Eterna. Ed in questo inno, Abele è talmente perso nel Divino Mistero della Santissima Trinità, che egli, come abile sarto, cuce questa Lode insieme al suo Creatore.
Un pazzo può non perdersi, se fosse in un istante, rapito a rimirare, Ciò che in suo cor prevale?, non senno servirebbe, ma Lume d'Intelletto, l'Amore di Sapienza
Come Lingua di Fuoco, che tutti insieme aduna, e tutto al tempo smuove, tal Nunzio al tuo fratello, miracolo d'Eone, quel Solo ch'è compiuto, Solo fra poche Ore. L'abbraccio dato avresti, seppure sanguinante, e pur disteso a terra, in quell'arida terra, ch'io dichiarai 'nfamante; se sol possanza fosse, e forza tu ne ebbi, perché da terra il Volo, da Solo non risiede, per tuo vermiglio sangue la terra in grido diede; ma forza proveniente da Trono di Sapienza, che ora con Pazienza, l'Amore mio di Padre, di Figlio e di Creatore, Del Tutto Il Dì Motore, e sempre tutto muove, m'accingo a far di nuovo, a farLo dimorare, in una Reggia Degna, che tal non fu mai vista, se non per mia Consegna. Ed ora che tu sai, qual piano ho preparato, perché tu non già canti, perché tu non già suoni, assieme ai lieti cori, che in vita t'han servito, in morte t'han guardato e a me t'hanno portato? ed ora più che amici, più che generazione, saran consolazione: Michele spadaccino, che mai tirò di spada al tristo vil brigante, se non per mio volere, si tenne 'l suo cipiglio, di milite reggente, devoto all'Obbedienza, che solo a Me si deve. Gabriel, di mia fattura, il subito a Me venne, con Canto e col Dovere, ai piedi del mio Trono, chiedendo d'annunziare, in tempo assai remoto, ciò ch'io rimiro e indovo, e Io solo metto in moto. Tuo fratel Raffaele, di medica esperienza, l’infermo toglie al fiele, serbando medicina, ch'io solo a lui fornisco, per dar sia Vita e mina; coll'operato degno, di tal chirurgo amante, la nobil professione, d'angelica natura e di Divina fonte, passò per Ippocrate, ad Abraham col cor paterno, in su del tristo Monte, a Isacco rincuorar, che se sua vita è breve, pur Me deve lodare, se'l padre così ottiene, ciò che per fede cerca, a me che vero Padre, Io Sono e lo sarò, in Urbe perfettissima, dov'è Decoro Eterno. Se dunque già non piangi, pel tempo che la Reina investirà nel Regno, più tu la devi pianger, col solo Mio Sostegno. Per la mia sola Gloria, e quelli che Io Amo, tu questo canto scrivi, e in Roma porta il Ramo. La Croce sia sostegno, e l'animo sia degno, ché solo a Me guardando, la porto e a Dio ti mando, per Madre di Mio Figlio, ché ‘l Figlio è Suo Consiglio."
Preghiera del Signore, e del suo servo Abel, avvinto a Emmanuel. Il quale sempr’è Figlio del Mite Eterno Padre, ch’amò - sino a morirne, la Verginale Madre.
[Modificato da Duck Slayer 19/07/2008 08:55]
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"Deo Gratias" St.Cuthbert Mayne
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