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Vasco, R.E.M., Radiohead

Ultimo Aggiornamento: 18/06/2008 20:11
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18/06/2008 20:11
 
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In Italia trionfa la musica
Il manager De Luca: "Siamo il terzo mercato d’Europa. Anche se qualcuno non viene, non dimentichiamoci che qui hanno già suonato Avril Lavigne, Rage Against the Machine e Radiohead, Santana,R.E.M., Ben Harper e Coldplay

Effetto Radiohead sull’Arena Civica. Diciottomila fan al concerto di ieri sera ed altrettanti nella replica di oggi sono il risultato con cui Thom Yorke e compagni riannodano il loro legame con l’Italia fra i rigori di una Milano bigia e assai poco primaverile. Con la rentrée a San Siro di Bruce Springsteen del 25 giugno, questi due concerti della band inglese sono l’evento musicale di un mese per altro generosissimo. Dopo il successo dei Negramaro, certificato per la prima volta da Barley Arts con i dati Siae, e il doppio trionfo di Vasco Rossi al Meazza (qui benino Zucchero, senza problemi la prevendita di Ligabue), non mancano le buone notizie.



Quest’estate non verranno proprio tutti, come abbiamo scritto nella prima parte della nostra inchiesta, ci mancheranno Eric Clapton, Bon Jovi e Prince. Ma l’offerta rimane molto ricca. E di qualità. Poi c’è chi va bene e chi no, ma questo dipende dall’economia generale e dal mercato. Ne parliamo con Roberto De Luca di Milano Concerti (Live Nation), fondamentalmente ottimista.



E polemico: "C’è una crisi strisciante: borsa bassa, salari bassi, costo della vita più alto, inflazione e caro petrolio. Mercato Usa in difficoltà. E tutto questo si riflette anche sull’industria della musica dal vivo. Ma restiamo il terzo paese d’Europa e i dati Siae ci dicono che nel 2007 abbiamo avuto un 15,60 per cento di biglietti e spettatori in più. Quindi il nostro è un mercato in crescita, che va letta però con un’avvertenza: dipende da chi è in tour quell’anno, se ci sono grandi artisti fermi". Non esiste, quindi, una chiave di lettura assoluta, a parte la crisi "del sistema discografico mondiale. Perché tutti scaricano e per la campagna dei media contro il caro cd, che non ha senso: la musica non deve essere gratis, va pagata perchè non è sovvenzionata".



Gli assenti hanno sempre ragione? "Non vengono Prince e Bon Jovi. La ragione è semplice: costano molto e non siamo sicuri che arrivino al pareggio. Un artista ha in ogni nazione un mercato diverso ma il suo cachet è globale. Capita che l’Italia sia fuori logica o a forte rischio per gli imprenditori di settore".



Aggiunge: "Ma non dimentichiamoci che qui arrivano o hanno già suonato Avril Lavigne, Rage Against the Machine e Radiohead, Santana, Duran Duran, R.E.M., Massive Attack, Ben Harper e Coldplay, Bjiork. Che Vasco ha esaurito in 48 ore i biglietti del tour negli stadi, con un doppio San Siro a Milan e un doppio Olimpico a Roma. Madonna, gli U2 e i Green Day. Ribadisco: siamo il terzo Paese d’Europa per fatturato nella musica dal vivo e Milano è una delle prime città europee per offerta e biglietti venduti. Funzionano Torino, Firenze, Bologna, Udine, Verona. Roma è in ripresa ma più complicata. Con Vasco andiamo anche a Sud: Bari, Salerno, Messina. Senza dimenticare che l’heavy metal, con il festival God of Metal, ha il suo pubblico fedele e funziona". Sull’Heineken Jammin’ Festival ha solo certezze. "Ci credo ed è l’unico vero festival rock in Italia. Venezia, come location e bacino di utenza, va bene. Sono convinto che molta gente arriverà anche dall’estero e sbiglietteremo fino alla fine. Vasco farà il solito botto, per i Police forse era meglio lo stadio". La reunion di Sting e soci a Torino è stato il maggior incasso del 2007...



Tranquillo è De Luca, con Milano Concerti e Live Nation che sta sostituendo le major del disco con contratti globali. Un cambiamento epocale. "Con l’ingresso di Live Nation - spiega Corrado Rizzotto dell’Indipendente - , la multinazionale acquista dall'artista tutto, dal tour mondiale ai suoi dischi, così saltano i vecchi rapporti personali coi promoter locali. Ma Non tutti sono uguali. Madonna e Jay-Z hanno firmato con Live Nation; Springsteen e i Radiohead hanno fatto una scelta diversa, rimanendo con Barley Arts e Indipendente. La presenza delle multinazionali è forte ma fisiologica: mi fa più paura il fatto che per motivi politici o burocratici sia molto più difficile organizzare concerti in Italia che altrove". Rischiando di metterci fuori dal giro.




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