Si mangia di più con pensieri tetri
Alle prese con gli odiatissimi chili di troppo da eliminare prima della prova costume? Evitate serate con amici o da soli davanti a thriller e film gialli. Davanti a scene mozzafiato e spauracchi con lo spettro della morte che sembra aleggiare sulla propria testa, infatti, si tende a ingurgitare cibo più del dovuto, dimenticando dieta e buoni propositi in vista delle sospirate vacanze. A rilevarlo è uno studio dell'Arizona State University e della Erasmus University di Rotterdam, pubblicato sul Journal of Consumer Research.
Un altro studio condotto da Rik Pieters dell'Università di Tilburg in Olanda e pubblicato sul Journal of Consumer research, del resto conferma come le miniconfezioni di snack, patatine e altri cibi, pensate per una merenda leggera e senza eccessi e solitamente utilizzate proprio per il consumo veloce, anche e soprattutto al cinema o in casa, davanti alla tv, sono in realtà un attentato alla linea, paradossalmente potrebbero indurci a mangiare di più.
Secondo quanto riferito dal magazine britannico New Scientist l'effetto dei pacchetti mini-porzione è simile a quello già sospettato per i cibi light, che alla fine, proprio perché considerati poco calorici, inducono a mangiare di più sopendo i nostri sensi di colpa. Gli esperti infatti hanno studiato il comportamento di un gruppo di 140 studenti cui non avevano svelato il vero fine dell'esperimento. A tutti veniva detto di vedere la TV e gli venivano dati due pacchetti di patatine da 200 grammi ciascuno e nove mini-pacchetti da 45 grammi l'uno, con assoluta libertà di scelta. A metà del campione prima della prova venivano fatte domande su peso corporeo e sulla propria forma fisica. E' emerso che un giovane su due tra coloro cui non veniva detto nulla prima della 'prova-patatine' apriva la confezione grande, tre su quattro le bustine piccole; ma mangiavano tutti la stessa quantità di patatine. Invece del tutto diversa la situazione tra coloro cui si era parlato di dieta e che erano stati pesati prima della prova: solo uno su tre apre la confezione grande e oltre la metà dei volontari apre quelle piccole. Questi ultimi rispetto agli altri mangiano ben il doppio delle patatine.
Se a ciò si aggiungono i risultati dello studio sulla visione di thriller e gialli il quadro di chi è a dieta si fa drammatico.
Indagando sui comportamenti di persone alle prese con pensieri relativi alla morte, molto comuni durante la visione di un film, nel quale avvengono omicidi, sia in Europa che negli States, gli studiosi hanno scoperto che focalizzare i propri pensieri sulla fine della vita induce ad acquistare maggiormente e a mangiare di più. Nello studio, infatti, il gruppo di persone che erano indotte a riflettere sulla morte e a scrivere su questo infelice tema sceglievano più prodotti in una lista di drogheria stilata ad hoc e ingurgitavano più biscotti rispetto al gruppo di persone che, invece, dovevano riflettere e scrivere su una procedura medica dolorosa.
"Le persone tendono a mangiare di più, sia alimenti sani che cibi 'spazzatura', spiegano gli autori, quando riflettono sul fatto che un giorno dovranno passare a miglior vita". In particolare, gli studiosi hanno rilevato che chi aveva una bassa stima di sè tendeva a consumare e a mangiare di più se alle prese con tetri pensieri di morte.
"Quando la gente pensa all'ineluttabilità della propria fine", spiegano gli studiosi, si fanno strada riflessioni scomode su quel che si è fatto nella propria vita o sulla possibilità di aver lasciato una propria traccia nell'universo. Questo stato viene definito di 'accresciuta coscienza'. Un modo per sfuggire al disagio che genera è quello di esagerare, con gli acquisti o a tavola".
Ma non è tutto. Gli studiosi hanno anche visto che, posti davanti a uno specchio, i partecipanti erano meno inclini a esagerare con i consumi, magari scoraggiati dai chili di troppo riflessi.