Gioia e dolore tornano in equilibrio
La felicità e il dolore? Non durano per sempre, ma dopo un momento di intensa gioia, i livelli di soddisfazione per il proprio stato tendono a riallinearsi agli standard precedenti. Insomma, anche quando viviamo un momento particolarmente felice della nostra esistenza, come il fatto di sposarsi con la persona di cui siamo innamorati, o come la nascita di un figlio, il periodo di intensa gioia che viviamo di conseguenza non dura per sempre: ma appena un paio d'anni, poi si torna ai livelli di “felicità di base” che restano sostanzialmente gli stessi per tutta la vita.
E’ giunta a queste conclusioni una squadra di esperti internazionali, formata da economisti britannici, statunitensi e francesi, dopo uno studio durato 20 anni e condotto su centinaia di cittadini tedeschi e sui loro livelli di soddisfazione. Come scrive la rivista Economic Journal Reports, la ricerca ha dimostrato che anche dopo eventi dolorosi e traumatici, l'umore inevitabilmente cala, ma dopo qualche tempo riesce sempre a risalire.
Lo studio si è basato sul processo psicologico dell'"adattamento", ossia il modo in cui ognuno di noi si adatta a nuove situazioni e circostanze, positive o negative che siano. I soggetti coinvolti nello studio, tutti di età compresa tra i 18 e 60 anni, sono stati "interrogati" regolarmente sul livello della loro felicità per un periodo di tempo complessivo di due decenni. A ciascuno è stato chiesto anche di indicare alcuni degli eventi per loro significativi, in modo da tracciare una relazione tra questi fatti ed i livelli di soddisfazione.
Dalla lettura dei dati è emerso che solo la disoccupazione porta ad una maggiore e prolungata infelicità (in genere intorno ai cinque anni), mentre altri eventi pur molto gravi e significativi, come il divorzio o un lutto, fanno precipitare il livello di felicità, ma in modo meno duraturo. Insomma, hanno concluso gli esperti, “forse perché il tempo guarisce". Il dottor Yannis Georgellis della Brunel University suggerisce: "Studi fatti in passato su persone divenute paraplegiche hanno dimostrato che a distanza di anni avevano un livello di felicità simile a chi non era stato colpito dalla malattia. Ci sono però anche vincitori della lotteria che dopo alcuni anni non sono più felici di chi non ha vinto nulla."
Insomma, concludono gli esperti, è come se la felicità avesse un vero e proprio termostato che regola la temperatura della gioia della nostra vita e la riporta a livelli “medi”. Spiega François Moscovici direttore della Psychological consultancy firm White Waters Strategies: “Ogni volta che accade un evento, bello o brutto, i livelli scendono o salgono, ma tendono sempre a ritornare alla posizione originaria."
Sempre in tema di felicità, i ricercatori dell'università di Chicago hanno scoperto che in media, le persone anziane sono più felici rispetto ai giovani, almeno negli Stati Uniti. Anque in questo caso, sono stati necessari monitoraggi molto prolungati nel tempo, circa quarant’anni, che hanno richiesto 50mila interviste. Con studio di lungo periodo è stato condotto dall’Università di Chicago a cura di psicologi, sociologi e statistici. Gli esperti hanno accertato che uno degli stereotipi più comuni è, appunto, solo uno stereotipo: non è vero che i giovani adulti sono la fascia di popolazione più contenta, anzi è vero il contrario. Con il passare degli anni, più le persone si avvicinano alla cosiddetta maturità, più sono serene e soddisfatte, mentre i giovani si dividono tra quelli che gli psicologi definiscono aree della ''agitazione'' o della ''depressione''.